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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...
Proclama all’occidente “’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole. Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”. ......................................... IL CUCULO... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati... SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESEQUESTA E' SPARTA!Dichiarazioni DIRITTI UMANIDichiarazione Universale ................................ Dichiarazione Universale ................................ |
IL CUCULO: NATURA INSEGNA... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati... LEGGI TUTTO Messaggi di Giugno 2012
Post n°903 pubblicato il 12 Giugno 2012 da lecasame
8 giugno 2012 A Milano la sinistra boccia una mozione della Lega per ricordare il commissario Calabresi Il centro-sinistra milanese, quello del “popolo arancione” e del “vento che cambia” di Pisapia, sembra proprio voler tornare alle barricate degli anni ’70. Gli anni delle Hazet 36, di “Uccidere un fascista non è reato” e delle P38. Gli anni delle uccisioni di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi, e dell’agguato mortale al commissario Luigi Calabresi. Oggi, il capo di gabinetto dell’ufficio del vice-sindaco è Maurizio Azzolini, uno che non si faceva problemi a sparare ai poliziotti durante i cortei degli anni di piombo. Ma non basta: la maggioranza di centrosinistra del Consiglio di Zona 4 del Comune di Milano ha bocciato ieri sera una mozione della Lega Nord che chiedeva di organizzare un convegno in memoria del commissario di Polizia Luigi Calabresi, in occasione del quarantennale della sua uccisione a Milano. Ecco il testo della mozione: Oggetto: convegno figura di Luigi Calabresi
Il 17 maggio 1972 cadeva ucciso sotto i colpi esplosi alle sue spalle da un commando di extraparlamentari di sinistra, il commissario di Polizia Luigi Calabresi. Il dirigente di PS stava uscendo di casa per recarsi al lavoro, come ogni mattina, disarmato e senza scorta. Il grave fatto di sangue avvenne al culmine di una campagna politica di disinformazione mossa contro l’allora vice-responsabile dell’ufficio Politico della Questura di Milano. Calabresi nonostante le continue e reiterate minacce ricevute da molti gruppi dell’estremismo comunista, non accettò la promozione e il trasferimento ad altra sede che pure gli vennero offerti, per poter continuare a vivere e lavorare nella nostra città. Ricordando Le motivazioni con le quali il presidente della Repubblica il 12-05-2004 lo insignì alla memoria della medaglia d’oro al valor civile: “Fatto oggetto di ignobile campagna denigratoria, mentre si recava sul posto di lavoro, veniva barbaramente trucidato con colpi d’arma da fuoco esplosigli contro in un vile e proditorio attentato. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed alto senso del dovere”. Il Consiglio di Zona 4 si impegna A celebrare entro il 2012 – anno nel quale ricorre il quarantennale del suo omicidio – la figura del commissario Calabresi attraverso un convegno/incontro pubblico aperto alla cittadinanza con il coinvolgimento delle scuole al fine di mantenerne viva la memoria e far conoscere alle nuove generazioni il suo impegno per la sicurezza e la legalità. L’organizzazione dell’iniziativa sarà disciplinata dalle competenti commissioni consiliari. Sdegnata la reazione del capogruppo della Lega, Paolo Guido Bassi, primo firmatario della mozione:
di Riccardo Ghezzi http://www.qelsi.it/2012/a-milano-la-sinistra-boccia-una-mozione-della-lega-per-ricordare-il-commissario-calabresi/
Post n°902 pubblicato il 08 Giugno 2012 da lecasame
In bicicletta in aula, insegnante lo rimprovera e lui la aggredisce: denunciato Bollate, 8 giugno 2012 - Rimproverato dall'insegnante perché si era messo a girare con la bicicletta all'interno dell'aula - teatro' della scuola ha reagito aggredendo la donna. Per questo motivo, un 15enne di un istituto scolastico di Bollate è stato denunciato in stato di libertà. Per l'insegnante, 62 anni, medicata all'ospedale, alcune ferite al viso e 4 giorni di prognosi. Secondo le prime informazioni dei carabinieri, sia il ragazzo che i suoi genitori erano già noti alle forze dell'ordine. ............................................................... Mi è bastata una breve ricerca nel web per scoprire che l'aggressore è ALBANESE. Nell'articolo qui sopra però non viene detto...
