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Diabolus in musica (5) bis

Facciamola semplice. La successione di Fibonacci è una serie di numeri in cui un numero è la somma dei due precedenti. Quindi, partendo da 1:

1,1,2,3,5,8,13... ecc,ecc.

“Embeh?” direte voi. E l'ho detto anch'io, per molto tempo, finché non ho scoperto che questa successione sembra trovarsi un po' ovunque in natura, sia d'esempio la proporzione con cui cresce il guscio del Nautilus, uno dei più perfetti esempi di disegno a spirale in natura. Oppure in botanica, dato che i fiori sembrano avere un numero di petali correlato alla successione di Fibonacci, in base alle dimensione del fiore. Idem nelle equazioni frattali, pare persino nella proporzione tra le diverse parti del nostro corpo (Ricordate il famoso “Uomo Vitruviano”: Ecco, le sue proporzioni sono legate alla cosidetta sezione aurea, che pare essere strettamente collegata anch'essa con la successione di Fibonacci.) E infine, eccoci giunti al punto: Nella musica.

Sebbene non siano pochi i casi in cui questa successione sembra trovarsi per caso all'interno di molte composizioni rappresentata magari nelle varie unità di misura della musica: durata del brano, numero di note, numero di battute, ecc., non sono pochi i casi in cui è stata introdotta di proposito, specialmente in brani di compositori avanguardisti, e persino di stampo rock, Tra questi, i Genesis, Deep Purple, Dream Theater e più di recente, i Tool.

I Tool sono una band di musica Metal, con forti influenze delle correnti industrial e progressive. Caratterizzati da un eclettismo e da una capacità tecnica complessa, che li ha portati alla composizione di uno dei migliori album del genere. Il disco in questione si chiama Lateralus, e gode a distanza ormai di anni dalla sua uscita di una reputazione di capolavoro che difficilmente perderà smalto col passare del tempo. Una delle ragioni stà proprio nella complessità di composizione: canzoni con tempi dispari, variazioni di tempo e ritmo all'interno dei brani, profondità dei testi, e uno studiato uso della matematica al fine di coinvolgere l'ascoltatore in una spirale di emozioni difficile da riscontrare in altre opere. Non è un album facile da decifrare, e forse in questa difficoltà e aura di mistero che risiede il suo fascino. Uno dei pezzi più emblematici di questo approccio è proprio “Lateralus” che dà il titolo all'album. Per esempio nei primi minuti della traccia,le sillabe dei versi del testo formano i primi sei numeri della successione di Fibonacci, poi tornano indietro al primo e continuano fino al settimo per tornare infine indietro fino al quarto:

[1] black
[1] then
[2] white are
[3] all I see
[5] in my infancy
[8] red and yellow then came to be
[5] reaching out to me
[3] lets me see
[2] there is
[1] so
[1] much
[2] more and
[3] beckons me
[5] to look through to these
[8] infinite possibilities
[13] as below so above and beyond I imagine
[8] drawn beyond the lines of reason
[5] push the envelope
[3] watch it bend

Lo stesso ordine delle canzoni all'interno dell'album sembra fare continui riferimenti alla matematica, così come i testi delle canzoni a volte usano alcuni termini geometrici come potenti metafore. Tanta fascinazione nei confronti della matematica, da parte della musica, non è casuale. La matematica vige e regola le strutture musicali, sin nel profondo: lo stesso rapporto tra le note può essere espresso in matematica, e anche il modo in cui "funzionano" le note, la struttura intima del loro vibrare nell'aria, sono esprimibili in termini matematici. 

Che dire? Mi piace pensare che la matematica sia, a modo suo Il "Diabolus in musica" per eccellenza: l'animo oscuro perché incompreso, non perché incomprensibile, della musica.

Lateralus - Tool (Lateralus, 2001)
-Video tratto dal canale Youtube di Simone Aresu