Area personale
Tag
Menu
I miei Blog Amici
Ultimi commenti
Chi può scrivere sul blog
This old heart of mine
Soul man
Hey Joe
Gli spari sopra
|
|
(Hedera helix) FAMIGLIA: Araliaceae NOMI COMUNI: Lelua, eure, brassabosch, ergna, laeddra, enela, aneria, bedra, candelaru. LA DROGA: Le foglie QUANDO SI RACCOGLIE: Le foglie si possono raccogliere durante tutto l'anno ma sono da preferirsi quelle raccolte in giugno - agosto quando sono ben sviluppate; si recidono senza il picciolo. Evitare con cura di mescolare alle foglie i frutti poichè questi ultimi sono velenosi. PROPRIETÀ: Sedative dello stimolo della tosse, espettoranti, antinevralgiche, analgesiche, anticellulitiche. PRINCIPI ATTIVI: Saponosidi (ederina, ederagerina, ederacoside), flavonoidi, acidi clorogenico e caffeico.
L'Edera
Sono state provate benefiche
Si raccomanda di non lasciare preparati di Edera a portata di mano dei bambini e di non usare mai i frutti che sono velenosi.
L'infuso di un pugno di foglie in circa due
|
Per l'articolo di questo mese, visto che molti sono in vacanza e altri stanno per andarci, ho pensato di trattare un argomento "leggero", che fosse anche di piacevole lettura. Ho voluto raccogliere alcune notizie curiose, che ho trovato sparse qua e là in vari libri, o appreso dalla viva voce di persone anziane dei nostri paesini, e che fanno riferimento ad usi poco conosciuti di diverse piante. Alcune possono essere molto utili, altre sono solo curiosità; tutte comunque sono interessanti e possono contribuire ad accrescere la nostra conoscenza del mondo vegetale, che non finisce mai di stupirci. Buona lettura! Chiodi di garofano I Chiodi di garofano, che nulla hanno a che fare con i fiori che chiamiamo garofani, in quanto sono i boccioli fiorali di Eugenia caryophillata, pianta tropicale originaria delle Molucche (mentre i Garofani appartengono al genere Dianthus), hanno alcune utilizzazioni pratiche molto interessanti che possono evitarci diversi inconvenienti. Vediamone alcune. Se noi mettiamo una ciotolina di Chiodi di garofano dentro la credenza dove teniamo la pasta, la farina e altri alimenti simili, essi terranno lontane le farfalline che spesso riescono a deteriorarci tutta la dispensa. Quando si conservano i vasi di vetro, i contenitori di plastica o le borse termiche che non si utilizzano per un po' di tempo, immancabilmente quando li vogliamo riutilizzare siamo costretti a rilavarli perchè, anche se li abbiamo lavati e asciugati benissimo, hanno sempre un cattivo odore di stantio o di muffa; proviamo invece a conservarli con 5 o 6 Chiodi di garofano all'interno (o anche di più se il contenitore è grande): anche dopo molto tempo i contenitori saranno sempre piacevolmente profumati e non svilupperanno più cattivi odori! La stessa cosa possiamo fare con i vecchi armadi che hanno spesso odore di muffa: poniamo al loro interno una ciotolina di Chiodi di garofano e, dopo qualche tempo, gli odori sgradevoli saranno scomparsi. Se conficchiamo sulla superficie di mezzo limone numerosi Chiodi di garofano, fino a coprirlo completamente, lo appoggiamo su un piattino e lo lasciamo in una stanza scoperto, esso terrà lontane le mosche! Naturalmente più la stanza è grande più limoni dovremo preparare, cambiandoli ogni tanto, quando ci sembra che abbiano perso efficacia. A proposito di limoni: se ne mettiamo una fettina ammuffita nei punti dove più spesso notiamo un passaggio di formiche, le terrà lontane! Torniamo ai chiodi di garofano: conficchiamone un buon numero in una mela intera un po' appassita e mettiamola dentro un armadio; essa darà un buon profumo agli indumenti e allontanerà le tarme. Se vogliamo sfruttare la proprietà analgesica, oltre