Senilità

Post n°3 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da naciv
 
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Io e Bruce Springsteen.

ovvero: le fatiche di Sisifo

The Boss,

il mito del sogno americano.........rincorso ed ambito.

Da me cercato tra la via Statale Francesca ed un vecchio castello medioevale sulla collina e nelle nuvole polverose di vecchi film Western, e poi nelle ballate di Bruce.

Una meta che si dimostra irraggiungibile, ma è ragione di vita della “ ordinary people” la disillusione a distanza, una vita che promette, ma che si infrange nei tuguri delle città, nelle strade deserte che mi toccava di percorrere, alla ricerca di un colpo di fortuna.

Riflessioni meste sul prezzo da pagare per l’amore che si riceve, per i giorni vissuti.

Questi rappresentanti dei non eletti, la gente comune abbandonata nel solingo clamore di una società democraticoperversa, ego socializzante, l’impossibilità di sopravvivere è cantata nei dischi del “Boss”

Rock pulsante, rabbioso, melanconico, con il sapore di cose perse, di occasioni mancate o lasciate ad aspettare.

Ma in fondo la vita è solo sopravvivere.??? Il male di vivere così è una scelta.???

Le domande si formano nella testa. Non riesco sempre a dare risposte, forse non ci sono risposte possibili.

Anche per il “Boss” la strada, il viaggio come unica alternativa per raggiungere qualcosa; o forse solo sperare nella meta. Entusiasmi, incontri di vite che si incrociano, Bourbon Americano in un bicchiere che profuma di Chianti. Personaggi che scorrono, che balzano agli occhi come fuochi fatui, viaggi clandestini ma coscienti.

Allora Bruce dice; l’unica redenzione che posso offrire, stà sotto questo sporco cofano d’auto, con l’unica possibilità di renderlo migliore, tirare giù il finestrino e lasciare che il vento spinga indietro i capelli (Thender Road 1975)

La strada, gli orizzonti vasti, con gli amici sono partito dentro una normale notte di un giorno qualsiasi a rincorrere i miei sogni. La mia generazione, progressi, sconforti e crisi;.......ed infine la rinuncia o forse l’apatia; la generazione dunque ha perso........??..

Sono passati vent’anni, abbiamo messo sù famiglia, un lavoro normale (forse) una vita normale (forse) abbiamo inseguito tanti bei sogni e un giorno ci siamo trovati più adulti, con una moglie brava e un pò uggiosa, figli che giocano in giardino e noi ad un tavolo a bere birra “borghese” americana e anglicana dal sapore amaro, come il gusto di appuntamenti mancati, di emozioni lasciate sospese.

Il sogno americano, in verità era una trappola,  ed è definitivamente svanito; “la corsa si è arrestata”

Non più “road” ed inoltre,  non abbiamo trovato la terra promessa. Ma non si può rinunciare; voglio come Ulisse, “ una nuova spiaggia ed una nuova Nausicaa” e sulle coste dei “Feaci”  resto ad aspettare che la vita ricominci, mentre tutto stava già scivolando via.

Non si può aspettare  “un futuro” caro Boss, ....io vado a prenderlo.

Non attendo più, che quel treno spunti ringhiando da dietro la curva. Ho un vestito nuovo ed una rosa rossa in mano, (Better days, Human touchy 1992)

Forma, bellezza, amore, ma attenzione l’abitudine, l’alienazione incombono come agguato di pantera, sottile e mellifluo, “così ho comprato una 44 magnum di duro acciaio” e nel benedetto nome dei Rolling Stones, di Jimy Endrix, degli  Zepelin, ho sparato, fino a quando la televisione non è andata in pezzi ai miei piedi. Mi volevano “lavare” i pensieri.

Mi hanno arrestato per disturbo alla quiete pubblica.

Il Giudice ha detto: Cos’hai da dire figliolo.? Hemm, Niente di interessante, si e fatto tardi.... e poi, posso vedere dai tuoi occhi che sei già andato, partito,  57 canali TV negli occhi e niente dietro, niente di niente. Vai pure, sei assolto. (57 Channels 1992)

L’ordinary people degli anni novanta, ecco ......anche questi, anche loro sulla strada, non per scelta come me,  per inseguire orizzonti, ma per anestetizzazione “mentis” ed io..... li amo ugualmente,....... forse di più, .......come si ama di più un figlio sfortunato.

 

......

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da naciv
 
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Le virtù cardinali nel sistema dell'etica epicurea sono la giustizia, l'onestà e la prudenza, cioè l'equilibrio tra piacere e dolore: Epicuro enfatizzava il valore dell'amicizia, sentimento meno perturbante dell'amore. Il suo edonismo individualistico insegnava che solo mediante la continenza, la moderazione e il distacco si raggiunge quello stato di serenità che è la vera felicità. Nonostante il suo materialismo, Epicuro credeva nella libertà della volontà, ipotizzando che persino gli atomi fossero "liberi" e talvolta deviassero spontaneamente dalla loro orbita originaria.


 


Epicuro non negava l'esistenza degli dèi, ma riteneva che, in quanto "esseri felici e imperituri" dotati di poteri sovrannaturali, essi non intervenissero nelle questioni umane, sebbene potessero trarre piacere dalla contemplazione della vita di uomini virtuosi.


 


 L'epicureismo, che a differenza della corrente filosofica rivale, lo stoicismo, ha attraversato la storia come una tradizione viva e feconda, trovò eminenti seguaci anche tra i romani: la fonte principale per la conoscenza degli insegnamenti di Epicuro è infatti il De rerum natura di Lucrezio; a partire dal III secolo, conobbe una lenta decadenza, per poi giungere a nuova fioritura nel XVII secolo con il filosofo francese Pierre Gassendi.


 


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Zenone di Cizio (Cizio, Cipro 333 - Atene 263 a.C.), filosofo greco, considerato il fondatore dello stoicismo. Nato da una ricca famiglia di commercianti della Fenicia, all'età di vent'anni si recò ad Atene, dove divenne discepolo del filosofo cinico Cratete. In seguito, intorno al 300 a.C., Zenone iniziò a tenere lezioni nel "portico dipinto" (in greco, stoà poikìle, da cui stoicismo) e fondò la propria scuola, raccogliendo intorno a sé un gran numero di discepoli.


 


Delle sue opere, quasi interamente perdute, ci sono noti circa venti titoli; possiamo tuttavia ricostruire le linee generali del suo pensiero, posto alla base dell'etica stoica, grazie a testimonianze posteriori, in particolare quelle dei suoi successori alla guida della scuola, Cleante e Crisippo, e quelle di Cicerone, Diogene Laerzio e Plutarco


 


Lucio Anneo Seneca Fra i seguaci della filosofia stoica vi fu Lucio Anneo Seneca, vissuto fra il 50 a.C. e il 40 d.C. Autore delle celebri Lettere a Lucilio, diede una grande rilevanza alla riflessione etica e privilegiò il concetto di virtus, inteso come sforzo di dominare le passioni umane grazie al controllo da parte della razionalità.


 


PRINCIPI


 


Gli stoici, come gli epicurei, fecero dell'etica il campo fondamentale della conoscenza, ma, come ausilio alle loro teorie etiche, svilupparono teorie di logica e di fisica. In logica il loro contributo più importante fu la scoperta del sillogismo ipotetico; in fisica, essi sostennero che tutta la realtà è materiale, ma che la materia inerte è distinguibile dal principio attivo o vivificatore, il logos, che concepirono sia come ragione divina sia come principio che materialmente anima la natura, identificandolo con uno spirito vivificante e onnipervasivo, il pneuma. Anche l'anima umana è una manifestazione del logos: vivere secondo natura o secondo ragione significa vivere conformemente all'ordine divino dell'universo.


 


La fondazione dell'etica stoica è il principio, già proclamato dai cinici, che il bene non si trova in un oggetto esterno, ma nella condizione dell'anima e nella saggezza offerta dall'assenza delle passioni e dai desideri che turbano l'esistenza (apatia).



 


 Tutti gli esseri umani sono manifestazioni di un unico spirito universale...


 


Elemento distintivo dello stoicismo è il cosmopolitismo: tutti gli esseri umani sono manifestazioni di un unico spirito universale e dovrebbero vivere in accordo fraterno e aiutarsi reciprocamente. Gli stoici sostenevano che differenze esteriori, come la posizione sociale e il censo, non avessero importanza nelle relazioni sociali. Di conseguenza, prima dell'avvento del cristianesimo, essi riconobbero e sostennero la fratellanza umana e la naturale uguaglianza di tutti gli esseri umani.


 


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Cinici Seguaci della scuola filosofica fondata all'inizio del IV secolo a.C. da Antistene. I cinici si riunivano in un ginnasio alla periferia di Atene, il Cinosarge ("cane bianco"), da cui prese nome la scuola; dopo la morte di Antistene, l'esponente più illustre della filosofia cinica fu Diogene di Sinope.


 


Affermando che la civiltà e i suoi problemi costituiscono una condizione artificiosa e innaturale, i cinici auspicarono il ritorno a una vita "secondo natura", che identificarono con un'esistenza semplice basata sull'autosufficienza: secondo i cinici, è l'indipendenza il vero bene, non le ricchezze o la lussuria. Di conseguenza, essi praticarono una sorta di ascetismo, considerando la temperanza un mezzo per ottenere la liberazione dell'uomo dalla schiavitù delle passioni.


 


Il discepolo prediletto di Diogene, Cratete di Tebe (IV secolo a.C.), esercitò un profondo influsso sul filosofo Zenone di Cizio (333-263 a.C.), fondatore dello stoicismo.

 
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Giovanni Gentile

Post n°6 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da naciv
 
Tag: Gentile
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Giovanni Gentile.

 

Al primo governo Mussolini, viene chiamato il Filosofo Giovanni Gentile che Mussolini cerca tra i tecnici al di fuori del Parlamento. Fù nominato ministro della pubblica istruzione.

Cercherà oltre a tutto un difficile equilibrio tra le due anime del partito fascista, ovvero quella di “sinistra” e quella di “destra”.

In realtà si era di fronte a due visioni dissimili del solito problema. La rivoluzione veniva interpretata da una parte come un “ripulimento” una rivoluzione totale; dall’altra come un ritornare all”ordine” conservatore e reazionario. Due visioni opposte che fecero sempre e alternativamente da motore propulsore al movimento.

Giovanni Gentile, nasce a Castelvetrano, (Trapani) si laurea alla scuola normale superiore di Pisa nel 1897 con una tesi su Rosmini e Gioberti; è professore di filosofia ai licei di Napoli e Campobasso, e all’università di Napoli inizia nel 1903 un corso di filosofia, sulla “rinascita dell’idealismo” Nello stesso anno con la fondazione de “La Critica” inizia la collaborazione con Benedetto Croce, per il rinnovamento culturale italiano. Nel 1906 ottiene la cattedra di filosofia a Palermo, nel 1914 torna a pisa sempre per la cattedra di filosofia al posto del vecchio maestro Jaia. Nel 1917 viene richiamato all’insegnamento di storia e filosofia presso la prestigiosa regia università di Roma, dove successivamente fondò la “Scuola di filosofia.

Fù consigliere comunale in Roma 1920/1922 e assessore alle belle arti, nell’amministrazione antisocialista.

Nei venti mesi del primo governo Mussolini, (sino al luglio 1924) egli compì la riforma generale della scuola italiana. Successivamente, fù presidente della commissione dei Quindici e poi dei Diciotto, per la riforma della costituzione 1925. Divenne Senatore del Regno, Presidente del consiglio superiore della pubblica istruzione, Presidente e fondatore Leonardo e dell’Istituto interuniversitario italiano, Presidente dell’istituto nazionale fascista della cultura, Direttore dell’Istituto Giovanni Treccani, 1925 ed emanata da questi, direttore della Grande Enciclopedia Italiana, che iniziò a formarsi in quel periodo.

Il pensiero di Giovanni Gentile, si propone come collegamento al pensiero storico/politico di Bertrando Spaventa, con il quale risale alla filosofia italiana, e dall’umanesimo e dal rinascimento giunge a Vico e Gioberti e si incanala nel processo filosofico europeo, spaziando da Cartesio a Hegel.

E’ una filosofia diremo di concezione storica. Il pensiero risolve il passato nel presente, ogni realismo, ogni intellettualismo viene superato e la libertà dello spirito diviene assoluta in quanto negata l’esistenza di qualsiasi limite esterno.

Nella visione politica, lo stato è etico, non più neutrale o agnosta di fronte alla vita reale, scientifica, artistica, lo stato è dinamico e si realizza attraverso la celebrazione di quei valori, all’identificazione con la vita politica consapevole. (attualismo)

L’Attualismo o Idealismo Attuale, è la concezione, in cui il principio fondamentale è nel nuovo concetto di atto, di “atto puro” (Riforma della dialettica Hegeliana e Teoria generale dello spirito come atto puro)

A differenza dell’atto puro di Aristotele, in cui l’atto è pura forma ed immutabile per voleri esterni, per il Gentile l’atto è il divenire dello spirito, di un’auto coscenza e non si può mai dire che sia realizzato compiutamente, in quanto è sempre un costante continuato realizzarsi, atto dopo atto.

L’originalità dell’idealismo attuale, rispetto ad altri, consiste che per il pensiero è impossibile trascendere dall’atto. Questa concezione di immanenza, conduce alla negazione della filosofia come metafisica.

Questo spiega, come l’attualismo non sia rimasto un puro sistema filosofico, ma bensì sia penetrato nella cultura e nella vita politica, e abbia condotto un profondo rinnovamento delle coscenze.

E’ grazie anche all’opera di questo grande filosofo, che vengono varate nel 1927 la Carta del Lavoro le Corporazioni.

PRINCIPALI  REALIZZAZIONI

E.N.I. Ente Nazionale Idrocarburi.

I.M.I.   Istituto Mobiliare Italiano. Interveniva ed accordava prestiti ad aziende private in difficoltà.

I.R.I.  Istituto per la ricostruzione industriale. Aveva la funzione di risanare le imprese private acquistandone una compartecipazione.

Servirono a liberare buona parte dei capitali, che le banche avevano sempre messo a disposizione unicamente dei grandi gruppi industriali, e così furono offerti agli artigiani, alle piccole imprese, alle piccole industrie, consentendo l’affacciarsi di nuove attività imprenditoriali sul mercato.