Post n°901 pubblicato il 08 Giugno 2012 da lecasame
Torino, tubercolosi fra gli studenti: 30 casi positivi TORINO, 7 GIU – Quasi il 20% dei compagni dei cinque giovani tirocinanti di medicina che l'anno scorso, all'ospedale Molinette, si sono ammalati di Tbc risultano positivi al batterio. E' quanto emerge dai test ordinati dalla Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria. Le analisi sono state svolte su 153 studenti: i positivi sono trenta. Gli inquirenti ritengono che il test, effettuato da un centro specializzato, dimostri come la situazione, dopo i primi casi di Tbc, non sia stata fronteggiata adeguatamente. Il pm Raffaele Guariniello procede per disastro, epidemia e lesioni colpose. Nel registro degli indagati figurano i nomi del preside della facolta' di medicina, Ezio Ghigo, e di Rossana Cavallo, presidente del corso di laurea di medicina interna. Le trenta positivita', insieme ai cinque casi di Tbc, riguardano i giovani che frequentavano il cosiddetto ''canale A'' del tirocinio; il monitoraggio del ''canale B'' ha portato alla luce, fra 147 soggetti, una sola positivita'. Fra i problemi affrontati dall'inchiesta c'e' anche quello delle aule di studio, che non appaiono a norma. Nei prossimi giorni il Ministero della Salute dovrebbe diffondere una circolare con le linee-guida da seguire in casi analoghi. La procura di Torino ritiene che i tirocinanti debbano essere equiparati ai lavoratori e, quindi, sottoposti a sorveglianza sanitaria. 7 giugno 2012
Post n°900 pubblicato il 08 Giugno 2012 da lecasame
Svizzera: gli imam hanno il diritto di consigliare “di battere le donne quando si ha bisogno di fare sesso„ “L'uomo ha bisogno di sesso. È per questo che, se sua moglie si rifiuta ed in casi estremi, può batterla.„ Queste parole pronunciate in un reportage televisivo dal segretario dei musulmani di Basilea non è reprensibile, secondo la giustizia. Il segretario della Comunità musulmana di Basilea, Aziz Osmanoglu si è trovato per la seconda volta mercoledì dinanzi al tribunale di Basilea. Il 1° aprile 2010, in un documentario intitolato “Hinter der Schleier„ (“dietro il velo„) diffuso alla televisione svizzera tedesca, spiega ai telespettatori che: “l'uomo ha bisogno di sesso. È per questo che, se sua moglie si rifiuta ed in casi estremi, può batterla.„ D'altra parte, trova che la flagellazione o l' amputazione della mano sono pene aventi un senso per i ladri. “Sarei anche per l'applicazione della charia„, prosegue. “Un appello al crimine ed alla violenza„ Queste parole offuscano numerosi telespettatori, ed il procuratore di Basilea ha avviato una procedura nel settembre 2010, essendo queste opinioni “un incitamento pubblico al crimine ed alla violenza„. In prima istanza, Aziz Osmanoglu è stato liberato. Il procuratore Eva Eichenberger ha fatto appello contro questo giudizio, riporta “Blick„. La legge svizzera rispettata “Le opinioni dell'imputato sono chiaramente un incitamento al crimine. In quanto segretario di una Comunità musulmana, ha un grande potenziale di influenzare gli altri„, è stato ricordato in seconda istanza. Aziz Osmanoglu nega queste allegazioni. “Nel documentario, volevo fare cadere i pregiudizi verso i musulmani, ma certamente non lanciare un appello alla violenza. Inoltre, il giornalista della televisione ha fatto uscire le mie opinioni dal loro contesto e sono sempre stato attento a fare attenzione a conformarmi al diritto svizzero. Ma questo aspetto non appare nel documentario.„ Di nuovo assolto Per il presidente del tribunale, Claudius Gelzer, le dichiarazioni di Aziz Osmanoglu hanno un carattere reprensibile. “La violenza verso le donne deve essere rigorosamente condannata e queste opinioni non sono eticamente o moralmente corrette.„ Ed il magistrato aggiunge: “Non si può rimproverargli di avere indotto direttamente qualcuno ad agire.„ È per questo che il procureure Eva Eichenberger si è ricongiunta al giudizio pronunciato in prima istanza: l'assolvimento.
