Creato da ciacii il 17/10/2007

La Ciaci

Le storie della Ciaci

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ANGELO

 

RESPIRO

Respiro la vita attraverso i tuoi occhi.
Bacio il tuo  cuore sulle tue labbra.
Vedo i colori del cielo con le tue mani.
Riposo sereno sul tuo seno.
Sento il mio amore con i tuoi occhi.
Amo la forza della tua vita
che mi fa vivere.
Dentro te.

(Guidopardo1)

 

TRUCCO

 
 

STUPIDA

Che stupida che sei
tu non impari mai
il tuo equilibrio è un posto
che tu passi e te ne vai
e più stupida di te
sappi non ne troverai

quelle tue paure inutili
non finiranno…
Ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
che parli ad uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
tu non farai mai niente
sei una persona tra la gente ma
la gente mente sempre
imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei.
Che stupida che sei
che non ti sprechi mai
le tue poesie sono coriandoli
che non seminerai.
Se poi per ironia
prendessi quota
partendo da un palazzo punteresti in alto
ma che stupida che sei
stupida un’altra volta
nuda di fronte a uno specchio
e mai alla persona giusta
e da stupida che sei
fai pure finta di niente
lui si riveste soddisfatto
e intanto sai che mente
sempre imparare da sempre
camminare da sempre
e non capirai niente
hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei
stupida
stupida…
Hai sbagliato da sempre
ed è inutile adesso
che ti guardi a uno specchio che non sa chi sei
a uno specchio che non sa chi sei…
una stupida.

 

COMMENTI

Post nr. 33: l'ultimo incontro

E' veramente notevole e viva la tua capacità di raccontare per sensazioni. Sicuramente tra le migliori cose che ho letto in giro per blog negli ultimi mesi

il_ramo_rubato

 

QUANTI SIAMO?

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...

Ogni medaglia ha sempre due facce, quella principale con il decoro e quant'altro e quella con la semplice scritta dell'evento. Noi ogni volta che guardiamo la medaglia ci fermiamo solo su quello che ci piace, ovvero solo sul decoro o solo sulla scritta. Spesso dimentichiamo che quella medaglia va oltre il decoro e l'evento. Quella medaglia quando ci è stata consegnata ci ha dato gioia. 

(Santiago2008)

 

ATTRICE DI IERI

camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti

"tu muori se mi aiuti son certa che io ne verrò fuori"

ma non una parola chiarì i miei pensieri

continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri

(Battisti)

 

OHHH

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Messaggi di Marzo 2008

Lucrezia

Post n°46 pubblicato il 30 Marzo 2008 da ciacii



Lucrezia lo sa come mai si innamora sempre degli uomini sbagliati.
La attraggono solo gli uomini che hanno tanto da dire, da raccontare, da fare... che vivono all'estremo, sempre intensamente, che sanno quello che vogliono... e purtroppo sanno anche cio' che non vogliono.
Sono come lei, hanno bisogno di continui stimoli e di provare sempre sensazioni nuove, ogni attimo, ogni giorno... e raramente questi uomini vogliono la persona accanto, ma la persona che al limite gli stia al seguito senza rompere i coglioni.
E lei è come questi uomini: una stronza che crede di volere l'uomo al suo fianco, ma quando ci sta per troppo tempo si annoia, allora tende a tenerlo al seguito... per poi brutalmente abbandonarlo.
Prova emozioni intense, passioni solo quando cerca di raggiungere un uomo... ohh sì quanto la fa sentire viva, sempre concentrata a fare grandi sforzi per arrivargli a fianco... e ci riesce, quasi sempre.
Poi una volta ottenuto cio' che voleva, si stanca nuovamente.
Lucrezia non è una donna che pretende. Lei da'. Si dona completamente e con immenso piacere.
Lei sa capire cosa vogliono gli uomini, e li soddisfa.
Lei c'è sempre... disponibile, attenta, discreta, non rompe.
E' energia pura, è vita, forza, sostegno, spinta, motore...
Lucrezia è capace di essere la Donna, la compagna, la madre, l'amica, l'amante, la puttana e la santa del suo uomo.
Ma quando, come e per quanto tempo lo vuole lei.
Lei si avvicina, come una gatta e si apre al suo uomo, disponibile e disposta a tutto per renderlo felice.
Ma lo deve decidere lei.
Lucrezia non riesce a sopportare che le si dica cosa deve fare, se non è lei a volerlo.
Ama le cose piccole, le sfumature, i dettagli... e basta veramente poco per renderla felice.
Forse non è mai riuscita a trovare un uomo che capisse questo di lei.
Alcuni uomi che ha avuto hanno esagerano e la soffocavano oppure altri pensavano che, poichè non pretende niente, lei non avesse bisogno di niente...
Lucrezia sa come si ama, ma non si lascia amare.
Lei lo sa perchè si innamora sempre degli uomini sbagliati.
 