Consorzi

Nati per limitare lo strapotere degli industriali, non furono ben compresi nella loro impostazione da parte degli imprenditori minori, per povertà mentale ed eccessiva prudenza degli stessi. Questo finì per favorire le aggregazioni ed i grossi gruppi industriali.

Orario di Lavoro Riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali e sabato festivo. legge 1925

I.N.P.S.  Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. 

La creazione del primo nucleo del sistema pensionistico, ed l’apparato di cura e controllo delle malattie professionali, degli infortuni sul lavoro. Grande fù la battaglia condotta da questa organizzazione nei confronti della tubercolosi, considerata non a torto una vera e propria malattia sociale, che fù quasi del tutto debellata, salvando centinaia di migliaia di vite.

La refezione scolastica per i bambini bisognosi.

Opera Nazionale Maternità e Infanzia. Fù affrontato uno dei più gravi proplemi sociali, furono creati ambulatori ostetrici e pediatrici, e cattedre ambulanti di puericoltura.

Furono altresì creati i giardini d’infanzia,  per i figli dei lavoratori che non avevano la possibilità di affidarli  alla famiglia ecc.

Si istituirono le scuole materne con metodi didattici Nazionali; nel 1930 erano 9546

Edilizia Scolastica. Dal 1878 al 1922 cioè in 44 anni, l’amministrazione scolastica italiana aveva speso 394 milioni sul territorio. L’amministrazione Fascista in dieci anni assegnò a tale scopo la somma di 346 milioni, ai quali và aggiunto, altri stanziamenti e mutui per ulteriori 400 milioni ovviamente dell’epoca.

Si istituì l’Istituto Nazionale di assistenza magistrale “Rosa Maltoni Mussolini” per l’erogazione di borse di studio  agli orfani,

Colonie Marine e Montane  Già nel 1923 accolsero 100.000 alunni. Dopo che furono disciplinate dall’Opera Nazionale Balilla, aumentarono sino a poter ospitare 250.000 annue. Di questi circa 11.000 provenivano dalle colonie italiane esistenti all’estero. A questi vanno aggiunti gli attendamenti estivi della stessa Opera Nazionale Balilla.

I Patronati Scolastici. Vennero in aiuto già nel 1925 a circa 250.000 alunni poveri, nel 1930 raggiunse le 600.000 unità annue, e dal 1931 si stabilì in 1.200.000 vale a dire, un terzo dell’intera popolazione scolastica.

Opera Nazionale Dopolavoro. Il numero delle istituzioni (circoli, sedi, ecc.) ad essa facenti capo, erano 14.427 nel 1930, e le manifestazioni di carattere sportivo 78.993, quelle di carattere escursionistico 36.483, quelle di carattere artistico 276.477, quelle di cultura popolare e di carattere professionale 79.774, nel complessivo  si ebbe un totale nell’anno di 525.117  manifestazioni compreso le minori.

Nati per l’educazione fisica e spirituale dell’intera nazione, fece sorgere centri sportivi in quasi la totalità dei comuni, ed alla organizzazione e disciplina di tutte le manifestazione fù fondato e preposto il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.O.N.I.)

Comitato Nazionale delle Ricerche.  Sotto la presidenza di Guglielmo Marconi, aveva il compito di coordinare le discipline e le ricerche scientifiche, al fine di favorire il progresso tecnico ed economico della Nazione.

Le maggiori, fertilizzanti per l’agricoltura, alimentazione, lotta contro il tifo, la tubercolosi, le malattie professionali, ecc.

Convenzioni Lateranensi. Nel giorno 11 febbraio 1929 si firmavano gli altrimenti detti Patti Lateranensi, con cui risolvendo la “questione romana” si sono create le nuove basi per i rapporti tra Stato e Chiesa, con la conseguente riforma generale della vecchia legislazione Ecclesiastica. La firma fù apposta dal Cardinale Pietro Gasparri segretario di stato di Pio XI e dal capo del governo d’Italia Benito Mussolini.  Con questi, fù definitivamente chiuso il conflitto sorto tra la Santa Sede e l’Italia, in seguito all’occupazione di Roma del 1870 e furono regolate per il futuro le condizioni della religione e della chiesa in Italia.

La Bonifica Integrale. La legge del 24 dicembre 1928 detta legge Mussolini, provvede al finanziamento dell’opera per la bonifica concepita radicalmente. Fornisce con stabile continuità i mezzi necessari alla grandiosa realizzazione ed alla trasformazione fondiaria del paese.  Bonifica delle paludi, dei terreni alluvionali da dedicare alla agricoltura, rimboschimento e sistemazione dei bacini montani, creazione di aziende agrarie, ecc, dal nord al sud Italia e nelle isole. Alcune zone fortemente interessate furono, la maremma toscana, la zona di Coltano di Pisa, isola sacra di Roma, del Sinigo di Merano, la bonifica Pontina, di Stornara, di Piscinara, del Ferrarese, delle Pagliette, litoranea Terracina, del Lato a Taranto, di S. Cesareo Roma, di Santeramo in Colle Bari, dell’Alberese a Grosseto, della Vettola di Pisa, ecc. Migliaia di chilometri di argini, centinaia di ponti, dighe, sbarramenti, bacini di scolmatura per le piene, ecc, furono necessarie per le stesse bonifiche. Non ultimo furono impiegati decine di migliaia di operai per anni al fine di realizzare quanto sopra. Questi ed altri lavori pubblici furono intensissimi, in dieci anni il regime Fascista aveva investito in questo settore assai di più di quanto avessero fatto i governi di “Destra liberale  e socialisti”  in sessanta anni.

Si continuò a costruire ovunque e di tutto,  case popolari, ferrovie, stazioni, strade, edifici pubblici, caserme, ecc.

Riforma Scolastica.  Riforma G. Gentile del 1923 Essa poggia sulla più granitica tradizione umanistica Italiana. Dà nuovo ordinamento alle scuole elementari, medie, ginnasi, licei, tecnici, universitari, così come noi oggi li conosciamo. Viene anche istituita una scuola agraria, e scuole serali per adulti, cui si deve il rapido e progressivo scomparire dell’analfabetismo. Vennero rinnovati anche antichi tipi d’istituti, e ne furono creati di nuovi, meglio rispondenti alle varie esigenze della nazione, fù introdotto l’esame di stato, ed i programmi di esame si rifecero interamente su nuove basi e con criteri intesi a garantire rispettivamente la serietà umanistica, scientifica e pedagogica dell’insegnamento. Anche le scuole professionali furono riorganizzate con la creazione delle “scuole di avviamento professionale” destinate appunto a preparare vaste masse popolari alle diverse professioni. Per l’istruzione superiore, furono create nuove università, Firenze, Milano, Trieste,  e nuovi indirizzi, tra cui le facoltà di scienze politiche, l’Istituto superiore di Magistero in Torino ecc.

 
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Aborto

Post n°7 pubblicato il 09 Febbraio 2009 da naciv
 
Tag: Aborto
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Senza Commento...............

Aborto aspirato.

 

Si utilizza un tubo cavo che è collegato ad una pompa d'aspirazione con una capacità 30 volte più potente di un aspiratore domestico.
L'aspirazione rompe il bambino in pezzi e lo assorbe, tirandolo fuori dall'utero come fosse spazzatura.
Siccome la testa del bambino non può passare dal tubo, si introduce nell'utero uno strumento che comprime la testolina e l'estrae.

 

Dilatazione o raschiamento.
Dalla settima alla dodicesima settimana di gestazione si utilizza un metodo che consiste nel tagliare il bambino in pezzi con un cucchiaio chirurgico e dopo si fa un raschiamento. La persona che lo effettua deve unire di nuovo i pezzi del bambino per assicurarsi che l'utero rimanga vuoto. Al bambino si taglia una gambetta, dopo l'altra e così si va tagliando in pezzi tutto il corpo.

 

 

 

soppressione s. f. 1 Abolizione, annullamento, eliminazione. 2 Uccisione violenta.

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Pensieri

Post n°8 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da naciv
 
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Si può pensare......


Si può pensare, che bisogna avere attenzione per l’interiorità dell’uomo.


Riaffermare l’importanza dello “stare con se stessi” opponendo questo stile di vita, a quello di coloro che si preoccupano solo dell’opinione della gente. Della massa.


Vedo l’individuo come valore assoluto, ed il presente,  “l’hic et nunc” senza promesse per felicità future nell’al di là, come invece crede ogni buon cristiano.


Sarà un mio piacere personale, vedere tanti cattolici ipocriti e cialtroni, arrostire due gironi sotto di me, per la loro stoltezza, per aver ridotto la chiesa ad un circolo materialista e sinistro, denso di paure.


L’avere paura; in questo consiste l’essere schiavi.


Ogni sera quando torno a casa, ho la sensazione di essere peggiore; ho la sensazione di essere stato contaminato.


Ma questa non è misantropia, ma la ricerca del valore assoluto dell’individuo.


E si può pensare agli aristocratici; non a quelli per nascita, ma a quelli per merito, a coloro che vanno oltre se stessi, oltre la loro consistenza materiale, divengono simbolo, guida, maestri per la loro gente, a cui tutto danno e niente chiedono; novelli Prometeo.


Un monaco, forse un guerriero, forse un artista, forse tutto questo assieme. Comunque il mito da emulare, luce nella storia delle Nazioni.


Ci sono ancora popoli che mi migliorano, che hanno la consapevolezza della propria storia, e che dunque hanno solidi riferimenti; ma senza memoria storica non ci sono riferimenti, non c’è neppure la storia, non ci sono neppure i popoli.


La società che oggi mi peggiora è una società omologata, piatta, niente diversità, “ristorante a piatto unico” tutti vestiti di grigio come un cielo moscovita.


Che senso può avere una società che mira ad annientare l’avversario in senso gramsciano o leninista, essa perde il contraltare, perde l’avversario, quindi la possibilità di migliorarsi confrontandosi atto dopo atto nel divenire Gentiliano.


Cattiva filosofia quella che sostiene l’annientamento totale del nemico, perchè con lui annienta se stessa.


Ecco perchè bisogna avere attenzione per l’interiorità dell’individuo.


Una società come oggi che uccide il bello, la forma, il mito,  in ogni sua espressione, con il materialismo, con il consumismo, è una società morta che pensa di essere viva. E’ qualcosa di “zombengiante”


Si può pensare che è  giusto riprendere le “armi” per salvarci da tutto questo, armarsi intellettualmente per mettere fine ad un processo che ci toglie l’esprit, lo spirito, l’individualità. Non essere semplicemente menefreghisti, ma avvogliati di cambiare il mondo, questo mondo.


...........guarda gli atleti nell’arena; per corazza non hanno che il loro valore..


si può vincere, si può cadere; certamente lottare.


L’odore del Mediterraneo sale forte da queste pendici storiche ed è nuovo recupero è nuova centralità, ma non solo d’identità, ma per un passato che ancora oggi esiste; di maestosa bellezza.


Questo simbolismo può sconfiggere la contemporaneità.


Un tracciato storico che segna la coscienza dei popoli, una geografia mediterranea di civiltà che sono divenute mito.


Ed in essa l’individuo e come dicevano  i poeti Gabriele Dannunzio e  Yukio Mishima; “fare della propria vita un’opera d’arte”


Si può pensare, che i grandi popoli si muovono compattamente verso grandi ideali; i piccoli popoli si muovono invece solo per le necessità.


I grandi ideali si alimentano con la storia, con il sacrificio, con il bello, con la ricerca dell’assoluto, dell’estetica con la tradizione, con il mito.


La necessità si alimenta dal bisogno e poi dal vizio.


Si può pensare, che Re, Imperatori, Dittatori, erano espressioni del meglio di un popolo, e se quelle genti sono in maggioranza migliori, avranno un buon governo comunque anche in democrazia popolare.


Ma se le genti non sono migliori nella loro totalità, che tipo di governo potranno esprimere democraticamente.? Esso assomiglierà alla mediocrità di chi lo elegge. ergo si può pensare che la democrazia popolare non sia quanto di migliore esista per un popolo immaturo.


Si può pensare che la democrazia sia un premio solo per la “gente ottima”


 


Ghibellino.


 


 


 


 


 


 


 


 


 

 
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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 13 Febbraio 2009 da naciv
 
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 Dopo ogni incendio grande o piccolo che sia stato, resta il fumo che impedisce una chiara visione dei limiti e dell'orizzonte. Ma il tempo ripropone i reali perimetri delle cose, dei fatti, della storia.


 


I bombardamenti terroristici, a tappeto con decine di migliaia di morti civili, erano cominciati nell'agosto 1942. I quadrimotori Americani che li effettuavano si chiamavano "Liberators" Ma ciò evidentemente non bastava per diffondere come desiderato un perenne stato di paura. Centinaia di migliaia furono le penne stilografiche esplosive paracadutate e distribuite sul territorio, così come i falsi giocattoli bomba, dunque questa guerra dei  "buoni" cominciò a fare vittime nel 1944 e continuò per diversi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale.


 


Una luce da 1.000.000 di gradi fece svanire il canto degli avviatori americani della stratofortezza “Enola Gay”


Avviene in certi momenti, che il tempo sembra si cristallizzi, e chi c’è venga trasformato in statua di sale, come la moglie di Lot che si voltò a vedere Sodoma e Gomorra incenerirsi sotto il fuoco divino.


Lì, davanti ai loro occhi, in un cielo giapponese, c’era la sublime energia atomica, creatrice dell’universo e di quanto in esso c’è.


Contro ogni disegno del caso o del divino, veniva trasformata, utilizzata, per la prima volta dall’uomo nella maniera più sacrilega.


Enola Gay,  la coda del diavolo; così fù ribattezzata la stratofortezza americana.


La dignità dell’intera umanità non si è più risollevata da allora.


 


Una sola bomba.


Ma i 60.000 morti civili di Hiroschima e Nagasaki, hanno forse notato la sottile distinzione tra il perire insieme con una sola bomba, invece di perire disuniti, sotto una pioggia di spezzoni convenzionali ?


Ed  i 270.000 morti civili di Dresda dopo sei giorni di bombardamenti convenzionali,(per impressionare il sig. Stalin in quanto non vi era motivo bellico che lo giustificasse,)  hanno avuto modo di notare questa differenza ?


Sicuramente non ne hanno avuto il tempo e la voglia.


La dignità umana non si è più risollevata da allora, non perchè era immorale una sola bomba potentissima, oppure molte bombe meno potenti, come successivamente si è voluto disquisire,  ma perchè non si colpirono più unicamente obbiettivi  militari ma per la prima volta su larga scala, si mirò a diffondere il terrore tra la popolazione civile.