Post n°899 pubblicato il 08 Giugno 2012 da lecasame
Napolitano a Tunisi,immigrazione arricchisce tessuto sociale Presidente a Tunisi, rafforzare legami euromed 16 maggio, 20:06 (ANSAmed) - TUNISI - "Negli ultimi decenni, il patrimonio umano e l'apporto economico, derivante dall'inserimento di immigrati dalla Tunisia e da altri Paesi mediterranei ha arricchito il nostro tessuto sociale e culturale". Lo afferma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oggi e domani in visita a Tunisi, in un'intervista al settimanale tunisino 'Réalités'. Napolitano sottolinea che con la Tunisia "da tempo cooperiamo efficacemente in materia di immigrazione clandestina, e abbiamo continuato a farlo anche in periodi obbiettivamente difficili. .................................................................... L'immigrazione ha arricchito il nostro tessuto sociale e culturale?! NAPOLITANO MENTE SAPENDO DI MENTIRE
Post n°898 pubblicato il 08 Giugno 2012 da lecasame
Intenzioni di voto del 07/06/2012 Quesito 1: Se ieri si fossero tenute le elezioni politiche, per quale partito avrebbe votato? Sondaggio Spincon per L’Opinione. Le interviste sono state effettuate su di un campione stratificato per sesso, età e ampiezza dei comuni. Metodo di raccolta delle informazioni: CAWI. Numero delle persone interpellate e universo di riferimento: 1.580 casi, popolazione residente in Italia, di 18 anni e oltre, di entrambi i sessi ed appartenenti a qualsiasi condizione sociale. Per approfondire:
Post n°897 pubblicato il 07 Giugno 2012 da lecasame
7 giugno 2012 Mirandola, fischi a Napolitano: 'Buffone' Applausi dagli sfollati ma anche molti fischi all'indirizzo del capo dello Stato Giorgio Napolitano in visita nelle tendopoli di Mirandola: in mezzo alla folla qualcuno grida "Vattene, buffone" di Michele Smargiassi
Post n°896 pubblicato il 06 Giugno 2012 da lecasame
Così i contribuenti pagano il pizzo alla 'ndrangheta sulla Salerno-Reggio Calabria Lidia Baratta Lungo la Salerno-Reggio Calabria la 'ndrangheta continua a imporre il pizzo alle imprese, pretendendo il 3% dell'importo dei lavori. Un "costo sicurezza" che le ditte coprono gonfiando le fatture. Così i soldi pubblici per completare la A3 finiscono nelle tasche delle ’ndrine. É quello che ha scoperto la Dda di Reggio Calabria. Si era presentato nel cantiere lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria a bordo di una vespa giallo chiaro e con un casco grigio in testa. Rivolgendosi al titolare della ditta, di origini siciliane, aveva chiesto con tono minaccioso se ritenesse giusto fare un lavoro a Scilla senza far «campare le persone del posto». L’“aiutino” ammontava a 6 mila euro: il 3% dell’importo dei lavori dell’impresa. E «non meno». Per lavorare sui cantieri della A3, così come era già stato accertato nell’area di Gioia Tauro, Rosarno e Palmi, tutti dovevano pagare. E a Scilla, piccolo comune calabrese affacciato sullo stretto di Messina, la riscossione del pizzo spettava a loro, gli affiliati della cosca di ‘ndrangheta Nasone-Gaietti. Un «costo sicurezza» da inserire nella lista delle spese, che le imprese cercavano di coprire gonfiando le fatture. In questo modo, i soldi pubblici usati per i lavori di ammodernamento della A3 finivano direttamente nelle tasche delle ’ndrine. È quello che è emerso dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia e dei Carabinieri di Reggio Calabria, che all’alba del 30 maggio scorso hanno portato all’arresto di dodici presunti affiliati al clan di Scilla, accusati di aver esercitato il «controllo mafioso» sui lavori autostradali. Nell’ambito dell’operazione sono anche stati sequestrati 32 appartamenti, palazzi, terreni, un bar, conti correnti bancari, polizze assicurative e altri prodotti finanziari per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Nei mesi scorsi, gli affiliati della cosca Nasone-Gaietti si erano fatti sentire eccome. Escavatori distrutti, automobili incendiate, minacce ai titolari e agli operai. Tutte le imprese che non pagavano o ritardavano il pagamento del 3 per cento, dicono gli inquirenti, venivano colpite. E molti imprenditori, per evitare il danneggiamento di macchine molto costose, avevano accettato di pagare. Per far fronte al pagamento del pizzo, le vittime usavano diversi metodi «elusivi ed evasivi», ha raccontato Ottavio Sferlazza, procuratore facente funzioni di Reggio Calabria, nel corso della conferenza stampa. Uno dei trucchi usati era quello della «sovrafatturazione». In una conversazione telefonica, Franco Nasone racconta a Carmelo Calabrese la situazione di difficoltà in cui si trova