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Le giornate di uno scrittore 2

Post n°144 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da driver64
 

Dopo essersi ricomposto Quinto discese al piano terra,dove la donna e la ragazza stavano parlottando “Buonasera” disse Quinto la donna sorrise “mia figlia” Quinto la guardò,non c’era che una minima somiglianza con la madre,forse nei begli occhi castani ma per il resto erano diversissime:quanto era snella la madre tanto flessuosa e alta la figlia che indossava una canotta ed un paio di pantaloncini da tennis che contenevano un didietro alto e muscoloso e finivano sulle belle cosce abbronzate. D’istinto la bella dai lunghi capelli ondulati si ravviò le chiome guardando Quinto “Buonasera”disse ad occhi bassi la madre intervenne “puoi scusarti per prima,no?” Quinto si sentì in dovere di chiarire “colpa mia,forse non ho chiuso bene la porta” la ragazza sorrise “per forza,manca la chiave,se siamo solo noi due non serve” la madre disse “vo subito a cercarla ed a inserirla,voi fate conoscenza” In verità l’assenza della madre li lasciò in un silenzio imbarazzato,Quinto lo spezzò dicendo “Io sono qui per completare il mio libro. Lei legge?” la giovane arrossì “Poco” ammise “Pazienza” disse lui La giovane prese un po’ di coraggio “E di che narra il suo libro?” Quinto sorrise “La storia di due amanti” la giovane arrossì ancora di più “Ah” La madre tornò “Tutto a posto. Cominciamo a pensare alla cena” Quella sera pranzarono presto,minestra di verdure,frittata di gamberi di fossato portati da un conoscente delle due donne,qualche bicchiere di buon vino bianco,simile ma meno aspro e alcolico di quello dell’osteria. Chiusero con un cafè ed un pasticcino di marzapane e Quinto si recò a fumare un sigaro sottile sulla veranda. La ragazza lo raggiunse con un bicchierino di liquore e gli chiese se avesse da accendere. “Allora fumi” disse Quinto “Si,ma poco e mai in casa,mami non vuole” Quinto rispose “nemmeno io fumo in camera, due o tre sigari al giorno mi saziano. Intanto penso al mio libro” la ragazza arrossì ”Così l’ho interrotta” Quinto le sorrise “Non sono così concentrato,due chiacchiere le apprezzo. Mi piace il vostro piccolo paese,credo di essere capitato bene,ho scelto un luogo lontano e tranquillo”
“Io invece vorrei andare via,un viaggio alla capitale,un lavoro per una stagione,vedere un po’ di mondo.”
“Mi sembra una buona idea”
 La giovane sospirò “Lascerei sola mami e lei ne soffrirebbe,ci devo pensare prima di farlo” Proseguirono fumando in silenzio poi rientrarono.
Quinto dormì fino a tardi,al risveglio non trovò nessuno a casa,la colazione era pronta,ma lui si diresse al bar sotto ai portici e lì consumò caffellatte e una frolla leggendo i quotidiani poi ritornò alla casetta incontrando la donna che gli chiese “Tutto bene?” Quinto rispose di sì e salì a “creare” Sistemò la piccola macchina per scrivere,gli appunti,la risma di carta bianca e si mise a battere le sue idee fino alla mezza quando il concerto delle campane lo interruppe. Rilesse le pagine,sottolineò e appuntò alcuni periodi,aggiornò i suoi appunti e la scaletta. Bussarono discretamente:era la giovane che lo avvertiva del pranzo in tavola. Quinto scese di buonumore e la donna gli concesse uno dei suoi rarissimi sorrisi “Sta lavorando bene? Il ticchettio della sua macchina mi tiene compagnia. Sembra un dialogo fitto” la figlia intervenne “per me somiglia al frinire delle cicale spensierato,inarrestabile” Quinto fu sorpreso da queste uscite poetiche:le due donne cominciavano ad accettarlo.
