Creato da: torrepreziosa il 24/09/2009
Tu lettore, palpiti di vita, orgoglio, amore, al pari di me, siano dunque per te i canti che seguono.
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La costruzione di un amoreSenza di te tornavo Senza di te tornavo, come ebbro, Pierpaolo Pasolini Ultimi commentiMenuBig WaltOhimè! O vita! Per queste domande sempre ricorrenti,
per la folla infinita di infedeli, per le città piene di sciocchi, per il mio continuo rimproverarmi (perché chi è più sciocco di me e più infedele?) Per gli occhi invano assetati di luce, per gli oggetti perfidi, per la lotta sempre ritrovata, per gli scarsi risultati di tutti, per le sordide folle che vedo attorno a me avanzare con fatica, per gli anni inutili e vuoti di coloro che rimangono, con il resto di me avvinghiato, La domanda, Ohimé! Così triste, così ricorrente -Cosa c'è di buono in tutto questo? Ohimé! O vita! [Risposta] Che tu sei qui - che la vita esiste, e l'identità, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuire con un verso. DioAmore, MariaEssere dueNell'aria dappertutto invisibile,ma tuttavia là: toccarti, essere toccata da te,
come in un gioco. Tra noi soffia il vento. Tento di acchiapparlo, ma il soffio ci separa. E, più aspiro a te, più l'aria mi sfugge. Respiro l'aria che mi ha inspirata. La lodo, e riscopro la mia via: la libertà, l'altitudine. Questo luogo è mio, forse nostro. L'una vi conduce l'altro. Se ciascuno coltiva il respiro, forse possiamo incontrarci-assaporare insieme l'aria, in lei amare la vita. Giocare a essere e divenire semplicemente vivi, di corpo e di anima. Per custodire e te e me, per rimanere due, devo imparare l'amore. Scendere nel cuore, mantenervi il respiro, non esaurirlo nell'opera, non paralizzarlo nel mentale. Armonizzarlo fra le spalle. Finché crescano delle ali? Ripiegate intorno a me, mi aiutano a restare in me, a non uscire da me per nulla, a resistere alla seduzione, alla violenza. Contemplo il fuori ma anche il dentro. Penso senza rinuncia a te, a me, a noi. Amo a te, amo in me. Il respiro va e viene vita, affetto, intenzione. In me. In due. il pazzovorrei sempre pazienti così...
Vuoto d'amoreSpazio, spazio, io voglio, tanto spazio forse posso dire la miaL'uomo e il mareSempre il mare, uomo libero, amerai! C.Baudelaire Oggi sono ioOh capitano! Mio capitano!Oh Capitano! Mio Capitano! come sei veramenteAttesa
Vincenzo Cardarelli claire de luneSheTodo cambia |
Felicità in questo mondoNon c'è felicità più grande per gli esseri viventi che recitare Nam Myoho Renge Kyo. Fiore di loto
Post n°61 pubblicato il 03 Febbraio 2011 da torrepreziosa
Post n°60 pubblicato il 17 Gennaio 2011 da torrepreziosa
Post n°59 pubblicato il 25 Dicembre 2010 da torrepreziosa
Post n°58 pubblicato il 09 Dicembre 2010 da torrepreziosa
Post n°57 pubblicato il 17 Novembre 2010 da torrepreziosa
” Domandare perchè vi sia il male nell’esistenza, è lo stesso che domandare perchè vi sia l’imperfezione, o in altri termini perchè addirittura esista una creazione. Consideriamo come ammesso che le cose non possano andare altrimenti, che la creazione debba essere imperfetta, debba essere graduale, e che sia ozioso domandare: perchè esistiamo? Invece il vero quesito che ci dobbiamo porre è questo: l’imperfezione è la verità finale? cioè il male è assoluto e definitivo? Il fiume ha i suoi argini, le sue rive; ma un fiume consiste tutto nelle rive?….La corrente del mondo ha i suoi argini, non potrebbe altrimenti esistere; il suo fine però non consiste negli argini che la contengono, ma nel suo movimento diretto verso la perfezione. Non è meraviglia che debbano esistere in questo mondo contrarietà e pene, ma che vi siano la legge e l’ordine, la bellezza e il piacere, la bontà e l’amore… L’uomo ha trovato il gran paradosso che il limitato non è racchiuso nei suoi limiti, ma è sempre mobile, e si spoglia quindi ad ogni istante della sua qualità di limitato. In realtà, imperfezione non vuol dire negazione della perfezione, il finito non è in contraddizione coll’infinito; essi sono semplicemente il tutto che si manifesta nelle parti, l’infinito che si rivela nei limiti. Il dolore che è la sensazione della nostra finitezza, non è cosa stabile; non è fine in se stesso, come è il piacere; l’incontrarcisi fa comprendere che esso non ha parte nella vera permanenza della creazione, è quello che l’errore è nella vita intellettuale. Riandando alla storia del progresso scientifico, ci aggiriamo come in un labirinto di errori che la scienza ha accreditati nelle varie epoche. Tuttavia nessuno penserà sul serio che la scienza sia il vero mezzo per diffondere l’errore. La progressiva conquista del vero è il fatto che importa tener presente nella storia della scienza, non le sue innumerevoli aberrazioni. L’errore per sua natura non può essere stabile…come l’errore intellettuale, così il male di qualunque altra specie, ha per sua stessa essenza l’instabilità…Ad ogni attimo viene modificato dal complesso delle cose ed il suo aspetto rimane mutevole; noi ne esageriamo l’importanza immaginandolo in stato di permanenza…E’ come se calcolassimo il peso dell’aria che grava su ogni pollice quadrato del nostro corpo, per dedurre che deve essere tale da schiacciarci. ”
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Inviato da: OneDestination
il 16/08/2016 alle 20:02
Inviato da: xalex27
il 05/08/2014 alle 22:06
Inviato da: daredevil665
il 28/07/2014 alle 15:07
Inviato da: daredevil665
il 25/10/2011 alle 23:38
Inviato da: torrepreziosa
il 25/10/2011 alle 23:23