Messaggi di Ottobre 2017
...e dopo tanto vento, finalmente la quiete. E la mattina si sveglia tersa e fredda, come le mani di mio figlio. Ridacchia con la testa sotto il cuscino, perché non si vuole alzare; ma è martedì d'autunno, e bisogna andare a scuola. E intanto l'orologio ruota intorno a se stesso, macinando il tempo man mano che lo viviamo, e così i piccoli gesti svaniscono nella memoria. Ma non è del tutto vero. Anche quei piccoli gesti restano nel tempo: non ricordati magari uno per uno, ma tutti insieme come un momento solo della vita, che si ripete da sempre e per sempre, e per questo non svanirà mai. Ma neanche per questo c'è tempo, ora. La mattina mi sparisce da sotto i piedi, ma non è tempo perso. Certo, nessuna delle comissioni che ho fatto finora è memorabile, ma utile si. Ed è su queste piccole pietre che infine poggia il castello delle nostre esistenze, fragili se prese una per una, ma irriducibili se insieme. Intanto cade un'altra foglia davanti alla finestra. Chissà come ha resistito al vento che nei due giorni scorsi ha portato l'autunno a casa nostra, ma ha resistito fino a questo momento. E ora senza motivo apparente si stacca dal suo albero, in silenzio, e leggera sciovola piano nell'aria, ora puntando verso il cielo, ora puntando verso terra. E infine si appoggia sul prato dopo un ultimo girotondo che è sembrato durare un'esistenza intera. La raccolgo piano, e l'ammiro per un momento mentre il sole mi scalda la schiena. E con un sorriso che non so spiegare, la porto a casa e le trovo un angolo tutto per sé, con la segreta convinzione che dentro quella foglia ci sia l'autunno intero.
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-"Apri gli occhi" Ed io apro gli occhi. -"respira" Ed io respiro. E per un istante è come se non fosse passato il tempo, e la notte fosse semplicemente finita. E lascio cadere la testa di lato sul cuscino e vedo il tempo portarsi via le foglie cadute chissà quando, e allora un soffio che sembra un lungo respiro spinge di colpo i vetri della finestra, e a me sembra che il mondo sia come nuovo, come appena sognato apposta per me. Tremo. Ma solo per un momento, e mi rimpicciolisco sotto le coperte come facevo una volta da bambino, tanto tempo fa. Tutto il calore è svanito, e forse anche la vita come una febbre che finalmente cede e gli occhi si fanno leggeri, come dopo aver pianto. Respiro. Respiro e chiudo gli occhi e intanto esco dalle coperte, infreddolito e fragile. E la mia anima sembra dilatarsi all'aria quasi fredda di questo fine ottobre, raggiunge anfratti che dimenticavo di avere, e per un istante pare sul punto di scoppiare silenziosa, ma poi chissà come non lo fa. Apro gli occhi e respiro, e le ultime parole che ho detto spuntano tra le pieghe delle lenzuola sfatte, in attesa forse di essere pronunciate ancora. Ma forse non ancora. E forse non qui. |
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