Quel pomeriggio recuperò ancora il riposo sottratto dal viaggio e al risveglio provò un istante di disorientamento non riconoscendo la nuova camera. Provò a riprendere il dattiloscritto,ma dopo due battute sbadigliò,l’ispirazione se n’era andata e Quinto sapeva di non dover insistere. Dal piano inferiore poi come al solito venivano le voci delle due donne abbandonò il lavoro e scese La madre della ragazza chiese “l’abbiamo disturbata?”
“Per carità” sorrise lui “solo che la mia musa deve essere uscita mentre pisolavo e così ..” Quinto accettò un caffé che lo avrebbe destato dal residuo torpore e mentre la donna preparava la figlia ne’approfittò per fargli una domanda “Come fa a scrivere una storia? Davvero c’è una musa che viene a visitarla e a suggerirle le pagine?” Quinto sorrise “Le storie mi si formano in un angolino della mente,intravvedo dei personaggi,un ambiente o un paesaggio e vado avanti.” La giovane era conquistata “Io non saprei da dove cominciare”
“Anche se leggi poco avrai in mente qualche storia che ti è piaciuta,hai mai provato a riscriverla magari aggiungendo qualcosa di tuo?”
“Si,ci sono dei romanzi che mi sono piaciuti,ma da questo a cimentarmi a ripeterli..”
“Immagina una storia d’amore,la più semplice,un uomo ed una donna che s’incontrano..”
“Cavoli..”
“Diranno qualcosa,si scambieranno qualcosa: tu cosa diresti a un ragazzo?” La giovane arrossì “Boh..”
“E cosa vorresti sentirti dire da lui?”
“Boh...”
La madre intervenne “Il suo caffé,signor Quinto,la prego,non scateni le fantasie e i grilli per la testa a mia figlia,credo che ne abbia già a sufficienza”
“Stiamo parlando solo da un punto di vista letterario” sorrise Quinto “chi scrive deve scatenare la fantasia,naturalmente confinandola alla pagina”
“Conosco la creatività,anche il mio uomo aveva un sacco di idee,commercio di cereali,sementi,compostaggio...abbiamo investito un capitaletto,lavorato da matti per anni,siamo rientrati a stento,infine lui se ne è andato con una ragazza del paese vicino,ora vendono falci e vanghe ai mercati e hanno un figlio. Da allora diffido dei tipi creativi”
Quinto sospirò “I miei viaggi li ho sempre fatti sulla carta,sono la persona più lontana dalle avventure che lei possa immaginare,solo adesso che un editore ha creduto in me ho preso un anno di aspettativa per completare il mio primo vero libro..” La figlia un po’ seccata per questa polemica disse “Vo a trovare i nonni,è da tanto che non ci vado.”
“Prendi i fiori che ho reciso stamani”
“Certo” disse la figlia alzandosi Quinto decise di seguire il suo esempio “Se permettete anch’io farei due passi” Una volta fuori la figlia con i suoi fiori in mano disse “Deve scusare mia madre. E’ amareggiata per tanti motivi,ma le cose non sono andate così male,eravamo felici,avevo sempre regali da babbo,stavamo bene; poi un po’ di difficoltà,ma sarebbero passate,io credo,ma mio nonno non ha avuto fiducia,sono cominciate le discussioni e presto babbo si è come sentito isolato fra noi,per questo ha finito per andarsene. Sono molto affezionata a lui e al nuovo fratellino che è arrivato...”
“Ogni storia ha il suo punto di vista” commentò Quinto “anche questa vicenda può essere riletta da un altro angolo”
“Lei butta tutto sul piano letterario. Le separazioni fanno male,il puntiglio di mia madre,la decisione di babbo di andar via,ma a leggerle in un racconto sono una cosa, viverle un’altra.” Frattanto erano giunti al piccolo camposanto,la giovane divise e dispose i fiori,si segnò e poco dopo la visita ebbe termine. Quinto aveva già macinato una nuova idea e all’uscita la giovane disse timidamente“Ora vorrei passare dal mio ragazzo”
“Ma certo” sorrise Quinto che la salutò e riprese la strada di casa. Scrisse d’impegno fino alle sette e si convinse che se avesse mantenuto quel passo avrebbe finito il suo libro in un tempo più che ragionevole

 
 
 
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