Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Novembre 2015

Due donne del Sud..

Post n°7289 pubblicato il 18 Novembre 2015 da nina.monamour

Lea Garofalo è cresciuta in una famiglia criminale, e un criminale è anche il padre di sua figlia Denise, l’uomo di cui Lea si è innamorata da ragazza, Carlo Cosco.


 

Lea, però, desidera per Denise una vita diversa, senza violenza, menzogna e paura. Nel 2002 decide di collaborare con la giustizia e viene sottoposta con sua figlia al regime di protezione.

Poi, per incomprensibili motivi burocratici, la protezione le viene revocata. Rimasta senza soldi e senza la possibilità di trovarsi un lavoro, Lea chiede aiuto a Carlo per il mantenimento della figlia e lui ne approfitta nel più vile dei modi. Lea viene rapita per strada, torturata e alla fine uccisa.
Pur essendo solo una ragazzina, Denise non si piegherà e permetterà di individuare e processare tutti i responsabili dell’omicidio della madre, costituendosi parte civile contro suo padre.

Una grande storia di denuncia e impegno che rende omaggio a una donna semplice diventata un modello civile di coraggio.

 

 

Una testimonianza esemplare, affrontata con un linguaggio realistico, sul desiderio di giustizia e sull’affermazione della legalità nel nostro paese.

E' la storia di una vittima della ‘ndrangheta in cui milita tutta la famiglia.

Ancora anime nere, la Calabria in trasferta al Nord e una donna che non vuole accettare il malaffare atavico e cerca di resistere con la figlia Denise, sotto scorta. Quando il programma di protezione viene revocato, Lea scompare, il 24 novembre 2009 spetta a Denise infiltratasi nella cosca familiare per denunciare i veri colpevoli, fratello e padre, smascherati da un pentito, finché il corpo viene trovato, ergastolo per tutti, anche per la 24enne Denise che vive da sorvegliata speciale.

Una vera tragedia greca.

Gli elementi ci sono tutti.

 Il film è in ordine cronologico, l'adolescenza calabrese di Lea, inseguendo un romanzo di formazione, girando a Milano, ricostruendo aule del Tribunale e telecamere di sorveglianza. Solo alla fine sono stai inseriti veri documenti del funerale con la città intera mobilitata. L’eloquenza di quelle facce ed espressioni non si poteva replicare, volevo fosse chiaro che avevo raccontato una storia vera.

La denuncia contro l’omertà, la rottura con le famiglie, è il passo che mette in crisi i meccanismi automatici di obbedienza, le leggi non scritte della ‘ndrangheta.

 Sempre l’universo familiare, clan a delinquere fondato sul sacro vincolo di sangue. Lea si ribella e cambia vita perché pensa ai figli, cioè al futuro. Gli uomini hanno perso credibilità, le donne sono concrete, a loro spetta educazione e trasmissione di valori.

L’elemento rivoluzionario è femminile.

Donne del Sud

 


Storie di donne che dopo morte diventano eroine. Abbandonate al loro destino, quando non ci sono più il loro vissuto solo allora viene considerato per farne un libro o una qualche fiction. Da donna mi sento amareggiata. Se tu parli, ti esprimi, se non hai nessuno dietro le spalle finisci per essere sola, terribilmente isolata ed allora subentra la necessità della sopravvivenza.

Lea Garofalo e Francesca Immacolata sono due donne del Sud. Una riesce ad arrivare in Vaticano, l’altra non essendo nessuno, segue una strada che la condurrà a morire. Le donne di Calabria, quelle che vivono la loro vita nel silenzio più completo sono tante.

Ma di loro meglio non occuparsi.

In fondo è meglio che continuino a pascolare nella loro riserva d’indifferenza, perchè è così che va la vita da queste parti.

Devi caricarti il tuo destino sulle spalle e tacere..

Stasera su


 

 

 
 
 

Le schiave del sesso yazide..

Post n°7288 pubblicato il 17 Novembre 2015 da nina.monamour

"Salvateci, salvateci, chiunque sia in ascolto, Stati Uniti, Europa, chiunque, per favore salvateci". La voce rotta dal pianto è quella di una ragazza Yazida di 24 anni, che è riuscita a trovare un telefono dalla sua prigione ed ha chiamato l'Agenzia curda Rudaw per chiedere aiuto.

La telefonata è stata interrotta bruscamente, ma la giovane Yazida ha avuto il tempo di raccontare frammenti di un orrore che in Iraq ormai è quotidiano. 


 

La comunità Yazid e quella cristiana sono nel mirino dei "cacciatori di teste" dell'Isis, il califfato iraqeno composto da soldati jihadisti che obbediscono agli ordini di Al-Baghdadi.



La loro folle ferocia punta a sterminare le minoranze in territorio iraqeno, ma molte donne Yazide hanno un altro destino, persino più disumano. Vengono rapite e trattate come oggetti. Schiave del sesso, regalate al migliore emiro o abusate a uso e consumo delle truppe estremiste del Califfo.

Secondo la drammatica testimonianza della ventiquattrenne Yazida, con lei ci sarebbero circa 200 donne rapite dai militanti dell'Isis. Alcune di loro non ce la fanno a sopportare le violenze e gli stupri quotidiani e preferiscono scegliere di togliersi la vita. Come una donna, racconta la ragazza Yazida, che dopo l'ennesima umiliazione si sarebbe impiccata con il suo velo.

Storie di ordinaria follia in questi giorni di guerra in Iraq, la ragazza rapita racconta che ogni giorno i soldati dell'Isis fanno visita alla prigione dove le donne sono incarcerate e scelgono le più belle per i loro emiri.



I jihadisti visitano la prigione anche tre o quattro volte al giorno. "Le ragazze li scongiurano di finirle con un proiettile per mettere fine alla loro sofferenza", racconta la giovane Yazida, "ma loro non le ascoltano e le portano via".

 

 

Quando le schiave del sesso sono state "usate" dai loro aguzzini, vengono riportate in prigione, piangono, sono disperate e umiliate. Secondo la telefonata della giovane Yazida, la prigione si troverebbe nei pressi di Baaji, nella provincia di Mosul, dove si stanno consumando scontri serrati tra i militanti dell'Isis e i Peshmerga curdi.

La maggior parte delle ragazze verrebbero dai distretti Gir Azair e Siba Sheikh Khidri del distretto di Shingal, caduto in mano dei jihadisti all'inizio di Agosto.



Secondo gli attivisti Yazidi, in Kurdistan dall'inizio degli scontri a fuoco tra i Peshmerga ed i terroristi dell'Isis sarebbero scomparse più di 2000 persone. Molte sono donne e se sono giovani è molto probabile che il loro destino sia stato quello di diventare schiave del sesso.

