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Messaggi del 27/09/2015
Post n°12617 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Ma secondo voi quando vi comprate un sugo pronto con su scritto "prodotto in Italia" o “Made in Italy”, dentro cosa c'è? Perché se è MADE IN ITALY vien da pensare che dentro ci siano pomodori italiani. E invece non è così! Perché per diventare Made in Italy, per la legge italiana, basta che la lavorazione sostanziale sia fatta in Italia. E "sostanziale", sostanzialmente, non vuol dire nulla! Abbiamo scoperto che potremmo comprarci un sugo pronto fatto con il 100% di pomodoro cinese, ma con su scritto “Made in Italy”. E visto che i controlli in dogana sono pochi e le leggi su metalli pesanti e fitofarmaci sono molto diverse tra i vari paesi del mondo, rischiamo di mangiarci una marea di schifezze senza neanche saperlo. Chiediamo che su TUTTI i prodotti alimentari inscatolati venga dichiarata la provenienza degli ingredienti, come si fa per l'olio extravergine di oliva e pochissimi altri alimenti inscatolati, per cui bisogna scrivere la provenienza: Italia, UE, extra UE. Poi sarà il consumatore a decidere. Vogliamo il VERO “Made in Italy”. LETTERA A Presidente del Consiglio Matteo Renzi Ministero dell'Agricoltura Maurizio Martina Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi
Post n°12616 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Tag: trailer
Post n°12615 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Tag: trailer
Post n°12614 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news da https://www.change.org/p/iostoconerri-la-parola-o-%C3%A8-libera-oppure-non-%C3%A8-parola?recruiter=38232593&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=autopublish&utm_term=mob-xs-no_src-no_msg&fb_ref=Default Erri De Luca si è messo contro il potere dello Stato, ecco perché è sotto processo per le sue parole. La procura di Torino - che ha chiesto otto mesi di reclusione per istigazione al sabotaggio - ha costituito un pool soltanto per la Tav, come per il terrorismo, come per la mafia. Questo fa pensare a interessi nei rapporti tra Italia e Francia che vanno oltre quello privato delle società che fanno i lavori. Erri si è messo là in mezzo, facendo quello che uno scrittore deve fare: mettersi in mezzo alle cose con la parola. E, come sempre, ha centrato: ecco perché è letto da milioni di persone e non da qualche decina, ecco perché è processato per le sue parole. Ovvio è che altri andrebbero processati per istigazione a delinquere: basta pensare a tutto l'odio sociale che i leghismi generano per un voto in più (non di certo per la gratuità di un pensiero). Ma è processato soltanto lui: ed è un bene per la parola libera, la sua, e quindi quella di tutti. La parola o è libera - e quindi potente - oppure non è, è chiacchiera ininfluente, e muore come viene pronunciata. Alla notifica del provvedimento giudiziario, lo scorso giugno, Erri De Luca aveva commentato: “Da scrittore, essere denunciato per aver espresso pubblicamente le mie convinzioni, rappresenta un riconoscimento, una sorta di premio letterario. Si tratta di un procedimento che ribadisce la giustezza delle mie convinzioni”. Da cittadini, non possiamo permettere d'essere condannati per la parola, per il nostro pensiero. Non possiamo lasciare che il diritto inalienabile alla personale libertà di pensiero venga silenziato. Io, da scrittore, mi faccio promotore di questa petizione perché, come ogni lettore, riconosco il peso terribile della parola, che soltanto ha il potere di farci liberi: solo nell'esercizio della parola risiede la nostra libertà. Da utilizzatore del potere della parola scritta, sento il dovere di farmi partigiano e non tacere: una condanna per Erri De Luca è una condanna per tutti. La privazione della libertà di uno (il solo, sessantacinquenne, che ha parlato) è privazione della libertà di tutti. Il silenzio da parte degli scrittori non mi stupisce, e men che meno, credo, ha stupito Erri: sempre, nel nostro Paese, quando uno scrittore nomina l'abisso - ovvero fa il suo lavoro - viene isolato dai più. Ci vogliono spalle forti per reggere il peso tremendo della libertà.