l’imprenditore che gli ha appena consegnato una somma di denaro. Il motivo della difficoltà sono i controlli a tappeto della Capitaneria di Porto, che non permettono con facilità di continuare a fatturare una quantità di cemento superiore a quella realmente caricata sulle betoniere. «Che sono due metri in meno sulla betoniera», dice l’imprenditore taglieggiato, «invece di caricarne otto, ne caricano sei». In questo modo, ha spiegato Sferlazza, l'estorsione «comporta altre violazioni della legge da parte degli imprenditori per coprire i costi determinati dalle imposizioni parassitarie del pizzo». Grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche, è emerso come i membri del clan, che conoscevano «in maniera minuziosa le aree del cantiere», pianificassero con cura i danneggiamenti contro le imprese “non obbedienti”. Prendendo anche particolari precauzioni perché le forze dell’ordine non individuassero i colpevoli. Ogni atto, scrivono gli inquirenti, faceva parte di una precisa «strategia della tensione» per imporre il controllo sul territorio. La cosca metteva in atto una escalation di avvenimenti «sempre pianificata, concepita e metodicamente realizzata». Anche perché, spesso, erano gli stessi affiliati al clan a essere imposti come nuovi assunti alle imprese taglieggiate, diventando «veri e propri collegamenti con i criminali di riferimento». L’inchiesta della procura di Reggio Calabria ha preso l’avvio dalla denuncia di un imprenditore di Catania, al quale, su un importo dei lavori pari a 245 mila euro, era stato imposto il pagamento di 6 mila euro. Ovvero, il 3 per cento. «Nella circostanza», racconta l’imprenditore, l’uomo con la Vespa gialla e il casco grigio «mi faceva capire che anche le altre imprese che lavorano in zona sono soggette alle medesime richieste e che è normale che corrispondano una cifra proporzionale all’importo dell’appalto che stanno eseguendo. […] Mi chiedeva di consegnare tale somma entro tre giorni. […] Io, manifestando nuovamente difficoltà a reperire la somma richiesta, concordavo la consegna di 4.000 euro». L’imprenditore siciliano ricorda anche di aver chiesto a quell’uomo «se fosse stato lui a bruciarmi il compressore». E il picciotto rispose che «la colpa del danneggiamento è la mia poiché dovevo rivolgermi prima di iniziare i lavori ad un qualche soggetto non meglio specificato del luogo per pagare la somma di denaro che in quel momento mi stava chiedendo lui». Il «lui» di cui l’imprenditore parla è Giuseppe Fulco, nipote di Giuseppe Nasone, ex capocosca ucciso in un agguato nel 1987. Il 1 giugno del 2011 Fulco venne trovato con le tasche piene dei 4 mila euro consegnati poco prima dall’imprenditore siciliano. Nonostante una condanna in primo grado a nove anni, l’affiliato della cosca Nasone-Gaietti – in base alle intercettazioni ambientali in carcere disposte dalla Dda reggina - avrebbe continuato a dare indicazioni ai familiari che andavano a trovarlo sulle modalità di prosecuzione della estorsione. Secondo i colloqui intercettati dagli inquirenti, a fare da tramite sarebbe stata soprattutto la sorella di Fulco, Annunziatina (sottoposta a fermo), che avrebbe avuto proprio «il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, di inviare ‘imbasciate (messaggi, ndr) anche a soggetti detenuti, di partecipare alle riunioni ed eseguire le direttive dei vertici dell’associazione impartite anche dal carcere, riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio». Il clan continuava in questo modo a versare “la mesata” a Fulco e a spartire con lui gli utili delle estorsioni. In base alle intercettazioni telefoniche e ambientali registrate anche nel bar "La Genziana" di Scilla (gestito da Francesco Nasone, indagato), a capo della cosca ci sarebbe stato il boss 68enne Virgilio Giuseppe Nasone, «con compiti di decisione, pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie generali del sodalizio criminoso». La “famiglia”, che aveva continuato a imporre il pizzo alle aziende appaltatrici nonostante l’arresto di Fulco, esercitava sul territorio un controllo talmente capillare da aver incendiato uno storico chioschetto dei panini del porto di Scilla, il cui titolare aveva “osato” chiedere al Comune l’autorizzazione a occupare uno spazio della piazzetta del paesino di interesse del clan. La cosca Nasone-Gaietti, dicono gli inquirenti della Dda di Reggio Calabria, costituisce «una delle proiezioni territoriali della ‘ndrangheta nella fascia tirrenica della provincia di Reggio Calabria, non solo in considerazione delle sentenze passate in giudicato», ma soprattutto perché nel corso delle