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Di cosa sono fatte le poesie

Post n°182 pubblicato il 14 Novembre 2012 da lab79
 

A volte sono poesie. Si, poesie. Quelle parole che danzano e che io non capisco. Sono al di là di quanto posso vedere, sentire, e comprendere. Che dispiacere, non capire la poesia.

Alcuni scrivono poesie che sono melodia: il canto di un'anima prigioniera nella gabbia del cuore. Parole che cantano del proprio dolore, della propria solitudine. Si spogliano del superfluo, per mostrarsi impudiche per quel che sono. Solo la verità.

Io ci provo. Ascolto il rimbombo nel mio cuore ma non sento canti. Solo voci. E se aspetto, soltanto un ronzio elettrico che non può avere sentimenti, nè anima. Un ronzio che può essere solo macchina.

E allora che macchina sia, chissà che non finisca con l'avere un'anima pure quella. Un'anima matematica, tanto logica da risultare ai nostri cuori incomprensibile. Che dispiacere, non capire la matematica.

"Ohm sweet ohm"

Radioaktivitat - 1975

Kraftwerk

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Commenti al Post:
manuelazen
manuelazen il 14/11/12 alle 02:45 via WEB
Anche se non è una poesia superba prova a dire che questa non ti comprensibile: "Io? / Sono un foglio di carta, / una mano tesa, / una parola, // Chi sei? / Non ti conosco! / Non conosco / il tuo cuore di perla. / Ma credo. // Sono una parola: / Credo!"
 
 
lab79
lab79 il 16/11/12 alle 09:42 via WEB
(Credo nelle parole. Nei significati, e nella capacità di carico dei significanti: vascelli simbolici che portano a spasso il senso del mondo, verso una terra che non è un luogo, ma un tempo - domani- che inevitabilmente sposta le sue coste, ogni giorno, un giorno più in là.)
 
   
manuelazen
manuelazen il 16/11/12 alle 13:53 via WEB
Come hanno già sottolineato Mara e Zahalia ciò che scrivi è spesso permeato di poesia, non hai bisogno di capire la poesia perchè già la fai, non poesia di parole stucchevoli ed immagini involute, bensì parole ed immagini evocative di emozioni che riesci a far uscire dalla tua mente e vivere per chi ti legge. Più che credere nelle parole io cerco di amarle. Ma forse è la stessa cosa...
 
     
lab79
lab79 il 18/11/12 alle 04:39 via WEB
Credo proprio che tu abbia ragione: credere in qualcosa (o chissà, in qualcuno) significa amarlo. Grazie ancora dei tuoi complimenti!
 
mara.alunni
mara.alunni il 14/11/12 alle 11:05 via WEB
questa sopra riportata o scritta da manuelazen è poesia, sì: ha canto, melodia e contenuto...difficile fare poesie, non ci siamo abituati, ci siamo abituati a fare altro...siamo bravissimi a fare guerre, per esempio, si dice che la possono fare tutti, ci si educa a questo...invece dei poeti si dice che possono essere pochi e non veniamo educati e cresciuti a fare poesia...e pensare che "poesia" in greco ha anche il significato di "fare"...ci sono anche splendide poesie in prosa, come i tuoi scritti, dove trovo ogni volta passaggi che sono melodia, dove le parole danzano dipingendo realtà nuove che è un piacere vedere...
 
 
lab79
lab79 il 16/11/12 alle 09:44 via WEB
("..siamo bravissimi a fare le guerre.." E' il destino delle civiltà tecnologiche: concentrate più sul "come" fare, piuttosto che sul "perché". E una guerra è sempre il trionfo della tecnologia. ) Eppure ogni volta che scrivo, ho il terrore che "poesia" possa diventare, semplicemente, un volo pindarico.
 
zahalia
zahalia il 14/11/12 alle 13:09 via WEB
Non capisci la Poesia?? Mica ci credo.
 
