Creato da viburnorosso il 02/06/2011
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« L’antico richiamo dell’a...Di ossitone, perispomene... »

Volere è nuotare

Post n°449 pubblicato il 28 Settembre 2016 da viburnorosso

Stavolta mi hanno dato una stanza al Gran Bleu, che non ho capito se si chiama così per via della cancellata dipinta di azzurro o perché dalla terrazza dove servono la colazione da ogni angolo si vede il mare. 

Bisogna salire in alto per ricordarsi di essere su un’isola.
Procida.
Come si riscende in basso l’orizzonte marino sparisce dietro agli alti muri di cinta che celano cortili e limonaie, si viene inghiottiti da un groviglio di vicoli e stradine. Ogni qualvolta si cede il passo ad un furgoncino o ad un apecar, si finisce impigliati nei rami di bouganville e gelsomino che si sbracciano fuori dai giardini. Qui non esistono marciapiedi. Deve essere perché il tessuto urbano è stato concepito in un’epoca in cui le vie si percorrevano solo a piedi, o al massimo a dorso di asino. Oggi che i veicoli a motore si sono impossessati della strada, al pedone non resta che farsi da parte, sperando di non essere centrato da uno di quei bolidi sfreccianti. Ma non accade mai. Chi guida in questi posti deve essere provvisto di una patente di livello superiore per  condurre veicoli speciali con un secondo pedale dell’acceleratore al posto di quello del freno.

Ho deciso di allungare la trasferta di un giorno: ho attraversato in su e giù l’Italia due volte in meno di venti ore, adesso sento il bisogno di fermami. Sono piena di buoni motivi peraltro: devo provare l’insalata di limoni e menta, le granite di frutta vera, la frittura di paranza, ma soprattutto devo fare il secondo e ultimo bagno della stagione, o forse, sarebbe più giusto dire, il primo e unico, visto che da qualche giorno l’estate ha passato la mano all’autunno.
“Ricordati di prendere il costume da bagno” mi sono ripetuta più volte prima della partenza, tuttavia ho lasciato che a fare le valigie fosse un ottimismo scettico  e un po’  sbadato, perché mi sono ritrovata con due pezzi appartenenti a due costumi diversi e senza infradito.

Ma se una è determinata, in spiaggia può andare  anche così: scendere per la stradina vestita di tutto punto, come fosse appena uscita da un convegno (solo senza congiuntivo di possibilità), levarsi le scarpe sull’ultima rampa di scale e procedere a piedi nudi nella sabbia contando sull’indifferenza ai principi di coerenza estetica da parte dei vecchietti che giocano a carte ai tavolini dell’unico chiosco aperto.

La sabbia è scura, e neanche finissima, ma la compagnia di un’amica che riesco a incontrare meno di quello che vorrei, unita alle chiacchiere, alle risate e all’insistenza gentile del sole di settembre, riscaldano immediatamente la temperatura dell’acqua, e ci impediscono di notare la marea che quasi travolge  borse e asciugamani sulla spiaggia.

Veniamo via che sono quasi le sette di sera. La sabbia che pizzica nelle scarpe buone, il costume bagnato sotto, i capelli arruffati dalla salsedine.
E un principio di raucedine e soddisfazione in gola.

 

 

 
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Commenti al Post:
scattivando
scattivando il 28/09/16 alle 15:42 via WEB
malgrado non posso definirmi un frequentatore assiduo di questa comunità (anzi) penso di essere un bravo giudice. molto bello leggere il tuo blog, non avevo mai trovato un individuo con le tue capacità dialettiche.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 07/10/16 alle 09:02 via WEB
Grazie, veramente. Peccato tu non sia passato prima. Un tempo qua sopra era un gran bel posto, con tanta gente che aveva cose molto interessanti da dire e sapeva anche dirle benissimo. Poi forse ci siamo tutti un po' imprigriti, io per prima, se consideriamo che è almeno una decina di giorni che non passo qui sopra!
(Rispondi)
 
 
scattivando
scattivando il 08/10/16 alle 21:51 via WEB
Peccato! Stai dicendo che mi sono perso qualcosa di bello. Mi spiace non essere intervenuto con i giusti tempi (a conoscerli 'sti benedetti tempi!). Sintetizzo il mio pensiero da analista/esistenzialista: tutto ha un inizio un'evoluzione e una fine e tutto si compie secondo cicli di cui spesso ci sfuggono le regole. Sintetizzo anche i tuoi ultimi due post...tanto per dare delle coordinate e non l'immagine del dissociato da tso. 2 cose. Al tuo Gufetto veramente hai dato quella strana spiegazione? Ma quanto rende la frase:"I ricordi, appunto, riscritture filtrate e bugiarde della realtà.? Non so come mai m'è venuto un groppo allo stomaco. Riscrivi presto...anche se ho ancora da studiare il tuo passato (il blog è sterminato). Grazie
(Rispondi)
oltre.lo.specchio
oltre.lo.specchio il 28/09/16 alle 16:42 via WEB
Prof...per un attimo ho avuto la sabbia nelle scarpe...sei un incanto quando scrivi;))
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 07/10/16 alle 09:02 via WEB
Scarpe rosa antico con il cinturino, non so se mi spiego...
(Rispondi)
scattivando
scattivando il 28/09/16 alle 16:51 via WEB
adesso ho capito...PROF...questo spiega (parzialmente) la marmellata di more fatta in casa non ha eguali.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 07/10/16 alle 09:06 via WEB
Eh, è proprio st'appellativo che mi hanno appiccicato che impedisce di fare più marmellate di quelle che vorrei.
Io di mio avrei preferito fare la cuoca che nel tempo libero studia, manco lo so com'è andata che mi sono combinata così!
(Rispondi)
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 29/09/16 alle 07:26 via WEB
...e si sente che stai bene.
(Rispondi)
 
viburnorosso
viburnorosso il 07/10/16 alle 09:08 via WEB
E mica tanto, alla trasferta successiva mi sono presa la bronchite. Forse è ora che la smetta di andare a zonzo su e giù per l'Italia. Peraltro ho visto Espe e ovviamente sei finito nei nostri discorsi.
(Rispondi)
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