Una brutale forma di barbarie non nuova nelle terribili cronache di una guerra, e che gli estremisti "giustificano" con il fatto che secondo le credenze gli Yazidi sarebbero "adoratori del diavolo".

Eppure, l'unico Satana che si aggira per l'Iraq in questo momento ha le sembianze dei jihadisti al servizio del Califfo e non delle donne Yazide, rapite e stuprate da truppe di belve feroci.



 

E' stata, e per quelle che non sono riuscite a fuggire lo è tutt'ora, una discesa nell'orrore quotidiano per centinaia di donne, ragazze e anche bambine della minoranza Yazidi catturate l'anno scorso dai terroristi islamici dell'Isis nella loro offensiva nel Nord Iraq. Hanno fra 10 e 24 anni, e le loro terribili storie non sono ambientate nel Medio Evo, ma nel cuore del XXI° Secolo.

Una di loro è passata per le mani di un miliziano turcmeno, quindi di un "emiro",  di nome Abu Mustafa, che l'ha "regalata" ad un amico ceceno, Aymen. "Prima di violentarmi mi ha preso per i capelli e mi ha tuffato la testa in un catino di benzina". "Sei sporca, cosi ti pulisco", diceva. Il calvario della ragazza è durato nove mesi, fino a quando è riuscita a fuggire. L'altra ragazza, 20 anni, è stata venduta a Raqqa, "capitale" Isis in Siria. "Venivano tutti i giorni e prendevano tre o quattro ragazze che gli piacevano".

 Neanche le bambine sono sfuggite al sadismo dei "tagliatori di teste" del califfo Al-Baghdadi. Cosi Rudeyna, 10 anni, dice: "Hanno fatto cose brutte con me, sono la gente più cattiva del mondo".

Una ragazza, Dalia, aveva 18 anni quando è stata catturata il 3 agosto 2014 con altre decine di donne e ragazze nel villaggio di Herdan nel Sinjar. Ha riferito piangendo, gli occhi fissi nel vuoto, di essere stata ripetutamente violentata, umiliata, torturata, venduta, regalata, per nove mesi. E' stata "ceduta" sette volte da un miliziano all'altro.



Leyla è stata comprata con un'altra ragazza da un miliziano che l'ha portata a Husaybah dove l'ha venduta a un altro jihadista. "Mi ha violentata per 4 giorni, ammanettata. Poi mi ha venduta a un egiziano" che anche lui l'ha stuprata ripetutamente. "L'ho supplicato di non farlo: "Sono gli ordini del nostro califfo Al-Baghdadi", rispondeva.

Bahar, 15 anni, è stata comprata con due cugine di 19 e 24 anni, Nawin e Hadiya, da un aguzzino saudita, sposato. "Ci picchiava tutti i giorni, la notte ci violentava". "Abbiamo fondato il califfato per diffondere l'islam, quindi dovete convertirvi", ci ha ordinato. "Abbiamo accettato per non morire".

Ma la sorte delle ragazze non è cambiata, fino alla fuga.


 

Schiave del sesso a otto anni, anche queste vittime yazide dei jihadisti, addirittura una 12enne violentata da sette uomini!

Se fino ad ieri ero contraria ai bombardamenti, oggi non piu'..

Bisogna elminare queste belve feroci!!

 


 
 
 

Il dolce mito italiano..

Post n°7287 pubblicato il 17 Novembre 2015 da nina.monamour

 

 

(Renato Guttuso, opera realizzata sul set del Carosello "Un pittore alla settimana")



Quello dell’Amarena Fabbri è un nome che accomuna intere generazioni, per questo ricordare, anzi "celebrare" un secolo di Amarena non è azione commerciale, ma sociale.
E l'invenzione di donna Rachele Fabbri merita certo una mostra.

Allestita con freschezza, semplicità, con un pizzico di giocosità e con un taglio "da famiglia", l'esposizione bolognese vuole essere un'occasione per rivivere i propri ricordi. I Caroselli, le pubblicità, i celebri vasi, fotogrammi di una storia che appartiene a tutti.

Non solo "Amarcord" ma anche Fabbri oggi nel mondo, da Bologna ai cinque continenti, una grande storia di successo italiano e di capacità di guardare avanti con mente aperta, la stessa che ha portato Fabbri ad anticipare i tempi, scegliendo Guttuso e Capogrossi come propri testimonial e che recentemente ha dato vita al "Premio Fabbri per l’arte contemporanea".

Quest’anno, non a caso, tutto al femminile, dalle artiste alla curatrice, Lea Mattarella.



 


 Un secolo di Amarena
Mostra del centenario di Amarena Fabbri, Premio Fabbri quinta edizione
Bologna, Palazzo Pepoli Campogrande
10 novembre – 8 dicembre 2015 

 

 

 

  

 

 

 
 
 

❤*•●❤

Post n°7286 pubblicato il 16 Novembre 2015 da nina.monamour

 

 

La vera felicità costa poco; se è cara, non è di buona qualità.

Buon inizio di settimana..e


 

a tutti Voi


 


 

 
 
 

Dedichiamoci alla solidarietà..

Post n°7285 pubblicato il 15 Novembre 2015 da nina.monamour

La solidarietà non deve conoscere crisi, donare qualcosa al nostro prossimo è un dovere che, neanche in momenti difficili come quello che stiamo attraversando, può venire meno.

Quando parliamo di solidarietà, non posso non citare UNICEF, che da sempre porta avanti la sua lodevole battaglia in difesa dei bambini meno fortunati dei nostri, ovvero quelli del terzo mondo. Torna anche quest’anno, per tutto il mese di Dicembre, l’iniziativa "Adotta una Pigotta".

In oltre 600 piazze d’Italia, donando 20 euro sarà possibile acquistare una Pigotta, farne dono a un bambino a noi vicino e contemporaneamente aiutarne tanti che vivono lontano da noi e che hanno bisogno di tutta la nostra solidarietà.

Le Pigotte sono bambole di pezza realizzate a mano dai bambini delle scuole, dai nonni dei centri anziani e da tanti volontari per aiutare l’UNICEF a salvare migliaia di bambini.



Pigotta, in dialetto lombardo, è la tradizionale bambola di pezza fatta a mano, con cui hanno giocato molte generazioni di bambini.

Oggi la Pigotta dell'UNICEF è una bambola che contribuisce a salvare la vita di un bambino.



Con un'offerta minima di 20 euro, infatti, puoi adottare una Pigotta realizzata dai nostri volontari e consentire all'UNICEF di fornire a un bambino di un paese africano un kit salvavita composto da vaccini, interventi mirati che riducono il pericolo di mortalità nei suoi primi cinque anni di vita.

 
Il kit salvavita è composto come ho già scrtto) da vaccini, dosi di vitamina A, kit ostetrico per un parto sicuro, antibiotici e una zanzariera.