Post n°12613 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news Il pubblico ministero ha appena chiesto otto mesi di reclusioneper Erri De Luca. Non si può tutelare chi istiga all’illegalità, ha detto. Mi interrogo su quante volte io abbia istigato a commettere illeciti penali. Primo tra tutti, il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, che ho commesso io stessa ben più di una volta. Inutile dire che ne vado fiera. La Tav va sabotata, aveva detto Erri in un’intervista. E – certo non evitarsi la galera, ma per continuare a esercitare quel diritto di parola che gli si vorrebbe togliere e che invece esige di spiegare le proprie stesse parole contrarie a chi non è in grado o colpevolmente finge di non comprenderle – ci ha raccontato nel suo libro (dal titolo, appunto, “La parola contraria”) i tanti significati del verbosabotare e come l’esercizio di grammatica non c’entri nulla con un processo nel quale lo Stato neanche si degna di entrare quale parte civile, lasciando a una ditta privata francese tutto l’onere di difendere un’opera pubblicamente definita quale strategica. Se condannato, Erri dovrà risarcire dei privati cittadini francesi. E perché non lo Stato italiano, che tanto sostiene essere essenziale per il Paese l’alta velocità per raggiungere Lione? Ma mi faccia il piacere. I cittadini italiani non sono così idioti da farsi prendere in giro. E infatti a restare sola questa volta è stata l’accusa. La solidarietà a Erri De Luca è arrivata in massa lungo tutto questi mesi. E continuerà ad arrivare anche sotto le finestre di una galera. Ribellarsi a ordini ingiusti è la cosa più giusta che si possa fare, e la storia ce lo ha insegnato tante volte. Avere sempre in bocca la propria parola, e non quella di qualcun altro, è ciò che ci fa persone. E, se capita che questa sia una parola contraria, non ci faremo spogliare della dignità di uomini nel farcela zittire. Ci dispiace che le energie e i costi della giustizia debbano essere usati per mettere a tacere le opinioni della gente invece che per fini più seri. Una sentenza di condanna per Erri non sarà mai in nome del popolo italiano. In tantissimi nei mesi scorsi hanno organizzato proteste, maratone di lettura, pagine web a sostegno di De Luca e della libertà di pensiero. Il codice penale del 1930 va sabotato. E adesso processatemi.
Post n°12612 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Gli amministratori temono che le loro realtà siano condannate a essere ricordate come terre della malavita. Ma la realtà è peggio della fiction Una scena della serie tv Gomorra «Siamo nel pieno di una battaglia per ripristinare la legalità. Ho i miei vigili urbani, impegnati nei controlli, aggrediti per strada. Associare Giugliano a Gomorra 2 sarebbe sbagliato. Mia figlia è stata avvicinata da un suo coetaneo: “Tuo padre il sindaco ha impedito di girare Gomorra? Gli tirerei un calcio in bocca...”». Si sfoga Antonio Poziello, uno dei sindaci che ha detto no alle riprese della seconda serie di Gomorra, la fiction andata in onda su Sky. Ieri pomeriggio il primo ciak a Scampia, Napoli. Il presidente della Municipalità, Angelo Pisani (il legale amico di Diego Armando Maradona), arriva a dire che la fotografia di Scampia scattata da Gomorra «è vecchia di dieci anni. Oggi Scampia è liberata. Gomorra 2 è solo una operazione di marketing. Con l’aggravante che la serie TV ha prodotto e produrrà un effetto emulativo. Un ritorno al passato».
Anche il sindaco di Afragola, Mimmo Tuccillo, paesone alle porte di Napoli, ha detto no alle riprese a Salicelle, un quartiere dormitorio nato con il post-terremoto del 1980. «La camorra? Certo che c’è. Ma non ho voluto condannare Salicelle al marchio di Gomorra. Proprio questa amministrazione - si giustifica - è impegnata in quel quartiere in un progetto di recupero, riqualificazione e integrazione e questo sforzo va rispettato». Insomma, niente Gomorra (2). Del resto quando il presidente dell’Antimafia, Rosy Bindi, ha parlato di camorra come elemento costitutivo di Napoli è partita un’autodifesa della città troppo interessata.
È sempre stato così. La Napoli del sottoproletariato viveva di espedienti e contrabbando di sigarette negli anni Settanta. Ed era tollerata dal ceto politico amministrativo e dagli imprenditori impegnati in ben altre illegalità. Oggi arrestano imprenditori, amministratori locali, politici regionali per collusioni con Gomorra (e altre retate clamorose si annunciano). Tutto questo avviene nei comuni dell’area metropolitana di Napoli. La realtà è ben più grave della fiction. I territori dell’area metropolitana sono un immenso supermarket di droga. Lo Stato fa arresti e retate. E gli spazi lasciati vuoti diventano pretesto per guerre di potere con morti e feriti. Solo a Napoli, dall’inizio dell’anno ci sono stati 21 omicidi di camorra.
Questa è una criminalità, per dirla con un pm antimafia, «deideologizzata e destrutturata». Una forma di gangsterismo urbano unito a un cartello diffuso di spacciatori di droga. L’ala militare della camorra legata a Cosa Nostra, i Casalesi, è stata sconfitta. Ma è riuscita a clonarsi. Ha passato il testimone a un gruppo di imprenditori mafiosi che a loro volta hanno cooptato amministratori locali, politici e funzionari pubblici. Sparare contro Gomorra 2 è un po’ voler nascondere quel buco nero che sempre di più sta diventando una voragine.
Post n°12611 pubblicato il 27 Settembre 2015 da Ladridicinema
Tag: comunicazione, news Lettera aperta di Ascanio Celestini al Pm Rinaudo.
di Ascanio Celestini
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Inviato da: Mr.Loto
il 28/03/2022 alle 11:57
Inviato da: Mr.Loto
il 15/10/2020 alle 16:34
Inviato da: RavvedutiIn2
il 13/11/2019 alle 16:33
Inviato da: surfinia60
il 11/07/2019 alle 16:27
Inviato da: Enrico Giammarco
il 02/04/2019 alle 14:45