Cosi', è stato così che anche questa volta si è innamorata dell'uomo sbagliato.
Lui, Matteo, un ragazzo piu' giovane, in carriera, sempre in movimento, irrequieto, vitale.
Piu' Matteo sfugge, piu' lei lo rincorre... lo cerca... lo desidera... sente il suo cuore battere all'impazzata per lui.
Soffre se non lo sente. Arde di passione quando parla con lui.
Lui riesce a farla essere ora una piccola bimba stupida, ora una donna, una strega, un'ammaliatrice.
I sentimenti che prova per lui la fanno sentire viva...
e lei lo sa che sarà viva per un certo tempo, che non sarà per sempre.
Attimi, giorni, mesi in cui verrà devastata dalla passione.
Passione che non durerà in eterno. Perchè la passione non puo' durare in eterno.
Anche questa volta, ancora una volta...  e per sempre.
Lei si innamora sempre degli uomini sbagliati.

 
 
 

Chi sei??

Post n°45 pubblicato il 21 Marzo 2008 da ciacii

"Chi sei? Non ti conosco..."
"....ha importanza?"
"beh, sì... non do confidenza agli sconosciuti... di solito"
"Dove sei?"
"Qui... ti sto aspettando..."
Eleonora invia questo ultimo sms sorridendo.
Stupido messaggiatore segreto, ora avrai finito di divertirti.
Ordina un caffè espresso e un bicchiere d'acqua minerale, è seduta al tavolo fuori in un Cafè in centro a Salisburgo.
"Signorina, scusi..."
Sente una voce alle sue spalle, che la fa quasi spaventare.
Parla italiano?!
"Sì... prego, mi dica.."
"Posso sedermi al suo tavolo? Sa, gli altri son tutti occupati..."
"Ma certo, prego..." in Austria è cosa comune sedersi ai tavoli ovunque ci sia posto.
Eleonora estrae una sigaretta dal pacchetto. Ha gia' in mano l'accendino, ma l'uomo al suo tavolo con rapidità si offre di farla accendere.
Eleonora fissa la fiamma e la sigaretta. E' accesa.
Alza gli occhi, guarda l'uomo e ringrazia con cortesia.
Un istante, un attimo per osservare il suo viso.
Avrà piu' o meno la sua età, 40-45 anni, brizzolato, cappelli corti, occhi verdi, severi.
E' un bell'uomo, elegante, alto.
Arriva il cameriere. Serve Eleonora e chiede all'uomo cosa desidera ordinare.
Chiedo lo stesso che ha preso lei. Il suo tedesco è perfetto.
Eleonora non riesce a trattenere un sorriso malizioso.
"Posso chiederLe cosa ci fa di bello in Austria? E' qui per lavoro?" chiede Eleonora.
"No.. sono qui per piacere..." risponde pacato l'uomo dopo aver finito di sorseggiare il caffè, guardandola fissa negli occhi.
Uno sguardo magnetico e profondo...
"Posso chiederLe come si chiama" chiede l'uomo, posando delicatamente la tazzina sul piattino.
Eleonora rimane immobile, lo fissa dritto negli occhi e risponde con freddezza: "Eleonora"
Spegne la sigaretta, raccoglie i fogli dal tavolo, si infila gli occhiali da sole, prende la borsetta, la 24ore e guarda l'uomo ancora una volta.
"Beh, ora io devo scappare... buona permanenza in Austria e arrivederci" dice tutto d'un fiato,
alzandosi in piedi. Sembra infastidita.
L'uomo segue tutti i suoi movimenti e con un sorriso le risponde: "A presto..."
Eleonora esita un attimo, stupita di quel a presto, poi con passo deciso si incammina.
E' in ritardo, deve fare in fretta, i colleghi l'aspettano all'Hotel fra poco.
Mentre cammina, ripensa a quell'uomo cosi' misterioso e affascinante.
a presto... chissa' perchè mi avrà detto così... perchè mai dovremmo rivederci?
Sorride.
Il cellulare suona, un messaggio.
Lo estrae dalla tasca e senza smettere di camminare, ma rallentando il passo, guarda il display.
Ancora un messaggio da quel numero sconosciuto. Apre il messaggio. Legge.
"Grazie per avermi aspettato..."
Si blocca, si volta di scatto verso il Cafè dove era seduta e lo cerca con lo sguardo.
Non lo trova. Vorrebbe tornare indietro per verificare di persona, per cercarlo.
Ma chi sei??? si domanda, il cuore batte forte nel petto, respira velocemente.
Schiaccia invio di chiamata sul cellulare. Ma chi sei???
Il telefono squilla libero. Dai rispondi!
Non risponde. Perchè non mi rispondi?? Ma chi sei?
Perchè mi stai facendo questo? E' uno scherzo?
Cade la comunicazione, non ha risposto.