che disinfettante, dei Chiodi di garofano possiamo farne un decotto per fare sciacqui e gargarismi contro il mal di gola; inoltre un Chiodo di garofano sbriciolato, messo in un dente cariato che duole, ci lenisce il dolore in attesa di andare dal dentista. Cardamomo I frutti del Cardamomo, Elettaria cardamomum, originaria dell'India e di Ceylon (l'attuale Sri-lanka), hanno proprietà carminative, riducono cioè i gonfiori addominali; come possiamo sfruttare questa loro proprietà in modo pratico, senza dover preparare un infuso? Ebbene basta metterne alcuni ( 3 o 4, o più a seconda della quantità di cibo che cuociamo) durante la cottura dei cibi che sappiamo essere "gonfianti", come i cavoli, i cavolfiori, i broccoli, i legumi, le verdure cotte in genere, per ridurre drasticamente questo fastidioso inconveniente! Il sapore dei cibi non verrà alterato, anzi acquisterà un leggerissimo e piacevole aroma. Inoltre l'infuso di Cardamomo può essere utilizzato per fare sciacqui per rendere gradevole l'alito. Ippocastano La polvere dei semi di Ippocastano (Aesculus hippocastanum, bell'albero originario della penisola Balcanica ma diffuso in tutta l'Europa centro-meridionale), detti anche castagne d'India, mescolata all'acqua delle innaffiature, elimina i lombrichi dai vasi delle piante. Melanzana La buccia della melanzana, saporito ortaggio della famiglia delle Solanaceae (Solanum melongena), ha proprietà antiepatotossiche e depurative, è colagoga e coleretica (cioè fluidifica e aumenta la secrezione di bile da parte del fegato), e riduce il tasso di colesterolo del sangue. È consigliabile quindi mangiare le melanzane senza sbucciarle, purchè siano provenienti da coltivazioni biologiche! Basilico Il Basilico, Ocimum basilicum, è una pianta della famiglia delle Labiatae (il suo nome deriva dal latino 'basilicum' e questo dal greco 'basilikón'=regio, perciò significa erba regale, forse per il suo magnifico aroma, tanto apprezzato nella cucina mediterranea); è spesso coltivata per le sue foglie odorose usate come condimento e da cui si estrae un olio essenziale, usato sia in profumeria , sia come medicamento anticatarrale. Quello che non tutti sanno però, è che esso tiene lontane le zanzare; quindi se non abbiamo a disposizione dei prodotti specifici, possiamo strofinare sulla pelle qualche foglia di Basilico e le zanzare staranno alla larga! Arancio Dai fiori dell'Arancio amaro, Citrus vulgaris o Citrus amara o Citrus bigaradia, piccolo albero della famiglia delle Rutaceae, si estrae un olio essenziale che viene commercializzato col nome di essenza di Neroli (oleum aurantii florum); mentre dalle sue foglie si estrae un altro olio essenziale detto essenza di "petit-grain". Entrambi sono usati in profumeria. Menta e Lavanda Prima di andare in ferie, specialmente se dovete assentarvi per diversi giorni, potete disporre in ogni stanza delle ciotole colme di foglioline di Menta (Menta piperita) e fiori di Lavanda (Lavandula spica) essiccati: diffonderanno il loro profumo e quando tornerete troverete la vostra casa fragrante e senza quell'odore di chiuso tanto sgradevole. Coriandolo Quando ci sentiamo l'alito un po' pesante possiamo preparare un infuso di Coriandolo (Coriandrum sativum) e utilizzarlo per fare sciacqui e gargarismi: il nostro alito se ne avvantaggerà! Eucalipto Quando siamo raffreddati facciamo bruciare su una piastra qulche foglia di Eucalipto (Eucalyptus globulus): in questo modo si diffonderà la sua essenza profumata nell'ambiente migliorando il vostro raffreddore.http://www.lerboristeria.com/ |
http://www.amiprogettobenessere.com/Starbene/riflessologia.htm |
LA KUNDALINI
Capitoli
La
Simbolicamente,
-
La
19.1.
