TheNesT

Da giorni pensavo: "Avrà finito di staccare i giorni del calendario? GLielo chiedo o non glielo chiedo? No, sarebbe un intromissione nella sua vita, una stupida curiosità. Prima o poi lo scriverà da solo: l'ha promesso in un'altro post. Non Riuscirà a tacerlo, è una cosa che non si può tacere. E' un'esperienza sconvolgente che trasforma ogni prospettiva di vita."... Non sono madre, solo zia; ma in parte l'ho imparato. Non si hanno più occhi per vedere, si guarda il mondo attraverso gli occhi di un altro, e sono gli occhi di un bambino, non quelli di un uomo. Il mondo, visto attraverso gli occhi di una creatura così piccola, non può che essere ... Come può essere il mondo per un bambino? E' grande e bello quanto cerca di regalarglielo suo padre, ci prova... E ci riesce, ci riesce comunque, ci riesce anche se poi un figlio non lo capisce pienamente. A un padre cosa basta in cambio? Forse gli basta essere chiamato: "papà".

Non posso. Non posso solo cercare di regalargli un mondo. Devo prometterglielo, e questa promessa la devo mantenere. Glielo devo. E lo devo a quel me stesso che ha finito col perdersi, molto tempo fa.

già...i figli non li facciamo per noi. Siamo per loro "possibilità " e non fine.b. giornata Iside

E' il perdono che finalmente concedo a me stesso. E' la promessa di una rinuncia, è il futuro che non è più mio. Tutto quello che mi resta: i miei giorni da vivere, le mie notti da sognare, il mio calore e la mia voce, ora, non appartengono più a me.

Quanta tenerezza e amore c'è in questa foto, negli occhi e nel cuore di chi ha colto la bellezza di quella piccola mano. Il mio augurio è che il tuo meraviglie dell'universo e stringere tra le mani le cose che desidera. Un caro saluto. Donna.

Quanta tenerezza e amore c'è in questa foto, negli occhi e nel cuore di chi ha colto la bellezza di quella piccola mano. Il mio augurio è che il tuo bambino possa conoscere tutte le meraviglie dell'universo e stringere tra le mani le cose che desidera. Un caro saluto. Donna. (era sparita una parte del messaggio)

E' quel che desidero per lui. Grazie!

Ti auguro ogni felicità. Margherita.

Il tuo augurio è speciale. Perché io, felice, lo sono già.

Un uomo che ha tali bellissimi e profondi pensieri, e' gia' un adorabile padre! :-) *

Spero di esserlo, per ognuno dei giorni che, da adesso in poi, vivrò.

qualche post fa, quello meraviglioso sull'estate, avevo intuito che di questo si trattasse quando scrivesti "è l'estate più dolce che abbia mai vissuto", aspettavo anch'io, come dice Manuela, che tu condividessi con noi...quindi grazie di averlo fatto, e di averlo fatto così, a tuo modo... con le tue parole aver descritto ciò che un padre fa...auguri a te, auguri a voi

Grazie, davvero. Il perché l'ho scritto qui, in fondo, non lo so. Forse perché condividere quello che sento con chi non conosco e riceverne in cambio tanto sincero calore, fa sembrare questi auguri più limpidi, trasparenti. Non ci sono convenzioni che obblighino chi passa da qui a farli, chi si ferma a leggere e scrivere in fondo lo fa in risposta ad un sentimento di comunanza con uno sconosciuto, soltanto perché vive qualcosa che sappiamo vero, perché lo può vivere chiunque. E' come se per un momento fossimo in grado di capire di far parte dello stesso mare, e di avere lo stesso destino. E questa sensazione ha il sapore di una rivelazione.

Non importa quanto la libertà sia lontana... ci arriveremo.

In fondo, è soltanto per questo che viviamo. Per essere liberi. E una volta liberi, rendere liberi quelli a cui vogliamo bene. E se abbiamo il cuore abbastanza forte: il mondo intero.

Ti leggo e nella dolcezza che esprimi sorrido. E' bello "guardarti".
Ti-vi auguro il meglio! ^_^

Grazie, grazie davvero.

Sai, Lab, passo nel tuo blog per vedere se hai scritto qualcosa di nuovo e mi accorgo che in realtà torno a guardare questa foto di bambino. Mi ricordo com'era tenere tra le braccia mio nipote vent'anni fa, camminare lungo il corridoio della casa dei miei genitori per farlo addormentare, nel buio cantando una canzone, canti del coro della chiesa che solo quelli sapevo cantare bene. Continuavo a camminare avanti e indietro lungo il corridoio cantando sottovoce anche quando era già addormentato perchè mi piaceva troppo sentire l'abbandono del suo piccolo corpo, le sue manine che mi sfioravano... Quando fu più grande e ci furono problemi tra mio cognato e mia sorella, problemi troppo grandi perchè si risolvessero, dicevo a mia madre: "Non riuscirei mai a rinunciare a Gian, così si chiama mio nipote; ma accetterei di vederlo andare lontano, magari in Australia, e non poterlo rivedere più se fossi sicura che lì potesse essere felice, piuttosto che qui vicino a dovere soffrire per le incomprensioni tra i suoi familiari." Non credo si possa evitare ai bambini la loro porzione di sofferenza, noi per Gian non l'abbiamo saputo fare; però si possono dare loro degli strumenti, delle opportunità per non lasciarsi annullare dall'incapacità di comprendere ed per avere misericordia per noi adulti. Sembra retorico dirlo; ma credo si cominci proprio cantando lungo un corridoio, con la propria presenza gratuita ed incondizionata quando sono così piccoli che quasi ti stanno nel palmo della mano. Ciao

:)*