Creato da carmen46c il 27/06/2007

CARMEN AULETTA

I ricordi, certi ricordi, sono come tatuaggi, non vanno più via, sono parte della tua anima, della tua vita.

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

fosco6giusto1962carmen46cgaet.sinagrasocrate52cassetta2MITE_ATTACHET_2papomamma2013Maicolm52io.venerebagninosalinaroarteastecostanzatorrelli46dominjusehellahpoeta.sorrentino
 

ULTIMI COMMENTI

 

 

« DEDICATA A NIKATELL HIM - CELIN DION E... »

VOGLIO FARLO CON TE

Post n°180 pubblicato il 10 Agosto 2009 da carmen46c
 

 

“Vorrei sapere perché mi hai sposata!”  Più che una domanda era un 'affermazione. Antonella, non riusciva neanche più a pensare con lucidità quella mattina,   la rabbia e il rancore offuscavano la limpidezza dei suoi pensieri, di solito era una donna ragionevole e molto paziente,  raramente manifestava con veemenza  i suoi cattivi stati di animo. Preferiva raffreddare la sua rabbia servendosi del suo speciale “pronto soccorso”, il cibo.

 

Quello che suscitava l’ira di Antonella era l’atteggiamento apatico  del marito, si chiedeva la ragione della sua indifferenza  per tutto quello che accadeva nella loro casa. Spesso con la  mente

andava indietro di 20 anni, al tempo in cui  si erano conosciuti, si ricordava bene che all’epoca , il marito,   un aitante giovanotto di bell’aspetto, con  un carattere non proprio facile,  aveva però di buono che manifestava

con passione, seppur con furibonde litigate tutto quello che aveva dentro.

 

 Antonella sentiva la mancanza di quei sani litigi di un tempo, la  continua attrazione  e  repulsione verso quell’uomo, che avrebbe voluto schiaffeggiare un momento prima per poi baciarlo un attimo dopo, rappresentava  la linfa vitale del loro rapporto.

 

Ora, la loro relazione  era  divenuta piatta, senza emozioni, senza sorprese, tutto era  monotono  e prevedibile .  La cosa peggiore era che non si riusciva a litigare per nessun motivo, di certo non era perché non esistevano  motivi per litigare, c’erano e per Antonella non erano affatto banali, anzi, erano persino di una certa gravità.

 

“ E’ mai possibile che mi fai una carezza solo quando vuoi fare sesso con me?”. Questo era uno dei motivi “gravi” per cui Antonella avrebbe litigato volentieri con il marito,  lui invece preferiva affondare la testa nel giornale che leggeva tutte le sante sere sdraiato su quella poltrona mentre lei sparecchiava la tavola e lavava  i piatti. Sapeva già come sarebbe finita la serata, seduti  entrambi  annoiati e sonnacchiosi  davanti al televisore e l’unica frase  che lui le avrebbe rivolto sarebbe stata la stessa, identica a quella che  ripeteva ogni sera dopo cena: “Fammi una tazza di caffè!”

 

Ora,  Antonella,  in quella stanza asettica di ospedale,  davanti a quel letto su cui giaceva il marito in coma da più di tre mesi, aveva lo sguardo perso nel vuoto,  la sua unica occupazione era  di ritornare più volte durante il giorno e costringersi a parlare al marito come il medico le suggeriva. Cosa poteva oramai dire a quell’uomo, ora che ella aveva imparato a non fiatare più, a reprimere ogni voglia di gridare, di litigare e di piangere?

 

 Pensava di essere stata  davvero perfida con il  marito quel giorno in cui gli disse che  non avrebbe neanche sentito la sua mancanza, qualora lui fosse morto, perché per lei, lui   era divenuto “inesistente” .   Ora, al contrario,  si faceva sempre più grande il vuoto che le aveva lasciato, quella poltrona,  la sua preferita, era impossibile da guardare, Antonella avrebbe pagato chissà cosa per rivederlo con la testa affondata nel  giornale. Si chiedeva, come sarebbe stata ora la sua esistenza senza l’ombra di suo marito che non le rivolgeva più di tre parole nell’arco della giornata.

 

All’improvviso, comprese che il marito sapeva parlare con quel suo silenzio, era lei che non afferrava il suo linguaggio, e non era vero che non l’amava, non le faceva mancare niente, anche questo  era un linguaggio d’amore,

ogni giorno, ogni piccolo gesto, seppur identico e ripetitivo  le diceva quanto lui continuasse ad amarla.

 

“ Perché solo ora l’ho capito? Potevo godermi i tuoi silenzi invece di combatterli!”, finalmente Antonella riuscì a sbloccare le sue lacrime, prese la mano del marito, la baciò teneramente e l’appoggiò sulle sue guance  , ebbe  la sensazione che fosse il marito stesso ad asciugarle le lacrime mentre lei gli diceva: “Ora so come voglio trascorrere il resto della mia vita e ……  VOGLIO FARLO CON TE”.

                                                                                                  Carmen Auletta

 

 

 

 

 

 

 

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/Carmelandia/trackback.php?msg=7503883

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun trackback

 
Commenti al Post:
DesertoInteriore
DesertoInteriore il 10/08/09 alle 14:57 via WEB
l'apparenza è un orizzonte dietro il quale, ogni giorno, c'è un alba da scoprire.
 
 
carmen46c
carmen46c il 10/08/09 alle 20:37 via WEB
Come sono vere queste tue parole. Parole sante!
 
fosco6
fosco6 il 10/08/09 alle 18:11 via WEB
Molto carino, brava....Ciao...CARLO!
 
 
carmen46c
carmen46c il 10/08/09 alle 20:37 via WEB
Weilàààà....Carlo...che piacere leggerti!
 
socrate52
socrate52 il 10/08/09 alle 21:38 via WEB
Ciao Carmè! Il tuo racconto era molto bello , ma anche molto triste ...perchè la gente deve scoprire di volersi bene ,quando c'è il pericolo di perdersi? Smackk!
 
 
carmen46c
carmen46c il 11/08/09 alle 02:27 via WEB
Caro Socrate, al momento questo mi era venuto in mente, però c'è da dire che rispecchia molte situazioni comuni, non per niente c'è il detto: "Non si piange amor se non si perde".
 
dianavera
dianavera il 15/08/09 alle 16:15 via WEB
Questo sorriso che mi arriva come il ponente che si schiaccia sulla mia carne che fino ad ora sentiva solo caldo o freddo questa musica bruciata o farfalla debole come l'aria e vorrei soltanto uno spillo per evitare che cada ora quando l'orologio avanza senza orizzonte o luna senza vento e bandiera questa tristezza o freddo non bussare alla mia porta lascia che il vento si porti le tue labbra questo cadavere che conserva ancora il calore dei nostri baci lasciatemi contemplare il mondo in una lacrima Leopoldo María Panero da Así se fundó Carnaby street
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963