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La brutta (bella) addormenta sul tronco - Vers.3

Post n°3 pubblicato il 25 Ottobre 2010 da lemagichefiabe
 

La brutta (bella) addormentata sul tronco.

(versione di Liomax1, secondo classificato nella sfida in questo post )

 

 

         C’era una volta una giovane pastorella che portava le sue 10 pecore a brucare in un prato adiacente ad un lugubre castello. Era rimasta orfana da piccola e non aveva nessuno. Possedeva una misera capanna e quelle 10 pecorelle ereditate dai suoi poverissimi genitori morti uccisi dalla caduta di un albero, mentre portavano al pascolo il loro piccolo gregge.

          La sua bellezza non era soffocata dallo sporco che copriva il suo visino, anzi esplodeva ogni volta che accennava un sorriso nel parlare alle sue pecorelle; aveva inoltre una figura deliziosa, mal ricoperta dai miseri cenci che portava indosso.

          Il proprietario del maniero era un malvagio, dedito alla magia. Un giorno, affacciandosi dal balcone principale, scorse la figura snella della pastorella: essa ballava e cantava; la sua voce riempiva la valle di note sublimi, la sua danza le permetteva di accarezzare le margherite del prato con i suoi “dolci” piedini!

          Ohibò, disse tra sé il brutto e perfido castellano. Quella donzella deve essere MIA! Nessuno potrà impedirmelo! Con passo baldanzoso uscì dal suo castello, si avvicinò alla dolce pastorella e con voce che sembrava venire dalle più profonde tenebre urlò: “Domani tu mi sposerai!”. La deliziosa fanciulla lo guardò con aria interrogativa lo guardò e per nulla intimorita da tanta spavalderia e … bruttezza, rispose con un fermo , gentile e possente“Neanche in sogno!”.

          Questa risposta indispettì il mostro , eh sì, a guardarlo bene era proprio un mostro e immediatamente iniziò a invocare inferi, streghe, orchi, diavoli, compagni d’armi, colleghi ed altre cento categorie di individui più o meno terrestri (mentre la leggiadra donzellina guardava divertita) e lanciò il seguente anatema: “ Tu dolce fanciulla ora ti addormenterai e nell’addormentarti diverrai brutta, ma brutta da fare orrore soltanto a pensarti! Ti sveglierai e tornerai a riprendere le tue attuali sembianze soltanto quando un cavaliere nel guardarti urlerà QUANTO SEI BELLA! Ma sarai tanto brutta che nessuno oserà mai dire tanto!”

          Apparvero due grandi Belzebù che presero (uno per le braccia ed uno per le gambe) la fanciulla, mentre essa chiudeva gli occhi per entrare in un profondo sonno (mentre ciò avveniva diventava sempre più brutta e deforme) e la depositarono su un tronco che era nei paraggi. Le pecorelle seguirono i due diavoli e si accovacciarono intorno alla loro … orrenda padroncina ormai dormiente.

          Trascorsero tanti anni! I viandanti che si avvicinavano alla misera, perché richiamati dai belati delle pecorelle, non appena intravvedevano quel corpo, fuggivano a gambe levate gridando “ORRORE, ORRORE”.

          Ma un bel giorno … il principe azzurro del reame (a dire il vero poi tanto azzurro non era, perché era andato a pesca di anguille e per afferrarle si era rotolato nel fango: per la cronaca non riuscì a prenderne neanche una), passò di lì ed anche lui incuriosito dal belato delle pecorelle, si avvicinò alla “brutta addormentata” seguito dal suo paggio che più andava avanti più si sentiva disgustato dalla visione di un simile spettacolo. Si fermò dinanzi alla bella … scusate, alla brutta e la guardò con ammirazione; il suo paggio cercava in ogni modo di fermarlo, ma non riuscì a farlo!

          Il principe azzurro rimase impietrito e mentre il paggio cercava di fargli inforcare gli occhiali che erano stati a lui affidati per poter meglio rotolarsi nel fango, sgorgarono incontrollate dalla sua bocca le magiche parole: “QUANTO SEI BELLA!” La sorpresa del paggio fu incommensurabile: con gli occhiali del suo principe in mano vedeva la fanciulla, sì svegliarsi, ma diventare e superare in bellezza la dea Venere; fra sé e sé pensò che la sua vista gli stesse facendo un tremendo scherzo, tanto che inforcò gli occhiali del suo protetto, ma la vista meravigliosa non mutò, anzi la bellezza era ancora più accentuata.

          Il principe abbracciò la … “bella sveglia” e dichiarò il suo amore. Poiché, in fondo in fondo, il principe non era poi tanto brutto, la bella ricambiò l’abbraccio e, ... tra un bacio e l’altro (la bella non disdegnò affatto le dolci effusioni del principe) promise di sposarlo ed amarlo per tutta la vita.

          Il paggio corse alla reggia (sempre con gli occhiali del suo padrone in mano) per far accorrere sul luogo del “risveglio” il re e la regina, genitori del principe. Essi accompagnati dall’intera corte si recarono in tutta fretta a … controllare se la bellezza della Piccola fosse veramente all’altezza di quanto aveva riferito alle Altezze il paggio e constatarono di persona che la bellezza decantata era molto, ma di molto superiore a quella loro descritta.

          Il giorno successivo furono celebrate solenni nozze (le ancelle della ora principessa furono le 10 pecorelle) nel palazzo reale; la fama della stupenda principessa fece il giro del mondo e tutti vollero fare pellegrinaggio in quel reame per ammirare tanta grazia.

          Il Mostro, scornato dalla sua sconfitta, inventò una storia cattivissima che divulgò a sud, a est, a nord e a ovest, ma nessuno, neanche i due Belzebù trasportatori credettero a questa storia!

          Così termina la storia della “brutta addormentata” e posso garantire con tutta sicurezza che vissero felici e contenti per tutta la vita! … Ah, dimenticavo: la principessa, per non correre il rischio che il suo principe cadesse in un errore analogo a quello in cui era caduto quando lei era … brutta, convocò nel reame i più grandi ottici esistenti sulla terra affinché operassero il principe agli occhi in modo tale che non avesse più bisogno di occhiali per la vista.

          Ogni riferimento a fatti o persone … del passato è puramente casuale.



Liomax1

 
 
 
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