PIERLUIGI LUPORACCONTI |
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« FALCHI ALL'ATTACCO! | Follie d’amore » |
Lei, Pinuccia, 66 anni e lui, Rodolfo, 67. S’erano conosciuti durante una vacanza in montagna. Ed avevano seguitato la conoscenza attraverso la posta elettronica. Poco a poco la confidenza s’era trasformata in qualcosa di più grande: in amore. Fin qui nulla di eccezionale, perché, si sa, l’amore non conosce età. Ma c’è un particolare, i due sono entrambi ciechi, muti e sordi. Vivono nel buio e nel silenzio. Sopravvivere ad un handicap così pesante deve essere difficilissimo, se non impossibile. Ma loro ci sono riusciti: si sono conosciuti, amati e oggi sono sposati!
La storia di Pinuccia mette i brividi addosso. A pochi mesi dalla nascita, causa una febbre infettiva, rimane cieca e sorda. È la fine. Viene abbandonata nel Cottolengo di Milano. Il suo destino sembra segnato, vegetare per il resto della vita. Ma non è così. Fin da bambina, Pinuccia, mostra un grande interesse per tutto ciò che la circonda. Ha il vizio di toccare tutto. È il solo modo che conosce per entrare in contatto col mondo. Se ne accorge una giovane insegnante, volontaria, che prende a cuore il problema della piccola sventurata. Studia a fondo un caso simile avvenuto in America e con pochi mezzi e tanta passione riesce a mettersi in contatto con la bimba. Il canale di comunicazione è il tatto. Attraverso questo nuovo linguaggio la giovane volontaria insegna alla bambina. E ottiene risultati sorprendenti. All’età di 10 anni Pinuccia è in grado di frequentare la prima elementare all’Istituto per ciechi di Milano. Studia con dedizione e profitto fino a diplomarsi alla scuola Magistrale. S’iscrive anche all’Università, Magistero linguistico, ma dopo due anni è costretta a smettere perché mancano i testi in braille su cui poter studiare. Ma Pinuccia non si ferma, apprende tutte le varie scritture per ciechi e si rende utilissima nel trascrivere libri in braille. Infine impara ad usare il computer. Un computer speciale che traduce il linguaggio braille.
Anche Rodolfo è cieco, sordo e muto. Ma ha imparato anche lui ad usare il computer. E proprio questo potente mezzo è riuscito ad avvicinarli e ad annullare il loro handicap e a far nascere l’amore. Un amore che adesso vive attraverso il tatto. I novelli sposi, infatti, si parlano toccandosi le mani con le dita. E il tocco di quelle dite è tanto dolce quanto l’amore che si portano dentro.
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