Creato da ciacii il 17/10/2007

La Ciaci

Le storie della Ciaci

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ANGELO

 

RESPIRO

Respiro la vita attraverso i tuoi occhi.
Bacio il tuo  cuore sulle tue labbra.
Vedo i colori del cielo con le tue mani.
Riposo sereno sul tuo seno.
Sento il mio amore con i tuoi occhi.
Amo la forza della tua vita
che mi fa vivere.
Dentro te.

(Guidopardo1)

 

TRUCCO

 
 

STUPIDA

Che stupida che sei
tu non impari mai
il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai
e più stupida di te
sappi non ne troverai

quelle tue paure inutili
non finiranno…
Ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
che parli ad uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
tu non farai mai niente
sei una persona tra la gente ma
la gente mente sempre
imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei.
Che stupida che sei
che non ti sprechi mai
le tue poesie sono coriandoli
che non seminerai.
Se poi per ironia
prendessi quota
partendo da un palazzo punteresti in alto
ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
nuda di fronte a uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
fai pure finta di niente
lui si riveste soddisfatto
e intanto sai che mente
sempre imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei
stupida
stupida…
Hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei…
una stupida.

 

COMMENTI

Post nr. 33: l'ultimo incontro

E' veramente notevole e viva la tua capacità di raccontare per sensazioni. Sicuramente tra le migliori cose che ho letto in giro per blog negli ultimi mesi

il_ramo_rubato

 

QUANTI SIAMO?

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...

Ogni medaglia ha sempre due facce, quella principale con il decoro e quant'altro e quella con la semplice scritta dell'evento. Noi ogni volta che guardiamo la medaglia ci fermiamo solo su quello che ci piace, ovvero solo sul decoro o solo sulla scritta. Spesso dimentichiamo che quella medaglia va oltre il decoro e l'evento. Quella medaglia quando ci è stata consegnata ci ha dato gioia. 

(Santiago2008)

 

ATTRICE DI IERI

camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti

"tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"

ma non una parola chiarì i miei pensieri

continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

(Battisti)

 

OHHH

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Messaggi di Dicembre 2007

Amburgo, febbraio 1990

Post n°29 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

E' arrivato in ufficio il campionario. Io, il titolare e la segretaria sballiamo tutti i cartoni e sistemiamo i capi di abbigliamento.
Li appendiamo in salone. Il nostro ufficio è praticamente in una villa in stile vittoriano, che prima della separazione dalla moglie, era la residenza del titolare.
Ora lui vive a Duesseldorf dove ci sono 2 negozi suoi. Ad Amburgo c'e' l'ufficio, dove lavoro io appunto, e un negozio in centro.
Nel resto della Germania ci sono altri 5-6 negozi, sempre di sua proprietà.
La casa madre dall'Italia ci ha inviato il campionario, e noi dobbiamo scegliere i capi di abbigliamento per la collezione estiva.
Il titolare incarica me e il mio gusto italiano per scegliere la collezione.
Ne sono onorata, ma ciò non toglie che ancora non mi assunta in regola.
Il mese prossimo. Quindi marzo. Un altro mese.
La vita ad Amburgo sta diventando alquanto difficile.
La mamma di Tanja ha bisogno di soldi e cosi' da' in affitto il piano di sopra della casa, che era praticamente l'appartamento di Tanja. Lei si è trasferita definitivametne dal suo fidanzato ad Hannover.
A Natale le due, mamma e figlia, hanno avuto una discussione senza precedenti, e la figlia ha comunicato alla madre che avrebbe lasciato l'università e Amburgo. Era stufa.
La madre con la sua flemma solita, le ha risposto che quella era la porta, e gliel'ha pure indicata.
E cosi' il giorno dopo, a Santo Stefano, la figlia se ne va di casa.
Avrebbero fatto pace un mesetto dopo, ma oramai Tanja vive con il suo fidanzato e a casa non torna.
Sua mamma, a dire il vero, neanche glielo aveva chiesto di ritornare.
Avendo quindi affittato il piano superiore della villetta, la stanza affittata a me, è diventata necessaria, in quanto eventuale stanza degli ospiti. 
Così a fine gennaio, Carmen mi dice candidamente che non puo' più darmi in affitto la camera, che però mi dà il tempo di trovare un'altra sistemazione. Lei mi consiglia di trasferirmi da Claudius.
Sempre per il discorso che sanno tutto loro, i tedeschi devo sempre impicciarsi oltremodo dei fatti altrui.
La cosa mi dà alquanto fastidio, ma me la lascio scivolare, mi rimbocco le maniche e cerco un appartamento o una stanza presso una famiglia.
Amburgo è stata letteralmente invasa dai tedeschi della ex Germania dell'est.
Trovare un appartamento o una stanza è peggio di trovare un ago in un pagliaio.
Si trovano tanti appartamenti per studenti universitari, ma bisogna presentare l'iscrizione all'università.
Niente.
Non va niente. Mi sento mancare il terreno sotto i piedi.
Senza lavoro fisso non ho copertura medica e non ho il permesso di soggiorno.
Quindi niente e nessun diritto. Neanche lo sconto sull'abbonamento mensile del bus.
Senza permesso di soggiorno non ho neanche diritto a prendere in affitto un appartamento.
Niente.
Va bene, ho capito, adesso basta. E' venuto il momento di dire basta.
E' stato bello (beh insomma), adesso lo dico... sì ecco, è arrivato il momento di tornarmene a casa.
Adesso sono arrivata al fondo e prima di ritrovarmi davvero in mezzo ad una strada, meglio che mi ritiro, con la mia bella bandierina bianca.
Questo mio stato di tristezza profonda, questo senso di fallimento su tutti i fronti, mi porta ad essere un po' scontrosa anche con Claudius, che grazie a Dio, sopporta e va avanti per la sua strada.
E' veramente impegnato col lavoro e non ha troppo tempo di accorgersi di altre cose che non vanno bene.
Ma sì, meglio così. Dovrei spiegargli troppe cose, se solo mi chiedesse veramente cos'ho.
Però, ciò non toglie, che magari ci rimane male quando gli dico che me ne torno a casa.
Mi dò tempo fino a fine febbraio. Poi mollo il colpo.
E' metà febbraio. San Valentino non l'abbiamo festeggiato. Non da soli.
Siamo andati a casa di amici, dove mi è stata presentata una ragazza, un'infermiera che anni prima si era presa a botte con Claudius. Incredibile! Si sono picchiati con sberle e pugni!
Non si sono neanche salutati e Claudius voleva venire via da quella casa  non appena l'ha vista, ma l'ho convinto a stare tranquillo. Tre anni dopo sarebbe diventata sua moglie. Come è strana la vita!
Serata noiosissima.
E' sabato sera. Siamo a letto e Claudius mi dice che domani mattina deve andare a casa di Joerg, perchè sua mamma ha da comunicargli una cosa molto importante. Sempre inerente al lavoro.
Recito sempre il mio ruolo finto indifferente. E con sufficienza dico a Claudius che lo aspetto a casa, a casa sua.
Abbiamo fatto l'amore. Che strano, ho la sensazione che sia l'ultima volta che ci amiamo.
Davvero, questo sesto senso che mi accompagnerà tutta la vita, queste sensazioni che preferisco fare stare zitte a volte, ma quando mi va le faccio parlare, eccome.
E' stata veramente l'ultima volta. Forse la penultima...
Lui è a casa di Joerg.
Sono sulla poltrona sdraiata di traverso con le gambe sul bracciolo. E' mezzogiorno e entra Claudius; sta ridendo.
C
he ha da ridere??
Si toglie il cappotto, lo appende con cura e continua a ridere e a ripetere "Unglaublich", incredibile.
Mi siedo composta sulla poltrona, lui si siede sull'altra. Mi prende le mani tra le sue, mi guarda negli occhi e comincia a raccontare della riunione a casa di Joerg:
"Ecco, ci sono diverse novità. Nella società ci sarà anche un altro socio, fintanto che Joerg non potrà occuparsi attivamente del lavoro. Joerg ha riacquistato la memoria."
Mi si illuminano gli occhi e mi accorgo di avere la bocca leggermente aperta.
Prosegue: "Purtroppo si ricorda del passato passato... ma niente del passato recente". Chiudo gli occhi per un secondo lungo una vita.
Ogni volta, dico io, ogni volta che mi sembra di potermi aggrappare con le mani al muro, per potermi risollevare, niente, giù di botto un'altra volta. Per terra. Questo è il mio posto?
Claudius non si accorge di niente e prosegue, le novità non sono finite:
"Ieri Joerg è caduto dal letto. Si stava alzando ed è scivolato. Da solo non riusciva rialzarsi e aveva bisogno di aiuto. Non è successo niente di grave, ma la cosa grave è stata che Antje si stava phonando i capelli e gli avrebbe risposto che lui non doveva alzarsi e che lei non aveva tempo di stare dietro a tutte le sue richieste.. e siccome lei glielo aveva detto di non alzarsi, ora lei avrebbe finito di phonarsi i capelli e poi sarebbe andata ad aiutarlo ad alzarsi".
Avevo gli occhi spalancati!!! Ma che razza di donna è??
"Joerg, essendo vicino al comodino con il telefono, ha chiamato sua madre che è scesa di corsa... Vista la scena grottesca, ha cominciato ad urlare con Antje e a prenderle tutti i vestiti e a buttarglieli fuori dalla finestra, per strada. Joerg, una volta in piedi, si è incavolato anche di più di sua madre a ha urlato che era stufo di lei e del fatto che lei gli controlla la vita, gli amici, le amicizie, chi deve entrare, chi deve uscire  e chi puo' parlare e chi no, e soprattutto era stufo anche di quell'idiota di amico (Bernd) che si ritrova, che non ha mai dato un consiglio sensato nè a lei nè tantomeno a lui. QUINDI: fuori di casa lei con effetto immediato e Bernd non avrebbe dovuto piu' presentarsi. BASTA, da domani in casa sua sarebbe entrato chi voleva lui e non chi volevano Antje e Bernd.".
Oddio, mi gira la testa... ma, che sta succedendo??
Mi appoggio allo schienale della poltrona, lentamente e chiudo gli occhi.
Respiro affannosamente. Antje fuori di casa???
Pazzesco... non mi sembra di aver udito bene! O sto sognando?
No no no è tutto vero.
Claudius continua a ridere. E' veramente allucinante. Si alza per andare in bagno.
Apre la porta, si ferma, si volta e mi dice:
"Ah, ti va pomeriggio di andare a trovare Joerg?"
"cc-oo-mmm-ee" farfuglio, la salivazione a zero. Il cuore che scoppia dentro il petto.
"Sì, Joerg, ha detto di chiederti se hai voglia di andarlo a trovare, a lui farebbe molto piacere".
Voglia??? Io voglia???
Ohh mio Dio non potrei desiderare altro al mondo!!!!!!!!! Avrei voluto urlare con tutta la voce che avevo in gola!!!!
Ma certo che voglio vederlo, ma ceeerttoooo che voglio vederlo! Oddio mi sento morire dalla voglia di vederlo!!
Non aspetto altro da sette lunghissimi mesi, sette schifosissimi mesi, sette mesi di sofferenza oltre ogni limite di sopportazione.
Joerg... io vivo per vederti, respiro per te, mi nutro per te, ho fatto prostituire il mio cuore per te!
Certo che voglio vederti!!!
Mi scende una lacrima. Ho il groppone in gola.
Mi devo trattenere... Claudius.
Esce dal bagno, mi fissa e mi chiede: "Allora, hai voglia?"
"Certo, ehm.. sì certo, sarà imbarazzante, ma mi farebbe piacere, certo..".
Dice: "Bene, allora ci aspetta per le 15. Ah, un'altra cosa... non so come sarà il suo umore...
Perchè stamattina sua mamma gli ha dovuto comunicare, prima che se lo ricordasse da solo, che guidava lui".
GUIDAVA LUI????
Ecco, mi sembrava strano che le cose potessero mettersi per il meglio.
Noo, le mie colpe sono infinite. E ora anche questa...
Il mondo, il giorno è ripiombato nelle tenebre... del dolore.
Grazie Claudius. Non potevi darmi notizia migliore.
La macchina che gli e' andata addosso era guidata da un ubriaco, ma al volante c'era Joerg.
E se forse non era stanco, magari poteva esserlo... vista l'ora della notte precedente.
E se...
E se io gli avessi detto di non partire.
Ecco... che mi sento morire dentro, mi sento ardere il petto dal dolore dell'aver saputo e non aver detto; avevo visto e avevo taciuto.
Voglio diventare cieca, sorda e  voglio sparire... voglio diventare invisibile, non voglio piu' sapere niente...
Il mondo non deve sapere neanche che esisto.
Viaaaaaa andate via tutti! Non statemi vicino che non son degna di niente!
Joerg, voglio vederti, voglio abbracciarti, voglio guardarti negli occhi e voglio chiederti scusa.
Scusa di tutto... scusa se sono esistita... e scusa se esito.

