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I colori dell'amicizia.

Post n°27 pubblicato il 14 Giugno 2011 da lemagichefiabe
 

 

 

I colori dell'amicizia.

In un tempo lontano lontano, viveva una regina malvagia.
Il suo nome era Nevy, ed era la sovrana delle Fate della Notte. Il suo regno era dominato dalle ombre.
Le sue ali erano nere, decorate da disegni simili a ragnatele, di cui lei andava fiera. La regina Nevy era sempre stata invidiosa delle sfumature della Natura e non sopportava i colori splendenti delle farfalle, che, come coriandoli, volteggiavano nell’aria.
La sua ira si scatenò su di loro e, con un incantesimo, le trasformò in cristalli lucenti. Le imprigionò in una delle segrete del suo castello privando il mondo di queste magiche creature.
La sorte del popolo delle Fate della Natura non fu molto diversa: poiché la regina non sopportava i colori dei fiori coltivati da questo popolo fatato, con l’aiuto del suo esercito delle creature delle tenebre, lo ridusse in schiavitù.
Per molti anni queste fate subirono molteplici ingiustizie e, non potendo più coltivare le loro terre baciate dal sole, pena la morte, furono costrette a lavorare nelle miniere sotterranee della regina.

Di questo popolo, faceva parte Cloe, una bellissima fanciulla con le ali di un verde scintillante. Da bambina, quando il suo popolo era ancora libero, aveva sempre giocato con le farfalle ed era sempre stata affascinata dai loro colori e dalla loro delicatezza. Cloe non sopportava di vedere il suo popolo ridotto in schiavitù. Era la sola ad essere diventata forte nel corso di quei terribili anni e con lei anche i suoi poteri si erano fortificati. Tutto questo fu reso possibile dal fatto che, nel momento in cui la regina scagliava contro le Fate della Natura la maledizione, la nonna di Cloe (potente fata del Circolo degli Anziani) la protesse col suo ultimo incantesimo, permettendo così che i poteri della fanciulla non venissero alterati. Era diventata una vera guerriera fatata, ma non poteva essere aiutata dal suo popolo poiché il maleficio lo aveva privato di ogni potere magico.
Ma un giorno, esasperata da tanto male, decise di chiamare in suo aiuto le Fate degli Elementi, sue amiche d’infanzia.
Approfittò del coprifuoco, si cosparse di porporina magica e svanì nella notte come fosse stata nebbia.
Nessuno la vide fuggire. Volò per quasi tutta la notte, cantando senza sosta, un’antica melodia: una canzone che intonava sempre da piccola assieme alle altre fate … Era un chiaro richiamo d’aiuto!

In lontananza le Fate degli Elementi si misero subito in allerta. La prima ad andarle incontro fu Silfy, la meravigliosa Fata del Regno dell’Aria. Le sue ali erano un arcobaleno di colori, adornate da luccicante polvere di diamante. Dridy, Fata del Regno della Terra, arrivò in groppa ad una lepre, poiché lei non possedeva le ali; il suo vestito era fatto di foglie fresche e una coccinella le faceva da spilla per il mantello. Filly, Fata del Regno del Fuoco, uscì con uno zampillo dal vulcano e le sue ali erano rosse, come petali di papavero. Mentre Nixy, Fata del Regno dell’Acqua, emerse dal mare, come una bolla colorata; anche lei era priva di ali, ma i suoi poteri la facevano librare sulla cresta delle onde.
Il luogo del loro incontro fu la grande quercia rugosa. Non appena furono tutte riunite, si abbracciarono forte ed ascoltarono quanto Cloe aveva da dir loro. Dopo aver udito tutta la storia, decisero di aiutarla a liberare il suo popolo dalla regina Nevy.
Presero per mano Dridy e Nixy, le due fate sprovviste di ali, e volarono veloci verso il Regno delle Fate della Notte.
Attesero l’alba, poiché durante il giorno, la regina riposava sempre nelle sue stanze, ma solo dopo aver lucidato per bene le sue ali nere, fino a farle brillare; quello era per lei un rituale giornaliero che praticava nel giardino di rovi e per un’ora nessuno l’avrebbe potuta disturbare.
Le nostre amiche fate erano già entrate nel giardino, rese invisibili da un loro incantesimo.
Aspettarono pazienti, dietro l’enorme specchio della regina, mentre quest’ultima lisciava e lucidava le sue ali ignara di ciò che le stava per accadere.
All’unisono poi le nostre fate entrarono in azione, ognuna con un potere diverso. Infatti, ognuna aveva un dono magico particolare: dalle mani di Cloe nacquero le radici dell’edera più forte e con un semplice gesto le lanciò sui piedi e sulle mani della regina. L’edera le si aggrovigliò alle caviglie e ai polsi facendola vacillare; Filly lanciò verso le ali nere della malvagia Nevy, piccole fiammelle e con l’aiuto del vento di Silfy il fuoco si alzò alto. Più la regina guardava le sue ali incenerirsi, più il suo grido diveniva angosciante. Ma Nixy non sopportò tutto questo e gettò verso la regina, zampilli d’acqua, per non vederla bruciare viva: anche se malvagia, la regina non meritava di ardere in quel modo. Dridy diede il colpo finale, creando una voragine nel terreno, nel quale la regina, avvinta dall’edera e quasi bruciata viva, cadde sprofondando nella terra, mentre dietro di lei la voragine si richiudeva, sigillando, così, la sua malvagità per sempre.

Le nostre guerriere esultarono per la vittoria. Ora non restava altro che liberare il popolo di Cloe e le farfalle.
Rientrarono nel castello e si diressero nelle segrete ammuffite dove trovarono la teca nella quale erano imprigionate le loro antiche amiche. Unirono i loro poteri: Terra, Acqua, Fuoco, Aria e l’essenza della Natura; erano poteri forti, poteri nati dalle viscere di un mondo che non aveva età. Pronunciarono l’incantesimo e la teca si sbriciolò, davanti a loro, come polvere di stelle.
Le farfalle erano libere! Riempirono la stanza di colori e, guidate dalle fate, trovarono la via d’uscita verso la libertà.

I poteri della regina Nevy erano stati annullati dopo la sua scomparsa e il popolo delle Fate della Natura era finalmente libero.
Libero, alla fine, fu anche il popolo delle fate della Notte che tornò a svolgere il suo antico mestiere: proteggere la natura quando, nella notte, riposava.
Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che le fate della Natura avevano visto la luce del sole brillare così forte; i colori erano diventati più intensi, ma l’emozione più bella fu vedere quei coriandoli colorati ricoprire nuovamente il loro cielo. Le farfalle erano tornate e anni di pace avrebbero accompagnato questi regni fatati e, mentre godevano di questo meraviglioso spettacolo di colore, le nostre amiche fate sigillarono un patto eterno di amicizia fra i loro regni.

Gli amici ci son sempre accanto, è sufficiente tendere una mano verso di loro e chiedere aiuto. A volte, da soli, non ce la possiamo fare e la nostra amica Cloe ci è stata d’esempio in questo: anche se aveva grandi poteri, ha preferito chiedere aiuto alle sue amiche, perché unite, avrebbero avuto maggiore forza e più poteri per sconfiggere il male.

 

Padmaja

 
 
 
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