indagini «è emerso in modo chiarissimo che la predetta consorteria è legittimata, oltre che a “sollecitare” attraverso reiterate azioni di danneggiamento ed intimidazioni, ad imporre ed a riscuotere, nella rispettiva zona di competenza, una quota dei proventi delle estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 Sa-Rc (il famoso “tre per cento” del capitolato), somma pretesa a titolo di imposizione di “pizzo” anche in Calabria da parte delle cosche che esercitano il proprio dominio nei territori in cui vengono eseguiti i lavori», esercitando «il pieno controllo del territorio e la gestione di altre fette del tessuto economico seppure non coinvolte nei citati lavori di ammodernamento». Questa operazione, ha detto il procuratore Sferlazza, «ha colpito una delle principali attività parassitarie delle organizzazioni mafiose e ha consentito di mostrare la presenza di uno Stato che si riappropria della propria sovranità su un territorio controllato dalle associazioni mafiose». Così come lo Stato fa esercita il controllo tributario, «le cosche pretendono di imporre il pizzo». Mentre questa, ha ribadito, «deve restare una prerogativa riservata allo Stato». La novità dell’operazione riguarda anche il metodo in cui è stata condotta. Le indagini, infatti, sono partite dalla denuncia dell’imprenditore siciliano, che ha permesso di fermare Giuseppe Fulco nel giugno 2011 con i 4 mila euro appena pagati e di procedere poi con le indagini. «Ci aspettiamo che tutti gli imprenditori facciano la loro parte», ha detto Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria. Proprio qualche mese fa sulla scrivania del magistrato era arrivata una lettera da parte del contraente generale che cura i lavori della A3, in cui venivano denunciate le continue intimidazioni ai danni delle aziende che lavorano sui cantieri e si chiedeva una maggiore attenzione da parte delle istituzioni. «Quando questa lettera è arrivata noi stavamo già indagando», ha raccontato Prestipino. «Noi abbiamo fatto la nostra parte», ha detto, «ora ci aspettiamo che anche quelli che hanno sollecitato il nostro intervento e la nostra attenzione facciano la loro parte. Ci aspettiamo che il contraente generale solleciti tutti gli imprenditori a essere collaborativi con l’autorità giudiziaria per contrastare l’attività criminosa».
Post n°895 pubblicato il 06 Giugno 2012 da lecasame
INDAGINI ANCHE IN PROVINCIA Patenti vendute a quattromila euro Inchiesta della Procura di Roma e della Dda: irregolarità e documenti rilasciati a chi non aveva mai sostenuto l'esame. Indagati 4 funzionari della Motorizzazione ROMA - Sei arresti e decine di indagati. Lo scandalo delle patenti facili a Roma rischia di tramutarsi in un caso eclatante: nella Capitale e in provincia di Roma è in corso dall'alba di lunedì 4 giugno l'esecuzione di una serie di misure cautelari nell'ambito dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Caperna, responsabile dei reati contro la pubblica amministrazione. Gli accertamenti sono stati affidati ai pm Roberto Felici e Carlo Lasperanza, quest'ultimo della Direzione distrettuale antimafia. IRREGOLARITA' ANCHE IN SEDE D'ESAME - Cinquanta agenti della Capitale e 30 di Ciampino, hanno eseguito 6 ordini di custodia cautelare, firmati dal gip Antonella Minunni, per irregolarità sul rilascio di patenti di guida. Le patenti sarebbero state vendute per cifre fino a 4 mila euro ad automobilisti che non avevano mai sostenuto o superato regolarmente l'esame di guida. Le irregolarità riscontrate riguarderebbero perfino gli esami stessi svoltisi presso le sedi romane della Motorizzzazione civile: una webcam nascosta avrebbe rivelato che alcuni esaminatori modificavano al computer i risultati dei test a quiz per la patente. DUE AUTOSCUOLE, 40 AGENZIE - Al centro della vicenda i titolari di due autoscuole, alle quali fa riferimento una rete di 40 agenzie di Roma, Anzio, Nettuno, Genazzano e altre località dei Castelli Romani. Nella concessione illegale dei titoli di guida a persone prive dei requisiti sarebbero coinvolti anche quattro funzionari della Motorizzazione Civile di via Salaria e via Laurentina. Le indagini, le intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno evidenziato un sistema di corruzione che consisteva nella «vendita» delle patenti per un prezzo che andava dai due ai quattromila euro. Redazione Roma Online 4 giugno 2012 | 21:01 http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_giugno_4/roma-patenti-facili-arresti-201462320881.shtml
Post n°894 pubblicato il 05 Giugno 2012 da lecasame