L'iniziativa della Pigotta è nata nel 1988 e da allora ha avuto un crescente successo, soltanto negli ultimi 10 anni sono stati raccolti oltre 17 milioni di euro, che hanno permesso all'UNICEF di salvare più di 800.000 bambini.




Numerosi sono i testimonial che hanno voluto sostenere questa iniziativa nel corso degli anni.

L'UNICEF è particolarmente grato a Foxy,

 

dal 2002 sponsor ufficiale della Pigotta.

Le Pigotte sono tutte diverse l’una dall’altra, per questo non è possibile sceglierla.


La Pigotta non è un giocattolo, non è destinata ad essere utilizzata ai fini di gioco da bambini di stà inferiore a 14 anni. (D.L.313/91 Art.1 - Comma 2 Allegato I nr. 6 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 ottobre 1991 n.234).

 

 

Per concludere, ricordiamoci che non c’è una stagione precisa per dedicarsi alla solidarietà, si tratta di un’attività che fa bene a noi e agli altri e che va praticata con impegno durante tutto il corso dell’anno.

Dal 1990 il tasso di mortalità infantile sotto i cinque anni è stato ridotto di circa il 50%, dai 12,6 milioni del 1990 ai 6,3 milioni del 2013. 

Ma ancora 17.000 bambini muoiono ogni giorno per cause prevenibili.

Per informazioni sulle piazze dove adottare le pigotte: 

n.verde 800 745000 o sito internet www.unicef.it/pigotta


 
 
 

`*•.¸Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ ♥¤

Post n°7284 pubblicato il 15 Novembre 2015 da nina.monamour

 

Non cancellare nessun giorno della tua vita.
I giorni belli ti hanno regalato la felicità,
quelli brutti ti hanno dato l'esperienza,
e i peggiori ti hanno insegnato a vivere..



 Lasciamo che la giornata inizi con dolcezza ... sorridiamole!
E ci ricambierà..


Ci vuole il coraggio di perdonare,
la capacità di ascoltare,
la pazienza di aspettare..
la perseveranza di provare e riprovare.

Buongiorno a tutti e..

..Buona Domenica

 
 
 

Solidarietà virtuale..

Post n°7283 pubblicato il 14 Novembre 2015 da nina.monamour



"E' il momento del dolore, delle lacrime, del lutto.

Ma Parigi è in piedi e so che i parigini sapranno rialzarsi per essere vicini alle

vittime"





E' inutile ogni volta piangerci addosso, questo mondo è in mano a demoni di matrice occulta che sono sopra le leggi degli Stati sovrani, e chi paga è sempre il povero cittadino.





Oriana Fallaci

Questa donna ha sempre avuto ragione, e dopo l'attacco alle Torri Gemelli ha continuato a dire che l'Islam odia l'Occidente e l'integrazione.
E' stata sempre perseguitata e condannata dai Governi perchè offendeva la religione di quei Paesi.
Adesso credo che qualcuno le darà ragione.

Donna intelligente che ha capito e visto bene, ma purtroppo, a causa di tutti i perbenisti, buonisti e ipocriti che difendono e proteggono questi irriducibili ed inconvertibili, siamo e saremo in grave pericolo, tutti indistintamente.





Che avesse ragione è sempre stato indubbio, ma non si ascolta la ragione quando gli interessi economici sono gli unici che contano. Le decisioni dovevano essere prese tanto tanto tempo fa.





Siamo in mano ad un branco di capre, mi auguro che decidano di chiudere le nostre frontiere e di pensare di fare dei blitz massicci per i presunti e potenziali terroristi in Italia!





Vicini in un abbraccio che comprenda tutte le vittime innocenti della bestialità umana ..

 
 
 

Intrigante trasgressione..

Post n°7282 pubblicato il 13 Novembre 2015 da nina.monamour

La regina Vittoria e il suo valletto, Lady Chatterley e il guardacaccia, Miss Jiulie e il servo, ignorare le differenze sociali è sempre stata una trasgressione intrigante.



I Cenerentoli ci attraggono perchè parlano la lingua dell'istinto e sanno scatenare la vera passione. Ma le storie non funzionavano, oggi possiamo uscire allo scoperto e rivendicare il diritto di volere un uomo che non conosce il marketing ma sa bene cosa è il piacere.

Lei è nobile, lui è un servo. lei è una Signora, lui è un giardiniere, lei è una Direttrice d'azienda, lui è il ragazzo che le porta il caffé la mattina in Ufficio. Basta qualche sguardo, uno sfiorarsi..e scatta la scintilla, la passione, e perchè no, l'amore, e nonostante la differenza di classe, o grazie a questa, si innesca una chimica mai provata.

C'era una volta Lady Chatterley, con l'amante guardacaccia, la storia di un amore scandaloso di una dama che, sfidando tutte le regole dell'Ottocento puritano, esce dal suo castello e trova di nuovo la passione (il marito è impotente), tra le braccia di un uomo di rango inferiore.



In Miss Julie, il film di Liv Ullmann, la protagonista è la 25enne Jiulie, figlia di un conte, che in una notte estiva di baldoria inizia con il cameriere John una relazione fatta di passione, ma anche lotta di potere.



Ma cosa c'è dietro queste storie di attrazione fatale tra uomini e donne di estrazioni sociali diverse?

E' presto detto, sono incontri di pura passione, l'innamoramento non scatta se sei ricco o povero, scatta quando si avverte una vicinanza, una possibilità di conoscenza, quando c'è un riconoscersi a livello emotivo, di sensazioni. La diversità dei ceti sociali fa da detonatore alla trasgressione, e le donne educate rigidamente di solito hanno il desiderio di lasciarsi andare non con chi ha vincoli come loro, ma dando spazio a quella parte passionale, anche rustica, che può rispecchiarsi in un uomo che non ha la stessa cultura.

Non si sa se queste passioni portano ad un rapporto duraturo o sono solo avventure, bisognerebbe chiederlo alla Regina Vittoria se è stata bene con il suo valletto.




Lei, la puritana delle puritane che faceva addirittura rivestire le gambe dei tavoli che alludevano alle gambe femminili, rimasta vedova si accompagnò con questo amante fino alla fine della sua vita.

Oggi le donne di potere hanno per amanti uomini giovani e belli, sembra una rivincita, bé  nessuno ha mai fatto grandi storie se un uomo potente e ricco sceglieva una donna povera e bella. Se lo fa una donna, invece, fioccano i commenti, la riprovazione sociale, ci si aspetta che le donne cerchino, tra i vari nidi dei maschi, quello piu' grande per deporre le uova, ma non è così, le donne oggi hanno voglia di scegliere qualcosa di piu' rispetto ad una garanzia economica, come le passioni, un uomo che gli piaccia e in questo, certo, imitano un costume maschile, cominciano a poterselo permettere.

