Creato da maria.carrassi il 27/02/2010

Nell'Infinito

... tentai di conoscere me stessa

Messaggi di Novembre 2023

U. Ridi cit.

Post n°4856 pubblicato il 30 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

L'UOMO E IL DRAMMA DEL DOLORE

Sono convinto che l'uomo, come individuo autocosciente, derivi da un'evoluzione della forma e della qualità, che ha iniziato con espressioni semplici come il cristallo, per passare alla sensibilità del vegetale, al pensiero istintivo dell'animale e infine al pensiero razionale dell'uomo.

È così che gli urti con gli eventi naturali, nelle forme più semplici di espressione, e la competizione negli animali, hanno permesso lo sviluppo di un'autocoscienza che ha trovato il suo apice nell'uomo.

Da questo principio, posso ragionevolmente supporre che ogni cosa che accade sia una reazione a un evento precedente che, stimolando la nostra reazione, produrrà altri eventi. È una catena di cause ed effetti che ci vede protagonisti in ogni situazione e artefici del nostro destino.

In questo percorso di autoconoscenza e consapevolezza, il dolore è semplicemente un avvertimento, uno stimolo a muoverci quando la nostra posizione non è in armonia con il flusso di questi eventi.

Il nostro compito primario è trovare questa armonia, e possiamo farlo rendendoci consapevoli di ciò che siamo e delle motivazioni profonde che rappresentano l'essenza della natura in ogni momento.

Così l'individuo esprime al mondo la propria realtà proiettando i propri valori e limiti, affrontando i contrasti e cercando un nuovo equilibrio in tutto ciò.

Solo allora possiamo comprendere che il mondo che ci circonda è "il nostro mondo". Possiamo comprendere che esistono ingiustizie perché il nostro senso di giustizia necessita di nuovi punti di riferimento, e che esistono guerre e dolore perché in noi stessi risiede la guerra e l'incapacità di comprendere il dolore degli altri.

Ognuno di noi può vivere, subire e combattere nella misura in cui tutto ciò lo coinvolge fisicamente ed emotivamente, perché la misura risiede nel nostro intimo e segna i nostri limiti e valori.

Solo così il dramma può diventare il motore di una vera rinascita.


- U. Ridi -

 

 
 
 

Fabio Netzach cit

Post n°4855 pubblicato il 30 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Citazione

Post n°4854 pubblicato il 29 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Chi ha bisogno di essere consolato non capisce le parole dei Maestri e chi capisce le parole dei Maestri non ha nessun bisogno di essere consolato.

Duemila anni fa un Grande Maestro ci disse di "non temere", ma noi siamo ancora qui con più o meno gli stessi problemi di allora, con la stessa lamentela di fondo e con la stessa poca fede.

È sicuramente un'opera nobile incoraggiare e confortare, ma non lo è profetizzare sui tempi e non offrire, al contempo, anche una solida idea della realtà.

È importante non lasciarsi trasportare dalle idee consolatorie.

È realistico affermare - per come stiamo ancora messi - che le doglie del parto che porteranno a un "nuovo mondo" non dureranno ore, giorni, mesi, ma secoli.

Qual è la differenza enorme tra "andrà tutto bene" e il reale messaggio che bisognerebbe far passare?

L'inghippo sta nel fatto che non abbiamo le idee chiare di come funziona l'evoluzione spirituale e l'espansione della nostra coscienza.

Se chi ascolta le indicazioni rassicuranti riguardo a un futuro radioso non ha permeato il suo essere di eternità, allora, semplicemente, la consolazione altro non è che un sonnifero per la personalità in crisi; alla difficoltà seguente, lo sconforto ritornerà e la persona avrà bisogno nuovamente di una dose di Valium psicologico.

L'errore di fondo risiede nel tempo; se si fa un lavoro spirituale o di crescita personale con l'identità, che per costituzione è fatta di tempo, è evidente che tale lavoro è destinato a crollare alla prima difficoltà.

