Snorki sarai tu!

X Factor 8 - IV° puntata - Morgan abbandona, Gazzè-Fabi-Silvestri ospiti, Spritz for five eliminati

Questa puntata ha come tema le canzoni scomode; cioè quei pezzi che per aver come tema la lotta a qualche discriminazione sono state censurate. La puntata inizia con un spot confezionato dai giudici e sai cantanti in gara contro il bullismo.

A tema è anche il primo ospite Hozier che canta "Take Me to Church" che affronta il tema dell'omofobia come atto di denuncia verso le discriminazioni omofobe in Russia, raccontando la storia d'amore di due ragazzi omosessuali che viene ostracizzata dagli estremisti cattolici.

Mario - Sugar Man (Rodriguez)
Pezzo più adatto di quello della settimana scorsa. Un bel blues. 6 1/2
Madh - Same Love (Macklemore & Ryan Lewis)
Brano rap sulle discriminazione sessuale. Lui lo canta bene. Forse la prima volta. 6
Spritz for five - Il gioco del cavallo a dondolo (Roberto De Simone)
Una specie di ninna nanna che racconta di chi fa violenza per inibirla. Canzone che poteva assegnare solo Morgan. Imbarazzante. 4
Vivian - Like a Prayer (Madonna)
Versione swing della canzone di Madonna. Lei canta davvero bene, ma la scenografia è enormemente distraente. 6 1/2
Lorenzo - Un blasfemo (dietro ogni blasfemo c'è un giardino incantato) (Fabrizio De André)
Brano molto difficile. Non so fino a che punto lo valorizzi. 5 1/2

Spritz for five vanno al ballottaggio

I secondi ospiti della serata sono Max Gazzè, Nicolò Fabi e Daniele Silvestri che cantano "L'amore non esiste".

Riccardo - Perfect Day (Lou Reed)
Non mi è sembrato convincente. E quando si canta un pezzo così famoso salta all'occhio quando non si è convinti. 5
Komminuet - Je t'aime... moi non plus (Serge Gainsbourg)
Hanno fatto con leggerezza una canzone molto sexy. E non hanno sfigurato. 6
Ilaria - I'm on Fire (Bruce Springsteen)
La canzone è pò troppo leggerina. Non mi è piaciuta. 5
Emma - Strange Fruit (Billie Holiday)
Pezzo molto intenso che ha fatto suo. Magnretica. 6 1/2
Leiner - Canzone per gli artisti (Punx Crew)
Canzone molto divertente e autoironica. Lui la canta benissimo. 7 1/2

Komminuet vanno al ballottaggio

Spritz for five - Radioactive (Imagine Dragons)
Hanno dato prova di quello che possono fare. Peccato che come giudice hanno Morgan. 6 1/2
Komminuet - Don't Tell 'Em (Jeremih)
Mi sono piaciuti meno, ma certo anche loro al di sopra delle prestazioni a cui li costringe Morgan. 6

Morgan elimina gli Spritz for five e dopo essersela presa con il pubblico che non ha capito le opere d'arte che ha assegnato ai suoi cantanti abbandona il palco dicendo che non tornerà più in quanto non crede di avere più niente a che fare con X Factor. Lasciando il gelo in studio gli altri tre giudici faticano a prendere una loro decisione. Victoria dice di apprezzare entrambi i gruppi, ma elimina gli Sproitz èer seguire la volontà del giudice. Mika elimina i Komminuet credendo che la loro performance nell'inedito è peggio di quella degli Spritz; mentre Fedez elimina i Komminuet perchè vuole andare in TILT. Vista la situazione vuole lasciare decidere al pubblico. Il pubblico decide di eliminare gli Spritz for five. I Komminuet si salvano.

L'ho sempre detto che Morgan ha un problema di droga e non andrebbe premiato facendolo partecipare a una trasmissione televisiva; ma aiutandolo facendolo disintossicare. Possibile che Sky non ci sia ancora arrivata? Fedez ha quattro cantanti; Victoria e Mika soltanto due; mentre a Morgan rimangono solo i Komminuet; sempre che si prenda la briga di onorare il contratto. Altrimenti faranno bene a multarlo.