Se prendiamo ad esempio il film "Miss Julie" il dramma si Strindberg da cui è tratto,


 

suggerisce che una relazione tra ceti diversi è destinata a finir male e si abbatte sulle spalle di chi ha trasgredito; altro caso negativo che vorrei citare è quello di tanti uomini che, come si dice, appendono il cappello, quelli che sposano la donna benestante ricca non per amore ma perchè pensano ad una loro ascesa sociale.

Ma c'è anche la situazione stile Lady Chatterley, dato che il marito è impotente, il guardacaccia è una specie di ruota di scorta. Si tratta di situazioni che ti aiutano a sostenerne delle altre, e questo potrebbe andare bene, quello che non vorrei piu' vedere è che siano le donne a subire danni.



 
 
 

Giornata mondiale della Gentilezza..

Post n°7281 pubblicato il 13 Novembre 2015 da nina.monamour

Il 13 Novembre (oggi) si celebra la Giornata Mondiale della Gentilezza.


 

Ricorre infatti in questa data la giornata d’apertura della Conferenza del "World Kindness Movement ” tenutasi a Tokyo nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza.

Qui di seguito presento una ampia selezione di frasi, citazioni e aforismi sulla gentilezza e l’essere gentili, per celebrare la gentilezza non solo oggi, ma tutti i giorni dell’anno.

In un mondo aggressivo, arrogante e competitivo, la gentilezza si rivela sempre più una risorsa vincente, una forza rivoluzionaria, in grado di cambiare il mondo.

gentilezza_kindness

 

Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla.

Sii gentile..sempre
(Platone)

 

Oggi regala a un estraneo uno dei tuoi sorrisi. Potrebbe essere l’unico sole che vede durante il giorno.

Le parole gentili non costano nulla. Non irritano mai la lingua o le labbra. Rendono le altre persone di buon umore. Proiettano la loro stessa immagine sulle anime delle persone, ed è una bella immagine.

Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e di determinazione.
(Khalil Gibran)

 

Per avere degli occhi belli, cerca la bontà negli altri; per delle labbra belle, pronuncia solo parole gentili; per una figura snella, dividi il tuo cibo con le persone affamate; per dei capelli belli lascia che un bambino vi passi le sue dita una volta al giorno; e per l’atteggiamento, cammina con la consapevolezza che non sei mai sola.
(Audrey Hepburn)

Solo con la gentilezza e la cordialità si puo’ ottenere qualcosa. Una saggia massima dice: "Una goccia di miele prende più mosche di un litro di fiele. Se volete guadagnare un uomo alla vostra causa, prima convincetelo di essergli amico. E’ questa goccia di miele che vincerà il suo cuore che, pensatela come volete, è la strada maestra per giungere alla sua ragione”.

(Lincoln)

 


Empatia e compassione, riflessioni e citazioni

 

 

 
 
 

Sul viale del tramonto?

Post n°7280 pubblicato il 12 Novembre 2015 da nina.monamour

A Milano si dice: "La prima l’è la scua, la secunda l’è la sua".

Frase lapidaria, proprio una pietra tombale che stigmatizza e conclude in una battuta tutto quel sentimentalismo che prende i vedovi più che maturi quando spiccano "voli nuziali" verso legami caratterizzati da lodi sperticate sulla nuova compagna unite a smancerie amorose ed elargizioni economiche di cui la prima moglie non ha mai avuto beneficio.

Piccioncini anziani e ridicoli ostentano gesti ignorati in vite affettive precedenti e danno ampia dimostrazione di queste emotività recuperate anche in trasmissioni televisive pomeridiane, della serie..Uomini e Donne..


Personaggi sulla cui pace dei sensi fino a qualche anno fa si poteva giurare, mostrano di ambire a focosità adolescenziali forse sostenuti dall’avanzare a passi da gigante della chimica e della farmaceutica dei tempi nostri.

Sane sit, se la faccenda riguarda personaggi collocati dall’immaginario collettivo nel mondo dello spettacolo, dell’arte e della letteratura che godono da sempre di un’allure particolare e di un’inequivocabile distanza dalla vita quotidiana della gente comune. 

Quando, però, lo spirito di imitazione contagia il vicino di casa, quando un nonnetto in pensione, ormai votato a un menù di semolino, carne trita e mela cotta, scopre dentro di sé il richiamo della foresta e, come Tarzan,

si batte il petto alla ricerca di una Jane per una nuova vita tutto istinto, emozione e libertà, allora sì che lo straordinario bussa alla porta di casa e o son dolori o son risate.

Il Maresciallo Cocuzza,

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dopo una vita di rigore e di fedeltà alla moglie e alla Bandiera, aveva scoperto i guai della terza età passando attraverso i fastidi della prostata mal funzionante, i dolori reumatici e la necessità di interventi odontoiatrici che potessero restituirgli un sorriso e soprattutto una masticazione da pubblicità televisiva.

Non era mai stato un uomo indulgente ad alcuna leziosità e da buon militare in carriera aveva imparato a guardare al sodo e all’efficienza.

Tant’è che quando, sull’orlo dei settant’anni, durante una cena domestica aveva malauguratamente inghiottito un boccone di risotto, mezzo incisivo e il sassolino che aveva causato il danno, senza scomporsi si era ritirato nella stanza che era stata un tempo la camera da letto di uno dei suoi figli ed era diventata il rifugio del pensionato con tanto di plastico del trenino elettrico, poltrona reclinabile per il riposino pomeridiano e libreria con collezione di tutti i gialli Mondadori che aveva letto nel corso degli anni.

Senza indugio, manipolando componenti rimasti segreti, si era costruito un bel dentino finto che posizionava alla bisogna con sistema di leva e metti onde evitare di inghiottirlo durante i pasti.

Non aveva velleità estetiche, accettava rassegnato il passare del tempo, fiero del suo ruolo di nonno e di marito di una signora in età, fine nei modi e leggermente sfiorito come chi, affetto da seria sordità, sembra sempre un pò lontano dalla realtà e perso in un mondo di sogni.

La signora Cocuzza, una persona gradevole e molto gentile, che vantava natali di nobiltà Borbonica e che raccontava sempre con garbo le gesta militari e non del marito, col passare degli anni perse il suo smalto, affetta da una rara malattia che in breve tempo la spense lasciando familiari e amici nel più profondo sconforto.

I giorni che seguirono crearono subito una frattura irreparabile tra il Maresciallo e i suoi figli che si trovarono in disaccordo con l’idea del padre di conservare le ceneri della madre in un’urna di marmo sul cassettone in camera da letto.