La partita quindi risiede in ciò che siamo, la quale non è soggetta all'usura del tempo.

Ma come si fa per acquisire il senso dell'infinito?

Ci sono due sistemi:

- Il primo consiste nell'avere Fede, una Fede così grande da creare una corazza impenetrabile a ogni forma di frustrazione esistenziale; nutrirsi di Fede, cercare in ogni contesto mondano scintille di Fede, vedere il mondo come il luogo in cui la Fede si nasconde, tutto in funzione della Fede fino a diventare tempio stesso della Fede, fino a divenire sostanza stessa della Fede.

Essa prevalica grandemente ogni forma di ambizione e aspettativa; ogni interesse dell'identità passa in secondo piano innanzi alla Fede.

Non credenza, ma Fede!

- La seconda via consiste nello sviluppare un sistema di pensiero che deriva dalla crescita del Mentale Superiore nella nostra esistenza. Allora ogni messaggio che fa riferimento al cammino di consapevolezza viene sempre inserito in un contesto che si trova al di là del tempo.

Chi ha bisogno di essere consolato non capisce le parole dei Maestri e chi capisce le parole dei Maestri non ha nessun bisogno di essere consolato.


(Federico Cimaroli - da "Fiori di Fuoco")

 

 
 
 

Citazione

Post n°4853 pubblicato il 29 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Krishnamurti cit.

Post n°4852 pubblicato il 28 Novembre 2023 da maria.carrassi

« Di fatto non vogliamo affrontare la realtà del dolore: cerchiamo di spiegarlo, di razionalizzarlo, ci afferriamo a un dogma, a una credenza che ci rassicura, che ci offre un momentaneo conforto.

Qualcuno si dà alle droghe, altri all'alcool, altri alla preghiera - qualunque cosa pur di alleviare l'intensità, lo strazio del dolore.

Il dolore, e l'inesauribile sforzo per sfuggirlo, è il destino di ognuno di noi. Per mettere fine al dolore bisogna affrontare il fatto della solitudine, dell'attaccamento, della meschina voglia di fama, della brama di essere amati; bisogna essere liberi dalla preoccupazione di sé e dalla puerile autocommiserazione.

E anche quando si supera tutto questo, risolvendo magari il proprio dolore personale, rimane comunque l'immenso dolore collettivo, il dolore del mondo.

È possibile mettere fine al proprio dolore affrontando dentro di sé il fatto della causa del dolore; e questo deve avvenire in una mente che voglia essere completamente libera.

Ma quando si mette fine a tutto questo, rimane comunque il dolore della straordinaria ignoranza che esiste nel mondo, e non intendo la mancanza di informazione o di conoscenza libresca, ma dell'ignoranza dell'uomo riguardo se stesso.

La mancanza di comprensione di se stessi è l'essenza dell'ignoranza, che produce l'immenso dolore che esiste in tutto il mondo.

E che cos'è effettivamente il dolore?

Vedete, non ci sono parole per spiegare il dolore, così come non ci sono parole che possano spiegare che cos'è l'amore. »


J. Krishnamurti, "Può finire il dolore?"
Gazzetta filosofica.

 
 
 

Faletti cit

Post n°4851 pubblicato il 28 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Pensieri

Post n°4850 pubblicato il 27 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Quando smetti di sentire mancanze, tutte le cose tornano a te.

Quando smetti di litigare con il mondo, tutti si avvicinano per parlarti d'amore.

Quando accetti, trasformi.

Quando osi provare il nuovo, spariscono i condizionamenti e il mondo ti sorprende.

Quando diventi come l'acqua, penetri tutti i pori della terra.

Quando lasci andare ciò che non è per te, questo vuoto attrae ciò che realmente ti appartiene.

Quando ti perdi, ti ritrovi.

Quando ti decidi, quella determinazione trova chi sei, e ti sussurra ciò che vuoi.