 
 
 

Amburgo, gennaio 1990

Post n°28 pubblicato il 28 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Siamo davanti a casa sua.
Claudius abita nel viale più buffo di Amburgo. E' una strada a due corsie a doppio senso di marcia, lunga qaulche km., che porta, da nord a sud di Amburgo, passando vicino al centro. Trafficatissima.
Per ovviare all'inconveniente del traffico intenso la strada viene utilizzata interamente dalle 22 alle 10 in un senso di marcia e dalle 10 alle 22 nell'altro senso di marcia.
Ora, i residenti devono stare molto attenti all'orario, perche' c'e' un lasso di tempo di circa 5 minuti in cui la strada rimane chiusa.... appunto per evitare di trovarsi qualche "polentone" che sta andando contromano.
Deve prendere il portafogli che ha dimenticato. Scende dall'auto... "perché non sali anche tu un attimo" mi chiede. Perché no. Fa così freddo in macchina, ci sono -17° C fuori.
Claudius abita nel palazzo di fianco al palazzo dei suoi genitori. Loro hanno un appartamento grandissimo, molto lussuoso. Suo padre ha fatto il direttore di albergo per 40 anni. L'ultimo posto di lavoro era all'Hotel Four Seasons di Amburgo che, quando lo dirigeva lui,  era il secondo hotel piu' lussuoso al mondo. La mamma di Claudius, figlia di un generale, era peggio di un generale, nei modi, nei toni, nel rigore... ma di una generosità esagerata! Il suo piu' grande motivo di vanto e' avere la lavastoviglie come in Italia. Già in Germania la lavastoviglie praticamente non esiste. Loro i piatti non li lavano. Riempiono il lavandino di acqua calda, sapone, immergono i piatti, li spazzolano e... li asciugano!!
Claudius vive in una stanza. Molto grande, ma una stanza, con il letto soppalcato. Ha un blacone molto grande. Sproporzionato per l'appartamento.
Mi fa accomodare su una delle due poltrone e mi chiede se voglio bere qualcosa, magari un caffè.
Volentieri.
Comincia a ridere. Ride ancora di più quando si accorge della mia faccia a punto interrogativo.
Non c'è la cucina. Ha solo un bollitore per il caffè. Ride.
Mi guardo intorno girando la testa a scatti a destra, a sinistra. E' vero! Non c'è la cucina!
Ridiamo di gusto.
Lo guardo. Claudius è proprio carino. Carino nei modi, sempre allegro, un gran chiacchierone.
Mi racconta un sacco di cose, come se si sentisse sempre in dovere di farmi capire le cose, le tradizioni, gli episodi trascorsi della sua vita, il tutto parlando un tedesco pulito, chiaro, le parole scandite e intercalate ogni tanto da una domanda, per accertarsi che io stia capendo.
Mi racconta della sua gioventù scapestrata e, grazie alla faccia d'angelo che si ritrova, non gli è mai successo di dover pagare per errori commessi. Persino il botto in macchina contro un'auto della polizia, con a bordo i poliziotti, è andato a finire bene. Aveva bevuto, ma la sua faccia d'angelo l'ha salvato.
Mi fa tenerezza. Mi crea un certo scompiglio stare con lui, non mi è indifferente, ma non è Joerg.
Lo guardo, lo osservo. Le sue mani sono grandi, belle, pulite.
Ha una bella bocca, una bocca da baciare.
Se ne accorge subito che non lo sto ascoltando. Lo sto guardando, ma sto pensando a tutt'altro che a quello che sta dicendo. Smette di parlare, mi guarda negli occhi e gli rimane un sorriso ebete stampato in faccia. Mi chiede se c'è qualcosa che non va.
"Nooo" gli rispondo con convinzione. "Ero solo un attimo distratta".
E' premuroso, simpatico, ha dei genitori fantastici. Col lavoro si sistemerà presto.
Fuma, fuma troppo cioccolato, e io non sopporto le droghe. Ma smetterà prima o poi...
Sto sorridendo compiaciuta dei miei pensieri.
Sorrido soddisfatta dei miei ragionamenti.
Mi dico il fatidico "perchè no?"  e decido che Claudius può essere il mio prossimo ragazzo... la mia prossima storia... il mio prossimo amore, dopo Joerg?
Forse, perchè no. Col tempo, magari, chissà.
Forse.
Forse no... anzi sicuramente no. Joerg è l'Amore.
Solo a chiudere gli occhi per un secondo e a ripensare a me, in braccio a lui, mi sento un brivido percorrere la schiena, mi gira la testa...
Joerg è l'Amore, dove il cuore è il protagonista, il re assoluto.
Claudius è una storia, come una delle tante storie che avrò in futuro.
Uomini che a pelle mi piacevano e che con la testa finivo di farmi piacere del tutto.
Storie dove il cuore è coinvolto al 30% e il resto è la testa che fa un'analisi chiara
e precisa della persona e convince il cuore a coinvolgersi di più.
Castelli di carte, belli, ma che con un soffio cascano a terra.
Amori, che ai primi ostacoli, il cuore gli sputa in faccia e gli dice: gira al largo da me.
Chiacchierando chiacchierando non ci siamo accorti che son gia' quasi le 22 e ancora non abbiamo mangiato.
Ci infiliamo i giubbotti e decidiamo di andare a mangiare un panino in centro.
Usciamo da casa sua e arriviamo alla macchina, quando ci accorgiamo che sono le 22 in punto. Accidenti e adesso dobbiamo aspettare qualche minuto per imboccare la strada nel senso di marcia giusto.
Mi avvicino alla portiera della macchina, lui è dietro di me, si appoggia a me e mi prende tra le sue braccia. Tolgo le mani dalle tasche e mi aggrappo ai suoi polsi... chiudo gli occhi, lui appoggia il mento sulla mia spalla sinistra e mi sussurra parole dolci.
Sono emozionata. La mia testa lo sta convincendo al mio cuore.
Ma sì, lasciati andare...
Mi giro, lo guardo fisso negli occhi, non passa neanche un secondo che mi bacia.
Mi bacia con passione, tanta passione, una passione trattenuta da almeno un mese.
Una passione convinta, decisa. Le sue braccia mi stringono forte, così forte che mi sento quasi soffocare.
Mi stacco. Non respiro. Gli chiedo di andarci un po' più piano che altrimenti soffoco.
Strano, i baci di Joerg non mi soffocavano.
Così passa il mese di gennaio.
Tra il lavoro, le serate e le notti.
Le notti dal venerdì al lunedì che passo da lui.
La passione, il coinvolgimento, i progetti... suoi.
Di mio ci ho messo un pò di passione. Un piccolo sentimento.
Tanta volontà per convincermi sempre più che Claudius è la mia realtà, e Joerg il mio sogno, svanito.
La neve di Amburgo. Il freddo, il gelo.
Le serate nei locali, in discoteca, anche quella volta che sono svenuta in piedi.
Il mese di gennaio passa.
E i ricordi non svaniscono.
Quasi tutti i giorni al ritorno dal lavoro vado sotto casa di Joerg. Mi fermo un minuto, lo saluto col pensiero e me ne torno a casa.
Claudius lo vede tutti i giorni. Claudius sta avviando l'ufficio, con la sorella di Joerg.
Nessuno sopporta piu' Antje. Lei è sempre nervosa. Joerg trascorre tutto il giorno in clinica per la fisioterapia. Zoppica vistosamente e il braccio destro è sempre penzoloni e ancora non riesce a comandarlo.
Gennaio passa e il mio capo ancora ha rimandato di un mese la mia assunzione.
Oramai non mi lamento neache più.
E' come se pensassi di meritarmi tutto.
Va bene.
Sto cominciando a chiedermi, cosa voglio veramente dalla vita.
Cosa voglio da Amburgo.
Decido che vedo come va al lavoro, se mi assume o meno.
Vedo anche come va con Claudius, magari il cuore si lascia convincere.
Claudius è tanto carino, quando facciamo l'amore fa di tutto per soddisfarmi...
e se percepisce che non ci è riuscito, mi chiede scusa.
"Claudius, non è colpa tua... " avrei voluto dirgli ogni volta, ma non gliel'ho mai detto.
Dopotutto, ma non è neanche colpa mia...
 