Eleonora è agitata. Non capisce. E' spaventata.
Un sms... ecco sì, gli scrivo. Compone nervosamente il testo, le mani tremano.
"Chi sei??? Dimmelo per favore, non mi piacciono 'sti scherzi!!"
Invio.
Attende la risposta ferma in mezzo in una strada pedonale del centro.
Non riesce a distogliere lo sguardo dal display.
Suona. Un messaggio. Finalmente!
E' lui. Apre il messaggio e legge.
"...ha importanza?"
Vorrebbe urlare. Prova rabbia mista ad una sempre piu' crescenta paura.
E' sola lì in mezzo alla strada. Forse è meglio raggiungere i colleghi austriaci
in hotel. Improvvisamente comincia a correre.
Sente che le forze le vengono a mancare sempre di piu', ma continua a correre.
Panico, Eleonora è in preda al panico. Non deve pensare se non a correre.
Non deve guardarsi intorno, puo' essere ovunque.
Non deve lasciarsi andare adesso. Corri Eleonora, corri si ripete mentalmente.
Ecco l'hotel, spinge la porta con rabbia, si dirige verso il bar
e, nonostante la vista annebbiata, riconosce in un uomo il suo collega Georg.
Calmati, Eleonora... ora sei al sicuro.
Butta le borse e il cellulare sulla poltrona lì vicino, si toglie nervosamente il cappotto.
Sta ansiamando. Georg è lì impassibile ad osservarla con la bocca aperta.
Eleonora si lascia andare all'indietro sulla poltrona. Il respiro si fa piu' profondo ma piu' lento. Il cuore sta rallentando i battiti. Si sta calmando.
Non pensare Eleonora. Non pensare.
Chiede un bicchier d'acqua al cameriere e in quel momento si accorge di non aver neanche salutato Georg. Alza la mano destra e con un filo di voce gli dice "ciao..."
Georg risponde timidamente al saluto. Non osa chiederle nulla.
Chi sei??????
Questa domanda riprende a frullarle per la testa. Pensa a chi puo' essere.
Passa in rassegna tutti gli uomini della sua vita, i suoi amici, le amiche...
Niente... non le viene in mente niente.
Con un gesto automatico prende il cellulare che aveva lanciato sulla poltrona.
Le parole escono dalle sue dita senza neanche pensarle.
"Chi sei??? DIMMELO!! Io non ti conosco..." invio.
Di nuovo fissa il display in attesa della risposta.
Suona. Un messaggio. Nervosamente lo apre, legge.
"Il nome Costanza ti dice niente?"
Costanza???
Eleonora alza lo sguardo e fissa le tende bianche, come se lì ci potesse essere scritta la risposta.
Un flash.
Costanza!! Ma sì, la mia compagna di classe alle superiori!
Eravamo amiche in quei 5 anni, poi ci siamo perse di vista.
Eleonora scrive un altro messaggio, vuole capire meglio.
"Mi ricordo di Costanza, ma tu... chi sei???"
Attende. Il cellulare suona. Ecco la risposta.
"Sono suo fratello maggiore. Non c'e' stato un giorno che sei venuta a casa a trovare Costanza, che non ti
abbia desiderata, Eleonora. Ma tu eri irraggiungibile. La settimana scorsa la mia segretaria mi ha portato da firmare la ricevuta della vendita dei mobili che hai acquistato nel mio mobilificio. Eleonora, oggi, come ieri, il mio cuore è impazzito"
Il tempo improvvisamente si ferma e lei si ritrova catapultata nel passato.
Le vengono in mente gli sguardi di sfuggita di quel ragazzo piu' grande, di quel bellissimo ragazzo che le piaceva da morire, ma che lei credeva irraggiungibile. Lei era un'amica della sorella.
E lui era il ragazzo piu' desiderato della scuola. Gabriele. Sì, si chiamava Gabriele.
Quante notte prima di addormentarsi sognava ad occhi aperti, di baciarlo.
Tutte le volte che andava a casa di Costanza non aspettava altro che di vederlo, anche solo per qualche secondo. E ogni volta si immaginava di come poterlo approcciare, cosa dirgli, come non essere banale o sentirsi stupida. E ogni volta non le uscivano le parole di bocca.
Quel ragazzo irrangiungibile in realtà era innamorato di lei.
Quest'uomo l'ha trovata e ha fatto di tutto per incontrarla.
Ritorna al presente, ma il mondo intorno a lei non esite piu'.
Scrive un messaggio:
"Ora ricordo, sì... Ma io non credevo che anche tu..."
Non finisce la frase. Non ha importanza...
"Dove sei?"
"Qui... ti sto aspettando..."