Mentre egli protestava il suo amore e la sua solitudine che la vista dell’urna avrebbe compensato, essi giudicavano la scelta macabra oltre che insolita e illegale.

Derubato nell’affetto, scombussolato nella sua vita abitudinaria, il Maresciallo passò l’Estate pescando di giorno, passeggiando in assoluta solitudine sul lungolago di sera e guardando con tristezza e un pò di invidia le coppie anziane che incrociava e a cui era concessa una vita a due che ormai a lui era negata.

Confidava il suo rammarico al solo vero amico che aveva, l’anziano Mario che con lui guardava i cigni e le anatre galleggiare sul lago




oppure le onde provocate dal traghetto che ad ore fisse s’infrangevano rumorose sulla riva.

E Mario non sapeva come consolarlo, perché non conosceva quel dolore e quella solitudine, ma conosceva il Centro Anziani dove ogni Giovedì imperversavano valzer, tango, paso doble e chacha.

Il Maresciallo era stato ai suoi tempi un buon ballerino e ballare, si sa, è come andare in bicicletta, non si dimentica mai; per cui, superate le prime reticenze, i primi dubbi e i primi rimorsi, scoprì che ballare gli alleviava la tristezza per qualche ora e questo era piacevole.



Così, lentamente, rinacque alla vita di tutti i giorni.

Passato l’Inverno, non mancò, come aveva fatto ogni anno in compagnia della cara moglie defunta, le cure termali della tarda Primavera e le ferie estive sulla riviera romagnola, programmate di anno in anno.

Prima della partenza temeva di annoiarsi e di dover passare le vacanze in solitudine, ma poi la vita d’albergo e di spiaggia lo aiutarono a fare nuove amicizie.

Fu così che conobbe Juana, una messicana tutto pepe capitata in Italia non per caso, spinta dalla favola che circola all’estero sugli attempati pensionati italiani, pronti a concedere solidità e benessere in cambio di qualche anno di fuoco e passione.


Ancheggiando al ritmo di salsa colpì al cuore l’anziano Maresciallo

 

 

che tornò dalle ferie abbronzato, sereno, rilassato e pronto ad affrontare i figli per spiegare loro che l’anziana Margherita che serviva in casa da trent’anni, non gli era più necessaria e che si sarebbe fermato in città solo per qualche tempo, giusto il necessario per organizzare il suo trasferimento, visto che aveva deciso di avviare un’attività commerciale Italia-Messico, un import-export di prodotti italiani, suggeritogli da una giovane amica che lo avrebbe coadiuvato nell’impresa.

Nel frattempo affidava al loro affetto e alla loro devozione le ceneri della loro madre, sicuro di consegnarle in buone mani.

Tuoni, fulmini e saette.

I figli del Maresciallo, ormai sulla cinquantina e che solo un anno prima già vedevano il loro padre sul viale del tramonto, si ritrovarono a discutere con un giovanile settantenne che non aveva alcuna intenzione di ritirarsi in un pensionato, morire presto e lasciare l’eredità.

Sì, erano stati presi di sorpresa, e ci provarono in tutti i modi.

Strepiti della figlia, minacce del figlio, lamenti e ricatti affettivi dei nipoti nulla poterono contro il turbine di vita che aveva rapito il Maresciallo.

L’anziano Mario sulla sua annosa tempra accompagnò alla Malpensa la bella coppia che partiva alla volta di Città del Messico per organizzare l’attività futura.

Non si ebbero notizie per mesi.

Nessuno nel gruppo dei conoscenti parlò più del Maresciallo fino alla sua ricomparsa sul suolo nazionale.

Mario, l’amico fedele, si ripresentò in Malpensa e ricevere il viaggiatore.

L’uomo che varcò il cancello degli arrivi internazionali era irriconoscibile, un bell’uomo evidentemente liftato, asciutto e muscoloso avanzava abbracciato ad una bella donna incinta.

Era sicuro di sé e fiero di quella giovane vita in arrivo.

Mario sembrava suo padre, perché tutti gli anni che aveva, gli stessi dell’altro uomo, mancanti di progetti e di attese, gli pesavano come macigni sulle spalle ricurve.

Si abbracciarono cordialmente e il sorriso del Maresciallo fu smagliante e aperto.

Anche il dentista messicano aveva fatto la sua parte.

Il tempo era passato inesorabilmente per uno dei due uomini e corso all’indietro per l’altro.

Una donna, incontrata per caso sul viale del tramonto, a quest’ultimo aveva restituito la vita.

 
 
 

Tutti insieme appassionatamente..

Post n°7279 pubblicato il 11 Novembre 2015 da nina.monamour

Stamattina alle ore 7,00 salgo in macchina per andare in Ufficio e mentre guido penso che devo fare benzina. Arrivata dal benzinaio, mi tocca attendere il mio turno (davanti a me tre macchine); c'è una nuova ragazza che serve i clienti, molto ma molto carina.


Intanto penso tra me e me.."Mi sorprende come la vita per molte persone sia come una girandola; finito un amore, se ne incomincia un altro, perso un amco/a, chi se ne importa. E poi, dopo un pò, le coppie scoppiate si riformano, gli amici fidati o i coniugi si rappacificano.

Proprio l'altro ieri leggevo il caso di Claudia Gerini a passeggio con i figli, l'ex marito e il nuovo compago tutti insieme. Ho letto che Mara Venier e Simona Ventura avevano litigato e avevano giurato di non parlarsi mai piu' e invece si sono rappacificate. Ho letto di Fabrizio Frizzi e Rita Dalla Chiesa che avevano divorziato, adesso sembra che si vogliano piu' bene di prima.



Ma come fanno? Io sono stata scottata in amore ed ho giurato che non mi sarei piu' messa con un uomo per non rischiare una nuova ferita; sì, ho giurato a me stessa che non mi sarei mai piu' innamorata. Da tempo sono sola e mi dispiace ma è meglio così, è meglio non soffrire quanto ho sofferto quando lui se ne è andato. D'ora in poi mi farò solo gli affari miei e non aiuterò piu' nessuno.

Comprendo ciò che scrivo, so bene che non andrò lontano e, se non cambio, rischio la solitudine per tutta la vita. D'altra parte capisco anche non è facile scuotersi e so bene che la maggior parte delle persone è come me. Se l'argomento non fosse drammatico, mi direi che sono in buona compagnia, e uno che reagiva come me era il sommo Poeta Giacomo Leopardi. Egli si era innamorato di una nobildonna, una certa Fanny Targioni Torzetti ma nella Primavera o nell'Estate del 1833 per lui si dissolse ogni residua speranza di essere corrisposto".