 
 
 

Amburgo, dicembre 1989

Post n°27 pubblicato il 20 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Si avvicinano le vacanze di Natale.
Amburgo si trasforma e si arricchisce di luci, lucette.
Ad ogni angolo di strada si possono trovare i banchetti
che vendono Wurste di tutti i tipi e il mitico vin brulè.
Ma questo è sconsigliato berlo se la temperature scende sotto 0° C.
In quel caso è meglio mangiarsi per strada passeggiando un bel gelato.
Sì il gelato. Così l'escursione termica tra la temperatura esterna e quella interna del nostro corpo non é troppa. Una bevanda bollente bevuta a -15° C fa solo male!
Lavoro in un ufficio. Nella sede tedesca di una famosa marca di moda italiana.
Il lavoro al negozio non è andato molto bene.
La titolare a metá novembre aveva deciso di stare lei da sola in negozio e pertanto al posto di "cacciarmi", mi aveva chiesto se volevo andare ad aiutare il marito nella sua bottega.
Il marito ha una bottega di borse in cuoio e pelle fatte a mano da lui, in una zonaccia di Amburgo.
Ho Accettato, per non rimanere senza lavoro.
La bottega è la classica bottega di un calzolaio, più che di uno che fa borse.
Un casino dappertutto.
La prima cosa che mi ha chiesto il marito della titolare è di sistemargli il negozio.
Oh niente di creativo, ma banali pulizie!
Non mi sentivo tanto una commessa... anche perchè avevo notato che in tutta la giornata, forse erano entrate 3 persone. Acquisti zero.
Il giorno dopo, mi ha chiesto se potevo andare nel retrobottega.
Mi stavo leggermente alterando.
"Se mi mette una mano addosso, lo disfo!!" avevo pensato rabbiosa.
Mi ha guardato e mi ha chiesto candidamente: "sai stirare?", indicando una pigna di panni di almeno un metro!
Alla seconda camicia, ho spento il ferro da stiro, sono andata da lui e gli ho detto:
"Aufwiederseheeeeeennnnnnn".
Io e Claudius ci vediamo sempre piu' spesso. Usciamo insieme, mangiamo insieme,
andiamo al cinema insieme. Mi ha aiutato lui a stilare un curriculum vitae decente, affinché io potessi candidarmi per un posto di lavoro anche adeguato ai miei studi.
E oramai, il mio tedesco è decente. Non parlo più inglese da un po'.
Non é stato difficile trovare il lavoro in questo ufficio.
E' facile trovare lavoro, non è facile venire assunti.
E per poter avere la copertura della Cassa Malattia, è necessario lavorare in regola.
Il titolare mi ha fatto un contratto con ritenuta di acconto, con la promessa che a gennaio mi assume in regola. 
Al ponte dell'Immacolata, mio papà con 3 miei amici di Milano, decidono di venirmi a trovare!
Passiamo 4 giorni splendidi.
Amburgo per i divertimenti è uno spettacolo!
Anche il quartiere di Skt. Pauli, il quartiere del sesso, è uno spettacolo per i miei amici! Per mio papà un po' meno, ma credo che l'inbarazzo sia dovuto al fatto che ci sono io, sua figlia...!
A Skt. Pauli piovono offerte di sesso da ogni vetrina, da ogni locale e persino da persone che camminano pe strada. Trovare un lavoro in un beep-show anche solo per una notte, è semplicissimo. Basta entrare nel locale e alzare la mano!
I miei amici non si perdono un sexy-shop! Siamo entrati in uno così grande che lo abbiamo chiamato il supermercato del sesso.
Falli, oggetti, diavolerie di tutti i tipi, misure e colori.
E anche di tutti i prezzi.
I miei amici non sapendo il tedesco, si divertono a piantarmi in mano un oggetto e a mandarmi alla cassa a chiedere "quanto costa questo?".
Ridiamo come dei matti! Che bello ritrovare il calore, le risa, il brio, la carica della mia gente, del mio popolo, della mia Italia!
Mi mancherà tanto la mia famiglia a Natale.
Per fortuna la mamma di Tanja, Carmen, mi ha invitato a passare queste feste con lei, la figlia e i loro rispettivi compagni.
Poi c'è Claudius. Sicuramente non sarò sola. Ma la famiglia è la famiglia...
Se ne ritornano in Italia tutti insieme, con la macchina di mio padre che ho io qui.
Rimango a piedi.
Ma ad Amburgo non girare in auto forse è meglio, come in tutte le grandi città. 
Lavoro dalle 9,00 alle 16,00.
A dicembre le ore di luce sono cortissime. Se a luglio, era ancora chiaro alle 23,00, d'inverno comincia a vedersi la luce verso le 9,30 e il buio torna alle 15,00.
Tristissimo. 
Tristissimo come la casa di Jörg vista al buio.
Ogni tanto si vede da una finestra che c'e' la luce accesa, ma non si vede nessuno, neanche le ombre. Come se non ci fosse vita in quella casa.
E' come se fosse avvolta dal tipico silenzio di un cimitero.
Eppure ci sono delle vite in quella casa, con le anime il corpo distrutti.
Vite spezzate, anime ferite. Una moglie che improvvisamente si ritrova sola e solo madre. Una figlia di 25 anni che ancora non ha capito come si chiama.
Un figlio di 23 anni che ancora non e' tornato a camminare e che non comanda la parte destra del corpo. Ci vuole tempo e tanta riabilitazione.
Ma almeno è a casa.
Sì, Jörg è a casa. E non è solo.
Accanto a lui c'è il suo amore, l'amore di anni: Antje.
Lei si è trasferita a casa sua, al primo piano della palazzina.
Al primo piano dove un tempo c'erano gli uffici della società di famiglia, al primo piano dove dovevo abitare io, con lui.
Il nostro nido d'amore, il nostro focolare, la nostra vita, la nostra casa.
Mi sento come una regina alla quale è stato usurpato il trono.
Grazie al buio posso andare tutti giorni davanti a casa di Jörg e stare lì ferma in un angolo di strada, al buio a guardare di nascosto la casa dove doveva esserci la mia vita con la sua vita, la nostra vita insieme.
Io, lì immobile come una spettatrice e non la protagonista.
Io, spettatrice di me stessa, di tutto quello che doveva essere e non è stato; di tutto quello che sarà.
Io, spettatrice e basta.
In quei giorni ho capito che niente sarebbe stato e sarà piu' lo stesso.

 
 
 