 
lab79
lab79 il 16/11/12 alle 09:38 via WEB
Ahimé. Come non capisco la danza. (Ah, ma il pattinaggio artistico, quello sì!) Il mio problema è che spesso mi sfugge il senso, di questi gesti "artistici". Non credo nell'estetica, se questa non è funzionale a qualcosa. La bellezza, quella si che è facile da capire: statica davanti ai nostri occhi, ma capace di muovere mari nel cuore. Non ho bisogno di studiare, per capirla. Certo, se studiassi la capirei meglio. Ma ho il sentore che la poesia troppo spesso ceda all'incanto di se stessa, e finisca per darsi via -all'incanto- per i pochi spiccioli che vale un applauso.
 
   
zahalia
zahalia il 16/11/12 alle 13:41 via WEB
Mi vengono in mente "gesti artistici" di altro tipo, se devo pensare ad estetiche di cui mi sfugge il senso. La parola "installazione" ancora oggi mi fa ridacchiare: ma che è, n'installazione? E passi che ce ne sono anche di belle. Ma la stragrande maggioranza dell'arte contemporanea per me è gesto autoreferenziale. La poesia non lo è. Se appare autoreferenziale, è perché è intima, e intima è la natura del legame tra le sue parole e la musica del verso. Ma la poesia non è di suo autoreferenziale: come avrebbe fatto a parlare con immagini ancora vive, capaci di sprigionare miti, fino a noi, dai grandi poemi omerici, o dall'epopea di Gilgamesh? E una poesia come quella del Cantico dei Cantici? ma la cosa che più mi stupisce è che la tua prosa è spesso, potentemente, poetica...
 
     
lab79
lab79 il 18/11/12 alle 04:48 via WEB
Arrossico, neanche tanto virtualmente, ai complimenti di coloro di cui ammiro la scrittura, come te! (Forse quelle poesie si portano dentro l'anima degli uomini. Attraverso il tempo, e lo spazio, alla ricerca di un cuore d'uomo, un porto sicuro, dove poter finalmente fare ritorno. Ma anche queste, in fondo, non sono che suggestioni omeriche.)
 
Balcan1
Balcan1 il 14/11/12 alle 16:38 via WEB
L'unica speranza, in quest'ottica, consiste in un mondo totalmente dominato dai computer. Per chi nutre tali pensieri, solo la follia e la purezza icastica delle connessioni informatiche lasciano spazio a quel poco di equilibrio ch'è rimasto. Ed è giusto: se così fosse, qualcuno potrebbe perfino esultare di gioia!
 
 
lab79
lab79 il 16/11/12 alle 09:35 via WEB
I computer in fondo sono solo un medium. Device di interfaccia tra noi e una delle reti (che non sono altro che i reticolati delle nostre relazioni: il mondo, o i mondi, che ci circondano.)Qui, forse, accennavo più all'idea che una macchina (qualunque macchina: magari persino quella del caffè) possa avere anima. Per questo la musica dei Kraftwerk mi sembrava perfetta. Totalmente sintetica, in un'epoca in cui questo sembrava inaudito, eppure comprensibile da chiunque, prettamente pop, come se macchine e umani avessero trovato finalmente un luogo comune per comunicare. La musica. Cioè, poesia in matematica.
 
gaza64
gaza64 il 21/11/12 alle 22:15 via WEB
Credo che la poesia sia fatta della stessa materia prima di cui sono fatte le emozioni: che possono essere, all'occorrenza, cariche di gioia o di dolore. Di intima consapevolezza, o di altruistica empatìa. Personalmente le ritengo l'espressione sintetica di una concezione molto estesa: una specie di riassunto che presuppone sempre una precedente e lunga lettura. Ovviamente non ritengo un peccato gravissimo non riuscire a comprenderle: come se ad ignorare la matematica non si riuscisse a contare le stelle!:)
 
 
lab79
lab79 il 22/11/12 alle 04:58 via WEB
Chissà che matematica e poesia non siano in fondo la stessa cosa..
 
   
gaza64
gaza64 il 22/11/12 alle 18:09 via WEB
Chissà che non sia tanto diverso il modo di comprenderle...
 
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