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IL Corvo e la Fontana.

Post n°23 pubblicato il 02 Maggio 2011 da lemagichefiabe
 

 

 

 

Il Corvo e la Fontana.


Dietro la collina delle capre la vita scorre tranquilla.
Non vi sono torrenti, solo una fontanella perennemente fredda, gelata, che lascia scorrere la sua acqua senza posa.
A qualunque ora del giorno ed in qualunque momento dell'anno, puoi vederla zampillare.
Non è una di quelle magnifiche fontane intagliate nel legno, e neanche una di quelle scolpite ad arte nella roccia.
Un semplice tubo di metallo lascia cadere la colonna refrigerante dentro ad un tronco cavo.
E' bassa, qualsiasi bambino può attingere da lei. E chiunque sia alto come me deve mettersi accucciato per bere se non dispone di un bicchiere.

Piccolina com'è, riesce a racchiudere i segreti che carpisce ai viaggiatori che passano da lì; agli animali che le si avvicinano assetati; agli alberi che le raccontano ciò che vedono dall'alto dei loro rami; alle nuvole cariche di ricordi tristi che lasciano cadere sopra di lei.

Un giorno un corvetto che sorvolava la collina la notò. Avendo sete e caldo decise di tuffare le sue penne nello specchio d'acqua, ma si ritirò subito non appena il suo corpicino venne a contatto con la superficie gelida. Si scosse di dosso le gocce che lo infreddolivano e fece per andarsene. La fontana lo fermò chiamandolo in tono di scuse:
-“Aspetta, corvetto, non andar via. Mi dispiace che la mia acqua ti abbia infreddolito, ma io non sapevo che ti saresti tuffato a capofitto. Altrimenti, ti avrei avvertito di andarci piano!”
Il corvetto le lanciò uno sguardo di disapprovazione misto a curiosità, poi rispose:
-“Il tuo compito è quello di dissetare, perché sei così fredda da non poterti neanche sfiorare?”
La fontana parve riflettere per un momento e l'acqua si agitò lievemente.
-“Non è del tutto vero che non mi si possa sfiorare. Coloro che non riescono a bere alla mia fonte non hanno mai pensato di avvicinarsi a me con gentilezza e rispetto per il tesoro che potrei fornir loro tutto il giorno e tutti i giorni. Essi vengono solo per rubare sgarbatamente una cosa a me preziosa, che potrei tenere per me o decidere di far tornare nel grembo di questa collina da cui nasco. E questo non mi piace. Ma se aspetti un momento ti mostrerò qualcosa di estremamente dolce, che accade sempre a quest'ora”.
Il corvetto sgranò gli occhi non cogliendo al volo ciò che la fontana intendeva dire e si guardò intorno. Ad un tratto udì dei passi che provenivano dal sentiero accanto. Aguzzò la vista e quando fu sicuro di intravedere una donna, volòsopra un ramo. La fontana lo rassicurò:
-“Non aver paura, la donna che vedi non alzerà dito contro di te. Osservala in volto e sta a guardare cosa succede adesso”.
Il corvetto si agitò nervoso. Non era abituato a stare in mezzo agli umani, al contrario: a lui andava bene che gli fosse dato un po' di pane e quando finiva il banchetto sotto i loro occhi divertiti, se ne andava subito. Gli sembravano così assurdi: prima gli davano da mangiare e poi iniziavano a ridere divertiti per le baruffe con gli altri corvi o, peggio, si offendevano se lui rifiutava il loro cibo.
Tuttavia, la fontana pareva molto sicura di sé e gli aveva promesso uno spettacolo interessante. Restò quindi sul ramo ed a debita distanza, ma non staccò gli occhi dalla donna che si avvicinava alla fontana e la fissò in viso. La sua espressione era radiosa, come se fosse andata a fare visita ad una vecchia amica che non vedeva da tempo. Avvicinò la mano allo zampillo d'acqua e chinò il capo per bere. Quando ebbe finito, sorrise compiaciuta e rivolse un altro sorriso alla fontana prima di tornare a casa.
-“Cosa significa questo?” - chiese il corvetto.
La fontana rispose pazientemente:
-“Con Il suo sorriso la donna mi ha ringraziato dell'acqua che le ho donato. All'inizio, la mia acqua può sembrare fredda, ma quando ti accorgi che è buona, troverai la sua temperatura piacevole. Io metto a disposizione di tutti ciò che ho di più prezioso, ma solo chi mi ringrazia sa come accettare questo mio dono”.
Il corvetto rifletté chinando il suo piccolo capo. Si avvicinò di nuovo all'acqua cristallina e lentamente bevve fino a saziarsi.
-“Hai ragione...” – disse poi sorridendo alla fontana – “ la tua acqua non è poi così fredda come può sembrare all’inizio e sei stata gentile ad averla spartita con me. Tornerò qui anche domani”.

 

Kagura84

 
 
 
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è un mondo tuo per sempre.

Il mondo è mio...
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se salgo fin lassù
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