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Post n°170 pubblicato il 13 Settembre 2012 da lab79
 

Ho scritto spesso del passato: al tramonto gli occhi rivolti a occidente, come a voler inseguire il sole e il suo strascico di stelle che quasi sfiorano la terra, senza mai toccarla. D'altra parte, è dall'occidente che provenivo, quando sono atterrato su questa terra. Ne ho scritto con una nostalgia leggera, un filtro lieve dai toni giallo-cenere, come il colore di cui si tingono le polaroid col passare del tempo. I più ironici potranno cogliere in tutto questo, a piacere, un'ironia da hipster, e utilizzare il termine "instagrammatizzazione dei propri ricordi" per definire tutto questo. Non mi importa. Quel che resta vero, è che tanto parlare del mio passato non è un semplice cedimento all'autocommiserazione dei giorni che sono passati, al "com'era bello il mondo, una volta" e "com'è insignificante, ora". Se così fosse, racconterei più spesso dei miei ricordi: li impasterei insieme con la melassa della malinconia più densa che ho (perchè ce l'ho: la tengo nascosta in fondo al frigor e non nego nemmeno di farne uso. Una pennellata sui dolci che stanno per cuocere nel forno, ma solo una, per attenuare tanta dolcezza e fissarla con un retrogusto amaro) e ve li servirei accompagnati da qualche bicchiere di lacrime di stagione. Potremmo a quel punto brindare insieme alle nostre disgrazie, a tutto quello che abbiamo perso, e potremmo piangere gli uni sulle spalle degli altri. Il tutto avrebbe il gusto che già immaginate: nauseante.

Non è certo per tutto questo che scrivo del passato.

Ne scrivo perchè è stato necessario rassodare la terra, prima di seminare i giorni che verranno. I giorni che verranno, ora sono qui.

Ne scrivo perchè il mio presente si addensa di avvenimenti. Si gonfia  e cambia colore col passare dei giorni, e delle stagioni. Semplicemente, matura. Ed è ben più di un presagio di futuro, è il futuro che è già qui, a un passo. Crescono nuovi rami e si rinforzano le fibre, e il tronco non ondeggia più ad ogni folata di vento. Piove, nevica, il suolo si ghiaccia, si asciuga, si secca, ma le radici là sotto avanzano immobili e sembrano eterne. Io non sono più una cicala. Il mio cuore non stà più sotto la terra. Scavo la terra con le mani e conto le radici. Allungo le mani verso i rami, e ne conto i frutti. E il mio cuore di uomo si rallegra, perchè non sente, non sogna, non spera, ma sa quanto profonde sono le radici del suo albero, sa quanto robusto il suo tronco, e sa quanti frutti pendono dai suoi rami. E può finalmente alzare gli occhi al cielo, senza più paura dei suoi capricci, e pronunciare con voce le sue parole.

"Questo è l'albero della vita, ed è mio. Così è sempre stato, e così sarà per sempre. Ne nutrirò le radici, secondo i suoi bisogni, e ne raccoglierò i frutti, secondo i miei. Taglierò i suoi rami secondo il mio giudizio, e donerò i suoi frutti secondo il mio desiderio, e questo sarà giusto, perchè l'avrò deciso io. E sarà così finchè le mie mani saranno forti, e quando anche le mie stagioni saranno finite, tutto questo resterà per chi verrà dopo di me. Questo sarà il mio dono. Questo è l'albero della vita. Ed è mio. E del cielo non ha più paura."

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Commenti al Post:
beside_me
beside_me il 13/09/12 alle 11:42 via WEB
siamo frutto del nostro vissuto,lo ripeto spesso,tanto che delle volte anche in famiglia quando uso questa espressione,mi prendono in giro,il punto è che ci credo fortemente,ciò che siamo stati determina il nostro presente e mette radici nel futuro.ognuno di noi,nonostante le difficoltà,i dolori e le amarezze,non deve mai dimenticare di continuare a seminare bene,per poter poi raccogliere un giorno,che sarà vicino o lontano poco importa,l'importante è sapere di aver fatto bene.l'immagine del tuo albero è un dono meraviglioso che non fai solo a te stesso.
 
 
lab79
lab79 il 17/09/12 alle 02:33 via WEB
Siamo frutti di un albero che non era il nostro. "..appena nati siamo già parte dei sogni altrui.." per usare le parole di qualcuno che è passato gentilmente da qui. Ma col passare del tempo quel frutto si apre e getta i semi nella terra. E germogliano. E quando ci si rende conto di cosa significa, è allora che ci sente talmente forti da accettare di non essere eterni.
 
Vittorio_The_Dreamer
Vittorio_The_Dreamer il 17/09/12 alle 10:21 via WEB
Proprio così: il significato alla nostra vita, a tutto ciò che pullula intorno, animato o inanimato esso sia, che abbia sede in cielo o sulla terra, lo diamo noi creature umane; a ogni cosa diamo significato per il nostro presente, passato o futuro tornaconto, materiale o spirituale esso sia, guidato dal cuore o dalla mente, contingente o eterno esso si dimostri al nostro insindacabile giudizio.
 
 
lab79
lab79 il 22/09/12 alle 04:46 via WEB
Sono dunque i nostri cuori a creare il mondo?
 
   
ikeuoha
ikeuoha il 22/09/12 alle 19:33 via WEB
.. la vita di ogni persona è molto più complessa di quanto la si voglia o possa schematizzare.. questo Post mi è piaciuto molto.. Bravo and thanks.
 
     
lab79
lab79 il 24/09/12 alle 03:27 via WEB
;-) Grazie!
 
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