L’ipocrisia  del vincitore, vuoi sul piano politico, morale ed etico, arriva persino a distinguere che ci sono bombe cattive e bombe buone,.


Ma ciò che è veramente grave è la totale insipienza dei dogmatici (di coloro che credono per fede, ciecamente, con rinunzia alla ragione) che arrivano ben volentieri, con convinzione. all’osservanza di ciò, questa azione, semplice, e condotta in maniera semplicistica dell’appartenente a “fazione” o fazioso, è la “patente” della loro insita pochezza. La pochezza, la stoltezza, che forse sono la vera pena inflittaci, per il peccato originale.


 


Comunque avevamo perso la guerra, e l'avevamo persa tutti, come disse Benedetto Croce: Noi Italiani abbiamo perduto la Guerra, e l'abbiamo perduta tutti, anche coloro che l'hanno deprecata con ogni loro potere, anche coloro che sono stati perseguitati, che l'hanno dichiarata, anche coloro che sono morti per l'opposizione, perchè la guerra impegnando la nostra Patria, impegnava tutti noi, senza eccezioni in quanto non possiamo distaccarci dal bene e dal male della nostra Nazione, ne dalle sue vittorie, ne dalle sue sconfitte.


 


Lo seppero bene i profughi dell'Istria e di Zara annesse dalla Jugoslavia al proprio territorio. La loro fedeltà alla Patria fù ricompensata con il fastidio ed il colpevole silenzio della borghesia, e con l'accusa di "Fascisti" lanciata dai comunisti, che a Bologna arrivarono ad impedire ripetutamente che venissero portati generi di conforto ai treni, che li trasportavano ai campi di raccolta. Furono anni di grandi speranze, ma anche di odii profondi, di violenze oggi inimmaginabili. Oggi molti interpretano quegli anni con le favole di Don Camillo, ma esse erano favole appunto e niente di più.


Un muro di colpevole silenzio si è alzato per più di mezzo secolo sui fatti di Zara e dell'Istria. Le vittime del fanatismo slavo sono state calcolate in circa 15.000 (dicasi quindicimila) ma in realtà non è dato sapere con certezza, in quanto per "dispersi" si considerano solo coloro che in quella regione avevano fissa dimora, o di cui si aveva notizia della loro presenza sul territorio,  ma in realtà, moltissimi altri Italiani vi si trovavano per le ragioni più diverse, che andavano da scopi militari, oppure semplicemente domiciliati presso parenti, ecc.


Il triste nome accordato a questo eccidio è il medesimo di un certo tipo di crepaccio che si apre nelle formazioni carsiche, di pietra calcarea, ed al loro utilizzo quale nascondiglio degli uccisi. Foibe. Da ciò Infoibare.


L'azione degli Slavi era sostenuta è logico pensare,  da un duplice motivo. Prima di tutto faceva parte di una logica che prevedeva la  soppressione dell'avversario in ogni caso, logica di stampo Stalinista. In seconda battuta questa logica, si inseriva in una questione direi istintuale, facente parte dell'animo Slavo, retaggio di loro storia e tradizione che prevede la "pulizia etnica" o “slavizzazione” dei territori conquistati o riconquistati. Pertanto queste due cose si fusero facilmente in maniera complementare.


Come accennato, dietro queste operazioni si scorge un disegno politico ideologico più ampio, che ha accomunato i vertici comunisti italiani e quelli jugoslavi; ed anche in questa faccenda c’è la partecipazione di Togliatti, il capo del P.C.I. Le cronache poi dimenticate dell’epoca, dicevano chiaramente l’appoggio incondizionato di questo personaggio alla “slavizzazione” di Gorizia e di Trieste e dei territori annessi. Togliatti le preferiva nella Jugoslavia comunista piuttosto che nell’Italia borghese. Lo stesso Pajetta il 1° maggio 1946 ebbe a dire che gli Italiani dell’Istria, si sarebbero trovati meglio con il regime di Tito che con quello Italiano capitalista. Togliatti si batte strenuamente perchè le terre del nord est, siano occupate e concesse ai titini; questa politica si interrompe unicamente dopo lo “strappo” di Belgrado  da Mosca, ma prima e dopo il concetto è il solito, coprire i crimini ed i criminali. In realtà i titini, non avevano previsto di doversi poi ritirare dai territori occupati come Trieste, ecc. Ed i comunisti, stante la situazione, fecero di tutto per evitare che ciò avvenisse.


Il dovere di uno storico, sarebbe quello di guardare al passato senza distorsioni ideologiche, o quanto meno tenerle contenute il più possibile, e non si viene meno a questo principio asserendo ciò che si sà da sempre, e cioè che le foibe furono stragi politico/belliche commesse dai comunisti.


Chi và a Trieste dovrebbe portare due fiori, uno alla risiera di S. Sabba, ed uno sulle foibe, e non “dividere” anche i fiori secondo le proprie convinzioni politiche.


Questi fatti delittuosi non è possibile per altro definirli solo crimini di guerra, benchè si sia cercato sempre di farli passare come tali, ed anche quest'ultimi sarebbero comunque perseguibili dai tribunali. In realtà si tratta di veri e propri crimini contro l'umanità (genocidio sterminio) in quanto "le foibe" furono iniziate nell’ultimo periodo bellico e proseguite  a guerra finita, sino a tutto il 1947. Fù anche l’espressione, di un nazionalismo virulento a cui l’ideologia totalitaria del comunismo a dato copertura e legittimazione. Queste voragini disseminate in tutta la Venezia Giulia e nell'Istria furono usate dagli Sloveni e dai Croati quali enormi fosse comuni, per eliminare queste migliaia di persone, colpevoli solo di essere cittadini Italiani. L'infoibamento era l'ultima fase della tortura: le salme avevano i polsi legati con filo di ferro stretto con le pinze fino a spezzare il polso. Solo uno di loro di solito, presentava colpi di arma da fuoco, gli altri precipitavano vivi, trascinati dal compagno ucciso o morente. Una cultura di propaganda, ha fatto si, che nulla si legge nei testi storici delle scuole. Classico esempio di quanto le ragioni dell’ideologia politica prevalgono sulla storia.


Solo il vento di Trieste, la Bora, ha raccontato questa storia per decenni, muto testimone di tanti eccidi e massacri.


Nell'archivio storico-diplomatico del Ministero degli affari esteri, sono conservati documenti relativi alle atrocità ed illegalità commesse dagli Jugoslavi contro gli Italiani. Da non dimenticare i nomi di Oskar Piskulic  detto Zuti, e sua moglie Marghitic che operarono a Fiume contro gli Italiani, ed ancora  Jovo Mladenic, Vicko Lorkovic Minack, Milan Cohar, Norino Nalato, Giuseppe detto Il Bruno, Domancich, Ivan Matika detto “il giudice”, Mario Toffanin noto come “Giacca” e responsabile tra l’altro, dell’eccidio dei partigiani “Bianchi” della divisione Osoppo, dove fù trucidado anche il fratello di Pier Paolo Pasolini.. Toffanin, è già stato condannato a vari ergastoli con sentenza della corte d’appello di Lucca passata in giudicato “per i crimini commessi nelle zone a confine con la Jugoslavia”  Costui in seguito è stato “graziato “ dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini che ha provveduto a fargli avere anche  un vitalizio privilegiato.


 E sopra a questi ed altri personaggi,  il Maresciallo Tito, perfettissimo esecutore della logica di sterminio Stalinista.


Colpevoli solo di essere Italiani, eccidio giustificato sostenendo che si trattava di Fascisti  colpevoli a loro dire di atti criminali. Ma se così fosse significherebbe il trovarsi di fronte ad un terzo motivo da aggiungere ai precedenti due, esemplificabile in una logica tutta orientale. In breve nelle Foibe sono stati precipitati Uomini, donne, bambini, ed è inimmaginabile che fossero tutti Fascisti, e Fascisti colpevoli, basti pensare ai carabinieri, finanzieri, fino ai ricoverati del Seminario Maggiore compreso medici, infermieri, ecc; pertanto è conseguenza logica l'affermare che gli Slavi obbedivano oltre a tutto a quella logica sopra accennata tutta orientale, e che recita "che le colpe dei padri ricadono sui figli"


Concetto in completa antitesi alla logica occidentale sin dal tempo della civiltà Greca ove non era concepibile che le colpe dei padri dovessero ricadere sui figli e fino alla estrema conseguenza della morte. Nell'antichità Euripide rivolse un'esplicita accusa agli Dei, affermando che volgono "sui figli gli errori dei padri" ma considera che anche noi, tacendo la condividiamo. Se infatti, continua, i colpevoli stessi hanno scontato la loro pena, non esiste più alcun bisogno di punire gli innocenti, dato altresì che non è neppure giusto castigare i colpevoli per due volte per lo stesso delitto. Se invece hanno tralasciato la punizione dei malvagi e poi in ritardo si accaniscono contro gli innocenti non operano certo bene rimediando alla lentezza con l'ingiustizia.


Gli stessi partigiani Titini, attuarono  il programma con la complicità delle formazioni comuniste Italiane, “garibaldini” che collaborarono con i Titini stessi al pattugliamento e al rastrellamento degli Italiani posti nelle “liste”. Gli stessi partigiani italiani comunisti, collaborarono attivamente con gli slavi a sterminare anche i partigiani non comunisti, (vedi brigate Osoppo ecc.) ecco spiegato il perchè il P.C.I. distrusse nel 1955 una parte dei suoi archivi di quel tempo. Dunque orrori che non risparmiarono neppure i vecchi compagni di lotta dei Comunisti che colpirono con ferocia cieca e settaria. Ma non bastava, si doveva giungere anche alle purghe interne, ossia dopo la guerra di conquista, dopo l’eliminazione dei “nemici”, dopo l’eliminazione degli ormai ex amici combattenti, Tito fece allestire vari lager per gli Italiani, e contestualmente allo “strappo da Mosca 1948” a Goli Otok  edificò un campo di concentramento per la rieducazione politica dei  “cominformisti”  cioè i comunisti fedeli a Mosca. Solo a questo punto Togliatti prese le distanze da Tito, ma per arruolarsi definitivamente con la linea stalinista.


I partigiani italiani e titini, in questo periodo comunque  non dimenticavano di minare e far saltare in aria, i treni stracolmi di soldati Italiani che rientravano in Patria  passando per il loro territorio, a guerra ormai finita da tempo.


Per chi volesse conoscere la dichiarazione del partito comunista Jugoslavo trovata in possesso di un corriere, ed anche pubblicata sul giornale Jutra, di Lubiana il 5/Gennaio/1944 legga a seguire:


1) Si devono liquidare tutti i dirigenti appartenenti a correnti borghesi.


2) Si devono liquidare tutti i grandi possidenti, i capitalisti, gli industriali, e i Kulaki (contadini proprietari)


3) Si devono liquidare tutti i dirigenti e funzionari dei partiti borghesi.


4) Si devono liquidare tutti i dirigenti della guardia bianca.


5) Si devono liquidare tutti i dirigenti della guardia azzurra.


6) Si devono liquidare tutti i membri della Gestapo e delle SS.


7) Si devono liquidare tutti gli intellettuali, gli studenti ed i politici da caffè.


8) Si devono liquidare tutti i sacerdoti e preti che si oppongano al proletariato.


9) Si devono incarcerare tutti gli ufficiali dell’ex esercito Jugoslavo.


10) Si devono incarcerare tutti i sacerdoti. Le chiese resteranno chiuse e non si devono demolire. Le rappresaglie verranno eseguite su tutti gli altri possedimenti ecclesiastici.


11) Bisogna costringere ad andarsene tutte le missioni militari degli stati capitalistici. E’ vietato ogni ulteriore colloquio.


12) Già da ora devono essere segretamente portate via e consegnate tutte quelle persone che sono contrarie alla nostra lotta. Queste devono essere liquidate soltanto se lo richiede la situazione interna o la situazione esterna.


13) Non devono uscire o essere distribuiti giornali borghesi. Devono essere immediatamente sequestrati tutti gli apparecchi radiofonici.


14) I reparti devono subito occupare tutti gli uffici pubblici, e tutte le altre importanti e vitali istituzioni, nonchè i centri di comunicazione.


15) Tutte le liquidazioni, dovranno venire eseguite dai reparti  speciali del Partito.


Questo dopo l’8/settembre. in Dalmazia ed in Istria.

 
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Fumo 2°

Post n°10 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da naciv
 
Foto di naciv

In Italia gli eccidi e le persecuzioni nel "triangolo della morte" si prolungarono, circa 30.000 soldati della R.S.I. che si consegnarono prigionieri ai sensi della convenzione di Ginevra alle formazioni partigiane comuniste non fecero più ritorno a casa ed anche di questo la storia dovrà dare una risposta, avvenne invece che circa altri 15.000 soldati della repubblica sociale udendo Radio Liguria che li invitava a non consegnarsi alle formazioni comuniste si consegnarono invece ai partigiani bianchi o alle truppe alleate, costoro dopo un periodo di prigionia ebbero modo di ritornare alle proprie famiglie. Le persecuzioni continuarono anche nel 1946, per contro la polizia sparava su coloro che attuando l’esproprio  occupavano le terre altrui; erano gli aspetti più evidenti della profonda spaccatura che divideva e contrapponeva gli Italiani, comunisti e anti-comunisti, nella speranza della palingenesi sociale (Nel pensiero antico termine con cui sono state indicate varie concezioni filosofiche riferendosi al rinnovamento dell'individuo) e nella grande paura del bolscevismo.

 Col tempo, "ha dà venì baffone" ha finito per assumere un tono scherzoso, ma allora la frase suonava sinistra e minacciosa a chi temeva che arrivassero i cosacchi ad abbeverare i cavalli davanti a S. Pietro, il chè stava a significare l’essere caduti sotto la dittatura di Stalin, tutto ciò, anche secondo un’interpretazione fantasiosa data alla profezia dei pastorelli di Fatima.

Nel marzo 1946 ci furono le prime elezioni amministrative, nel giugno si tennero i Referendum fra Monarchia e Repubblica, e le elezioni per l'Assemblea Costituente.

 I partiti al Governo, erano su posizioni diverse: socialisti e comunisti erano repubblicani, come ovviamente il partito dell'edera, il partito d'azione e la democrazia del lavoro, invece liberali e democristiani erano divisi di fronte al dilemma istituzionale e lasciarono liberi i propri aderenti di votare secondo coscienza. La chiesa spinse a favore della soluzione monarchica, i Parroci esortavano a "mettere la croce dove ce n'è già una"  ossia la croce sabauda.