Amburgo, novembre 1989

Post n°26 pubblicato il 15 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Amburgo, la Germania e la Germania dell'Est sono in festa.
La gente è in festa. Sembra quasi che abbiano vinto la finale ai mondiali di calcio.
Ma si tratta di molto di più. Il 9 novembre cade il muro di Berlino.
Al telegiornale seguiamo tutti le notizie con immensa gioia.
Incredibile. I tedeschi dell'est attraversano i confini quasi con i soli vestiti indosso, e appena passata la linea, abbandonano le mitiche Trabby (le Trabant), e cioe' le tipiche macchine catorcio che per potersele comprare dovevano lavorare almeno 20 anni!
Se non abbandonano le Trabby, si immettono nelle autostrade a velocità ridottissima e creano non pochi problemi ai velocissimi bolidi dei fratelli ricchi dell'ovest.
Comincia così la gara alla solidarietà: case, appartamenti, stanze di privati, hotel, messe a disposizione per ospitare i novelli fratelli finalmente liberi di poter uscire dalla loro schiavitù.
Distributori automatici di arance e banane posizionati alle stazioni metropolitane, alle fermate del bus, tutto perchè i tedeschi dell'est non avevano mai visto questa frutta in vita loro.
Bonus di benvenuto. Se non ricordo male, recandosi in banca, vengono donati ad ogni tedesco dell'est ben 35 marchi.
Adesso è solo l'inizio di quello che è stato uno dei periodi più difficile per l'economia tedesca; periodo che peraltro è durato anni.
Tanja si vede sempre piu' spesso col il ragazzo della palla-pugno. Sembrano proprio innamorati, dopotutto la loro storia è all'inizio.
Stringo una bella amicizia con Sonja. Io e lei siamo molto più in sintonia che io e Tanja.
Ci troviamo spesso alla sera a guardare la tv insieme in camera sua, perchè io non ho un televisore.
Un giorno viene annunciato un temporale pazzesco con un'alta probabilità del passaggio di una tromba d'aria con conseguente mareggiata e onde altissime.
Nonostante il porto di Amburgo sia porto di fiume, le onde si levano altissime lo stesso.
Al telegionare avvisano di restare chiusi in casa dalle ore 20 in poi e ciascuno è pregato di occuparsi e preoccuparsi di avvisare eventuali vicini di casa o conoscenti stranieri, che non conoscendo la lingua, magari non hanno compreso il reale pericolo e le disposizioni di sicurezza.
Sonja è tutta contenta perchè ha fatto il suo dovere di brava cittadina e ha avvisato me.
Tanja e sua mamma sono da dei parenti ad Hannover. Siamo in casa da sole io e Sonja.
Così decidiamo di chiuderci in camera a chiacchierare e berci sopra.
Peccato che non abbiamo da bere. Decidiamo così di sfidare l'inizio del maltempo e di andare dal benzinaio più vicino a comprare birra. Fino alle ore 21 si possono acquistare alcolici.
Siamo rientrate alle 20,50 e il vento quasi ci porta via! Incredibile.
La luce è saltata alle 23 circa. Il vento è da brividi e tuoni, lampi a raffica.
Non ci siamo spaventate finchè non è crollato l'albero del vicino di casa.
Un botto incredibile.
Il giorno dopo è tutto finito e tutti i vicini, senza aspettare che il comune facesse qualcosa, sono scesi per strada a sistemare i danni. Incredibile, la loro risolutezza e il loro senso civico.
Joerg sta sempre meglio.
La memoria meno.
Le informazioni che mi passa Claudius non sono molto positive.
La memoria non torna. E sembra oramai cosa definitiva.
Tutto perso. Come se gli avessero formattato il cervello.
La mamma e la sorella gli stanno ricostruendo il passato.
Antje pure.
Claudius non sopporta nè Antje nè Bernd.
Questo mi dà un pò di conforto... almeno non sono l'unica a pensarla così.
Ma ciò non cambia il fatto che sicuramente IO in quel passato NON ci sono.
Sono a pezzi, mi sento completamente vuota. Mi sembra di non avere ragioni per vivere e tantomeno ragioni di rimanere in Germania.
Ne parlo con Sonja e lei mi dice chiaramente come la pensa:
"Guarda avanti, sei giovane, hai un lavoro qui che non ti dispiace, hai me come amica e soprattutto hai Claudius...".
Claudius?
E' vero. Claudius pende letteralmente dalle mie labbra. E' così discreto che sta sempre al suo posto, non è mai invadente. Ma è presente.
Ha ragione Sonja.
Lui c'è sempre. Mi chiama, mi chiede come sto, mi ha aiutato un sacco a girare per Amburgo per svolgere le varie commissioni.
Ha ragione Sonja.
Claudius è un angelo.
E io sono allo sbando. Sì allo sbando... non so più veramente cosa voglio.
Forse sarebbe meglio se archiviassi l'amore per Joerg.
Nooo, non mi posso mentire così spudoratamente!
L'amore per Joerg è vivo più che mai e vivrà per sempre dentro di me.
Non si può archiviare... e neppure dimenticare.
Ma fa male, tanto male. Ho bisogno di un abbraccio. Ho bisogno di calore... di affetto, che non sia quello amichevole di Sonja.
Ho bisogno che un angelo mi stringa tra le sue braccia.
Non sarà mai come con Joerg, ma Joerg adesso non può farlo.
Esco con Claudius. Ancora una volta la serata è splendida, serena.
Vorrei chiedergli mille cose di Joerg, ma mi trattengo.
Inevitabilemente nelle cose che racconta c'è sempre una parte di Joerg.
Vivevano e vivono troppo a stretto contatto.
Mi sento bene. Mi fa sentire bene.
Sto vivendo Joerg attraverso Claudius... e se è così allora posso anche amare Joerg attraverso Claudius.
Non posso considerarlo come un tradimento, oh no.
Claudius è il nostro filo invisibile.
Siamo sotto casa di Tanja. Claudius scende dalla macchina e mi apre la portiera.
Scendo, mi accompagna fino alla porta.
Mi prende le spalle nelle sue mani. Sento un brivido di caldo, nonostante il freddo della notte.
Sento che socchiudo gli occhi per un attimo un pò più lungo del normale.
Ci stiamo fissando negli occhi.
Si avvicina lentamente, molto lentamente. Non chiudo gli occhi.
Rimango semplicemente immobile a fissarlo.
Le sue labbra sono a un paio di millimetri dalle mie.
Dolcemente si appoggiano sulle mie.
Rimango semplicemente immobile.
Rimane immobile anche lui.
Passano alcuni secondi. Allontana il suo viso dal mio.
Fa una smorfia di delusione e mi dice: "OK.... buonanotte, a domani... ti chiamo, OK?".
Dico di sì cogli occhi.
Fa per girarsi e andarsene quando mi muovo di scatto, con un movimento incontrollato, istintivo, non voluto... gli afferro un braccio, lo tiro a me e lo abbraccio forte forte...
Appoggio la testa sul suo petto. Mi stringe forte anche lui. Stiamo così stretti per almeno un minuto.
Mi prende il mento con il dito indice, mi guarda negli occhi e mi dice:
"Piccolina, va a nanna.... ci vediamo domani sera...".
Annuisco.
Se ne va.
Entro in casa, corro in camera mia e mi butto sul letto a piangere!
Cosa sto facendo????
Perchèèèèèèèèèèè??????
Perchè non è Joerg???????
Perchè perchè...
Perchè ho i nervi a pezzi e non ce la faccio più. E' mesi che lotto e ho bisogno anch'io di amore.
Ho bisogno di ricevere amore.
Ha ragione Sonja.
Devo prendere quello che c'è e non quello che non c'è.
Ho deciso di accettare questo amore di Claudius. Ma sì... Lo vivrò alla giornata.
Con la speranza nel cuore di poter prima o poi incontrare Joerg....
e Claudius, solo Claudius è il nostro filo....
Sì accetto l'amore di Claudius perchè ne ho bisogno.
Per me e per Joerg.
Vivo il presente con Claudius. Joerg con Antje.
Nell'attesa del futuro... il futuro quando io e Joerg saremo il presente.
Già il presente.... cosa sarebbe senza passato?

 
 
 