 
 
 

il mio mare....

Post n°44 pubblicato il 16 Marzo 2008 da ciacii


Tante lucine rosse, bianche e arancioni

colorano questo mio mare...

un mare di automobili.


Nuvole leggere di fumi di tubi di scappamento...


La fauna incauta e non curante di niente si muove con rapidità...

Tanti insetti velenosi che si rubano la poca aria

per sopravvivere...


Si mangiano tra loro, si pungono, si mordono,

si succhiano l'anima...


...e io mi sto lentamente consumando...

...sto svanendo...

...sto annegando, in questo mare tossico...







(Consiglio di un amico: Lorazepam 5 mg...)

 
 
 

Rosa

Post n°43 pubblicato il 08 Marzo 2008 da ciacii

Son passati 13 anni da quando mi hai lasciata e il ricordo di te è sempre vivo dentro di me.
Ma piango. Piango spesso...
Piango per la mancanza, per il vuoto che hai lasciato nella mia vita che, fino a quel momento, hai riempito con la tua gioia, la tua generosità, la tua energia vitale, i tuoi insegnamenti, la tua simpatia... per dirlo con una parola sola, con il tuo AMORE.
Tu eri semplicemente un Donna speciale, che ha veramente lottato per la vita, tua e della tua famiglia, che è riuscita a costruire tanto, sopportando di tutto.
La tua lotta per la vita è sempre stata caratterizzata dalla semplicità dei gesti e dalla tua infinita voglia di donare Amore.
Hai vissuto per Amore, con Amore, hai sempre donato tutta te stessa per amore verso il prossimo... 
e il destino ti ha strappato alla vita così prematuramente...
Il destino ha anche voluto che l'ultima volta che ti ho vista in vita, io ti portassi un mazzo di mimosa, una settimana in anticipo sulla festa della donna...
Era cosi' bella, quella mimosa, che ho voluto regalartela così senza motivo... perchè tu amavi i fiori, perchè il tuo nome era Rosa.
Tu eri la mia nonna Rosa... e lo sei ancora, sempre e per sempre, perchè tu vivi dentro di me, nei miei ricordi.
E cosi', oggi, io dedico a TE, solo a TE questo fiore... e solo per TE lo sarà per sempre.
Ti voglio bene, nonna