La Repubblica era simboleggiata da un'Italia turrita (una donna rappresentante l’Italia con una torre in testa) e i repubblicani spingevano i monarchici più ingenui a "votare per la regina"

 

Apparve il nuovissimo partito dell'uomo qualunque, che raccoglieva i consensi di chi non si identificava con gli altri partiti che ai loro occhi non davano sufficienti garanzie contro il "vento del nord" cioè della minaccia rivoluzionaria.

Di questo partito resta soltanto il ricordo del simbolo, un torchio che schiaccia un povero ometto, e le arringhe vivaci del suo fondatore, il commediografo Guglielmo Giannini. La lotta politica per il referendum si affidò molto agli slogan, semplici da ricordare, più o meno efficaci, tipo: "chi vuole la nostra flotta?" e la risposta era la Russia di Stalin, la Jugoslavia di Tito, i comunisti francesi; e si continuava "chi è il nemico n°1 che i comunisti italiani vorrebbero abbattere?"  la monarchia, era la risposta, quindi si deve votare per essa. Dall'altra parte Pietro Nenni lanciava la parola d'ordine "La repubblica o il caos"

Furono gli anni d'oro dei comizi e degli agit-prop, agitatori di propaganda che attaccavano bottone sulle piazze con chiunque, allo scopo di suscitare contraddittori nei gruppi di persone che si fermavano intorno a loro. Una tecnica nella quale si specializzarono i comunisti. Questi erano stretti con i socialisti nel "patto d'unità nazionale" avvenuto nel 47  quando furono sbarcati, allontanati dal governo di Alcide De Gasperi, atto che decretò la fine formale dei comitati di liberazione nazionale.

 Era anche l'inizio della contrapposizione frontale tra occidentali ed Unione Sovietica che avevano già rotto l'alleanza, anzi già nel 46 e 47 si erano trovati più volte sull'orlo della crisi a causa della guerra civile in Grecia, per il conflitto d'interessi tra Inghilterra ed Unione Sovietica nell'Iran. Winston Churchill coniò la definizione di "cortina di ferro" per indicare il confine europeo fra i due blocchi ormai contrapposti.

 Nel 1947 i comunisti e gli occupanti sovietici costringevano alla fuga Re Michele di Romania ed epurarono il governo dai partiti, miglior sorte non toccò alla Bulgaria ed all'Ungheria, dove i principali politici non-comunisti furono impiccati e deportati. Nel marzo 48 toccò alla Cecoslovacchia: il presidente della repubblica, Benes, fu deposto e il capo del governo, Jean Mazarik, fu "suicidato" da una finestra.

 Le elezioni in Italia per il primo parlamento, 18 Aprile, si tennero in questo clima, fosco e denso di violenza. Le sinistre si presentarono unite nel Fronte Popolare contrassegnato dalla figura di Garibaldi, la democrazia cristiana, dall'altra parte, era sostenuta a spada tratta dalla Chiesa con l'impegno diretto dei Parroci e dei comitati civici (si prevedeva la scomunica del sant'uffizio a chi votava per partiti atei) C'erano poi i partiti minori, quali, repubblicani, liberali, socialdemocratici, (questi ultimi erano usciti l'anno prima dal partito di Nenni con la scissione di palazzo Barberini, ed erano guidati da Giuseppe Saragat) ed il Movimento Sociale Italiano.

 Il Movimento Sociale Italiano nel 1946 tenne un congresso che si può definire storico, vi fu affermata la rinuncia a perseguire la presa del potere tramite la dittatura ed il sistema totalitario; vi fu per altro l'accettazione senza riserve del sistema democratico occidentale basato sull'elettorato multipartitico e multiopinionista , quindi giudicato lecito l'amministrazione della Nazione solo attraverso la delega popolare.

 Tutti nel contempo denunciavano l'asservimento totale di Togliatti e Nenni alla Russia di Stalin, tant'è che durante la fase costituente che si pronunciava solennemente contro il fascismo, qualcuno con molta sensatezza avrebbe voluto che in prospettiva futura, l'anatema costituzionale non fosse limitato al fascismo, ma bensì a tutte le forme totalitarie. Ovvio che la condanna del totalitarismo di qualsiasi espressione o natura avrebbe colpito direttamente anche l'Unione Sovietica con il suo totalitarismo comunista, ma non fu possibile inserire questa precisazione e l'anatema costituzionale restò monco o incompleto datasi l'opposizione a dir poco feroce dei comunisti e dei socialisti e non è difficile comprenderne il motivo.

 Per altro i profeti comunisti in ottemperanza all’internazionale interdirono la parola Patria come “parola pomposa per dire barbarie” e sulle scale del Milite ignoto arrivarono a scrivere “chi per la patria muor se lo merita”

 Il partito dell'uomo qualunque che aveva portato 32 deputati alla costituente si dimostrò una meteora, fu polverizzato nelle elezioni del 48.

 Non si dimentichi che nell'elettorato dell'epoca c'erano ancora milioni di analfabeti e di semi analfabeti, per cui la campagna elettorale fu inevitabilmente rozza ed emotiva, dominata dalla questione sociale e dai ricordi della guerra. Da una parte l'anticlericalismo socialista, l'odio per gli agrari, per i padroni e per i borghesi, dall'altra parte si evidenziavano gli orrori della dittatura totalitaria stalinista, rivelati anche dal primo profugo sovietico, certo Victor Kravcenko, l'omicidio in massa dei centomila soldati Italiani dell'ARMIR  (armata Italiana in Russia) lasciati morire di fame e di freddo nei campi di concentramento dai sovietici. Guareschi sul Candido disegna una forca, dalla quale penzola il cadavere di Petkov, capo del partito contadino bulgaro trucidato dai comunisti; ma la forca altro non è che la lunga F del Fronte Democratico Popolare e lo slogan "Nel nome il programma".

 La DC rivolse la sua propaganda ai reduci, alle mamme, ai contadini, ed a tutti gli strati più eterogenei dell'elettorato, accomunati da un residuo patriottismo e da molti timori. Ai contadini si rivolgeva la Coldiretti, che voleva diffondere la piccola proprietà, mentre il PCI parlava di cooperative e portava come modello le holkhoz (sorta di cooperative di lavoro sovietiche) La DC puntava l'indice contro Togliatti dicendo " Tu hai votato contro la riforma agraria" e lo slogan era " Non tutti proletari, ma tutti proprietari" Puntava molto anche sull'effetto "dittatura" infatti un manifesto ritraeva un'Italia turrita stretta ad un tronco con le mani legate da una falce e martello, mentre la fiamma del MSI le bruciava le vesti.

 Il lavoratore cristiano era bello, serio aitante, con un'espressione ferma e bonaria ritratto accanto alla sua famiglia. Nell'altro manifesto si vedeva un teschio con la divisa dell'armata rossa e si poteva leggere " Vota......o sarà il tuo padrone" oppure si poteva vedere l'erma di Giano Garibaldi con su scritto " Chi vota fronte vota bifronte" e nella parte posteriore il ritratto di Stalin.

 Per loro conto i comunisti si affidarono anche ai titoli di film: una pioggia di voti fa volare Nenni e Togliatti e la didascalia è "Via col voto"

 Vinse la DC con il 48% dei voti, ed ebbe la maggioranza assoluta dei seggi al Senato e con la Sudtiroler Volkspartei, anche alla Camera.

 L'immagine di Garibaldi utilizzata dal Fronte Popolare si ispirava su quanto costruito dalle formazioni partigiane chiamate garibaldine, perfino in Jugoslavia l'esercito di Tito che aveva arruolato numerosissimi italiani venne costituita una divisione Garibaldi. Poco importava al Fronte se la sua intelligenza politica gli avesse fatto rifiutare l'ipotesi repubblicana già a Milano nel 1848 e scegliere addirittura la formula esplicita "Italia e Vittorio Emanuele" nel 1860. L'importante era rappresentato dal fatto che era un anticlericale e socialista almeno dal 1864.

Poco importava, ben lo sappiamo che le campagne elettorali non sono corsi di storia.

 Altri temi della sinistra furono, la terra ai contadini, l'impegno dell'UDI (Unione donne Italiane) ed anche l'invito a votate per i candidati della "Rinascita e della Pace" Questo tema della pace divenne dopo il 1948 uno dei motivi sempre più ricorrenti nella propaganda di sinistra.

 La propaganda abbiamo asserito, non costruisce la storia, semmai la distorce, la svincola subdolamente dalla realtà a proprio uso e consumo, le revisioni storiche normalmente debbono attendere decenni, il passare di svariate generazioni, quando presumibilmente ciò che di emozionale si lega ancora a taluni fatti oppure ad altri inizia a sopirsi.

 Purtroppo con tale logica, si giunge alle revisioni, quando le nuove terze o quarte generazioni, se è pur vero che non hanno più memorie dolorose, è pur vero che non hanno più memoria storica che sia diversa da quella insegnata per decenni. Capita così che passi inosservata  la ricerca degli storici Georges Livet , Francois Georges Dreyfus  e Roland Mousnier, stampata dall'Universitaires de France di Parigi, Volume terzo " L'Europe de 1789 à nos jours" dove si rende giustizia per il bene e per il male a molti aspetti del P.N.F. e special modo nei confronti di enormi falsità storiche propagandate per decenni. Una di queste è l'enorme numero di civili morti di cui si responsabilizza il P.N.F. quando in realtà gli storici sfidano chiunque a dimostrare che essi  superino le mille unità nel periodo del ventennio, contro i 7 milioni di vittime del nazismo e ai 40 milioni dei gulag sovietici, esclusi ovviamente i morti per ragioni belliche successive. Dunque, si continua, il P.N.F. contribuì ampiamente alla ricostruzione dell'Italia con metodi si totalitari, ma anche relativamente umani, e tranne un campo e qualche prigione, le pene politiche più gravi saranno l'esilio ed il confino.

La propaganda violenta la faceva da padrona e la strumentalizzazione dei fatti storici divenne la regola, anche per gli anni a venire.

 Ogni comizio del M.S.I. veniva regolarmente trascritto nella speranza di trovarvi espressioni che consentissero la denuncia per "apologia". Lo stesso delitto Matteotti, che non fù certo una gloriosa pagina di storia, fù strumentalizzato sin dal 1925 delitto per altro in gerco giurisprudenziale "preterintenzionale" cioè oltre l'intenzione, (infatti il Matteotti fù ucciso con una lima da ferro e non ci sembra che le armi predilette dei killer per assassinare qualcuno siano le lime. Chiara dimostrazione che doveva essere una "lezione" l'intenzione non era un omicidio, ma evidentemente la cosa sfuggì di mano) .ma nessuno chi per interesse di partito, chi con colpevole ed ipocrita convenienza, leggi D.C. fece mai riportare negli annali storici l'immediata risposta delle bande rosse a tale fatto di sangue. Infatti su di un tram, sotto gli occhi della figlioletta fù assassinato brutalmente per rappresaglia, l'onorevole Casalini, praticamente cieco, e che diversamente dal massone e benestante Matteotti,  conduceva una vita grama.

Mi sembra giusto ricordare che vi fù il sacrificio dei sette fratelli Cervi che si batterono in buona fede per Stalin, pensando di battersi per la democrazia, e giustamente la storia li ricorda come martiri fucilati dai nazisti; ma solo il silenzio c'è stato per i sette fratelli Govoni tra cui una ragazza appena puerpera, assassinati a bastonate dai compaesani comunisti alla caduta del regime. Ma...come ben sappiamo, i vincitori scrivono sempre la storia a loro uso e consumo.

Come ben sappiamo, che i partigiani "Rossi" le bande Garibaldi ecc. non si batterono contro il Fascismo regime per instaurare la democrazia, ma bensì per instaurare il Comunismo, la dittatura comunista in italia. Non a caso, alla fine della guerra, cominciarono a sterminare gli altri partigiani non comunisti  (vedi brigata Osoppo) che si opponevano a tale disegno.

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Eros e Thanatos

Post n°11 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da naciv
 
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Eros e Thanatos.


 

 

 

Una terza via al socialismo.

 

Cosa significa Socialismo interclassista, oltre il suo valore politico-sociale di socialismo e socializzazione interclassista.???

 

Oltre l'indirizzo politico-sociale.???

Percorriamo dunque questa ricerca. Dico ricerca, perché molti di "Destra" mi sembrano alienati al conformismo, al potere qualunque esso sia.

Iniziamo con il dire, che la parola Socialismo interclassista ha perso per molti individui e per molti motivi, il significato originale.

Il mito; questo fù ed è un momento aggregante, mobilitante di un popolo che tende a concretizzare un futuro sicuramente migliore.

 

Il Fascismo Europeo, è stato un esperimento riproponibile e ricollocabile nel contesto democratico Europeo e Mondiale. Tradurre in realtà il mito, tensione ideale verso il mito, come solo l'esteta lo può intuire e vedere.

Storicamente i giovani Fascisti cercano di rompere le catene di una civiltà industriale e materialista, in fondo, di dare un senso compiuto alla propria vita, attraverso un ideale trascendente. La loro reazione era rivolta contro l'ordine della borghesia industriale e moderna e alienante.; le sue gabbie economiche, il liberismo finta bandiera di libertà sull'asta della borghesia decadente, il cristianesimo come istituzione classica e secolare.

La rivoluzione industriale, portò un nuovo fenomeno; la riunione di enormi masse di gente provenienti dagli equilibri rurali, una nuova società di massa. Queste, furono costrette a vivere nell'alveare di angusti spazi urbani, la politica si trovò di fronte ad una nuova realtà.

Lo sradicamento la faceva da padrone in questa  nuova formazione della società.

Solo il Nazionalismo riuscì a risolvere momentaneamente il problema; con la creazione dell'uniformità di stili, apparati nazionali, eserciti nazionali, ecc.

Il liberalismo, basato su un incerto concetto di libero arbitrio dell'uomo, mostra molto presto la corda, in quanto non riesce a scindersi dalle guerre di unificazione Nazionale che percorrono l'Europa. Muore l'Universalismo Massone.

In Germania, Nazione senza unità geografica si esalta la volontà di riunione come bene superiore.

Il Nazionalismo, diciamo "Classico" è tradizione, uno sforzo di perdurare le tradizioni; Il Fascismo Filosofia invece, concepisce lo Stato Nazionale non più come tradizione; ma come creazione continua. E' Nazionalismo dinamico e di  partecipazione.