Amburgo, ottobre 1989

Post n°25 pubblicato il 11 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Finalmente partiamo. Io e Tanja con la lancia Delta color rosso Monza.
La prima tappa e a Asburgo nel sud della Germania. Lei deve partecipare ad un torneo di palla-pugno. Non so se da noi esiste questo sport, ma e' simile alla pallavolo, solo che si gioca esclusivamente col pugno.
Uno strazio quei tre giorni. Piove a dirotto, si dorme col saccoapelo per terra nella palestra.
Tanja avrebbe conosciuto lì un ragazzo che anni piu' tardi sarebbe diventato suo marito.
Un bellissimo ragazzo, di Hannover, alto biondo con gli occhi azzurri.
Ad Amburgo in ottobre fa già freddino, ma niente a che vedere con dicembre e gennaio.
Nella casa di Tanja e sua mamma, Carmen, ci sono moquette e tappeti ovunque.
...e Tanja è allergica alla polvere!
Ho subito un gran feeling con Carmen. E' una donna molto pacata, non si scompone mai e persino ha i movimenti che sembrano vada al rallentatore. E' completamente l'opposto di sua figlia.
Io e Carmen abbiamo trascorso tante sere a chicchierare, fumando sigarette e bevendo birra.
Anche l'altra inquilina, Sonja, sembra simpatica e cordiale. Lei è molto nervosa, ma ho avuto modo di scoprire piu' avanti che è tutta apparenza.
Il lavoro dalla pazza del negozio del centro procede. Devo dire alle clienti che io sono italiana, cosicchè queste possano accettare un mio consiglio per la scelta della borsa. Gli italiani hanno buon gusto.
Milano è la capitale della moda!
Joerg è sempre in coma. La vita della sua famiglia va avanti, anzi si trascina avanti.
La mamma ha scoperto chi era suo marito. Prima non lo conosceva.
Se già ti crea non poca sofferenza la perdita del coniuge, lo scoprire che per 30 anni il tuo adorato marito in realtà non era chi hai sempre creduto che fosse, beh è dura da mandar giù.
Non sai con chi prendertela. E finisci poi col prendertela con te stessa.
Mancando la colonna portante dell'azienda, il socio ha voluto sciogliere la società.
Lei si è ritrovata, pertanto, senza marito, senza ditta e con un figlio che lotta per la vita.
Ah, dimenticavo, e una figlia buona a nulla... e quindi da mantenere.
Ma c'è Claudius.
Lui si era licenziato dal posto dove lavorava prima, proprio per cominciare la nuova attività con Joerg.
Anche lui aspetta.
Stiamo tutti aspettando e, anche se i motivi da cui siamo spinti non siano uguali, speriamo tutti che Joerg esca dal coma.
Oramai il mio contatto è Claudius. La Lorenza la sento molto raramente e non ci siamo più viste dal mio primo giorno di lavoro. Approfitto per cheiderle come sta, quando chiama in negozio, cercando della titolare.
Claudius è un bel ragazzo, e molto maturo... ha quasi 30 anni e da una parte si vede la differenza con i ragazzi più giovani.
Claudius è determinato, galante, forte, sicuro di sè. Ha la faccia da angelo eppure ne ha combinate tante in gioventù. Gli strascichi ancora se li porta dietro. Ha una cicatrice sul volto, che si è procurato in seguito ad un incidente in macchina, così ha detto la prima sera che siamo usciti a cena. Mi avrebbe confessato poi che se l'era procurata durante una "specie" di rissa.
Frequentava brutti ambienti da ragazzo eppure, a vederlo, sembrava la persona più "a modo" di Amburgo.
Fumava tanto. Gli piaceva il fumo. Io sono sempre stata contraria ad ogni tipo di droga, ma favorevole a chi si vuole far del male da solo, basta che non rompa le scatole agli altri.
Usciamo a cena una sera e lui si comporta da gran signore. Mi aiuta a levare il soprabito, mi accompagna la sedia, offre lui... e durante la cena mi chiede di raccontargli cosa c'è stato tra me e Joerg.
Non mi piace mentire. Ma vivo di istinti e il mio istinto mi ha portato ad affrontare il discorso Joerg, con una naturale faccia tosta... e cioè omettendo dei particolari salienti:
"Non c'era niente tra me e Joerg. Lui mi corteggiava e nulla di più. Si è trascorso del tempo insieme, ma sempre con gli amici suoi.
Però, caspita, quello che gli è successo è stata una tragedia, pertanto ci tengo a sapere come sta e se possibile a vederlo." gli dico con nonchalance.
Mi dice che Antje non lo molla un attimo: "Poverina sta facendo dei sacrifici enormi per stargli vicino; sta lì a dormire sulla poltrona un paio di notti a settimana per dare il cambio alla mamma e alla sorella di Joerg".
Poverina?
Veramente è lui poverino che è in coma.....
Tutto sommato, la serata con Claudius trascorre piacevolmente. Se non amassi Joerg, lui poteva essere un buon candidato, ma io amo solo Joerg.
Mi accompagna a casa e rimaniamo in macchina a parlare ancora un pò.
Mi confessa che non gli dispiaccio.
Gli confesso che trovo Amburgo una bella città e che domani devo andare a lavorare.
Capisce e ci salutiamo.
Ci siamo sentiti tutti i giorni. Mi chiama a casa di Tanja e per sapere come sto e perchè prosegue nel corteggiamento.
Dopo aver chiacchierato un pò, gli chiedo di Joerg. Pian piano la cosa comincia a seccargli, ho questa sensazione.
Nonostante tutto a fine ottobre mi ha chiamato persino in negozio per darmi la splendida notizia:
JOERG E' USCITO DAL COMA!
Non mi sembra vero, mi gira la testa, tutto il negozio sta girando forte, mi sento quasi svenire, come se il mio corpo e la mia mente potessero finalmente dire: è fi-ni-ta!
La tortura è finita!!!!!!!!!!!!!!!!
Joerg, amore mio, ce l'hai fatta!! Non potevano comunicarmi notizia migliore.
"Ah bene, Claudius! Sono contenta, beh dai allora ce l'ha fatta. Eh sì, un ragazzo così giovane e forte, si meritava di vivere.... salutamelo tanto quando lo vedi e chiedi a sua mamma se può ricevere visite".
Questa è stata la mia risposta a Claudius. Ho fatto fatica a fingere. Una fatica immensa.
Mi dispiace Claudius, quando riferirai a Joerg il mio messaggio e non appena lui sentirà la il mio nome, ecco che gli si illumineranno gli occhi e chiederà di me, del suo amore.
Tu soffrirai per questo, ma poco. Dopotutto tra me e te non c'è stato nulla e non c'è nulla.
Mi dispiace lo stesso però. Mi dispiace sempre quando c'è qualcuno che soffre per amore.
Per un amore non corrisposto. Ma quello che prova Claudius per me non può essere già amore.
Aggiunge: "Sì sì certo, è uscito dal coma, ma adesso comincia la sua nuova vita....".
Chissà perchè queste parole non suonano molto positive....
"In che senso, scusa?" chiedo io, cercando di usare il monotono della Lorenza.
Scandendo lentamente le parole, prosegue: "La ferita alla gola, l'impatto violentissimo, la prolungata assenza di aria al cervello, hanno provocato dei danni irreversibili.... sai, c'era da aspettarselo...".
C'ERA DA ASPETTARSELO????????
Mi son sentita gelare il sangue.... "Che danni, si sa già qualcosa di preciso??" chiedo con voce gelida.
"Quasi sicuramente rimarrà paralizzato e tutta la parte destra del corpo non risponde. Per fortuna che è mancino... magra consolazione però!" dice Claudius con tristezza... e rassegnazione.
L'amore è cieco. Mi aspettavo di sicuro dei danni e sono pronta a tutto.
Saro' il suo bastone, il suo supporto, il suo punto di riferimento, sarò tutto quello di cui lui avrà bisogno.
La mancanza di aria.
"Claudius, per il resto sta bene? Ehm cioè, ha detto qualcosa? Non so...." chiedo io con la voce tremolante.
Mi risponde come se sapesse già che questa era la cosa più brutta da dire, infatti l'ha lasciata per ultima:
"Non ricorda nulla dell'incidente. Niente di niente. Il problema è che non ha riconosciuto sua madre, ma neppure sua sorella.... Ora, i medici dicono che potrebbe anche essere temporanea questa perdita di memoria, ma per come potrebbe essersi compromesso il cervello, beh... la memoria è difficile che gli torni. E sperano che questo sia l'unico danno.....".
Clic.
Non è caduta la linea. Mi è semplicemente crollato il mondo addosso.
Sono senza forze, tremo, non ho più saliva in bocca e mi sta per venire da piangere e vomitare insieme.
Gli dico frettolosamente che ci saremmo sentiti più tardi che dovevo servire una cliente. Grazie.
Scappo in bagno. Non respiro. Non sto respirando. Soffocoooooooooooo.
Aiutatemi, vi prego.... non c'è aria.... come Joerg, anch'io sono senza aria.
Anch'io voglio dimenticare tutto....
Si può cancellare tutto così velocemente. Perchè poi?
Bevo. Stai calma e pensa...
Lui ha perso la memoria..... ma non il cuore.
Il cuore batte... il cuore non dimentica....
Forse quando andrò a trovarlo e sentirà il calore della mia mano, sentirà le mie labbra sfiorare le sue, il cuore gli dirà chi sono....
Sì, vedrai che mi riconosce...
Non so perchè, ma non riesco ad avere quella fiducia, quella grinta, quella voglia di sperare.... che avevo prima.
Ma io sono ottimista... e devo essere forte. Anche per lui.
"Non importa se non mi riconoscerà. Imparerà ad amarmi... perchè se mi ha amato con tanta intesità, anche se brevemente, tutto questo potrà accadere di nuovo....".
Deve accadere di nuovo. I sentimenti non si cancellano!!
E' possibile che il cuore ami senza la complicità della testa?

 
 
 

Monza, settembre 1989

Post n°24 pubblicato il 10 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Il tempo passa velocemente, le giornate sono pregne di impegni.
Porto Tanja a visitare parte delle bellezze della Lombardia.
Tanja non è per niente facile da gestire. Fondamentalmente è una persona isterica. Ha dei grossi problemi con se stessa e nasconde le sue intolleranze verso se stessa e il mondo, dietro a intolleranze ad un sacco di cibi, allo smog, ai rumori, alla polvere... alle persone.
Insomma, c'è sempre qualcosa che la rende nervosa e non si trattiene neanche molto nel dimostrarlo.
Per fortuna ho molta pazienza e tanta esperienza come baby-sitter, pertanto mi son messa da subito il cuore in pace e ho cominciato a trattarla come fosse una bambina capricciosa.
La formula funziona.
A mio favore ha giocato anche un bella settimana di lavoro in fiera come standista. Per due motivi.
Il primo perchè ho guadagnato un pò di soldi, il secondo perchè sono stata una settimana lontana da Tanja. Almeno di giorno.
Abbiamo deciso di rientrare agli inizi di ottobre.
Andremo in macchina. Con la macchina di mio papà.
La previsione è che io resti ad Amburgo almeno fino a dopo le feste di Natale. Andando incontro all'inverno, l'abbigliamento dovrà essere inevitabilmente più pesante. Pertanto i bagagli sono troppi per poterli portare a mano, viaggiando in treno o in aereo.
Tanja mi racconta tante cose durante il suo soggiorno in Italia.
Prima di tutto ha capito che sia l'Italia, sia la lingua italiana non le piacciono.
Confortante.
Poi ha raccontato che non va d'accordo con sua mamma, per niente, da quando si è separata dal padre. Con lei ha dialoghi prettamenti relativi al menage familiare.
Per il resto, non ha nessun rapporto. Nessun tipo di dialogo madre/figlia.
Tristissimo un rapporto così, a maggior ragione che vivono nella stessa casa!
Tanja è una ragazza molto insicura, anche se decisa e determinata, in certi campi.
Ogni 3-4 giorni telefono alla Lorenza per sapere come sta.... Joerg.
E' brutto, lo so, ma sto usando la Lorenza per sapere l'unica cosa che mi interessa:
come sta Joerg.
Niente di nuovo. Nessun cenno di miglioramento. Sempre in coma.
Quando prendo in mano la cornetta per chiamarla, ho sempre il cuore che batte fortissimo.
Poi il solito "niente di nuovo" detto con il tipico monotono della Lorenza, mi smonta e mi fa ripiombare nella mia ansia da attesa.
Miracolosamente verso la fine del mese dalla bocca della Lorenza escono parole dette con un pò di entusiasmo.
"Quando arrivi ad Amburgo, se ti interessa, ti aspetta un lavoro. Nel negozio dove lavoro io attualmente. Se ti va. La titolare apre un nuovo negozio e vorrebbe trasferirmi là. Pertanto il posto che ricopro io qui resterebbe vacante.
Così le ho parlato di te. Lei sarebbe favorevole ad assumerti... Che ne dici?" mi chiede. Mi ha telefonato lei, cosa mai accaduta, e mi sembrava molto entusiasta.
Ho considerato questo suo entusiasmo e questa sua generosità come un volersi in qualche modo far perdonare....
Ho accettato. Dopotutto un lavoro mi servirà di certo. E' vero che la titolare è una pazza furiosa, ma almeno la conosco e poi posso avere il supporto della Lorenza, in caso di bisogno. Almeno spero.
Una sera la chiamo che dirle che arrivo alla fine della prima settimana di ottobre.
E' contenta, dice lei, e aggiunge che non è l'unica ad esserlo.
Cosa????
E chi sarebbe felice che torno ad Amburgo????
Per un attimo lunghissimo ho sperato nella notizia favolosa e più attesa.
Non dico niente. Voglio sentirmelo dire...
"Ti saluta Claudius. Sai l'amico di Joerg, che doveva fare la società con lui?
Quello alto biondo, carino?" mi dice con un certo fervore.
Delusione totale.
"Sì, credo di ricordarmelo... Non so neanche quante volte l'ho visto. Di sicuro mi ricordo che era a casa tua il giorno in cui sono arrivata ad Amburgo..."
le dico svogliatamente. Non me ne fregava tanto di questa notizia.
"Ecco, sì, lui c'era. Juergen l'ha incontrato in clinica da Joerg e ha chiesto di te.
Dov'eri etc. e Juergen gli ha detto che tornavi ad ottobre. Ecco, ha detto che gli farebbe piacere rivederti. Per ora ti manda i suoi saluti e quando arrivi, chiamalo".
Ah, sì certo. Ma chi è questo? Ma cosa vuole da me?
Un altro Bernd?
A proposito, chissà se l'amico Bernd ha raccontato anche a lui chi sono io.
Ma ancora non ha capito sta gente che io amo Joerg e vivo per lui?
Che sto programmando il mio futuro in funzione sua?
Certo la casa, il lavoro... è tutto importante per la sopravvivenza.
Ma cosa me ne frega di sapere che Claudius vuole vedermi?
Chi è sto Claudius???
In un attimo mi si accende come una lampadina!!!!!!
.... ma forse....
MA SICURO! Che stupida che sono!
Bernd, Antje e Juergen di certo non mi farebbero MAI avvicinare a Joerg se lui dovesse uscire dal coma.
Ma Claudius... lui non è amico di queste iene. Lui è amico di Joerg, era amico del padre e dovevano lavorare insieme... e di certo, di certo non ha problemi ad avvicinare Joerg.
E' brutto dirlo ed è ancora più brutto farlo. Ma questa volta sono troppo determinata. Basta, sono stufa di subire Amburgo e i suoi abitanti.
Questa volta dovranno subire me.
Mi dispiace, ma Claudius non me lo lascio sfuggire... non me ne frega niente di lui, ma lui è il tramite per raggiungere il mio obiettivo:
incontrare il mio amore, Joerg.