 
 
 

Andreas

Post n°42 pubblicato il 02 Marzo 2008 da ciacii

Francesca sta guidando, e lui le siede a fianco. Il sole è caldo e il cielo è terso, in quello splendido venerdì pomeriggio di giugno. Stanno tornando a Milano dopo una visita da un cliente.
"Wuerdest Du mit mir leben, Francesca?" le chiede Andreas posando dolcemente la mano sulla sua, che giocherellava sol pulsante del freno a mano.
Francesca trasale. Vorrebbe chiudere gli occhi e con la mente ripercorrere quel brivido di piacere che le è nato dal ventre e, come una leggera scossa, si è propagato dentro lo stomaco.
Un paio di secondi di esitazione nel dare la risposta, che ad Andreas sembrano un'eternità.
Trattiene il fiato, rimane in attesa, sorpreso di aver fatto una domanda inaspettata, anche per lui.
Lei già sa la risposta da tempo. Quell'uomo, sposato, con in Germania, una moglie e ben tre figli, e importante dirigente della casa madre tedesca, da tre mesi è il suo piu' grande desiderio.
Tutto è nato per gioco tra loro, da una forte simpatia, dalla fanciullesca voglia di giocare e dalla mancanza... Lui da solo in Italia, lei da sola a casa con un compagno che non la ama e che non ama piu'.
Di giorno, in ufficio, è una continua ricerca di contatto, ogni momento è buono per stare insieme. Le pause caffè, i pranzi, i consigli di lavoro che lei chiede a lui e gli aiuti col computer che lui chiede a lei.
Trovano ogni scusa per passare del tempo insieme e ridere di gusto, tanto. Come piace a loro.
Lui è alto quasi due metri, bello, voce profonda e molte parole le sussurra nell'orecchio, chinandosi verso di lei.
Sono simili, dotati di fascino irresistibile, ironici, sempre allegri e tanto sensuali, ma in modo esclusivo, volutamente non per tutti.
Vedersi diventa presto un bisogno che li spinge a trattenersi anche oltre l'orario di lavoro. Non riescono a staccarsi l'una dall'altra. Si cercano, si trovano e i loro sguardi si incorciano sempre con malizia. Mai una parola è stata necessaria per esprimere la loro attrazione, il loro desiderio l'uno dell'altra.
La loro è stata come un'attrazione fatale, con la consapevolezza che rimarrà impossibile.
Già, hanno sanno che non si ameranno mai. Nè alla luce del sole e tantomeno nell'ombra.
La posizione di Andreas non glielo permette. E' stato prescelto per fare una brillante carriera e non puo', non deve commettere passi falsi.
Ma si puo' dominare una passione così forte?
Fino a quando?
"Vivresti con me, Francesca?"
Lei si trattiene, ma è certa che il rossore sulle gote, le palpebre che sbattono lentamente, il fremito del corpo, l'odore del piacere, sono giunti ai sensi di Andreas.
Francesca smette di giocherellare col pulsante del freno a mano.
La mano di lui si blocca e una forza mossa dalla passione espressa in quel piccolo e unico contatto fisico, gli fa stringere la mano di Francesca con vigore. La sta trattenendo.
"Ma certo, Andreas!" gli dice, accompagnando la risposta con una fragorosa risata, per nascondere l'imbarazzo.
Andreas si agita sul sedile, si slaccia la cintura di sicurezza e si volta anche col corpo verso di lei. La osserva e le chiede ancora:
"Davvero vorresti stare con me... che io diventassi il tuo uomo, magari tuo marito??".
E' tornato indietro nel tempo, a quando aveva 15 anni. Sembra un ragazzino che chiede al suo primo amore di mettersi insieme.
Francesca ora sta giocando: "Ma certo, Andreas, se tu non fossi sposato, certo...."
Vuole essere sensuale piu' del solito e pronuncia queste parole lentamente a voce bassa.
"Esiste il divorzio, Francesca... il divorzio" risponde Andreas con la stessa sensualità forzata di Francesca.
Giocano, senza dimenticarsi che in ogni scherzo c'è mezza verità.
Arrivano al casello dell'autostrada. Vengono colti impreparati.
Lei cerca il portafogli nella borsa, lo trova, prende i soldi, paga al casellante.
Questo basta basta per rompere la magia di quell'istante appena passato.
Le loro mani ora non si toccano piu'.
I loro discorsi si sono interrotti. Non parlano.
Ma i loro pensieri corrono veloci. Fantasticano. Sognano. Si illudono e si disilludono...
E veloci, sono arrivati davanti alla casa dove alloggia Andreas.
Lui scende, lei scende dalla macchina. Vuole sgranchirsi le gambe, crede.