Le comunità nazionali è inevitabile che subiscano il tramonto delle fedi religiose e la conseguente nascita di una fede civile sostitutiva.

Si può ipotizzare, che il Fascismo così come è stato conosciuto, sia stato un'esperimento, come lo furono i primi sei-sette anni di repubblica ad Atene e subito decaduti, ma storicamente riproposti in continuazione, sino alla totale affermazione di questa formula.

Quindi non è stato un semplice fenomeno politico-culturale che ha contraddistinto un'epoca ed una sfida al Marxismo; ma l'evidente nascita di un nuovo "Trascendente" di un "Nuovo stile politico."C'è in esso, una nuova visione dei problemi dell'industrialismo e della modernità delle masse.Non ultimo, un tentativo di recuperare la bellezza perduta. Ciò che valeva la pena di essere recuperato.Il primo tentativo di recuperare il concetto di singolarità individuale e di bellezza è il movimento Futurista; Marinetti sostiene che gli artisti dovevano "Rinnovare" la Nazione, prepararla al Futurismo, all'azione, al dinamismo.

Nasce la fotografia ed il cinema, che permettono di "trattenere" la memoria del tempo, la vita cominciò ad essere vista in "tempo reale" con la possibilità di "ripetere le emozioni."

Nella Filosofia Fascista, questo nuovo nazionalismo, dove tutte la classi sociali si identificavano nella Nazione che le poneva tutte sul solito piano, si fuse con la modernità, senza negare il passato. Al centro, stà l'individuo prima che nella massa; però è individuo integrato nel modo di vedere, allo stile comunitario e sociale ad un livello superiore.

Quindi senza negare l'espressione comunitaria, egli si eleva al di sopra della massa ed il prodotto finale non poteva che essere un uomo proiettato nel futuro, amante della lotta e dell'azione.

Nemico della retorica stantia, della cultura cattedratica, bizantina ed immobile. Questa viene sostituita con la sintesi di "Pensiero ed azione" Questo concetto creativo e  dinamico, rende essenzialmente giovani.

Non si è giovani solo per l'età che abbiamo; si è giovani per la capacità di cavalcare l'entusiasmo eretico e dissacrante del giovane, anche in età matura.

Quando la mente ed il pensiero si omologano razionalmente, la mente "appassisce"

Ma cosa si intende comunemente per razionale.?

Da più parti, viene rimproverato l'irrazionalismo di alcuni atteggiamenti mentali tipici del Fascismo espressione; il disprezzo della "razionalità classica" è invece il fondamento vitale e giovane, che dà sostanza alla mistica dell'individuo, la patria, l'eroismo, il coraggio, all'idea di un mondo diverso, la propria vita da trasformare, come sostenuto dal poeta Mishima in una "Opera D'Arte" fai della tua vita "Un'Opera D'Arte"

Quindi si sostituisce il comune e classicheggiante metro con il quale si misura la razionalità.

La Nazione giovane fatta di giovani, per i giovani, con il ribellismo giovanile creativo e dinamico, la non codificazione o costrizione del libero istinto, che riconfluisce però, in un sistema d'ordine superiore più elevato, superando nel percorso le "razionali" debolezze umane verso il "superominismo" Nicciano. L'uomo che supera le proprie debolezze, imperfezioni genetico-culturali e storiche.

Qualsiasi cosa prodotta dall'uomo, assume significato trascendente, in quanto prima è stata "pensata" quindi il mondo materiale è "pensiero concretizzato"

Marinetti, insiste affermando che gli istinti devono prendere il posto della ragione legata al classicismo statico. Nel futurismo è chiara l'intenzione di formare una unione tra la forza istintuale  vitale entusiastica e giovanile, con la tecnica, la logica e la scienza della nuova Era post-industriale.

Il Fascismo ha ben chiara la visione, del progresso storico, in cui i valori borghesi con la loro sicurezza dentro le fortificazioni del  "borgo" e la tradizione, vengono superati, senza però essere negati come memoria costruttiva.

L'uomo nuovo, colui che si deve liberare dalle corde di una affermata modernità decadente e immobile, ancor prima che borghese.

E' il rifiuto di una realtà reputata insufficiente e mediocre, il disagio d'animo esorcizzato attraverso "l'estetica dell'azione".

Ed ecco lo scontro tra le due destre, la tradizionale storica e la moderna Fascista, nata dalla fusione del sindacalismo rivoluzionario con la destra radicale;  poste ambedue in confronto con le rivoluzioni di sinistra, marxiste e non marxiste.

La prima guerra mondiale diede alla luce le due grandi rivoluzioni di massa, la Comunista e la Fascista. Ma il Comunismo  dichiara immediatamente i suoi limiti politico-economici di socialismo primitivo in quanto uniclassista e collettivista, negatore della libera iniziativa e filosoficamente con i suoi concetti internazionalisti a base di culture omologate, statiche e immutabili. Un vero e proprio "Capitalismo di Stato" vuoi economico, vuoi culturale.

Ma per realizzare "L'Uomo nuovo" occorre che il vecchio ordine "classico e stantio" cada rumorosamente, che questo intero mondo cada rumorosamente e con esso il Positivismo ed il Razionalismo ortodosso, anacronista e regressivo, strumento di immobilismo rassicurante per il borghese e per l'usurocratico.

Tecnicamente, superare il Capitalismo ed il Socialismo Comunistico, identici nella loro visione materialista ed economicista. Questo "uomo nuovo" affiora e crede in un relativismo Protagoreo, nel quale egli stesso ne è la misura. L'uomo misura di tutte le cose.

 

Essenza dell’Illuminismo

Ma la misura di confronto viene elevata e alzata, per lo stile, per l'atto etico ed estetico, per il "tarlo roditore" che spinge verso il futuro; l'importante "è marciare" Quest'uomo non appartiene più ad una fazione o ad un partito, ma ad un movimento che si sublima nello Stato Assoluto.

In fondo, ogni uomo, ogni popolo "è" in quanto ricerca se stesso e si interroga in continuazione. Per quest'uomo, la storia non è una successione di movimenti predeterminati dogmaticamente, non esistono una fine ed un principio assoluti, ma l'andare, il divenire a tre dimensioni, atto dopo atto e tutto questo è nella totalità del tempo.

Il tempo,

non passa è eterno e lineare; siamo noi ad "attraversare" il tempo stesso, che viene percorso come camminando per un tratto, su una lunghissima strada. Entriamo ed usciamo.

Il concetto Fascista, parte dunque dall'analisi della "decadenza" del mondo Europeo, e tutto, a livello di coscienza sarà legato alla determinazione "sovraumanista"

Nel Marxismo accade l'opposto; in quest'ultimo, tra teoria e prassi, esiste sempre una inamovibile relazione intellettuale e di razionalità affermata dogmaticamente; decretata dall'alto e omologante nel quale devi comunque riconfluire.

La storia,

Qui ci addentriamo, nella tesi Nicciana dell'eterno ritorno; ogni azione compiuta è immersa nel divenire storico del passato; nella affermazione del presente; nella potenzialità del futuro. Quindi l'origine esiste come memoria e allo stesso tempo come progetto. Una storia "ricircolante" che ad ogni passaggio tenderà a migliorare se stessa verso il "superominismo"

L'uomo di conseguenza è per il Fascismo un essere totale dove la "Volontà di Potenza" l'intelligenza e l'azione si fondono.

Il culto della lotta e della corsa verso il futuro, dell'atto eroico nel presente, discende dall'impulso giovane e istintivo della vita; amore e morte insieme, Eros e Thanatos che convivono, che si intersecano continuamente e coscientemènte, si danno reciprocamente un senso l'un l'altro.

Il monaco, il guerriero, l'artista che convivono nell'anti-razionale, forse meglio dire nell'anticonvenzionale.

Lutero, Calvino, Nietzsche, superano la razionalità mediocre, vecchia e "appassita" e lo stesso Francesco D'Assisi che nella sua irrazionalità rispetto alla razionalità dell'epoca, annuncia ai nuovi uomini santi, un "ricircolo", giovane, pulito e vitale;  una "sfericità" di memoria della Fede che supera le debolezze materiali di se stessa, per approdare ad un presente che è anche il passato, ed è anche il futuro.

 
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Inquisizione

Post n°12 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da naciv
 
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Inquisizione

 


Dal latino, inquisitio, inquiro, ricerco.


 


Tribunali istituiti dalla Chiesa Romana per la repressione dell’eresia o dei delitti connessi all’eresia. L’inquisizione si divide in tempi diversi: medioevale, spagnola, romana .Tre tappe distinte sebbene esista un’innegabile continuità storica e di sviluppo delle medesime. Dal secolo XII la repressione della cosiddetta eresia, fu preoccupazione costante della Chiesa Cattolica, con particolare riguardo all’inizio del movimento Cataro (Albigesi).


Il movimento Cataro nelle regioni del mezzogiorno francese, sottraeva intere regioni al dominio spirituale di Roma. Vedi decreti di Tours del 1163 e del terzo Concilio Lateranense del 1179 e Concilio di Verona del 1195.Sulla base di questi, vi fu la ricerca sistematica dei così detti eretici, che venivano giudicati da giudici ordinari, che erano affiancati dai vescovi della chiesa stessa, con largo potere d’influenza sulle sentenze.


Fu adottata immediatamente la procedura segreta, detta procedura inquisitoriale, prevedeva l’estorsione della verità attraverso mezzi coercitivi.


L’inquisitore aveva espressa delega dal Papa, nella cui persona risiedeva la pienezza di ogni giurisdizione e potere decisionale di merito.


 
Procedura

La procedura dell’inquisizione non era fissata in nessun codice o testo ufficiale, niente di tutto ciò era pubblico, ma il tutto era frutto di elaborazione su procedure segrete e molto spesso estemporanea per adattarsi al caso specifico, presenta comunque molte difformità in ogni epoca.


L’inquisitore appena giunto sul luogo designato alla sua azione, esibiva la lettera di delega Papale al Signore del luogo cui era fatto obbligo, pena la scomunica, di concorrere all’azione del delegato Pontificio, fornendo tutti gli aiuti e accordando “spontaneamente” la sua protezione. L’inquisitore nominava poi un Vicario, i Commissari, i Boni Viri ed i subalterni ecc.


Venivano dunque emanati due editti.


 


Il primo detto di Fede che imponeva a tutti di denunciare gli eretici e i loro complici anche in forma anonima, il secondo detto di grazia che stabiliva un termine durante il quale l’eretico si poteva presentare spontaneamente (1 mese) .


Frattanto comunque l’inquisitore procedeva d’ufficio. L’accusato era invitato in maniera preventiva a giurare sui Vangeli e chi si fosse rifiutato sottoscriveva immediatamente la sua condanna. Il convenuto poteva confessare subito, ed in tal caso la sua era già istruita, ma più spesso negava e poiché si reputava valido non l’indizio ma la confessione “spontanea” l’inquisitore adottava le misure del caso.


 


L’inquisitore Davide di Augusta indica e lascia traccia scritta dei mezzi adatti a far confessare l’imputato:


 


1) Infondere il terrore della morte a mezzo di arsione o rogo del condannato vivo;


2) La prigione rigorosa;


3) La minaccia che i testimoni deporranno contro di lui;


4) La visita in prigione di due uomini denominati Fideles et Providi, che dovevano indurre il prigioniero a delle confidenze che venivano registrate da testimoni che assistevano alle conversazioni di nascosto;


5) La tortura in tutte le sue varianti, impiegata come ultimo mezzo era per altro proibito reiterarla, ma questo consiglio veniva eluso sistematicamente pur di avere la confessione dell’imputato, che non aveva neppure il diritto all’assistenza di un difensore.


Nei casi più lievi, le condanne potevano essere l’imposizione delle croci e quindi l’imputato doveva cucirsi delle croci colorate sui vestiti, fare pellegrinaggi e prestare servizio militare in Terrasanta; esposizione sulla scala, esilio e confisca di tutti i beni terreni a favore della Chiesa.


Con l ’esaurirsi del movimento Cataro, XIV secolo, l’inquisizione si occupò come problema di grosse proporzioni del movimento Valdese XIII e XIV secolo e si segnalò in quest’azione in maniera particolare l’inquisitore Giovanni Schandelang (1348) in Germania.


Una parte dell’azione inquisitoria viene delegata, durante il grande scisma d’occidente, alla facoltà di teologia dell’università di Parigi (1340). Si pensi che in Francia sussistevano a Tolosa e Carcasson, due tribunali permanenti sino al XVIII secolo.


A seguire la persecuzione antigiudaica fu particolarmente feroce sotto il regno di Enrico III di Castiglia e di Leon (1390-1406) e segna l’inizio della catastrofe dell’ebraismo spagnolo.


Fanno la  comparsa i Marrani (porci) cioè quegli ebrei che per sfuggire alla morte passarono al cristianesimo, ma nonostante ciò si pose il problema che con l’esistenza dei marrani si ipotizzava la teoria dell’esistenza e della non esistenza della Spagna cristiana, una bolla del Papa Sisto IV del 1\11\1478 autorizzava provvedimenti in merito a re Ferdinando e alla regina Isabella. Così recitava: Si rende necessario dare al paese una salda unità morale e l’istituzione di tribunali è sicuramente il mezzo più saldo e potente per sortire a questo fine. El Santo Officio……


La procedura era identica a quella dell’inquisizione medievale, Tommaso di Torquemada, confessore della regina Isabella, fu il primo grande inquisitore di Spagna. Lo zelo ed il fanatismo erano secondi solamente ad una folle severità integralista ed al sistematico uso della tortura.


Nel 1492 iniziò di nuovo la persecuzione dei Marrani e nel 1502 tale azione si rivolse verso i Musulmani, compreso i cosiddetti Moriscos, i musulmani convertiti. A partire dal XVI secolo miglior sorte non toccò ai protestanti anch’essi ritenuti eretici.


L’inquisizione si estese nella sua azione anche nei domini spagnoli delle Americhe e Carlo V istituì tale ufficio o tribunali nei Paesi Bassi (1522), al fine di reprimere proprio il Protestantesimo. L’ aggettivo crudeltà va molto stretto all’azione  che quanto sopra comportò.


In quel periodo vengono considerati come protomartiri della riforma due Agostiniani bruciati vivi sulla grande Place di Bruxelles il 1\7\1523. In Portogallo vengono istituiti tribunali dell’inquisizione nel 1531 sotto re Giovanni III per procedere contro gli ebrei e procedere alla confisca dei beni.