 
 
 

Amburgo, agosto 1989

Post n°23 pubblicato il 07 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Ci mancava la batosta della morte improvvisa della mamma di Lorenza!
Povera, la Lorenza. Adesso ha solo il papà e per di più in Italia.
Arrivano tutti e tre ad Amburgo il giovedì 3 agosto.
La sorella di Juergen mi ha trovato una sistemazione economica e confortevole, a detta sua.
In un albergo in una zona comoda per il centro.
Ho preparato le valigie.
Conosco il papà di Lorenza, gli porgo le mie condoglianze, beviamo il caffè tutti insieme, mi raccontano della mamma, di come è morta e del funerale.
Arriva il momento di andare. Lorenza chiede a Juergen di accompagnarmi.
Lui la guarda e le dice con la faccia scocciata: "Ma non può prendere un taxi?"
Lorenza sgrana gli occhi. Io rimango impassibile.
Oramai sono corazzata.
Lorenza lo prega di accompagnarmi lui.
Scarica me e le mie valigie davanti all'albergo. E riparte a gran velocità.
Dovendo stare in Germania per quasi un mese e mezzo, avevo 3 valigie e un borsone. Che mi son portata in camera da sola... in due riprese col terrore che mi rubassero qualcosa.
Albergo a una stella! Dopotutto per essere Amburgo e costare 50 marchi a notte, quindi 35.000 lire, doveva essere per forza una catapecchia.
Sto al secondo piano. Senza ascensore. La camera e' fatiscente.
Il bagno in corridoio. In camera c'è solamente il lavabo.
Uno schifo. Puzza tutto. Sicuramente è un albero dove ci vengono le prostitute coi clienti.
Chiudo gli occhi e cerco di sopportare... mi convinco che tra 10 giorni è finita.
Sì, peccato che sono finiti anche i soldi! E Lorenza non ha accennato minimamente a ridarmi dei soldi visto che un terzo del soggiorno non l'avevo usufruito.
Lasciamo perdere il fatto che da subito il vitto e alloggio erano diventati solo l'alloggio!
La spesa dell'albergo non era prevista.
Chiedo a mio papà di mandarmi dei soldi tramite la Lilly, la mia amica del cuore, che arriva domenica 6 agosto.
La Lilly si sarebbe fermata ad Amburgo ben 4 settimane. Aveva prenotato tramite un'agenzia che organizza soggiorni studio all'estero, presso famiglie.
Paga un sacco di soldi per questo soggiorno!
Il sapere che domenica arriva la mia amica, mi rincuora un pò.
Finalmente posso raccontare tutto, ma veramente tutto.
E finalmente posso piangere, senza paura. Lei è mia amica.
Quel bagno mi fa vomitare.
Tutto di questo posto mi fa vomitare. Al punto tale che cerco di toccare meno cose possibili.
Di giorno sto in giro, anche se non ho piu' la scuola da frequentare, vado dalla Manu.
Stiamo in giro io e lei, o casa sua.
Il tempo non passa mai. Oramai non vedo l'ora veramente di tornare a casa.
Sono stanca, svuotata, senza forze.
Finalmente arriva domenica e vado in stazione a prendere la Lilly.
Ci dovrebbe essere anche Tanja, la ragazza presso la quale soggiornerà.
Il treno è in ritardo di mezz'ora.
Eccola!!
Mi sembra di vedere un miraggio!
Ci abbracciamo, le chiedo del viaggio, ma lei taglia subito corto, e vuole sapere quello che mi è successo!
Ovviamente le avevo già raccontato per lettera qualcosa. Al telefono ci siamo sentite un paio di volte per pochissimi minuti.
Non so da che parte cominciare.
Le riesco a dire solo che mi sento malissimo, stanca, senza forze e praticamente impotente. Usciamo dalla stazione e lei individua Tanja che l'aspetta con la macchina rossa, esattamente nel posto dove si erano accordate di trovarsi. La lilly è stanca e Tanja propone di andare subito a casa sua.
La Lilly mi dà i soldi che aveva portato da parte dei miei genitori, e mi guarda sconsolata. Io lo sono più di lei. Non aspettavo altro che poter stare con lei, parlarle, raccontarle tutto e adesso già c'era qualcuno che si intrometteva.
La Lilly è più di una sorella. E' dalle superiori che ci conosciamo e frequentiamo.
Io e lei, lei e me. Credo che molte scelte nella nostra vita siano state condizionate dal mancato benestare dell'una o dell'altra.
Mi dice subito, davanti a Tanja che ci saremmo viste domani pomeriggio, tassativamente. Per cortesia, chiedo a Tanja che se lo desidera, può uscire anche lei con noi, domani. Accetta volentieri.
Bene, sembra simpatica. Una cara ragazza.
Non imparerò mai a capire a le persone... o forse sono alcune persone che prima si mostrano in un modo, poi in un altro e poi, sorpresa,
si rivelano in un altro modo ancora? Devo dire che l'ultimo modo per fortuna non è sempre stato il peggiore. Pertanto, posso dire che in alcuni casi sono stata fortunata.
Dopo un'altra notte da vomito nel tugurio, al mattino esco. Giro per Amburgo senza meta. Ora faccio la turista, ora fingo di essere in pausa pranzo nei cafè... e così cerco di dare un senso alle giornate. Avrei potuto fare la taxista ad Amburgo. Conoscevo meglio quella città di Milano.
Anche Claudius me l'avrebbe suggerito come possibilità di lavoro.
Ci troviamo, da subito andiamo nelle vie pedonali a guardare le vetrine, la ricchezza di quella città sprizza da tutti i suoi pori. Mentre camminiamo, mi rendo conto di essere tremendamente egoista, ma quasi non prendo fiato per raccontare tutto alla Lilly.
Vedo che Tanja capisce praticamente una parola su cento, ma me ne frego.
Insomma, quello è il mio momento, quella è la MIA amica, finalmente una persona dalla mia parte!
Quando si è fuori dal proprio habitat e lontano dagli affetti, non ci si sente solo soli, ma come abbandonati. Il senso di abbandono rende fragili e quasi viene da comportarsi in modo infantile.
La Lilly è allibita e proprio quando sul suo volto compaiono espressioni di orrore, allora Tanja protesta e così le facciamo un breve riassunto in tedesco.
Devo dire che Tanja è già un altro tipo di amburghese. Famiglia tranquilla, vabbè i genitori sono separati, ma niente di particolare. Vive in una villetta con la mamma nella zona a nord di Amburgo, vicino all'aeroporto cittadino; la mamma sta nell'appartamento al piano di sotto e lei in quello al piano di sopra. Una camera al piano di sotto è la camera dove dorme la Lilly e una camera al piano di sopra è affittata a Sonja,
una studentessa universitaria di Colonia.
Effettivamente Tanja non va molto d'accordo con sua mamma.
Ma in apparenza non sembrava!
Decidiamo di rientrare, perchè siamo stanche di gironzolare per il centro.
Faccio per salutarle, quando Tanja mi propone di andare con loro a casa sua.
Mi porta lei indietro stasera dopo cena, in macchina.
Non mi sembra vero! Una persona gentile, cortese, generosa....
Mi sembra di aver ritrovato in parte me stessa e il mondo a cui sono abituata io a Monza.
Mi chiede dove allorggio. Le spiego della topaia.
Inorridisce e a conferma dei miei sospetti, mi dice che quello è un quartiere di drogati, prostitute e quant'altro e che faccio bene a non uscire di sera.
Le racconto del bagno in comune.
Entrambe fanno la faccia da vomito!
Passiamo una bella serata. Piacevole. Tanja ci ha cucinato una specie di fettina di pollo impanata e fritta in padella nella margarina con su una bella fetta di ananas sopra. Alla vista sembrava avere un sapore orribile, invece al gusto non era così male.
Mi accompagnano in albergo. Si accertano che sono entrata.
Ho fatto le scale di corsa, più veloce che potevo.
Ancora 6 giorni. Mancano solo 6 giorni.
L'indomani mi trovo ancora con le due amiche in centro, ma questa volta invito pure la Manu. Passiamo un altro bel pomeriggio, sereno.
Le saluto con negli occhi una tristezza infinita.
Tanja, guarda la Lilly, poi guarda me e dice: "Senti, se a Lilly sta bene, posso ospitarti io a casa mia. Dormiresti in camera con lei, però non ho un letto in più, ti potrei dare un materasso da mettere per terra. Anch'io dormo col materasso per terra. Ecco, pero' solo se Lilly non ha niente da obiettare".
Mi volto per guardare la Lilly. Ancora non avevo incrociato i suoi occhi che sento la sua voce dire: "Ma sììììì certo!!! Davvero che bello!!! Grazie Tanja!!!!".
Ho cacciato un urlo di gioia e sono saltata con le braccia al collo prima di Tanja, poi della Lilly e poi pure della Manu!!!
Non mi sembra vero! La sorte non mi è più solo avversa!!!!
La ruota comincia a girare!
Questo non può essere che di buon augurio anche per la salute di Joerg.
Mi trasferisco da Tanja. Finalmente io e la Lilly chiacchieriamo a volontà fino a notte fonda, fino all'ultima notte. Fumiamo così tanto quando chiacchieriamo che Tanja avendo mille allergie, ogni mattina ci fa la sua scenaggiata da nevrotica...
Ma non ce ne frega nulla. A me e alla Lilly sembra di essere in vacanza!
Troppo bello!
Ma come sdebitarmi con Tanja?
Ancora non avevo smesso di credere che i segnali andavano interpretati.
Che nelle mani c'è scritto il nostro destino, che il mio posto non è a Monza.
SI' PERCHE' IL MIO POSTO E' AD AMBURGO, CON JOERG.
Al sabato giro di saluti, persino la Lorenza ha voluto incontrarmi in centro per salutarmi.
Suo padre era già tornato in Italia da 5 giorni...
"Ah mi fa piacere che si sia preoccupata se io ero sopravvissuta nel tugurio..."
penso con un senso di nausea.
La domenica all'aeroporto con la Lilly, la Manu e Tanja.... mi è scesa la lacrimuccia.
Sì, cara Amburgo, ti ho amato, ti ho odiato, ma tu qui hai
L'UNICA RAGIONE DELLA MIA VITA: JOERG.
Quindi, ti dico ARRIVEDERCI.
Sì, arrivederci.
Perchè a fine agosto Tanja viene a Monza ospite a casa mia (cioè dei miei genitori) e poi agli inizi di ottobre insieme torniamo ad Amburgo.
Sua mamma mi affitterà la camera dove attualmente dorme la Lilly!!!
Joerg... resisti... resisti per te e per me.
Torno.... torno presto.... e torno per te!