Per la sua fragile salute, la sua deformità fisica e le molte infelicità che avevano segnato la sua esistenza, era giunto da tempo ad avere della vita una concezione tragica, in cui il dolore è l'unica realtà per tutti gli esseri viventi e la felicità è una illusione. L'amore per la bella Fanny,, per un istante, gli aveva fatto dimenticare questa cupa visione del mondo, ma poi, la delusione di non essere ricambiato lo aveva fatto ripiombare in questi amari pensieri.

A questo punto Lui fece come me, si chiuse in se stesso, a vivere in solitudine, e rimase solo! L'unico sfogo fu quello di esprimere il proprio dolore in una poesia intitolata "A se stesso"; sono versi immortali e pieni di risentimento verso tutte le persone che lo circondano. Per l'amor di Dio, la poesia è bella ma non è da prendere come esempio!

Leggiamo insieme e vediamo se la lettura mi spingerà dalla parte opposta alla strada che imboccò Leopardi, ma prima dei versi riflettiamo insieme sul loro contenuto; in questa poesia, quell'amore non ricambiato per Fanny non è che uno spunto dal quale il Poeta svolge una riflessione che lo conduce a conclusioni drammatiche. Egli si rivolge al proprio cuore e lo invita a non palpitare piu', per nessuna ragione, ormai nulla può infondergli speranza, tutto  dolore, tutto  noia, tutto vario e non rimane che attendere la fine, unico dono liberatorio riservato agli uomini.

Ecco una mia interpretazione, verso per verso, di questa poesia. "Ora non palpiterai piu', mio stanco cuore, è finita l'ultima illusione, cioè l'amore, che io avevo creduto. E' finito, invece, sento che in me non solo la speranza ma adirittura il desiderio di care illusioni si è spento. Acquietati per sempre, fin troppo hai palpitato, nulla merita i tuoi turbamenti, né la terra degna dei tuoi sospiri. La vita, solo dolore e tedio e niente altro e il mondo è fango. Riposati ormai, disperati per l'ultima volta. L'unico dono accordato dal destino al genere umano è quello di morire.

Ormai disprezza te stesso, la natura, quella forza maligna che governa l'universo a danno di tutti e sulla infinita vanità del tutto".

Come potete notare, in questa malinconica poesia, il Leopardi giunge a conclusioni estreme, che nessuno di noi, in condizoni normali, condivide. Io credo che come diceva il letterato latino Appio Claudio Cieco, nel quarto secolo avanti Cristo, "Faber est suae quisque fortunae", e cioè "Ciascuno di noi è artefice della propria sorte", e questo pensiero ci induce all'ottimismo, ecco, dopo tutto questo, leggiamo insieme questa bellissima poesia...

 

 

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
 Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, né di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
 La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
 Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.

A voi la parola

 

 


 
 
 

❤*•●❤

Post n°7278 pubblicato il 11 Novembre 2015 da nina.monamour

 

....intanto partiamo con il caffè!
E non dimentichiamo per strada la voglia di rendere straordinaria questa giornata.

buon-giorno-caffe 

 

La vita è breve,perdona in fretta,bacia lentamente,ama davvero, ridi sempre di gusto e non pentirti mai di qualsiasi cosa ti abbia fatto sorridere, oppure piangere..

 

buon-mercoledi3

 

 

 

 
 
 

L'amante focosa..

Post n°7277 pubblicato il 10 Novembre 2015 da nina.monamour

 

 

 

 

Un tedesco ha dovuto "cercare scampo" in terrazza e chiamare la Polizia.

Il motivo?

Sfuggire all’amante che gli chiedeva ancora sesso, e che si rifiutava di lasciarlo andare finché non lo avesse avuto. L’uomo, un 43enne di cui non è stata resa nota l’identità, aveva conosciuto la donna, di 4 anni più grande di lui, in un bar di Monaco.

Resisi conto del feeling che c’era tra di loro, i due sono andati a casa di lei, dove hanno fatto sesso più volte. Ma quando l’uomo ha iniziato ad essere stremato, la donna non l’ha presa bene, e ha deciso di tenerlo sequestrato fino a che non l’avesse nuovamente soddisfatta.

L’uomo non ha avuto altra scelta che chiamare la Polizia.

Quando gli agenti sono arrivati, la donna ha tentato di convincere anche loro a fare sesso con lei, ma si è invece beccata una denuncia per sequestro di persona e per tentata violenza sessuale.

Alcune settimane dopo, l’episodio si è incredibilmente ripetuto, questa volta la vittima è stato un ragazzo incontrato sull’autobus e che è stato trattenuto per 36 ore nell’appartamento della donna, che dall’esperienza precedente ha prima sequestrato il telefono cellulare del giovane, che è stato ritrovato seminudo in strada in stato di shock al termine della maratona sessuale.

Anche questa volta, quando gli agenti si sono presentati a casa della donna, lei ha cercato di convincerli a fare sesso di gruppo con lei, ma senza successo.

La donna è stata fatta ricoverare in un ospedale psichiatrico giudiziario.

Risultati immagini per clinica psichiatrica

Ah..ah..ah..

 
 
 

Il mio prossimo viaggio natalizio..

Post n°7276 pubblicato il 09 Novembre 2015 da nina.monamour

 

 

 

Potrei andare a Bruges, nelle Fiandre occidentali, Belgio?!


 

oppure a Berlino?!



o al Central Park con la neve



o la grande mela, New York, ci sono stata l'anno scorso, ma è sempre bello ritornarci!!



in Bretagna?!



male che vada in Finlandia?



Potrei fare una sosta a Helsinki



o catapultarmi tra le bellezze della Slovenia?


o andare a mangiare la mitica torta Sacher viennese?



forse Londra?



o la neve sotto la Tour Eiffel, Parigi?



Mi restano i canali di Amsterdam (bellissimi)



No, forse opterò per la Baviera, sempre bella da visitare..



Oppure una fuga romantica a Praga?



Magari partire per la Grecia per un romantico tramonto a Santorini?


 

E Voi, dove vi piacerebbe andare a trascorrere le vacanze natalizie?

 

Mi interesserebbe tanto sapere che destinazione scegliereste...

A voi la parola..

 


 
 
 

Un tuffo nel passato..

Post n°7275 pubblicato il 08 Novembre 2015 da nina.monamour

Sono cresciuta con Carosello

Erano le 20.50 del 3 febbraio 1957 quando uno squillo di trombe apriva le porte di un teatrino in bianco nero che entrava squillante nelle italiche case, era nato Carosello e da quel giorno in poi, per circa vent'anni, venne segnato il confine per la nanna di ogni bambino. Vai a letto dopo Carosello, tormentone delle famiglie,


 

divenne lo slogan insostituibile per godere di una televisione ancora capace di inventare sipari di cabaret in soli due minuti.