L’inquisizione Spagnola fu abolita da Napoleone nel dicembre del 1808, ma fu restaurata da Ferdinando VII nel 1814, soppressa di nuovo dalla rivoluzione del 1820 e nuovamente restaurata nel 1823. L’inquisizione dopo cinque secoli seguitò a vivere ed operare in nome e per conto della difesa del popolo Cristiano e le soppressioni che la colpirono nel sette\ottocento significarono più che altro il rifiuto degli stati a rendere esecutive le sue sentenze.


L’unificazione d’Italia le diede finalmente l’ultimo colpo: il colpo mortale.


Oggi essa vive unicamente come congregazione Ecclesiastica (il Santo Ufficio) ed alcune sue sentenze hanno praticamente in alcuni stati esecuzione dai poteri Civili in forza di particolari Concordati, Baviera art.3, Polonia art.4 e 13, Lituania art.5,Italia art. 5 e 29\I…Lo speciale segreto dal quale fu sempre circondata l’opera degli inquisitori, non hanno mai consentito con certezza di seguire la loro opera, specie riguardo alle enormi ricchezze confiscate agli eretici ,in sei secoli, nel  continente europeo.


Né si può valutare con certezza l’enorme numero di indigeni trucidati nelle colonie americane, dove tale azione si accanì violentemente nei loro confronti in quanto pagani o portatori di eresia.


I Tribunali dello Stato Pontificio portarono avanti una fortissima azione di repressione dei movimenti Nazionalistici tendenti alla riunificazione del territorio Nazionale Italiano.

 
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Sionismo

Post n°13 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da naciv
 
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SIONISMO

 

Premessa.

 Il Sionismo un movimento politico religioso che impegna una buona metà del popolo ebraico, forse più;  in patria e fuori dai confini d‘Israele.. Appunto il movimento di Sion, da cui Sionismo e Sionisti. L’altra metà è indifferente o addirittura anti sionista

 Questo movimento è la parte ricca, capitalista ed espansionista di quel popolo e fare anti sionismo equivale a fare anti imperialismo. Niente a che vedere con l’antisemitismo.

 Così come fare anti nazismo non significa fare anti germanesimo, o fare anti comunismo non significa fare anti slavismo, essere e pensare da anti sionista non significa essere anti semiti.

 Per altro è  molto improbabile che buona parte del popolo ebraico nel mondo che è anti sionista possa essere definito anti semita.

 A prescindere dalla solita ignoranza popolare strumentalizzata dagli addetti ai lavori; dobbiamo chiarire scientificamente alcuni dettagli sulla parola Semitico e consequenzialmente anti Semitismo termine inventato dal Sionismo come spiegheremo in seguito.

 I SEMITI costituiscono uno dei raggruppamenti etnici e linguistici dell'umanità; in origine costituirono, forse con i Camiti, un gruppo camito - semitico ed erano stanziati in Arabia; di qua, in successive migrazioni, alcune delle quali in epoca storica, si diffusero nell'Asia anteriore, nell'Africa settentrionale e orientale e in Europa. Ai SEMITI si devono alcune delle maggiori civiltà del mondo antico (assiro babilonese, fenicia, etiope, ebraica), e medioevale (araba).

 Ad eccezione degli ebrei e di notevoli gruppi cristiani della Siria - Palestina e dell'Etiopia, attualmente i SEMITI praticano come religione l'islamismo.

 Quando gli ebrei Sionisti si definiscono SEMITI, (da qui il conio della parola razzista "antisemita")  commettono quindi un grave errore di identità.

 I SEMITI in realtà, come abbiamo letto sopra, sono il risultato dell'unione di diversi popoli tra loro stessi nel corso dei secoli.

Armeni, Assiri, Babilonesi, Fenici, Arabi, Etiopi ed Ebrei hanno, nel tempo, formato la "etnia" SEMITA. Nel formarla non si discute che abbiano partecipato anche gli ebrei, ma non solo loro, anzi, nel complesso ne sono la minoranza.

Essere ANTISEMITI, non vuol dire essere razzisti contro gli ebrei, ma vorrebbe dire esserlo anche verso gli Arabi, gli Armeni e gli Etiopi che nulla hanno a che fare con il concetto Sionista di Israele, in realtà questi, come sappiamo ne sono fieri oppositori.

 Errata è, quindi, la definizione di ANTISEMITA, quando si vuole indicare qualcuno avverso alla presenza degli ebrei o comunque ostile verso di essi.

 Questo, tanto per la cronaca.                                                                                           

 Sionismo, una roccaforte religiosa, politica ed anche militare.

 Il Sionismo, coniatore della parola «Antisemita»

 non può  abbandonarla tanto facilmente in quanto con essa ha voluto suggellare la parte religiosa biblica (figli di SEM) con la discendenza materiale (SEMITI).

E’ la base sulle quale ritengono valida l'avvenuta elezione suprema di tale popolo da parte di Dio ( concetto che il sionismo porta avanti con cieca ostinazione), ad essere eterno intermediario tra i popoli della Terra e il loro Creatore. Infatti secondo la Bibbia (Genesi) i figli di SEM sono il popolo eletto da Dio ed i Sionisti non hanno alcuna intenzione di dividere tale «privilegio» con altri popoli di origine Semita; tanto meno con gli Arabi e mai con gli Arabi Palestinesi.

Il popolo eletto da Dio ....Questo atteggiamento…può dar luogo ad essere interpretato come forma di razzismo, quanto meno religioso.

Ma veniamo alle origini.

 Oggi il Sionismo è Movimento religioso-politico moderno, tendente alla costituzione in Palestina di una sede nazionale ebraica. Promosso da T. Herzl in occasione del primo Congresso Mondiale sionista (Basilea 1897), divenne il programma della Organizzazione mondiale sionista che, sotto la direzione di K. Weizmann, ottenne (1917) dall'Inghilterra il rilascio della dichiarazione Balfour. il sionismo ha trovato attuazione nello stato di Israele.

 (Tratto dal Dizionario Enciclopedico Universale "Sansoni" volume unico pag. 2040)

SION, è il nome con cui la Bibbia designa sia Gerusalemme, sia la collina su cui si trovavano la fortezza e la reggia di Re David.

 Il movimento sionista politico mondiale si crea dunque a partire dal 1897 a Basilea, nonostante l’opposizione tra di loro, cioè degli ebrei fondamentalisti e assimilazionisti di cui nel 1905 una buona metà si scisse quando la maggioranza dei delegati (fondamentalisti) rifiutò la proposta britannica di istituire una nazione ebraica in Uganda. Successivamente vi fù la proposta di Mussolini di formare uno stato ebraico con parte del sud dell’Etiopia e parte del nord Kenia, ma gli Inglesi respinsero la proposta.

Per la cronaca, gli Assimilazionisti portavano avanti la tesi che gli Ebrei dovevano farsi assimilare, integrarsi nei popoli e nazioni ospitanti, mentre i Fondamentalisti portavano avanti la tesi che farsi assimilare, integrandosi dunque, "era peggio della morte"

 Il 14 maggio 1948 è proclamato lo stato d’Israele le Nazioni Unite hanno votato nel novembre 1947 la partizione della Palestina. Il Sionismo Sintetico ultima risultante di se stesso, introduce il concetto anti arabo nel proprio orizzonte ideologico per avallare l’espansione territoriale del nuovo stato. Vi è dunque ortodossia con i famosi protocolli (Protocolli degli anziani di Sion) pubblicati dal Times Agosto 1921 ove si asserisce che il Sionismo è un movimento politico religioso nazionalista che prevede la conquista di tutte le nazioni del mondo attraverso il controllo delle finanze statali e capitaliste. Una sorta di super capitalismo globale. In seguito il protocollo fù smentito e dichiarato falso.

I testi religiosi sono rispettivamente la Bibbia ed il Talmud di cui è consigliabile la lettura.

Il termine ebraico Talmud ("insegnamento" o "studio") designa un vasto compendio della Legge e delle tradizioni giudaiche che costituisce il seguito e il completamento della Bibbia ebraica e la base della vita religiosa ebraica. Il Talmud comprende la MISHNAH e il prolisso (ma anche divagante) commentario detto Gemara (termine aramaico che significa "erudizione" o "tradizione"). Vi sono due Gemara - la palestinese (redatta nei s'ecc. III e IV d.C:) e la babilonese (completata verso il 499, anche se vi furono fatte aggiunte successive) - e quindi due Talmud: Il Talmud gerushalmi e il Talmud babli. Quest'ultimo, il Talmud babilonese, resta per gli ebrei tradizionali l'autorità definitiva sulla Legge. La Mishnah è scritta in gran parte in ebraico, così come la Gemara sono in aramaico. In aggiunta alle sottili disquisizioni sulla legge civile, penale, familiare e rituale, i Talmud contengono materiali chiamati haggadah ("narrazione") esposizioni in materia di fede e di morale, spiegazioni di versetti biblici, parabole e racconti storici leggendari.

(segue Sionismo parte 2°)

 

 

 

 
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Sionismo

Post n°14 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da naciv
 
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Sionismo

 

 

Alcuni esempi anti cristiani

Maimonide dice in ad. C.I. fol.2 Adoba zara 78 c:

"Con la voce Edeem viene denominata la vanità dei cristiani (Goim) e anche il nome ignominioso dei loro giorni festivi i quali non debbono essere onorati col nome di festivo (Moedim) non essendo in verità se non giorni di pura vanità.»

In Sciabbat 145 b:

«8) Per quale ragione i cristiani sono immondi? Perché mangiano cose abominevoli e vili.»

In Iore dea 198, 48. Agà:

11) "Le donne giudaiche debbono aver cura, quando escono dal bagno di incontrare una loro amica e non una cosa immonda o un cristiano. In questo secondo caso, se la donna israelita vuole essere veramente purificata, si deve nuovamente lavare.»

In Bieur etib (commentario allo Sciulsc. Aruc)

12) "Dovrà la donna lavarsi di nuovo, se abbia visto alcunché d’immondo come: cani, asini, popolo della terra, cristiani, cammelli, scrofe, cavalli o lebbrosi.»

In Midasc’ Talpiot. Fol. 255 d.

16) "Dio li creò in forma di uomini in onore di Israele poiché I cristiani non furono creati ad altro fine se non a quello di servire i Giudei giorno e notte, né mai deve loro essere data requie che cessino da simile servizio. Sconveniente al figlio del re (l’israelita) che lo servano bestie in quanto tali, ma è conveniente che lo servano bestie in forma umana.»

In R. Edels nel Chetubot 110 b:

19) Il Salmista paragona il cristiano all’immonda scrofa selvatica.»

In Senedrin 74 b. Tosefot 21)

"Il coito del cristiano è come il coito della bestia.«

In Chetubot 3 b. Tosef:

22) "Il seme di lui (Goj) deve essere stimato comeil seme di una bestia.»

In Eben Aezer 44, 8:

24) "Se il Giudeo contrae matrimonio con una cristiana o con una serva, esso è nullo non essendo essi capaci di contrarre matrimonio; similmente se un cristiano o un servo sposerà una giudea il matrimonio è nullo.»

In Zohar II, 64 b:

25) "Dice Rabbi Abba: Se soltanto gl’idolatri copulassero, il mondo (degli uomini) non potrebbe sussistere. Da ciò siamo avvertiti che il Giudeo non deve lasciare alcun luogo a questi pessimi ladroni poiché se costoro si riproducessero maggiormente sarebbe impossibile esistere a cagione di essi, dal cui fianco si origina una figliolanza che si chiama «cane».

In Zohar I, 46 b, 47 a:

29) "E creò ogni anima vivente e incedente, cioè gl’israeliti, perché essi sono figli dell’Altissimo e le loro anime sante da Lui promanano. Qual è invece la provenienza delle anime di tutte le altre genti idolatre? Dice Rabbi Eliezer che esse provengono dal lato sinistro, che rende immonde le anime loro e per questo tutte sono sozze e tutte insozzano coloro che le avvicinano.»

In Adoba zara 6 a:

"il giorno della rovina, cioè il giorno Nazareno, o del Nazareno, deve ritenersi proibito così come gli altri giorni esiziali dei cristiani.»

In realtà va anche detto che a causa del Talmud di cui abbiamo riportato alcuni brani,

visionabili su INTERNET alla pagina  (file://A:Pagina%208.htm – ed altri ancora) e delle leggi in esso contenute, gli ebrei di tutte le fazioni, furono perseguitati dai cristiani non solo con la messa al bando dei libri incriminati ma anche con le persecuzioni sistematiche e continuate. Gli ebrei venivano condannati dalla Chiesa inizialmente con leggi vessatorie e poi con vere e proprie "mattanze". La Chiesa Cattolica ha avuto un ruolo primario e fondamentale nel creare quel famoso antigiudaismo portato avanti nei secoli e che poi è sfociato nell'abbrutimento dei popoli europei macchiatisi dei più atroci delitti e delle più tremende persecuzioni nel nome del cristianesimo. Vedi la Santa Inquisizione, storia dei Marrani, cioè ebrei abitanti in Spagna e cristianizzati, ecc. Parimenti sempre in Spagna gli Islamici cristianizzati furono definiti “Moriscos”

Ma, se è vero che la Chiesa fu l'artefice diretta e volontaria della creazione dell'antigiudaismo sin dalla creazione dei primi ghetti a Roma nel 1.100 è anche vero che gli stessi ebrei possono considerarsi in buona parte responsabili  delle persecuzioni subite. A tal proposito il libro di Bernard Lazare "L'Antisemitismo" (edito dalla Casa Editrice: Centro Librario Solidatium), è molto preciso per date, nomi e momenti storici che, nell'insieme, tracciano un quadro sconvolgente sulla caparbietà di una frangia di ebrei a ritenersi in ogni momento storico il "popolo Eletto" ovvero il fratello maggiore di tutti gli altri popoli, peccando così non solo di presunzione, ma anche di irriconoscenza nei confronti di quelle società che ospitandoli permettevano loro di arricchirsi e di diventare potenti economicamente e politicamente. Quasi tutti i popoli sono migrati, ma nessuno ha subito le persecuzioni degli ebrei. Ecco perché è spontaneo domandarsi per quali motivi ciò che è avvenuto è avvenuto.