 
 
 

quel che rimane del luglio 1989

Post n°22 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

I giorni passano tutti uguali. Mi trascino fuori dal letto e così mi trascino fino alla sera e non vedo l'ora di andare a letto.
Dormire, per non pensare.
E' solo una questione di tempo. E il tempo sembra non passare mai.
Lorenza la vedo pochissimo, la spesa non si preoccupa neanche più di farla e ci sentiamo solo perchè le chiedo di Joerg.
Ovviamente Juergen sapeva del funerale del padre di Joerg, ma non ha potuto andarci.
Ho chiesto a Lorenza spiegazioni di tutto quel "mistero" e la sua risposta e' stata candidamente: "Pensavo te lo avesse detto Bernd, ma poi non lo  conoscevi neanche..... perchè ci saresti andata al funerale??".
Sono pò stanca che ogni persona che ho incontrato qui si è permessa di pensare e decidere per me. Sono quasi due settimane che mi sento come in una bolla di sapone.
Mi sento del tutto fuori luogo. Non sono abituata a tante cattiverie, invidie, sotterfugi. Forse sono un pò "provinciale" come sono soliti chiamarci i milanesi.
Son venuta a sapere per caso - gli è sfuggito - da Lorenza in che clinica si trova Joerg. Sono andata qualche volta fin lì e sono stata un centinaio di metri a distanza. Ferma, immobile a guardare lo stabile e le finestre, cercando di immaginare dove fosse lui, in quale camera. Quando poi il peso sul cuore  diventava insopportabile, me ne andavo via.
Via a riempire le giornate per non pensare. Per non pensare a se e quando lui
uscirà dal coma e per non pensare a come sarà il giorno in cui ci rivedremo.
Ogni volta che immagino il giorno in cui ci vedremo, mi sgrido da sola.
Mi ripeto e cerco di convincermi che questo pensiero non è onesto.
Non è giusto. Lui sta ancora lottando per la vita e quello a cui devo pensare, dovrebbe essere solamente a pregare perchè lui ce la faccia a vivere.
Il pensare a noi due è un pensiero da egoista. Io non sono mai stata egoista.
Già egoista.
Perchè non sono stata egoista quel sabato sera e perchè non gli ho detto di rimanere a casa e mandare suo padre da solo in Svizzera?
Perchè non ho fatto semplicemente il mio di interesse e non il suo, quello del padre e quant'altro?
Io volevo che lui non andasse via... e allora perchè non gli ho detto niente???
Sono una stupida.
Ma col senno di poi e con i se e i ma.... non si va da nessuna parte.
Già, ma l'aver letto qualcosa nella sua mano, non è il senno di poi.
Io l'avevo visto. Avevo visto tutto, quindi la storia doveva andare così.
L'incidente doveva accadere.
Basta, non devo darmi colpe.
Ma perchè non riesco a non incolparmi?
Potevo fermarlo. Potevo salvarlo....
Sì potevo salvarlo.
Ne sono convinta. E, ora, egoisticamente prego affinchè esca dal coma e torni tutto come prima.
Non potrei sopportare un rimorso così grande: non aver fatto niente, quando potevo.
E ora sono qui con un'ansia gigantesca perchè vorrei fare qualcosa e non posso!

 
 
 

giovedì, 13^ luglio 1989

Post n°21 pubblicato il 05 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg


Finalmente arriva il momento dell'incontro. L'incontro-sfogo, l'incontro-appoggio, Joerg sta meglio, questo già lo so, ma è sempre in coma.
I medici non sanno quantificare per quanto tempo ci rimarrà.
Bernd, non si smentisce mai. Gli avevo proposto di uscire a mangiare qualcosa insieme, e invece mi ha controproposto di venire dopo cena a casa "mia".
Non se ne parla neanche! Non ho mai detto a Lorenza che c'è stato Joerg sabato sera, figuariamoci se faccio venire lui!
Gentilmente mi propone di trovarci in un bar nel Passage (galleria) più chic del centro, alle 18,30, quando finisce di lavorare. Ci troviamo, mi dà un bacio sulla guancia. Ha la faccia triste e tiene lo sguardo basso.
E' strano però, fissa un pò troppo solo il pavimento.
Gli chiedo notizie di Joerg.
Mi dice che lo trasferiscono sabato.
Sento tutte gocce di sangue che scendeno nelle vene... lentamente.
Dalla testa ai piedi. Chiudo gli occhi e respiro profondamente.
Joerg viene trasferito ad Amburgo. Quindi sta meglio. Quindi lo vedo.
Quindi potrò cominciare a dargli conforto, a parlargli ad aiutare, magari, il suo risveglio.
Sono contenta. Beh contenta è una parola grossa. Forse è meglio dire risollevata e fiduciosa.
Lo guardo. Lui non mi guarda se non per qualche secondo, di sfuggita e quando parlo io. Ma nei silenzi fissa il pavimento e muove ritmicamente la gamba incrociata.
Sorseggio il mio caffè e mi faccio coraggio. Affronto l'argomento.
Gli racconto di sabato sera. Gli racconto di tutto quello che ci siamo promessi io e Joerg.
Gli racconto della passione. Gli racconto che è andato a casa tardi.
E che mi sentivo in colpa. Non gli ho raccontato di ciò che ho letto nella sua mano.
Continua a non mi guardarmi.
"Che cos'hai Bernd? ..... mi devi dire qualcos'altro di Joerg?!" chiedo con un pò di agitazione.
"Noo, ti sto ascoltando... ma sì, guarda, sì, è inutile che mi racconti queste cose.
Lo so, lo so." mi risponde con un tono annoiato e nel contempo scocciato.
"Come lo sai????? Cosa sai???? Ma cosa stai dicendo????" ho perso la pazienza e sto diventando aggressiva.
Mi risponde con una faccia tosta, anzi da schiaffi: "Hei, signorina, stai calma!!!!!" aggiunge nervosamente: "Joerg domenica mattina mi ha chiamto da una stazione di servizio.
Era emozionato come un bambino e mi ha farfugliato che è innamorato... di te.
Che sei fantastica. E che cercava di sbrigarsi presto ad Ascona, per farti una sorpresa e tornare in tempo per vederti mercoledì sera... e mi pregava di prendermi cura di te. Di tenerti compagnia e di darti il mio numero di telefono e di casa e dell'ufficio, cosicchè se avevi bisogno di qualcosa, avevi un punto di riferimento, una persona su cui contare."
Mi si è illuminato il viso... mi brillano gli occhi! Abbozzo un sorriso. Davvero ha detto tutto questo?
Non ho sognato dunque. Non mi sono immaginata tutto!
Faccio subito una riflessione tra me e me:
"Per fortuna che doveva occuparsi di me! Bernd ha chiamato Juergen 2 volte.
Ha accettato di incontrarmi oggi, lasciandomi capire palesemente che mi stava facendo un favore enorme!".
Ritorno a bomba sull'argomento che mi interessa di più, e quindi sull'onda dell'entusiasmo
me ne esco con la domanda da due milioni di dollari:
"Si sa già in che Ospedale o Clinica viene trasferito Joerg?".
Mi risponde seccamente di no.
"Come no?" gli chiedo io stupita e stupidamente, avrà pensato lui.
"No è no! E basta!"
"Senti, cerchi di essere un pochino più cortese, per favore? Se non lo sai adesso,
ti chiamo domani e dopodomani, finchè non so dove posso andare a trovarlo.
Hai capito che per me è importante?" sono agitata e non poco.
"Senti, adesso mi hai scocciato, va bene??? Non volevo dirtelo per non creare casini, ma visto che insisti, te lo dico, ok? Poi però calmati che non è il caso di fare tutte ste scene. Ahh tipico degli italiani!" mi dice, piegandosi avanti col busto, quasi da sdraiarsi sul tavolino per venirmi più vicino per non urlare, ma il tono era durissimo!
Me ne frego e alzo la voce e faccio la sceneggiata: "Ahhhhhhhhhhhhhh, allora sai dove lo trasferiranno????? E perchè non volevi dirmelo????"
"Perchè è già qui ad Amburgo da martedì mattina, OK???
Perchè la mamma è sconvolta, perchè ieri mattina stava cercando il vestito da mettere al marito per il funerale che c'è stato ieri pomeriggio, e ha scoperto che il marito aveva dei "segreti": ha trovato un anello di brillanti nascosto in un cassetto e l'incisione riportava un nome di una donna che NON era il suo.
CAPISCI CHE QUESTA DONNA E' SCONVOLTA???"
Sono sdraiata sulla sedia.... le braccia a penzoloni.... la bocca aperta.... gli occhi spalancati. Salivazione a zero. Cervello dentro un frullatore.
Gira tutto. Gira tutta la stanza.
Mi guarda e ha il coraggio di dirmi: "Contenta adesso?"
Un attimo. Fermate il mondo che voglio scendere.
Da dove comincio? Allora, Joerg. Il padre. L'amante.
Lui è qui da martedì. Il funerale del padre ieri. Ieri. Ieri?
"E IO????????" mi chiedo.
"E IO CHI CAZZO SONOOOOOO????? Non conto niente???????"
chiedo a Bernd con una rabbia, che si è (quasi) spaventato anche lui.
"Tu, ma no... senti, mi dispiace. Fattene una ragione. Ma le cose stanno così" mi dice con un senso paterno da fare venire il vomito.
"Ma stanno così, come?? Bernd per favore parla chiaro!" gli dico supplicandolo quasi.
Non c'era niente da spiegare... o quasi. E' proprio vero, che si vede solamente ciò che si vuole vedere. E si sente solo ciò che si vuol sentire.
Mi hanno tagliata fuori.
Ma io sono testarda e insicura. Come in amore. Non ci credo finchè non me lo sento dire in faccia.
Prego Bernd di dirmi cosa devo fare e cosa posso fare e soprattutto perchè.
Mi prende la mano. Dai suoi occhi traspare un pò di pena.
Gli faccio pena. Consolante!
"Allora, la mamma di Joerg, dato il momento difficilissimo che stanno vivendo lei, la figlia e Joerg, ha pregato, che nessuno si sarebbe dovuto avvicinare alla Clinica. Tranne Antje, Bernd e Claudius".
E io??? mi chiedo.... e io????
Mi viene da piangere. Cerco di trattenermi, ma non ce la faccio.
Piango. Sento Bernd che stringe più forte la mia mano.
Ma io sono il suo Amore.
Ma lui è il mio Amore.
Ma io devo stargli vicina.
Ma io ho bisogno di vederlo.
Ma noi....
Ma...
Niente. E' tutto inutile. Non c'è niente da fare...
Sono in preda allo sconforto più totale.
Un macigno. Devo solo sperare che si svegli, sì poi sarà lui stesso a volermi vedere!
Ma... un momento. La mamma di Joerg NON sa che io "esisto"!!
Ma certo! Ecco perchè non sono nell'elenco delle persone autorizzate!!!!
"Bernd! Ti prego, fammi parlare con la mamma di Joerg! Ti prego, magari non subito, ma devo spiegarle chi sono io, devo dirle che cosa è successo la sera prima dell'incidente! Devo raccontarle dei progetti che aveva suo figlio con me!!
Sicuramente lei capirà...vedrai!" sento circolare di nuovo il sangue nel mio corpo.
Bernd molla la mia mano di colpo. Si butta all'indietro sullo schienale della sedia, alza le braccia al cielo e mi dice con cattiveria, ma forse era l'unico modo per porre fine a tutta quella tortura: "Sua mamma SA già tutto! ... e pure Antje... ".
Un flash. Un fulmine a ciel sereno ed ecco che mi è tutto chiaro ora.
Antje.
"E' lei che ha vietato a me di avvicinarmi?" chiedo con un filo di voce.
"Ehm... sì e no. La mamma ha veramente posto il divieto di visite, ma non agli amici intimi. E Antje ha posto il divieto solo a TE. Mi dispiace, ma lei è sempre stata possessiva, gelosa e soprattutto la sua ragazza per tanti anni... poi sai il padre ora non c'è più..."
Certo, ora Joerg deve solo guarire.. e poi tutto torna come prima... ma senza impedimenti.
E io? Io sono stata spazzata via in un attimo.
Scaraventata in un angolo... anzi no, cancellata.
Peggio ancora: eliminata. Sì ecco mi hanno eliminata.
Me, i miei sentimenti, i miei progetti, i miei sogni, le mie speranze.
Avessi fatto qualcosa... no, niente...
Grazie Bernd, grazie di tutto. Lo saluto.
Non l'avrei mai più rivisto. Ma avrei avuto notizie di lui circa 3 anni dopo.
Me ne esco con le ginocchia che mi tremano. Non so
se ce la faccio ad arrivare a casa. Devo. Devo farmi forza.
Devo avere la forza per tirare avanti fino al 13 agosto.
Tornarmene in Italia e quindi scomparire da Amburgo.
Tanto per Amburgo non esisto...
E quando Joerg si sveglia dal coma?
L'incontro potrà darmi un pò di speranza?

 
 
 

...luglio 1989

Post n°20 pubblicato il 03 Dicembre 2007 da ciacii
 
Tag: Jörg

Joerg è stazionario. In coma, ma vivo.
A breve lo traseriranno in clinica ad Amburgo.
Forse venerdì o sabato.
Non vedo l'ora.
Avevo pensato di andare fino in Svizzera a trovarlo, ma Juergen me l'ha sconsigliato.
Ha ragione. Meglio aspettare che sia ad Amburgo.
Passano i giorni. Tutti uguali.
Scuola, passeggiata con la Manu e la Raffi, casa, televisione.
Cerco di distrarmi, ma non serve a niente. Penso solo a lui.
Penso solo al momento del nostro incontro.
O meglio, al momento del mio incontro con lui.
Tremo.
La notte nel mio letto tremo. Ogni notte mi succede.
Non so come fare a scaricare questa ansia, questa tensione.
Mi sembra di essere troppo fragile per sopportare.
Sono in attesa di vederlo.
Siamo tutti in attesa di vederlo.
Se chiudo gli occhi, forse il tempo passa più in fretta.
Se chiudo gli occhi, forse poi quando li apro, mi rendo conto che ho sognato tutto.
No, non è cosi'.
Mi sembra di perdermi.
Mi sto perdendo dentro una cosa più grande di me.
Non so dove andare e non so cosa fare.
Devo solo attendere.
Giovedi' pomeriggio incontro Bernd.
Se gli racconto dell'amore mio e di Joerg, lui mi potrà capire.
Mi servirà sicuramente sfogarmi con la consapevolezza di
essere compresa e spero sostenuta.
Il migliore amico di Joerg, può essere anche il mio migliore
amico, no?

 
 
 

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...

Ti guardo con il mio desiderio
mentre dormi serena.
Senza svegliarti vorrei

odorare il profumo dei tuoi capelli,
lambire il candore dei tuoi seni,

passare la mia mano

nel tepore tra le tue gambe.

No, non svegliarti, ti prego!

Come potrei altrimenti,

confessarti che mi perdo

nella voglia di te?

Come potrei osare,

con le mie labbra sulle tue,

dirti che ti amo?

(Guidopardo1)

 

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Sulla tua pelle morbida
scivolano le mie parole
e come gocce stillano sul tuo seno.
La mie labbra vogliose
lambiscono il tuo ventre.

Le mie dita come ali

sfiorano le tue fragranti cosce.

Riveli a me ogni tuo mistero
finalmente aperta e indulgente.
Ti osservo intimorito:
tanta disponibilità

potrei ferirla con l’egoismo.
Ed io non voglio.

(Guidopardo1)

 

PICCOLA STELLA SENZA CIELO

Cosa ci fai
in mezzo a tutta
questa gente?
Sei tu che vuoi o
in fin dei conti non
ti frega niente?
Tanti ti cercano
spiazzati da una luce
senza futuro
altri si allungano
vorrebbero tenerti
nel loro buio.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

Tieniti su,
le altre stelle
son disposte
solo che tu a volte
credi che non basti
forse capiterà
che ti si chiuderanno
gli occhi ancora
o soltanto sarà
una parentesi
di una mezz'ora.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

(Liga)

 
 
 

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