5 giugno 2012 Lega Lombarda, il neo segretario strizza l'occhio alle liste civiche. Invito a Formigoni a lasciare l'Expo Il patto di stabilità è una truffa Salvini carica i sindaci leghisti: al Nord i soldi del Nord di Luigi Chiarello Una Lega «grillina», che, per dirlo alla Grillo, non flirta né col Pdl, né col Pd meno L. Una Lega che preferisce le liste civiche «perché con loro si vince». Una Lega laica, «che lasci libertà di scelta sulle questioni etiche e la smetta di far battaglie contro aborto o divorzio breve». Ma soprattutto una Lega «che guardi al portafogli della gente» e, se è il caso, «rompa con Roma, dando ai sindaci l'input di non rispettare più il patto di stabilità». Matteo Salvini, dopo aver stravinto con l'80% dei voti il congresso regionale del Carroccio a Bergamo, da domenica è il neo segretario della Lega Lombarda. A ItaliaOggi svela la Lega che sarà. Bossi incluso. Domanda. Come cambia la Lega dopo la sua vittoria e la metamorfosi maroniana ? Risposta. Il progetto finale non cambia, cambia solo il modo di arrivarci. L'obiettivo è essere più efficaci e concreti. Continueremo le nostre battaglie contro l'immigrazione clandestina, l'arroganza islamica e la difesa dell'identità e della cultura padana in quartieri «arabeggianti». Ma l'emergenza oggi è economica; è lo stipendio, il lavoro. Premeremo l'acceleratore sul vil denaro per tenere al nord i soldi del nord. L'indipendenza resta il fine? R. Assolutamente si. Ieri ho riletto il programma della Lega Lombarda di 30 anni fa. Sembra scritto stamattina. Vede, noi non abbiamo bisogno di fare come Berlusconi. Lui fa i casting per trovare bei ragazzi e belle ragazze; per trovare un programma. Noi il programma lo abbiamo da tempo. D. Prime mosse? R. Ho sentito i nostri sindaci, vogliono disubbidire allo stato centrale nel nome del trattenimento delle risorse sul territorio. La Lombardia ogni anno «ci smena» 40 miliardi di euro di residuo fiscale; 4.000 euro a testa per lombardo. E' una gabella eccessiva in un momento di crisi. Faremo il possibile per trattenere questi soldi. Con le buone o con le cattive. D. Con le cattive? R. Nulla di violento. Penso alla disubbidienza. Vede, la Lega amministra 400 comuni_ D. Disubbidienza a cosa? R. Il patto di stabilità è una truffa. Nelle casse dei comuni lombardi ci sono soldi risparmiati che non si possono spendere. Ma il patto si fa con persone serie. E oggi, hai solo due strade: ho aumenti le tasse o disubbidisci al patto e spendi i soldi che hai. E' il momento di disubbidire. E, guardi, il malumore non è solo dei sindaci leghisti. D. Insomma, un occhio all'economia per riprendersi dalla batosta elettorale? R. Il tema economico deve diventare prioritario. Penso sia stato giusto partecipare ai governi, per tentare di cambiare le cose dall'interno. Ma non è andata bene. Quindi, è dai comuni, dai territori, dal nord, che devono arrivare le risposte economiche. D. Come? R. Dobbiamo essere più concreti. Vanno bene il federalismo e le battaglie di principio. Ma il portafogli, nei momenti di crisi, è l'unico linguaggio comprensibile. E noi, su questioni cruciali come gli studi di settore, grazie al buon Tremonti non abbiamo combinato un fico secco... D. Dopo i recenti scandali molti leghisti hanno rinnegato l'appartenenza. R. Se porteremo risultati seri la gente perdonerà gli errori commessi. D. Prima tutti Bossiani, ora tutti Maroniani? R. Tutti i leghisti sono bossiani. Ci ha portati fin qui. Detto questo la storia va avanti, la società si evolve. A Bossi si affianca Maroni. E chi si propugna bossiano e basta, lo fa per usare un cognome nel tentativo di salvare il posto. Il cerchio magico si è rotto. Da oggi, chi merita va avanti e chi viveva di luce riflessa si ferma un giro. D. Quali le alleanze politiche nel futuro? R. Se guardo alle amministrative, le alleanze che ci hanno fatto vincere sono quelle con le liste civiche. Quindi, né col Pd, né col Pdl. Non vedo alleanze a breve con i partiti di Roma. Ma facciamo salvo quel che è in corso. D. È una strategia «grillina». R. Si, con la differenza che la Lega ha un progetto, mentre Grillo si ferma solo ai no. Nulla dice su federalismo o immigrazione. Detto questo, ora la Lega deve lasciare libertà di coscienza sui temi etici. Deve tornare a essere una forza laica come era all'inizio. Serve meno ideologia. Non farò più battaglie contro il divorzio breve o contro l'aborto. Bisogna dare libertà di scelta e coscienza. Meno stato c'è meglio è. D. E i diritti degli omosessuali? R. Ho 39 anni e vivo a Milano, dove le coppie di fatto esistono. Non posso far finta di niente. Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma l'equiparazione dei diritti tra coppie etero e omo sulla casa o su altro non mi convince. La prevalenza va data alla coppia tra uomo e donna. D. Appena eletto segretario della Lega Lombarda ha subito chiesto a Formigoni di abbandonare la carica di commissario generale di Expo 2015. R. Su Expo siamo in ritardo. Serve un impegno 24 ore su 24, che un governatore non può dare. Sarebbe segno di saggezza passare la mano. A un commissario o a un delegato di comune accordo tra Pisapia e Formigoni. Non è un input politico, ma una riflessione ad alta voce. Se Formigoni la raccoglie, bene. Sennò auguri! D. E di Bossi che farete? R. C'è molto da fare. A fine giugno ci sarà il congresso federale, il lavoro non manca. La Lega è un movimento maturo per decidere assieme. D. Sarà ancora un simbolo? Portato in giro come la “madonna pellegrina”? R. Guardi, non so cosa farà Bossi. E non so se Maroni farà il segretario, anche se me lo auguro. E poi, mi sembra sia prevista la figura del presidente federale; Bossi ora occupa quel ruolo. Non so se sarà confermato, penso non ci siano problemi. http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1774656&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Il%20patto%20di%20stabilità%20è%20una%20truffa
Post n°893 pubblicato il 05 Giugno 2012 da lecasame
28 maggio 2012
Io ve lo dico e ve lo ripeto. La civilità occidentale sta andando letteralmente a puttane. Da una parte abbiamo l’integralismo islamico che vuole imporsi qui da noi, cercando di occupare i posti lasciati vuoti dal cristianesimo. E dall’altra stiamo demolendo quel poco di sano che resta della famiglia. Il fatto accade in Inghilterra. Le autorità sanitarie, per non offendere la sensibilità delle coppie gay, sostituiscono nel loro rivista “Ready Steady Baby” la parola “papà” (in inglese “father” o “dad”) con la più generica “partner”. Cioè, dico io: ma quale figlio chiamerebbe suo padre “partner”? È questo il futuro della famiglia? Non vi è dubbio che stiamo diventando sempre più patetici nella nostra ormai dichiarata ossessione per l’uguaglianza dei gay anche in settori e fenomeni sociali (come la famiglia) che non c’entrano un fico secco con l’omosessualità. di Martino http://www.iljester.com/2012/05/28/in-inghilterra-censurata-la-parola-papa-offende-i-gay/
Post n°892 pubblicato il 05 Giugno 2012 da lecasame
3 giugno 2012
Ci é ricascato. Dopo i “Vaffa” agli allora ministri Brunetta e La Russa, dopo quella pessima figura (ricordiamo l’infondatezza di quelle accuse in questo articolo) è ritornato alla carica e questa volta il suo moralismo da quattro soldi affonda il proprio colpo sulla visita del Papa a Milano.
Caro Iacchetti, premettendo che la visita del Papa a Milano non toglie soldi ai terremotati dell’Emila-Romagna, ma bensì porta un indotto di 58 milioni di euro (qui l’articolo), vorrei illuminarti su un piccolo dettaglio che probabilmente dall’alto della tua posizione di comico/attore ti é sfuggito: la Chiesa Cattolica ha donato alla popolazione colpita dal sisma 3 milioni di euro (ecco la notizia). Ma io sono sicura, ne sono certa, anche tu avrai donato ai terremotati una parte dei tuoi lauti compensi che Berlusconi (si dai, te lo ricordi? L’ex Presidente del Consiglio..hai mandato con un bel Vaffa a quel paese due dei suoi ministri…) ti ha versato per le tue trasmissioni a Mediaset.
di Silvia Conti http://www.qelsi.it/2012/caro-iacchetti-mi-spiace-ma-lezioni-di-moralita-da-te-non-le-accetto-proprio/
Post n°891 pubblicato il 04 Giugno 2012 da lecasame
Sud Tirolo Arrestato poliziotto: si faceva pagare da camionisti dell’Est Condannato per concussione: soldi in cambio di controlli “facili” Un poliziotto in servizio da alcuni anni al valico del Brennero è stato arrestato dai suoi colleghi per concussione. Si tratta dell’agente scelto Raffaele Morrone, 29 anni, originario di Caserta. E’ stato colto in flagranza di reato ieri a mezzogiorno. Pochi minuti prima aveva incassato 30 euro da due camionisti albanesi fermati per alcuni controlli al valico di confine. L’agente di polizia da qualche tempo era stato segnalato per un comportamento di servizio anomalo. Voleva sempre essere da solo al momento di controlli a camionisti dell’Est. E’ stato così notato mentre incassava del denaro. Non appena alcuni camionisti rimasti vittime della concussione hanno ammesso di aver pagato per evitare problemi e poter continuare il viaggio, il poliziotto è stato arrestato. Stamane l’agente Morrone ha patteggiato una condanna a 2 anni e 8 mesi di reclusione. Ovviamente è stato anche sospeso dalla polizia dalla quale sarà probabilmente espulso.