Quando calmi la tua mente, un intero universo si mette ai tuoi piedi.

Quando non ti metti fretta, tutto si avvicina a te.

Quando smetti di voler controllare, il mondo si accomoda da solo.

Quando accetti i cambiamenti e l'incertezza, smetti di soffrire.

Quando diventi umile, il mondo ti appartiene.

Quando trovi te stesso, cessa la ricerca.

Quando abbracci il tuo dolore, lo trasformi in amico.

Quando diventi cosciente, appare il Dio  che è in te.

Michele Carbone

 

 
 
 

Medaglia Maria 27 11

Post n°4849 pubblicato il 27 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

 

Oggi 27 Novembre ricordiamo la prima apparizione della Madonna a Santa Caterina Laboure... nella terza apparizione le chiese di coniare una «Medaglia miracolosa», dispensatrice di grazie. Una medaglia che tutti conosciamo certamente e su cui si legge :- O Maria Concepita senza peccato pregate per noi che ricorriamo a voi - è una preghiera molto efficace dispensatrice di grazie (da recitare x tre volte sera e mattina)

Caterina Labouré visse i suoi primi 24 anni in una famiglia numerosa (10 fratelli) nella fattoria dei genitori, presso Chatillon (Francia). Nel 1830 entrò tra le Figlie della carità di Parigi. Erano le suore nate dal carisma di san Vincenzo e di santa Luisa de Marillac. Ebbe delle visioni soprannaturali riguardanti San Vincenzo e soprattutto la Madonna, che le predisse avvenimenti francesi futuri (rivoluzioni del 1830 e 1848) e le affidò dei messaggi. In particolare le chiese di coniare una «Medaglia miracolosa», dispensatrice di grazie. Caterina spese 45 anni di servizio agli anziani nell'ospizio di Enghien in un sobborgo della capitale francese, dove morì.

 

 
 
 

Osho cit.

Post n°4848 pubblicato il 26 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Amore Incondizionato

Amare significa desiderare il meglio dell'altro,

anche quando le motivazioni sono diverse.

Amare è permettere all'altro di essere felice,

anche quando il suo cammino è diverso dal nostro.

È un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi,

di offrirsi completamente dal profondo del cuore.

Per questo, l'amore non sarà mai fonte di sofferenza.


(Osho)

 

 
 
 

Foto cit.

Post n°4847 pubblicato il 26 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Osho cit.

Post n°4846 pubblicato il 25 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

"Non essere il nemico di te stesso.

Se sei immerso nella sofferenza

è perché hai prestato attenzione alle cose sbagliate.

Sposta la tua attenzione.

Se possiedi anche un solo ricordo di un momento di beatitudine questo è sufficiente:

prestagli attenzione e il seme crescerà e diventerà un grande albero.

L'esistenza non è come una pianta inerte: è un fiore vivo,

ti risponderà.

Se ami la vita, l'amore fluirà verso di te;

se ti avvicini alla vita, lei si avvicinerà a te;

se la cerchi, lei ti cercherà.

L'esistenza non è distratta:

se te ne innamori, l'esistenza si innamora di te."


(Osho)

 

 
 
 

A. Merini cit.

Post n°4845 pubblicato il 25 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

E. Tolle cit

Post n°4844 pubblicato il 24 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Pensando non risolvi i problemi,

pensando li crei.

La soluzione arriva sempre,

quando esci dal pensiero ed entri

in uno stato di silenzio

e presenza assoluta,

anche se solo per un momento.

Poi un po' più tardi,

quando il pensiero ritorna in te,

all'improvviso c'è un'intuizione

creativa che prima non c'era.

Smetti di pensare troppo

e vedrai come cambia tutto

intorno a te...


 Eckhart Tolle

 

 
 
 

I.Allende cit

Post n°4843 pubblicato il 24 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

E. Tolle cit

Post n°4842 pubblicato il 23 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Quando la realtà risulta immodificabile e genera sofferenza, anziché ostinarci a cercare di cambiarla, è più vantaggioso avviare un processo di accettazione profonda e consapevole dell'esperienza dolorosa.