Andreas gira intorno alla macchina a passi ampi e voloci, per raggiungere in fretta Francesca, per non farla scappare.
Le si avvicina, la coglie alla sprovvista  e le posa dolcemente le mani sulle spalle, gliele massaggia dolcemente.
Francesca si lascia andare tra le mani di quell'uomo.
Si guardano negli occhi senza parlare, non ce n'è bisogno.
Nei loro occhi si leggono le parole dei loro cuori, delle loro anime.
Andreas la tira leggermente piu' vicino a sè, fino a sentire il seno di Francesca
appoggiarsi delicatamente sul suo petto. Hai i capezzoli turgidi. E' eccitata.
Lui è eccitato. Non smettono di guardarsi negli occhi. Muti.
Andreas con movimenti lenti pieni di delicatezza le sposta i capelli dal viso e la osserva, con tenerezza.
Le sue mani salgono lentamente verso la nuca di Francesca, infila le lunghe dita tra i capelli folti, ricci, di lei, che si abandona a lui, chiudendo gli occhi.
I loro respiri si fanno piu' profondi, si stanno lentamente perdendo l'uno nell'altra.
Francesca appoggia le mani sui fianchi di lui, glieli stringe con una leggera forza, lo assaggia con le dita.
Andreas abbassa la testa verso di lei e i loro visi son sempre piu' vicini.
Le loro fronti, i nasi entrano in contatto, gli occhi non smettono di guardarsi in profondità.
I respiri si fondono, le mani di Andreas massaggiano la nuca e i capelli di Francesca con piu' forza e lei  stringe i suoi fianchi con ancor piu' vigore.
Si stanno toccando, osservando, annusando, si stanno ascoltando.
I loro cuori palpitano. Riescono quasi a sentirne il rumore.
La quiete prima della tempesta.
Andreas reclina leggermente il capo e si avvicina ulteriormente a lei.
Le loro bocche si dischiudono e Andreas appoggia delicatamente le sue labbra su quelle di Francesca.
Solo la punta delle loro lingue si tocca. Si fermano. Rimangono immobili.
Le mani non si muovono.
I loro corpi sono un fremito, vibrano. Brividi di piacere corrono lungo la loro schiena e nei loro ventri.
La quiete prima della tempesta.
Un bivio. Tutto o niente.
Li divide solo un attimo.
Un attimo per lasciarsi andare alla passione.
Un attimo per amarsi.
Un attimo per cambiare il futuro.
E' in un attimo che negli occhi di Francesca scende un velo. Li chiude.
Abbassa la testa e posa la fronte sul petto di Andreas.
I respiri di passione si tramutano in respiri di affanno, di sofferenza.
Lei gli cinge la vita amorevolmente con le braccia, lui la stringe a sè e
prende a massaggiarle la schiena, la testa, con rabbia.... il suo petto segue il suo affanno con ampi movimenti.
Il cuore batte forte. Lei si sente sempre piu' debole, priva di forze.
Andreas la stringe cosi' forte che quasi le toglie il respiro, la vorrebbe tutta per sè.
Il suo cuore la sta implorando:
"Non andare via, ti prego... non abbandonarmi"
"Devo" risponde il cuore di lei.
In quel momento le forze abbandonano anche Andreas, la stacca da sè, la osserva un attimo e le posa un dito sotto il mento,dolcemente  le solleva il viso.
Francesca ha gli occhi chiusi. Non vuole guardare negli occhi quell'uomo un'altra volta, ancora una volta e sarebbe perduta.
Si perderebbe in quell'amore sognato, desiderato, bramato, ma già finito.
E perduto per sempre.
Andreas le sposta i capelli dal volto e la osserva.
"Hei, come sei bella, Francesca.... Dio come sei bella...."
"...no, non lo sono affatto...non è giusto! Andreas, io....io....mi sento tanto stupida...." pignucola, in cerca di rassicurazione, senza guardarlo negli occhi, ma fissando un punto inesistente sul suo petto...
"No, non sei stupida... sei forte. Sei stata piu' forte di me... e lo sei stata per tutti e due. Ti amo ancora di piu' per questo..."
"Grazie Andreas... grazie. Ora vado, ci vediamo lunedì..."
Non ci sarà attesa.
"Certo, Francesca.... a lunedì..."
Andreas smette di accarezzarle il volto, col pollice le sfiora le labbra e le sorride con tenerezza.
Francesca abbassa il capo, si stacca completamente da lui, si dirige verso la macchina e apre la portiera. Un attimo di esitazione, vorrebbe tornare da lui. Ma quest'attimo passa in un istante.
Gli fa un cenno con la mano per salutarlo. Lui è lì in piedi immobile con le mani in tasca. Le sorride, rassegnato.
Andreas l'indomani avrebbe preso il primo volo per rientrare in Germania, in anticipo di un mese.
Ma si puo' dominare una passione così forte?
Fino a quando?
 