 

 

 
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Sionismo

Post n°15 pubblicato il 18 Febbraio 2009 da naciv
 
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Comprensibile e condivisibile, diventa dunque la posizione degli ebrei non Sionisti e di quelli «Assimilazionisti» ossia di quella frangia del Sionismo che si staccò dal movimento iniziale e che predicavano l’assimilazione presso il popolo ospitante. Da questo concetto, la definizione di «Assimilazionisti»

Ad ulteriore chiarezza, deve essere detto che  nelle sue due redazioni, il Talmud rappresenta il prodotto della fase culminante di rielaborazione giudaica della Legge quale si era venuta sviluppando nei secoli, nelle varie scuole, a partire dai FARISEI fino agli AMORREI. Nonostante, o in virtù delle difficoltà del suo linguaggio e del suo complesso contenuto, il Talmud è stato per secoli il soggetto principale dello studio ebraico. Tra i molti commenti che lo accompagnavano il più importante era quello di RASHI, studioso del sec. XI. Il Talmud fu al centro di numerose controversie fra cristiani ed ebrei, poi sfociate in vere e proprie persecuzioni antiebraiche: dal fanatismo medioevale che nel 1242 a Parigi, portò al rogo in piazza dei libri ebraici, fino alla propaganda nazista degli anni trenta.                             

TERRA SANTA - Aspettando l'Apocalisse.Solo la comunità internazionale potrà portare la pace in Palestina.

Ma prima dovrà trovare il coraggio di spiegare ai Sionisti, che non possono continuare a ritenersi al di sopra di tutte le regole. E questo non sarà facile. Gli Americani non lo faranno mai per ovvie ragioni; vuoi perché Israele rappresenta un potente alleato in un’area per loro di massimo interesse, vuoi per le pressioni esercitate sul governo degli Stati Uniti dalla potentissima lobby Sionista americana.

Quindi spetta all’Europa. Ma non sarà facile perché l’Europa è debole; poi gli elementi di irrazionalità sono molti ed alcuni originari ed originali. La rivendicazione territoriale dei Sionisti in base al «diritto biblico» è già di per sé un assurdo in termini di diritto internazionale, ed anche un pericoloso precedente. Lo Stato d’Israele malgrado venga considerato un paese occidentale, presenta delle anomalie costituzionali assolutamente intollerabili nel contesto delle democrazie occidentali. Basti pensare alla cittadinanza su basi raziali (cioè se non si è ebrei non si ha diritto di cittadinanza) ed alla legalizzazione della tortura dei prigionieri. Purtroppo fare delle analisi serene non è facile od anche solo delle critiche costruttive, poiché si è sempre esposti ad accuse di «antisemitismo» Questo impedisce da sempre alla comunità internazionale di indirizzare ad Israele anche semplici doglianze, anche di fronte ad evidenti violazioni del diritto internazionale.

Il dibattito dunque è bloccato fin tanto che qualcuno non affetto da piaggeria gli farà presente tutto questo.

Basti pensare che gli Israeliani sono 50 anni che dichiarano e fanno impunemente rappresaglie sui campi profughi palestinesi anche in altre nazioni che ospitano palestinesi, violando oltre a tutto ogni norma di diritto internazionale. Se è vero che la rivendicazione originaria del territorio palestinese da parte del movimento sionista era poco meno che ammissibile; è altrettanto vero che quella terra era però interamente abitata dai palestinesi da 2000 anni, finchè questi non furono cacciati con la violenza, non più di mezzo secolo fa. E si tenga presente che i palestinesi, non hanno un’altra terra promessa dove andare. Israele ricorda il passato terroristico di Arafat; ma in tema di terrorismo i padri sionisti d’Israele non sono da meno fin da quando prima della guerra venivano armati e finanziati dal Fascismo in funzione anti inglese.

Da non dimenticare che il tribunale di Londra a suo tempo condannò i padri d’Israele Ben Gurion e Golda Meir (?) come Terroristi.Poi gli andamenti storici hanno raccolto un’eredità e raccontato  una“Historia” diversa.

Ma l’Europa avrà la forza morale ed economica per sancire una pace vera e giusta.??? scrollandosi di dosso un “peccato originale” che in realtà non ha…..???cioè la responsabilità di una “Shoa” che non ha mai avuto e che neppure gli è imputabile.

E’ comunque singolare notare quanto rumore abbia e faccia questo genocidio denominato “Shoa” e quanto poco ne facciano i seguenti…

1.     Genocidio Armeno da parte dei Turchi calcolato in circa 1.500.000 morti.

2.     Genocidio di Re Leopoldo di Belgio in Gongo Belga ipotizzabile in circa 10.000.000 di morti.

3.     Genocidio dei Gulag di Stalin in 9.000.000 di morti.

4.     Genocidio dei Kulaki russi sempre per mano di Stalin ipotizzabile in 10.000.000 di morti

5.     Genocidio degli africani per schiavismo ipotizzabile in 40-50.000.000 di morti. Schiavisti armati ed delegati da nazioni dichiarate democratiche come U.S.A. Spagna, Portogallo ecc. Gli stesso U.S.A. hanno comprato 12.000.000 di schiavi giovani e forti, mentre i villaggi depredati dagli schiavisti venivano bruciati, rasi al suolo e vecchi, invalidi, e troppo giovani uccisi sul posto. Da questo atteggiamento “Commerciale” i milioni di morti che vi sono stati.

6.     Non parliamo poi del colonialismo Inglese che si costruì un Impero di molte colonie, un quarto delle terre emergenti, conquistate militarmente e non certo per Referendum popolare di queste entità geografiche e sociali.

7.     Inutile poi addentrarsi troppo nella storia, ad esempio con gli stermini portati avanti da Gengis Kan e dal successore Tamerlano con una coscienza appesantita da circa 15.000.000 di morti ammazzati.

8.     Neppure viene citata spesso lo sterminio antigiudaico perpetrato dalla Russia ai primi del secolo 900 denominati “Pogrom” stimabili con un 1.000.000 di assassinati……


La lista potrebbe essere ancora integrata…..


Però, non si può fare a meno di notare quanto poco se ne parli a differenza della “Shoa”


Cosa determina tutto questo……..?????


Motivi di potenza economica, … sociali… religiosi… di opportunità politica…di ingerenze oligarchiche…. non è facile definire tutto questo….

ma…. se si hanno occhi per guardare serenamente e senza pregiudizi…. la risposta è facile.

Per la cronaca, il Sionismo è stato ripetutamente denunciato dai paesi arabi come uno strumento dell'imperialismo, come una pseudo-colonia degli U.S.A. locata in un quadrante geopilitico di forti interessi economici (leggi petrolio) 

Nel 1975 l'assemblea generale delle Nazioni Unite adottò una risoluzione che equiparava il sionismo al razzismo.

Tale risoluzione fù revocata nel 1991 grazie alle forti pressioni statunitensi.

Microsoft-Encarta-Enciclopedia-1993-2002


 


 


 


 

 
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Polibio

Post n°16 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da naciv
 
Tag: Polibio
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Polibio: La costituzione di Cartagine


La costituzione di Cartagine


Lo storico greco Polibio iniziò la stesura della sua opera più importante, le Storie, nell'ultimo periodo della sua vita, a partire dal 160 a.C.: dei 40 libri che componevano il grande affresco delle vicende di Roma dalla prima alla terza guerra punica (264 a.C. - 146 a.C.) ci sono pervenuti i primi cinque libri per intero ed estratti dei seguenti. Tra questi ultimi di particolare interesse è il sesto, dove Polibio espone la sua teoria sulle costituzioni, mettendo in risalto la preminenza di quella romana. Nel suo esame della costituzione cartaginese, dopo aver commentato che nel complesso è "ben congegnata" e – nella sua commistione di monarchia, aristocrazia e democrazia – non dissimile da quella di Roma e di Sparta, giunge tuttavia alla conclusione che la vittoria finale di Roma su Cartagine è da attribuire alla superiorità della costituzione romana rispetto a quella cartaginese: mentre a Cartagine era prevalso il volere del popolo, a Roma predominava il potere del senato.




 

 
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Riflessione

Post n°17 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da naciv
 
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Sotto i larghi rami del castagno.

 

Riflessione.

 

Cosa cercare se non un buon ideale razionale in salsa di relativismo dinamico.

Le proprie idee; come diceva Ezra Pound “ Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui
I soliti soloni asseriscono, addirittura con fervore, che l'Ideale è in se, sterile ed
improduttivo. Se questo, aggiungiamo……….. ha basi fideiste.

Io non sono una bandiera; ma, non sono disposto a scavalcare me stesso ed i
miei ideali razionali in ragione della politica, o di una moderna etica ottusa ed invertebrata;   la stessa politica dovrebbe essere la prima espressione dell'ideale umano.
Non mi interessa come vanno realmente le cose oggi, ma come erano ieri e come lavorando potranno essere domani.

L’oggi è solo transizione. Il momento fuggente.

Inoltre,  in questi ambiti, tendo all'anacronismo, rimirando nelle nostre tradizioni una realtà decisamente migliore di quella offertaci.

A mio giudizio, l’epico, costituisce un tipo indistruttibile, che nonostante l’andare dei tempi d’oggi, non perde mai lucentezza.
Mi rendo perfettamente conto che l'etimologia relata alla terminologia
politica ha ormai perso totalmente di significato
(democrazia:demòs-cratos=potere del popolo; repubblica-res-publicae=cosa
del popolo ecc.) ma ricordare, che si può
perdere politicamente,  ma mai idealmente.
L'ideale, meditato, sofferto e poi interamente assimilato ci rende
esseri superiori al prodotto della propaganda materialista, consumista di stampo
americano, o di trasformismo e di materilismo storico Marxista e ci fa capire come stanno realmente le cose;

ideale, ma come diretto risultante del confronto e della consapevolezza e non di una cieca fede massificante e utopica.

Questo e ciò che penso, in questa luminosa giornata autunnale, sotto i larghi e lussureggianti rami di un castagno.




 

 
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Le teste

Post n°18 pubblicato il 04 Marzo 2009 da naciv
 
Foto di naciv

Siamo gli uomini con la testa piena di vento..... moto senza direzione.... gesto senza energia.... pensiero senza forza, .....inerti....le nostre parole sono come il vento caldo d'estate, che passa tra l'erba secca.....lasciando solo un grande desiderio di pioggia.....

Chi ha attraversato il fiume dell'ipocrita morale sà che.....   siamo come tanti piccoli Minotauri ...compressi nei labirinti verticali dei palazzi, ...prigionieri della nostra stessa paura..... assiepati dinanzi alle canne degli ascensori....che... vengono dal niente ...e vanno verso il niente...

La paura è la matrice di ogni schiavitù.  

Avere paura...questo significa essere schiavi. 

" Avete mai pensato sinceramente a delle concrete forme di libertà?

Libertà dalle opinioni degli altri,

siano esse religiose, politiche, sociali,

e,.............. se sei veramente bravo,........e ti affidi alle sottigliezze della mente, e non alle pulsioni del cuore..... libertà dalle tue stesse opinioni, ...formatesi con l'indottrinamento...con l'ammaestramento,  durante la tua adolescenza.

Ghibellino.

 

 
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Il maggiore olocausto

Post n°19 pubblicato il 13 Marzo 2009 da naciv
 
Tag: GULAG.
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                                   Arcipelago gulag.

Dopo la presa del potere con la rivoluzione d'ottobre del 1917, Lenin - mentre procedeva a tappe forzate all'industrializzazione del paese e al miglioramento del livello dell'istruzione - mise in piedi in Russia un apparato di repressione delle classi non proletarie: la nobiltà, la borghesia e il clero. Il sistema concentrazionario, indicato dall’acronimo Gulag (Direzione generale lager: presiedeva alla reclusione e al lavoro schiavistico dei prigionieri o zek nella costruzione delle infrastrutture, delle mostruose companv-town subpolari, nelle miniere), ne era la sintesi.

Il sistema dei campi di concentramento puntitivi appartiene infatti alla storia sovietica sin dagli esordi, dai tempi di Lenin (già nel '20, presso le isole Solovki, situate nel Mar Bianco, a circa duecento chilometri dal circolo polare artico, era stato creato un "lager di lavori forzati per i prigionieri della guerra civile", dove vennero imprigionati tutti coloro che si opponevano al nuovo regime, non solo
zaristi quindi, ma anche anarchici, socialisti rivoluzionari, menscevichi).

Non furono anni di consenso assoluto da parte del popolo: particolarmente significativa fu la ribellione dei marinai di Kronstadt del marzo 1921, con la quale gli stessi uomini che, sollevandosi, avevano dato inizio alla rivoluzione dell'ottobre '17, tentarono di rovesciare il potere comunista. Stavolta vennero "massacrati come anatre nello stagno" dall'armata rossa di Trotsky.

Il maggior sviluppo dei gulag avvenne però negli anni del consolidamento del potere di Stalin, e durante il suo lungo "regno", che va dagli anni trenta fino alla metà degli anni cinquanta. Morto Lenin nel '24, Stalin e gli altri proseguirono sulla strada da lui indicata: mandarono a scuola tutti i contadini, e immisero nelle campagne migliaia di trattori. Ma non per questo i contadini mostravano l'intenzione di trasferire la loro terra ai colcozi. Allora, dal 1929 al '32, Stalin e i comunisti 'repressero' con fredda determinazione i kulaki e i subkulaki, deportandoli a morire con le mogli e i figli - quindici milioni di esseri umani - nelle tundre gelate della Russia europea e nelle zone disabitate della Siberia. A questa deportazione, e alla mancata messa a coltura di molti campi, fece seguito una terribile carestia (1932-33) che comportò altri sei milioni di morti.

Nel '36 Stalin dichiarò ufficialmente costruito il socialismo (con la nuova Costituzione) e iniziata la costruzione del comunismo. Stalin sapeva però bene che il socialismo non era stato costruito affatto: reintrodusse quindi contemporaneamente - e sviluppò al massimo - alcune forme di repressione già attuate da Lenin su frange proletarie corrotte, e cioè l'epurazione (che divenne una sorta di setacciatura periodica, a turno, di tutti senza eccezione gli strati proletari). Introdusse inoltre la 'rieducazione mediante il lavoro' (forzato), allargando a dismisura la rete dei lager creata da Lenin per la rieducazione dei nemici di classe (si andò così formando lo sterminato 'arcipelago Gulag' descritto poi con tanta efficacia da Solgenìtsin: alla morte di Stalin, nel '53' vi erano rinchiusi 15 milioni di proletari: la mortalità vi era elevatissima, ben pochi ne uscivano vivi). Introdusse infine,   un indottrinamento quotidiano obbligatorio (almeno un'ora al giorno per ogni cittadino lavoratore).