Accettare la realtà significa smettere di combatterla, lasciarci attraversare e poi lasciar andare l'amarezza e la sofferenza. È importante accettare che ogni cosa ha delle cause che possono anche prescindere da noi, che ci sono limitazioni legate al passato o al presente che non possono essere cambiate e che la vita è degna di essere vissuta anche se vi sono eventi dolorosi. Il processo di accettazione può portare una emozione di tristezza che, se attraversata in modo consapevole e lasciata andare senza rimuginio, apre la porta ad uno stato di calma e centratura che ci impedisce di trasformare il dolore in sofferenza ripetuta.

Accettare non significa rassegnarci o essere passivi di fronte ad eventi dolorosi; significa invece prendere consapevolezza delle proprie emozioni, familiarizzare con esse, senza trattenerle e senza respingerle, smettendo di ostinarci contro la realtà e indirizzando le nostre energie su ciò che è in nostro potere cambiare, ovvero noi stessi.

"La sofferenza è necessaria nella misura in cui ti fa rendere conto di ciò che non è necessario.

Non sono le situazioni a farti infelice. Possono procurarti dolore fisico, ma non ti fanno infelice, i tuoi pensieri ti fanno infelice.

Le tue interpretazioni, le storie che racconti a te stesso, ti fanno infelice"

Eckhart Tolle

 

 
 
 

Foto cit.

Post n°4841 pubblicato il 23 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Pensieri miei

Post n°4840 pubblicato il 22 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

Gli esseri umani desiderano Amore, Gioia, Felicità senza fare i conti con il proprio SE... 

chi è saggio sa che nessuna felicità può venire da un piacere del momento, nonostante che siano in molti a cercare solo questo... l'impegno del "sempre" fa paura,  ma non si dimentichi che solo ciò che conduce ad una stabile serenità, nonostante gli alti e bassi della vita, porta direttamente alla realizzazione di se stessi e... solo allora si trova lo stato di felicità @ Maria Carrassi

 

 
 
 

Kriyananda cit

Post n°4839 pubblicato il 22 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

Aivanhov cit.

Post n°4838 pubblicato il 21 Novembre 2023 da maria.carrassi

 

La purezza è quindi il requisito indispensabile per avere la pace.

La pace non è altro che il risultato di un'armonia fra tutti gli elementi che costituiscono l'uomo: lo spirito, l'anima, l'intelletto, il cuore, la volontà e anche il corpo fisico.

E se è cosi è difficile ottenerla, è proprio perché quegli elementi raramente sono in armonia tra loro.

Un uomo ha pensieri intelligenti, ma ecco che il suo cuore - nel quale si è insinuato un - sentimento inferiore -

lo spinge a fare follie.

Oppure, egli è animato dalle migliori aspirazioni, ma la sua volontà è paralizzata.

In queste condizioni disarmoniche, come può regnare la pace? La pace è l'ultima cosa che l'uomo può ottenere. Ma quando, dopo tergiversazioni e lotte, dopo cadute e vittorie, egli riesce finalmente a far trionfare la sua natura divina su tutte le ribellioni e gli schiamazzi della sua natura inferiore, allora soltanto può dire: «Ho trovato la pace!».

Prima, riuscirà forse a vivere alcuni minuti deliziosi, che però non dureranno a lungo.

Ecco perché spesso si sente dire da molti: «Ho perduto la mia pace....».


Omraam Mikhaël Aivanhov

I MISTERI DI YESOD

I fondamenti della vita spirituale

Opera Omnia - Volume 7

EDIZIONE PROSVETA www.prosveta.it

 

 
 
 

Citazione

Post n°4837 pubblicato il 21 Novembre 2023 da maria.carrassi

 
 
 

 

 

 

 

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