La puntata è stata vista da 1.083.168 spettatori con il 4,1% di share.

Lega: i due fronti contrapposti

Salvini e la sua Lega sono più foprti che mai e dal pericolo sdisfatta di prima delle europee, adesso nei sondaggi vola oltre l'8% e il leader Matteo Salvini, tra i leader, come indice di popolatità è secondo solo a Matteo Renzi. Ma nella Lega Nord non va tutto così bene. Flavio Tosi lamenta la scorrettezza di Salvini, che avrebbe violato il patto che avevano fatto prima che quest'ultimo si candidasse a segretario. Il patto, siglato tra i due con testimone Maroni, infatti prevedeva che se Tosi avrebbe lasciato via libera a Salvini per la segreteria; quest'ultimo avrebbe fatto lo stesso con Tosi quando si sarebbe trattato di candidarsi per la leadership del centrodestra. Ora sembra che Salvini, ringalluzzito dai dati di gradimento sembra voglia provarci in prima persona.

A Milano, e altrove in Lombardia i consiglieri del gruppo civico maroniano in Regione Lombardia (gruppo a cui è iscritto lo stesso presidente Maroni) hanno invitato Tosi al Pirellone per un incontro (invito non esteso alla Lega) per sostenere l'azione politica di Tosi a livello nazionale, il suo programma contenuto nel manifesto «Ricostruiamo il Paese», e quindi la sua corsa a candidato premier in quota Lega in un'eventuale rosa di nomi del centrodestra.

Roberto Maroni non c'era, forse per non creare ulteriori retropensieri, ma c'era invece all'inaugurazione di un comitato tosiano a Pordenone, l'altra settimana, dove ha lanciato di fatto Tosi come l'anti-Renzi del centrodestra, con queste parole: «La spinta di Tosi è fondamentale per guidare il centrodestra, con la componente civica che è decisiva. Lo dico da leghista che ha sempre vissuto nel partito. Ci saranno resistenze enormi, ma ce la faremo. C'è molto da fare per rilanciare il centrodestra, ma noi sappiamo che Tosi c'è la può fare».

E dunque, la Lega che fa, ne sostiene due? «La linea politica della Lega la dà Salvini, non Maroni o Tosi, punto e stop. Ognuno si regoli di conseguenza» ti dice duro un fedelissimo di Salvini. L'indicazione è di non aprire fronti interni, divisioni, nuove spaccature tra cerchi magici e fronde, ma i sospetti circolano in abbondanza. Una Lega dentro la Lega? Un'idea diversa, che corrisponde a quel che Maroni aveva in mente quando lanciò Salvini come suo successore e sperimentò, come già Tosi a Verona, il successo delle liste civiche (quella di Maroni alle regionali prese il 10%, poco meno del Carroccio), più legate ai temi dell'impresa, del Nord produttivo, che non al leghismo celodurista. La Lega di Salvini doveva restare come baluardo dello zoccolo duro padano, ma in posizione minoritaria dentro quel movimento civico di centrodestra, senza corna o ampolle sacre, che Maroni e Tosi avevano - hanno - in mente (magari dialogando con Passera). Poi il boom, imprevisto, della Lega di Salvini ha scartabellato i piani.

Successi che non tutti i leghisti salutano con entusiasmo. «La linea populista e caciarona di Matteo funziona nel breve periodo perchè parla alla pancia del Paese, ma non crea una proposta credibile di governo, nè una classe dirigente nuova» spiega un parlamentare leghista, uno dei critici verso il «caro leader», come qualcuno nella Lega chiama Salvini dopo la visita a Pyongyang. Il «lepenismo», la battaglia no euro, certe posizioni da «comunista padano», tutte battaglie che Tosi non condivide. Mentre Salvini imputa a Maroni scarsa incisività come governatore leghista, e Tosi una certa ambiguità. Così, mentre Salvini va avanti per la sua strada, quella della Lega dei popoli, Tosi e Maroni seguono la loro. Col pericolo che, prima o poi, le due strade vadano a scontrarsi.