Di queste tre forme di repressione quella che toccava più direttamente i membri del partito e in genere i detentori del potere era senza dubbio l'epurazione, la quale giorno dopo giorno, con le sue metodiche fucilazioni, così come setacciava gli altri strati, 'purificava' imparzialmente a turno (con o senza processi) anche gli strati dell'apparato comunista. Si pensi per esempio che nell'anno 1937 furono fucilati ben 400.000 'comunisti fedeli'. E non soltanto dei livelli inferiori: infatti delle 31 persone che fecero parte dal 1919 al 1938 dei politburo di Lenin e di Stalin, 19 complessivamente vennero fucilate, 2 si suicidarono, 4 morirono di morte naturale, solo 6 (Krusciov, Mikojan, Molotov, Kaganovic, Voroscilov e Andreev) sopravvissero a Stalin.

Non esiste un computo esatto delle perdite umane: Solgenitsin e gli altri dissidenti e comitati di ricerca russi stimano in genere circa 60 milioni.

 

Gli italiani nei Gulag

Durante gli anni Trenta, il terrore staliniano colpì duramente le comunità straniere che vivevano in Unione Sovietica e, fra queste, anche quella italiana conobbe l'esperienza della persecuzione e della deportazione nei Gulag. Sospettati, nella maggior parte dei casi, di attività antisovietica e di spionaggio, alcune centinaia di italiani, per lo più emigrati politici e giunti in URSS negli anni Venti, morirono fucilati dopo processi sommari o subirono lunghe sofferenze nei campi di lavoro forzato. A questa vicenda di dolore e di morte si aggiunse, negli anni della seconda guerra mondiale, la dura esperienza della deportazione e del lavoro coatto nelle colonie per gli italiani che vivevano a Kerc', in Crimea, questi ultimi discendenti di famiglie pugliesi trasferitesi in Russia sin dal XIX secolo.

 

Bibliografia

  • Elena Aga-Rossi e Viktor Zaslavsky, Togliatti e Stalin, Il Mulino, 1997
  • Aldo Agosti e Lorenzo Brunelli, I comunisti italiani nell'URSS. 1919-1943, in "Il partito comunista italiano. Struttura e storia dell'organizzazione", n. anno XXI, a cura di Massimo Ilardi e Aris Accornero, "Annali della Fondazione Feltrinelli", 1982
  • Pier Luigi Bassignana, Fascisti nel paese dei Soviet,
    Bollati Boringhieri, 2000
  • Robert Conquest, Il grande terrore, Edizioni BUR, 1999
  • Marcello Flores e Francesca Gori (a cura di), Gulag, il sistema dei lager in URSS,  Edizioni Gabriele Mazzotta, 1999
  • Varlam Šalomov, I racconti della Kolyma, Adelphi, 1999
  • Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag, Oscar Mondadori, 1990

 
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L'Esteta ed i Selvaggi

Post n°20 pubblicato il 09 Settembre 2009 da naciv
 
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L’esteta ed i selvaggi.

 

Vivi la tua vita come un'opera d'arte..diceva Dannunzio..Penso che L’arte costituisca l’esaltazione della pura soggettività, il sentimento che l’Io trascendentale ha nella sua soggettività, mentre la religione rappresenta l’atto mediante cui il soggetto dimentica se stesso in un oggetto assoluto (Dio), giungendo a una negazione della propria libertà.

in fondo per dirla alla Hegel: ciò che è razionale è ideale, e ciò che è reale è razionale....o per dirla alla G. Gentile nella sua filosofia dell"Attualismo" "dell'atto puro" e nella conseguante riforma della dialettica Hgeliana..."la realtà è una produzione soggettiva dell'uomo..". penso ...

che la grande colpa delle religioni monoteiste ebraico/cristiane è di aver diviso il cielo dalla terra...l'ideale dal reale...una dicotonia frustrante foriera di debolezza e di solitudine...penitenziale... molto meglio il paganesimo greco/romano dove gli Dei interagivano con l'uomo, dove animisticamente ogni cosa, aveva un suo spirito, il tuono, la tempesta, i fili d'erba, gli alberi, il sole, la luna, le montagne,

 
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IO, FORSE,

Post n°21 pubblicato il 30 Maggio 2011 da naciv
 
Tag: forse, IO
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Max Stirner

 

« Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà »

 

(L'unico e la sua proprietà)

Max Stirner

Max Stirner (Bayreuth25 ottobre 1806 – Berlino26 giugno 1856) è stato un filosofo tedesco, sostenitore radicale di posizioni antistataliste che danno importanza all'ateismo, all'egoismo ed al primo concetto anarchico. Il suo vero nome era Johann Kaspar Schmidt: il nom de plume deriva da un soprannome che gli era stato dato dai compagni di scuola a motivo della sua alta fronte (Stirn).

Viene considerato come uno degli antesignani di movimenti quali nichilismo, esistenzialismo, anarchismo e soprattutto anarchismo individualista. Egli nega esplicitamente di sostenere una posizione filosofica assoluta, aggiungendo che dovendosi assegnare a un qualche -ismo sceglie che sia l'egoismo. Stirner chiaramente aderisce sia all'egoismo psicologico sia all'egoismo etico, le antitesi di tutte le ideologie più tradizionali e di tutti gli atteggiamenti sociali come lui li concepiva.

L'opera principale di Stirner è Der Einzige und sein Eigentum, L'ego e la sua proprietà (o L'Unico e la sua proprietà), pubblicata per la prima volta a Lipsia nel 1844 e comparsa in numerose successive edizioni e traduzioni.

Stirner proclama che le religioni e le ideologie si fondano primariamente sopra delle superstizioni e di conseguenza denuncia come superstizioni il nazionalismo, lo statalismo, il liberalismo, il socialismo, il comunismo e l'umanesimo.

La filosofia di Stirner ha suscitato accesi dibattiti che hanno coinvolto personaggi come Karl Marx, Søren Kierkegaard, Benjamin Tucker, Carl Schmitt, Benito Mussolini, Dora Marsden, Robert Anton Wilson e i situazionisti. Friedrich Nietzsche invece non riconobbe esplicitamente i suoi debiti nei confronti di Stirner, e anzi confidò ad alcuni suoi allievi il timore di essere accusato di plagio nei confronti di Stirner. Negò di aver mai letto il suo libro, cosa che invece risultò alcuni anni dopo la sua morte.

Stirner rimane ancor oggi al centro di un dibattito diffuso e animato: un'ampia letteratura secondaria compare in tedesco, italiano, francese e spagnolo, mentre in inglese vi sono solo interventi che sottolineano le interpretazioni anarchica ed esistenzialista del suo pensiero.

 

 
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Post N° 22

Post n°22 pubblicato il 05 Luglio 2016 da naciv
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ESOTERISMO

 

Esoterismo L'insieme delle dottrine e delle pratiche, riservate ai soli iniziati, attraverso le quali raggiungere una conoscenza superiore.

I gruppi esoterici (dal greco esoterikós, "interno") si costituiscono di solito attorno a un maestro, o a figure ritenute in grado di possedere e rivelare un sapere occulto, e consentono ai candidati di far parte del gruppo solo dopo accurati esami e riti.

In Occidente, carattere esoterico sembrano aver avuto anticamente l'orfismo e lo gnosticismo; in Oriente, manifestano una fisionomia iniziatica le Upanishad.

In età medievale, la cabala ebraica e l'alchimia si svilupparono in ambienti accessibili solo a coloro che erano ritenuti degni di farne parte, così come accadde nel complesso e multiforme mondo della magia.

Agli inizi del XVII secolo i Rosacroce e la Massoneria formarono gruppi esoterici che, in varie forme, sono giunti fino alla nostra epoca.

 
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Illuminismo

Post n°23 pubblicato il 05 Luglio 2016 da naciv

ILLUMINISMO

Illuminismo Movimento culturale di matrice filosofica, diffusosi in Europa dall'inizio del XVIII secolo fino alla Rivoluzione francese. Caratteristica principale dell'illuminismo (in francese âge des lumières, in inglese enlightenment, in tedesco Aufklärung) fu la fiducia nella ragione, che avrebbe progressivamente migliorato le condizioni spirituali e materiali della civiltà umana, liberandola dai vincoli della tradizione, della superstizione e della tirannide. Per estensione, si definisce "illuministico" ogni movimento filosofico che intenda conseguire l'emancipazione dell'umanità grazie ai "lumi" della ragione.


John Locke Gli empiristi, come John Locke, contestarono la metafisica tradizionale partendo dalla realtà osservabile e non da ipotesi puramente teoriche. A differenza dei razionalisti come Descartes, Leibniz e Spinoza, che procedevano dalla ragione per raggiungere la conoscenza, Locke ritenne che la nostra conoscenza del mondo dovesse fondarsi sull'esperienza quotidiana, sull'osservazione scientifica e sul buon senso. Nel Saggio sull'intelletto umano Locke paragona ogni individuo a una sorta di lavagna bianca (tabula rasa) sulla quale le esperienze personali si trasformano in segni grazie ai quali gli esseri umani si distinguono uno dall'altro.Hulton Deutsch

 
Società dei Pugni La Società dei Pugni, che dal 1764 iniziò la pubblicazione della rivista "Il Caffè", fu fondata dai fratelli Alessandro e Pietro Verri: nell'anonimo dipinto settecentesco, Alessandro è quello che sta scrivendo seduto al tavolo, Pietro è l’ultimo a destra; seduto e intento alla lettura è Cesare Beccaria, altro esponente di rilievo dell’Illuminismo lombardo.Agenzia LUISA RICCIARINI—MILANO
 

Voltaire Scrittore e filosofo, Voltaire è una figura molto importante dell'illuminismo francese, movimento che esaltava il potere della ragione e della scienza e propugnava il rispetto per l'umanità. Secondo Voltaire la letteratura deve possedere una funzione sociale. I suoi scritti satirici e filosofici contengono infatti una severa condanna dell'intolleranza, della tirannia e dell'ipocrisia del cristianesimo, idee che lo videro spesso in conflitto con le istituzioni politiche e religiose.Giraudon/Art Resource,
 
APPROFONDIMENTO 
Casanova: L'incontro con Voltaire
Nella fluviale Storia della mia vita (pubblicata postuma tra il 1822 e il 1828), Giacomo Casanova ha modo di raccontare gli infiniti episodi di un'esistenza intensissima e avventurosa. In queste pagine, l'incontro con il "grand'uomo" Voltaire nella sua villa di Ferney: quella che si svolge nel suo salotto è quasi una scena di teatro brillante, con tanto di spettatori che applaudono e sottolineano il bon mot più riuscito, o un duello turbinoso al fioretto, tra frivolo e profondo, sui più disparati temi della cultura e della politica. Ma l’incontro, come molti altri episodi della Vita del libertino veneziano, potrebbe anche essere solo il frutto di una felice invenzione narrativa.
apri approfondimento

2  LE RADICI DELL'ILLUMINISMO: EMPIRISMO, RAZIONALISMO, SCETTICISMO 

Isaac Newton Allo scienziato inglese Isaac Newton si devono i principi della dinamica, la legge della gravitazione universale, il calcolo infinitesimale e importanti scoperte sulla natura della luce e dei colori.Rex Features, Ltd. 
 
L'illuminismo ebbe diramazioni in tutti i paesi europei e investì in parte il Nuovo Continente. Inizialmente però esso si diffuse in Inghilterra e in Francia.

René Descartes Filosofo, scienziato e matematico, Cartesio, ovvero René Descartes, è considerato uno dei fondatori del pensiero moderno. Il suo celebre motto, Cogito, ergo sum ("Penso, quindi sono") fu il punto d'avvio per la formulazione dei principi su cui si basa la conoscenza scientifica.Hulton Deutsch 
 
L'Inghilterra era il paese dove aveva più solide radici la corrente filosofica dell'empirismo; dalle dottrine di Locke i pensatori illuministi riprendevano un atteggiamento di fondo di tipo antimetafisico, finalizzato all'analisi dell'esperienza; dalla "filosofia sperimentale" di Newton essi ricavavano una concezione del pensiero scientifico per cui la ragione umana, attenendosi all'esame dei fenomeni, è in grado di procedere verso i principi, fino a pervenire, come dimostrava la scoperta della legge della gravitazione universale, a un quadro unitario del mondo fisico.

Ma l'illuminismo riconobbe come suoi precursori anche altri pensatori, di tradizione razionalistica, come il francese Descartes. Se di quest'ultimo i filosofi del XVIII secolo rifiutavano lo "spirito di sistema", la pretesa cioè di una conoscenza deduttiva che procedesse da un patrimonio di idee innate e di principi noti a priori, ne riprendevano tuttavia l'esigenza di "chiarezza e distinzione" delle idee, estendendo il criterio dell'evidenza a tutte le materie del conoscere ed entrando in collisione con il tradizionale principio d'autorità. Pur non condividendo il sistema metafisico di Spinoza, alcuni pensatori illuministi ne rivalutavano la critica della concezione personale della divinità, e ne leggevano l'opera cercando la conferma di una visione naturalistica e atea della realtà. Non meno importante per la genesi dell'illuminismo in Francia fu il pensiero d'impronta scettica di Pierre Bayle, in particolare la sua difesa della tolleranza e la polemica contro le superstizioni e i pregiudizi.

3  RAGIONE E SCIENZA

 Ad animare l'illuminismo è soprattutto il nuovo spirito scientifico dell'età moderna…

Sotto un certo profilo si può dire che nell'illuminismo convergono aspetti molteplici, e anche eterogenei, della filosofia e della cultura moderne, dalla rivoluzione scientifica avviata da Copernico e Galilei alle ripercussioni culturali indotte dalle esplorazioni geografiche, dal razionalismo di Descartes all'empirismo di Locke e dei suoi continuatori. Ma ad animare l'illuminismo è soprattutto il nuovo spirito scientifico dell'età moderna, cioè la convinzione che invece di consultare autorità come Aristotele e la Bibbia occorresse rifarsi da un lato all'osservazione diretta dei fenomeni, dall'altro all'uso autonomo della ragione. La fiducia nella ragione, coniugandosi con il modello sperimentale della scienza newtoniana, sembrava poi schiudere la possibilità di scoprire non solo le leggi regolatrici del mondo naturale, ma anche le leggi di sviluppo del corpo sociale. Si pensò allora che, usando saggiamente la ragione, sarebbe stato possibile un progresso indefinito della conoscenza, della tecnica e della morale.

 
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