Post n°242 pubblicato il 20 Settembre 2016 da MarianneWerefkin
Dopo un periodo lavorativo vertiginoso, oggi, primo giorno di quiete e routine tranquillizzante, inizio ad accusare il colpo. Esco dal lavoro e la prima cosa che faccio è fiondarmi da un fruttivendolo a comprare arance. La seconda, ben ponderata e più incisiva, è virare in farmacia per comprare tachipirina. Non so ancora in quale successione assumerò tali sostanze. Non la vedo bene. |
Post n°241 pubblicato il 22 Luglio 2016 da MarianneWerefkin
Con WordPress non è mai stata scoccata scintilla, non ho trovato affinità e l'essermi sentita immediatamente dispersa nel nulla e per giunta non aver neppure tentato di rendere quell'ambiante leggermente familiare e accogliente ha fatto sì che anche questa fine, annunciata qui su libero, non fosse, come una marea di altre volte, definitiva. E' un discorso un po' lungo quello degli addii annunciati e poi con il tempo revocati, ma trovo veramente controcorrente e fico, al giorno d'oggi, rispetto agli esempi di testarda coerenza e lapidaria solennità che mi ritrovo davanti e mi circolano attorno, per non parlare di chi in passato ha attraversato la mia strada, ogni tanto riuscire a concedermi il lusso di cambiare idea, a maggior ragione se si parla di piattaforme informatiche. Che considero tutt'ora un passatempo. Le cose non sono cambiate. Mi perdo in preamboli ai quali piace dar fiato solo a me. Qui però, in questo pomeriggio come in molti altri, seduta su questa seggiola, a pochi giorni dalla partenza con la mia famiglia per la Francia, c'è un tarlo che non so più come mandar via e ricorre nei miei pensieri nelle notti insonni, nell'entusiasmo che metto nel trovar territori appassionanti da osservare lontano da casa, nel sentir la partenza nelle vene e la serenità di un sedile aereo in decollo. La serietà non esclude il divertimento. Poi però accade che le domande arrivino dopo i controlli di sicurezza. -Vengono usati anche bambini per fare attentati?-. E vedi tua figlia piegata dalla gravità della risposta che abbassa lo sguardo guardando il niente, e rimuove la risposta dopo due secondi tornando a ridere o litigare con la sorella, sopportando la realtà come può un bambino.
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Post n°240 pubblicato il 23 Febbraio 2015 da MarianneWerefkin
Nell'ultimo periodo per qualche ragione astrale che ancora non mi so spiegare, ma fortemente voluta e sudata, mi ritrovo ad aprire riunioni. Non ho ancora raffinato il metodo, non sono ancora in grado di reggere l'ansia dell'inizio, della primissima parola. Solitamente mentre pronuncio il primo suono -guardo ma non vedo- . Spesso mi capita di sorridere discretamente, capita sovente che l'inizio sia preceduto da qualche battuta, solitamente riguardo la mia goffaggine o buffaggine o il mio bruttissimo difetto di essere prolissa, che l'ultima volta che ho iniziato dicendo -Sarò breve...- non ho potuto trattenere neppure io, neppure gli altri, una sonora risata vista l'incredibile cazzata appena espressa.
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Post n°239 pubblicato il 18 Febbraio 2015 da MarianneWerefkin
Al suo rimprovero mi ritrovo ad osservare il mio orologio perplessa. Non è tardi, quanto tempo mi sarò soffermata ad osservare quell'abbraccio sentendo acqua fluire? Trenta secondi, non di più. Eppure lo vivo ogni giorno, adesso costantemente. C. freme, trema. Il suo corpo si è fermato a virgulto. Non so come faccia a stare in piedi, ma prosegue con il caffè senza zucchero e le sue risate isteriche. Io invece ho bisogno di zuccheri, di sole, di fumare, di calore e di estate, girando il caffè nella tazzina. Usciamo. Le altre due che ci hanno raggiunto sono invisibili, se le guardassi vedrei la facciata di S. Apollinare, le loro voci a pochi centimetri mi sembrano un eco incomprensibile distante anni luce. Non ci penso, non voglio distrazioni. Un'altra risata isterica da parte sua mentre mi racconta un aneddoto che dimentico all'istante. Voglio arrivare la. Lo voglio subito, pioggia di merda. Si aprono le porte, dirigo lo sguardo al tavolo di lavoro dietro al quale saremo squadra, dopo sveglie puntate all'alba, ore notturne a inviare posta, intuizioni improvvise all'una, alle due, a cercare il termine adatto, a costruire strutture progettuali efficaci, puntuali, fluide ed in sintonia con dieci storie. I miei compagni. A motivarle, a ragionarle, a scrivere poi - lo so è tardi, ma ci sei? Ho bisogno di un'opinione- e sentire all'istante il telefono vibrare - lo sai che non dormo mai, dimmi-. E avvertire un immenso piacere dissolvere l'ansia, realizzando di essere solo a metà strada. |
Post n°238 pubblicato il 13 Febbraio 2015 da MarianneWerefkin
Proseguo sul marciapiede bagnato, devo stare attenta a non scivolare. - La sua gamba da oggi è come una macchina d'epoca-. Potrei spingermi di più, scivolare, rialzarmi, ma l'ultima caduta è stata dannosa e non voglio risentire quel male. L'anno è iniziato peggio. Anche quest'anno. Il ricordo del pensiero che feci ad inizio 2010, qualche minuto dopo la mezzanotte mi sconvolge ancora. Sul divano, con in braccio la piccola che dormiva valutai fra una riflessione e l'altra che finalmente un periodo era finito, non arrivai a tirare un sospiro di sollievo che un eco nelle orecchie partito da non so dove, ma sicuramente da un inferno invisibile, mi rammentava che al peggio non c'è fine. - Può sempre andare peggio-, scansando una pozzanghera d'acqua, sento queste parole come fosse ieri. Intravedo C. In lontananza, la sto raggiungendo. E mi sciolgo d'affetto. Di stima e di gratitudine. Non ho altre parole. È un bene. Camminando verso di lei, passo accanto ad una piccola cascata d'acqua che scende da una grondaia, si apre un paradiso, ho l'immagine negli occhi di due uomini che ad un funerale si abbracciano. Questo è stato l'inizio del 2015. Ed io ho la certezza assoluta che - tutti gli uomini dovrebbero essere così-. C. Mi rimprovera che ho fatto tardi. Ma sono in anticipo. |
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