Post n°890 pubblicato il 04 Giugno 2012 da lecasame
01 Giugno 2012 Milano, pensionato sgozzato da due nordafricani per un orologio d'oro L'hanno aggredito in due, alle spalle, preso a pugni in faccia. Poi l'hanno sbattuto a terra nei giardinetti in cui stava facendo una passeggiata dopo aver accompagnato la moglie a fare la spesa. Uno gli ha sfilato il portafoglio dalla tasca, strappato l'orologio dal polso. L'altro gli ha piantato un coltello in gola. Poi sono fuggiti con qualche banconota e un Omega d'oro, valore duemila euro. Il prezzo della vita di un anziano, per i balordi. La polizia, adesso, è sulle loro tracce. Si cercano «due stranieri comunicava ieri mattina la centrale alle volanti probabilmente nordafricani ». «Due vigliacchi», secondo la moglie della vittima, Luigi Q., 75 anni, ex fruttivendolo. «Due belve che volevano ammazzarlo ». E ci sono quasi riuscite.
Post n°889 pubblicato il 04 Giugno 2012 da lecasame
3 giugno 2012 MILANISTAN Il Comune di Milano regala ai musulmani altri 90mila euro. Emergenza infinita per la preghiera del venerdì. Tra pochi giorni scade l’affitto del tendone-moschea a Lampugnano ma è già pronta la terza proroga La chiamavano «soluzione provvisoria». Con la prossima proroga, i fedeli musulmani raggiungeranno un anno di preghiera sotto la moschea-tendone montata nell’ottobre scorso dal Comune di fianco al Palasharp, zona Lampugnano. Il conto per i primi tre mesi era stato di novantamila euro, a carico dei milanesi. Bisognava pagare sia l’installazione che l’affitto della tensostruttura fornita dalla ditta Tensotend spa. L’«emergenza» non è finita a gennaio, tant’è che «per il tempo strettamente necessario», come aveva spiegato il vicesindaco Maria Grazia Guida, la concessione dei due tendoni a inizio anno è stata allungata per altri cinque mesi. La spesa è visibile a tutti sull’Albo pretorio: altri novantamila euro per il periodo 11 gennaio 2012-10 giugno 2012, ossia domenica prossima. Nei giorni scorsi il consigliere leghista Alessandro Morelli, mentre si discuteva di tagli al Bilancio 2012, ha avvertito: «Tra pochi giorni termina la copertura dei costi d’affitto e la giunta, che solo quest’anno ha già buttato dalla finestra 90mila euro dei milanesi non sa ancora che pesci pigliare. Non penserà di spendere altri soldi? Sta diventando una tassa di scopo pro-moschea». I tecnici in realtà stanno definendo solo la nuova convenzione, «dovremo prorogare ancora l’affitto della tensostruttura vicino al Palasharp - ammette l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli -, immagino che sarà l’ultima volta». Ma almeno per altri cinque mesi, e «presumibilmente si spenderanno ancora 90mila euro». Fanno circa 500 euro al giorno, ma è facile intuire che la spesa per l’utilizzo effettivo salirebbe esponenzialmente contando che i fedeli si recano a Lampugnano per la preghiera del venerdì. Era stato il prefetto nel 2008 a dichiarare l’emergenza, per evitare l’occupazione dei marciapiedi di viale Jenner il venerdì aveva imposto il trasloco al Palasharp, senza oneri per il Comune (il centro islamico pagava un affitto per le giornate di affitto al gestore dell’impianto). Quando è iniziato lo smantellamento del palazzetto lo scorso ottobre, la giunta di sinistra si è fatta carico di quello che il vicesindaco aveva definito un «servizio di accoglienza». Il Comune affitta il tendone, il Centro islamico paga le utenze e l’occupazione del suolo pubblico. «Con lo strumento del Pgt troveremo una soluzione definitiva - spiega Granelli - ma l’approvazione del Piano in aula è arrivata solo una settimana fa». Dunque: avanti con la terza proroga, che formalmente dovrebbe essere confermata dalla giunta nella seduta di venerdì prossimo. E la moschea di Lampugnano potrebbe ospitare anche la festa di «Aid al fitr», la festa con cui il 19 agosto si chiuderà il Ramadan. I 14 centri islamici che aderiscono al Caim (il coordinamento delle moschee milanesi) hanno deciso per la prima volta di unirsi per una grande preghiera collettiva. Il luogo «è da definire - spiega il portavoce Davide Piccardo - ma potrebbero arrivare decine di migliaia di fedeli». La Casa della cultura islamica di via Padova invece celebrerà da sola la fine del Ramadan.
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Inviato da: cassetta2
il 13/04/2021 alle 15:36
Inviato da: generazioneottanta
il 15/07/2016 alle 13:42
Inviato da: scampipercena77
il 01/02/2016 alle 12:50
Inviato da: lecasame
il 14/06/2014 alle 18:21
Inviato da: livio.belloli
il 25/04/2014 alle 13:49