 

La popolarità giunge per Cesare Polacco nell'interpretazione, con molto umorismo e ironica partecipazione, dell'ispettore Rock in minuscoli gialli nei Caroselli girati tra il 1957 e il 1968, dove alla fine, in risposta al suo fedele assistente che gli dice stentoreo: "Lei è un fenomeno, Ispettore. Non sbaglia mai!", Polacco si toglie con studiata lentezza il cappello facendo vedere il suo cranio calvo e pronuncia una frase rimasta celebre nella storia della pubblicità televisiva: "Non è esatto! Anch'io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti".

 

 

 Solo lui era in grado di svelare l'arcano... il Tenete Sheridan


 

"Tuto va ben, tuto fa brodo". A questo punto entra in scena il ritornello che canta: "Non è vero che tutto fa brodo, è Lombardi il vero buon brodo!" "Lombardi xe bon"


 
Una pubblicità che oggi appare decisamente vintage e che reclamizzava le "mitiche" bustine con le quali si rendeva effervescente l'acqua del rubinetto.


Per avere denti bianchi...c'è Colgate

 

 

Alitalia ti porta a spasso per l'Europa

 

 

In ricette sbagliate, ha bruciato fondi, fatto attaccare frittate, annerito patate sauté, persino scotto la pasta. Tutto per chiacchierare qualche minuto con le amiche.

 

 

Mira Lanza, (quanti punti raccoglieva la mia mamma che trovava dentro il fustino) il tenerissimo Calimero, pulcino nero, che fece breccia nel cuore di tante casalinghe italiane.

Frase cult.."Tutti se la prendono con me perché loro sono grandi ed io sono piccolo e nero. E' un'ingiustizia, però!

 

 

Caffè Lavazza, in un west dove “le pistole dettano legge” la celebre, romantica e avventurosa coppia costituita da Carmencita e dal suo Caballero.

Frase cult.."Bambina sei già mia, chiudi il gas e vieni via!"

"Pazzo, l'uomo che amo è un uomo molto in vista, è forte e bruno e ha il baffo che conquista".

"Ammore, quell'uom son mi! " (e quì l'immancabile rivelamento del caballero come Paulista)

  Molti di quegli slogan e dei motivetti musicali che li accompagnavano sono per anni entrati a far parte del linguaggio comune, modi di dire, hanno costituito scorciatoie linguistiche e comunicative. Alzi la mano chi non ha mai detto "mi non so, io son foresto", oppure "anch’io ho commesso un errore, non ho adoperato la brillantina Linetti” del tenente Sheridan di Ubaldo Lay.


Molti di questi siparietti, visti oggi, ci danno anche il senso del cambiamento di tempi e di costume, alla brillantina oggi si è sostituito (o affiancato) non sono un’esperta del ramo, il gel, e sospetto fortemente che oggi lo spot di Calimero verrebbe considerato tremendamente politically scorrect al limite del razzismo.

Infatti il pulcino è brutto e sporco e non viene accettato finchè è nero, ma piace a tutti appena diventa bianco pulito.
Insomma non voglio farla lunga, ma Carosello non ha ancora finito di insegnarci un sacco di cose…


 

 

Buon inizio di settimana..


 
 
 

La grande Anna..

Post n°7274 pubblicato il 08 Novembre 2015 da nina.monamour

 

 

Di errori ne ho fatti parecchi, di cattive azioni mai. Non dimentico i torti subiti, spesso non li perdono, ma non mi vendico, la vendetta è volgare come il rancore.


La vendetta è anche inutile, non porta via il male ricevuto, non cambia la nostra condizione

Questo mi dà una tal forza da leoni.

Una forza che non mi fa avere paura di nulla.




Ci sarà sempre gente che ti ferisce, ciò che devi fare è continuare ad avere fiducia stando più attento a chi darai fiducia due volte.

 La miglior vendetta? La felicità.

Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.

 

 

 

 
 
 

Incidente di percorso..

Post n°7273 pubblicato il 07 Novembre 2015 da nina.monamour

C'è da scommettere che alla fiaba di colpo verrebbe meno tutto il fascino, che da secoli ruota proprio attorno a quel che con termine moderno potremmo definire un "incidente di percorso". Per fortuna, grazie a Perrault e ai fratelli Grimm la faccenda è andata diversamente, per la gioia di frotte di bambini che da allora hanno potuto fantasticarci sopra.

Avete mai pensato cosa sarebbe della bella storia di Cenerentola senza la perdita della fatidica scarpina sulla scalinata della reggia?



In verità, l'immagine della piccola fuggitiva che, mentre sta scoccando mezzanotte, resta parzialmente scalza mi è affiorata di recente alla mente dalla curiosa notizia che in una città siciliana un rapinatore è stato individuato dai Ris dei Carabinieri, indovinate un pò, (non ci crederete) grazie a una scarpa sfilataglisi nella fuga dopo il colpaccio.



 

La disavventura è naturalmente costata allo sfortunato Cenerentolo (mi si passi l'uso del titolo di un divertente film con Jerry Lewis del 1960) una sorte ben più amara di quella toccata alla protagonista della fiaba, che come si sa finisce innalzata al rango di Principessa mentre al tapino è toccato finire ospite delle patrie galere. Forse qualcuno si starà chiedendo in qual modo la Benemerita sia riuscita a risalire al ladruncolo, dato che il singolare reperto finito in suo possesso già a prima vista appare poco significativo (stavo per dire...calzante, ah..ah..) per consentire di indirizzare con sicurezza le indagini.

Era d'altro canto da escludersi in partenza la possibilità di seguire le orme del piede nudo alla maniera indiana, dato che l'asfalto della città non sarebbe riuscito a conservarne traccia. Del pari impraticabile appariva l'ipotesi di far setacciare migliaia di case da Militi dell'Arma armati di calzascarpe, onde risalire al legittimo proprietario della calzatura attraverso l'emulazione della ricerca svolta dal principe azzurro dei Grimm o dal conte Monocolao di Perrault. E allora?

L'arcano è presto svelato, a tradire il Cenerentolo siculo è stato nientemeno che "il Dna estratto dalle tracce di sudore della scarpa". Quando si dice il progresso! Tecnologia per tecnologia, è da credere che il malvivente ora si stia amaramente pentendo, un pò come faceva l'infallibile Ispettore Rock con la brillantina Linetti ai tempi di Carosello,


 

di non aver mai usato qualche deodorante antibatterico capace di eliminare gli effluvi delle sue estremità.

Per gli estimatori della fiaba di Cenerentola è invece una vera fortuna che l'idea di seguire l'odoroso percorso non sia apparsa al'improvviso al Principe, perché allora gli sarebbe bastato, dati i più modesti mezzi del tempo, sguinzagliare un cane da tartufo sulle piste della fuggiasca per risparmiarsi snervanti ricerche tra valli e calli.