"Mi hai regalato un attimo, lo porto sempre con me... e per tutta la mia vita questo è l'attimo in cui mi  ami"
 

 
 
 

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...

Ti guardo con il mio desiderio
mentre dormi serena.
Senza svegliarti vorrei

odorare il profumo dei tuoi capelli,
lambire il candore dei tuoi seni,

passare la mia mano

nel tepore tra le tue gambe.

No, non svegliarti, ti prego!

Come potrei altrimenti,

confessarti che mi perdo

nella voglia di te?

Come potrei osare,

con le mie labbra sulle tue,

dirti che ti amo?

(Guidopardo1)

 

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Sulla tua pelle morbida
scivolano le mie parole
e come gocce stillano sul tuo seno.
La mie labbra vogliose
lambiscono il tuo ventre.

Le mie dita come ali

sfiorano le tue fragranti cosce.

Riveli a me ogni tuo mistero
finalmente aperta e indulgente.
Ti osservo intimorito:
tanta disponibilità

potrei ferirla con l’egoismo.
Ed io non voglio.

(Guidopardo1)

 

PICCOLA STELLA SENZA CIELO

Cosa ci fai
in mezzo a tutta
questa gente?
Sei tu che vuoi o
in fin dei conti non
ti frega niente?
Tanti ti cercano
spiazzati da una luce
senza futuro
altri si allungano
vorrebbero tenerti
nel loro buio.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

Tieniti su,
le altre stelle
son disposte
solo che tu a volte
credi che non basti
forse capiterà
che ti si chiuderanno
gli occhi ancora
o soltanto sarà
una parentesi
di una mezz'ora.

Ti brucerai
piccola stella
senza cielo
ti mostrerai,
ci incanteremo mentre
scoppi in volo
ti scioglierai
dietro una scia,
un soffio, un velo
ti staccherai perché
ti tiene su
soltanto un filo, sai?

(Liga)

 
 
 

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