Un tale finale avrebbe però sciupato irrimediabilmente la suspence delle ultime fasi della narrazione, che da sempre avvince proprio a causa del rischio che il piede bitorzoluto delle sorellastre possa spuntarla su quello leggiadro di Cenerentola.


Risultati immagini per cenerentola  che perde la scarpetta

Ringraziamo quindi il cielo che ci ha evitato tanta disgrazia da piccoli.

E ringraziamo da grandi il bandito per l'involontaria perdita di quella che presumibilmente non era una delicata scarpina di cristallo, per un istante ha saputo procurarci lo stesso emozionante palpito infantile.



 

 
 
 

La Baby Sitter..

Post n°7272 pubblicato il 06 Novembre 2015 da nina.monamour

Due amici al pub davanti una birra… 

– “Buona la Tetley’s, davvero!”

– “Te l’avevo detto è una grande birra, retrogusto pieno e amaro, una schiuma densa, persistente…”

– “Sai la mia baby sitter, te ne ho già parlato, ci aiuta anche a fare le pulizie…”




– “Collaboratrice a tutto tondo…”

– “Già... Oggi ha pulito a fondo le due librerie del salone”

– “E quindi?”

– “Fra me e mia moglie abbiamo una marea di libri e li avevamo un pò divisi, i miei dai suoi, e un poi messi assieme. Poi erano organizzati con una certa logica, in un ripiano quelli di cucina, altri per quelli di viaggi, quelli di Benni da una parte, i gialli da un’altra, quelli di foto viaggi, quelli che ancora non abbiamo letto…”

 

 

– “Beh, come fanno tutti…”

– “La stronza li ha tolti, ha pulito tutto e li ha rimessi a posto…”

– “Come erano prima?”

– “In ordine di altezza!!!”

– “Come l’hai uccisa?”

Ah..ah..buon fine settimana

 
 
 

Giaguara, raccomandata o furba?

Post n°7271 pubblicato il 05 Novembre 2015 da nina.monamour

Secchiona, tutta libri e Politica, ignora i gossip e procede a testa bassa e, in tacco 12, prova a cambiare l'Italia!

Ministro a 33 anni, in 18 mesi ha riformato la Costituzione, nessun uomo c'era mai riuscito prima, eppure, non le sono stati risparmiati duri attacchi. C'è la critica per il look, chi le dà della raccomandata e chi ironizza sul legame con il premier Renzi.

Ma chi è davvero?

Eccola che arriva, zeppe leopardate,



bocca a cuore, chioma boccolosa. i paparazzi si scatenano, le malelingue fibrillano, gli intellettuali storcono il naso, persino le Colleghe si fanno venire qualche sospetto.."Da dove spunta questa giaguara"? Sarà la solita raccomandata di ferro, il fiorellino decorativo del renzismo rampante, la giovane pin up miracolata dall'effetto "quota panda"? Sarà l'amante del premier?

Lei sorride, non fa una piega, sale sul palco della Leopolda, immortalata dai flash, in uno dei momenti storici della scena politica italiana. Così, sotto una raffica d critiche, inizia l'ascesa di Maria Elena Boschi,



la donna piu' potente del governo italiano, una tipa che è riuscita a fare in 18 mesi quello che i Colleghi supertitolati non hanno risolto in decenni, riformare niente di meno che la Costituzione italiana.



La Marì, come la chiamano a casa, col suo curriculum di poche righe, ha smontato il massimo teorema sessista del nostro Paese, autorevolezza uguale capelli bianchi, pantaloni grigi, chilometri di titoli, immagine severa e, se si può, tristanzuola.

Non puoi essere donna, bella, giovane e per giunta seducente, non puoi finire sui rotocalchi e poi pretendere di cambiare la Costituzione. Ci deve essere l'inghippo! E, invece, la Boschi di tutte queste maldicenze se nè fatta un baffo; ci ha messo sopra un tocco di rimmel e via, a lavorare dodice ore al giorno.

Dritta per la sua strada, sorretta dai suoi tacchi adorati, fasciata nei tubini neri o tailleur sgargianti, ha portato a termine la sua... "Mission Impossible" (la riforma elettorale e quella costituzionale) mediando tra falchi e colombe, addomesticando gufi e canguri.

Come? Semplice, tenendo inchiodate le persone a lavorare, studiando come una matta, imponendo alla squadra una disciplina militare e cotrollando ogni minima cosa; tutto il resto se l'è fatto scivolare addosso, compresi pettegolezzi e offese sessite!

Giaguara, raccomandata, furba?



Nulla di tutto questo, è solo nua donna tosta, determinata sin da bambina, una secchiona come ho già scritto; ha costruito meticolosamente il suo percorso con tantissimo studio, è una donna intelligente per natura, ma anche tenacissima, capace di volontà e impegno non comuni. Non ama giocare sul sex-appeal, nessuno, mai, l'ha vista ammiccare, certo non rinnega la sua femminilità, viola un pò il codice estetico, ma poi offre un'immagine opposta, quella di una donna ferma, che non provoca, capace di autocontrollo.

A quel minimo di provocazione femminile contrappone un carattere di ferro, capace di controllare anche la traiettoria di un boomerang e se non facesse così, tutti direbbero che è una gallina che starnazza.

 


Concludo scrivendo che prima di Lei questo Paese divideva le donne in galline deficienti dal curriculum accademico infinito e con una capacità agghiacciante di mortificare la femminilità. Perchè mai ci dobbiamo vergognare di essere femmine?



Il Ministro Boschi ha smantellato questa mentalità paratalebana, affermando un modello di donna capace, intelligente, che esercita un potere reale, pur non mortificando la propria femminilità.

Una così ci voleva proprio!!!

 

 

 

 

 
 
 

ღ❥¯`❥☼ღ❥

Post n°7270 pubblicato il 04 Novembre 2015 da nina.monamour

Tempus fugit..



Nell’altra vita

quella di noi due

pochi anni in tasca

e tu nel cuore..

Sogni in testa

e sole tra i capelli,

parole poche

e timidi sorrisi…

Cosa ne è stato

di tutto quell’amore?

 



 

Probabilmente esiste ancora e non certo sotto la cenere.

Probabilmente è all’ombra di una grande quercia..



Si riposa, ascolta, osserva e conserva nell’anima e nel cuore.
Una parte di quei sogni in testa, probabilmente, si è realizzata, il sole fra i capelli è scomparso, ma questa è una cosa naturale.

La distrazione e la corsa hanno vinto il primato del tempo, ma dalla quercia qualche ruga sorride a quei due con pochi anni in testa, e quel che conta è che la testa, le teste e i cuori, sono sempre gli stessi.

Hanno solo cambiato vestito.



 


 
 
 

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