Nel
a)
c)
d)
Tutte
19.2
Le
-
Tutti
Abbiamo
-
19.3.
Elenchiamo
-
-
-
-
-
-
-
-
Kundalini
http://www.pangoseditore.com/Kundalini.html |
http://www.cento-fiori.it/pag.schede/A/aglio.html |
Post n°116 pubblicato il 11 Settembre 2007 da jinny1978
I MONDI DI GIACOMO,
CON GLI OCCHI DI GIACOMO- L’alcova
Con gli occhi di Giacomo Ritrovamenti e scoperte - l’alcova della notte La
Orari visite Estate tutti i giorni dalle 9 alle 18 Inverno dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 17 Info: www.giacomoleopardi.it http://www.arcobaleno.net/cultura/Leopardi.htm |
Post n°115 pubblicato il 11 Settembre 2007 da jinny1978
Bari, test di ammissione truccati, pagati 38.000 tra corso e aiuto agli esami
11/09/2007 |
«Grillo ha portato in piazza 300 mila persone, se non era una
|
|
Fiabe
(Fiaba e racconto e leggenda
http://www.lefiabe.com/cinesi/yin_yang.htm |
Criptozoologia L'UNICORNO L’unicorno
non è mai esistito, questo è certo, visto che nessuno zoologo o paleontologo ne ha scoperto ancora i resti. Ma chi si interessa di letteratura, in particolare quella nordica, può certamente dire di averlo incontrato più di una volta. La sua storia va dall’antichità
classica al medioevo, fino al tardo Rinascimento, ma persino durante il secolo XIX se n’è parlato, pur restando nel campo delle apparizioni tra mito e realtà. Addirittura sappiamo che aveva un valore inestimabile, tanto che Giacomo I d’Inghilterra fu messo sotto accusa per averne comprato il corno al “modico prezzo”, si fa per dire, di 10.000 sterline. Ma quali sono esattamente le caratteristiche fisiche di questo favoloso animale, considerato spesso simbolo di purezza?
Ctesia, medico greco del IV secolo
a.C. presso la corte di Persia, lo descrive come un piccolo puledro dal bianco mantello e un unico corno nero a torciglione, che spunta tra gli occhi ed il naso: in questo punto è raccolta tutta la forza dell’animale. Cosma Indicopleuste, viaggiatore del
VI secolo, nella sua “Topographia Christiana” aggiunge altre caratteristiche, descrivendo che tale animale, pur di non venire catturato, si getterebbe da un precipizio se inseguito. Nel Rinascimento chi lo ha visto è
quasi sempre uomo di chiesa e le testimonianze sono così sporadiche e fantastiche da sembrare ai nostri occhi assai ridicole, come lo era il motivo per cui veniva così richiesto: “per guarire brutte malattie o come portafortuna”. Dal punto di vista gastronomico non era molto apprezzato, perché la sua carne era piuttosto amara da mangiarsi. Solo nel XII secolo, una certa
badessa Ildegarda di Bingen, vera esperta in campo, non trascura nessuna parte dell’animale: dalla pelle se ne ricava una cintura contro la peste e calzature che assicurano gambe solide, dal fegato essiccato un unguento che cura la lebbra e le sue carne si diceva possedessero un potere miracoloso e soprannaturale sull’uomo. Si narrava che l’unicorno fosse un animale selvaggio ed introvabile: l’unica arma per prenderlo pare fosse l’odore di una vergine che facesse da esca. Frate Giovanni di San Gimignano sosteneva che la vergine dovesse essere posta nuda e legata ad un albero. Sulla stesso argomento ritornò anche Ildegarda, che sosteneva però l’uso di più vergini, affinché l’animale rimanesse fulminato. Ma la vera fortuna commerciale
dell’unicorno era proprio il corno, che neutralizzava i veleni più potenti… allora peraltro molto in voga! Perino alcuni scienziati hanno
creduto più volte di averne trovato i resti, come Otto von Guericke che, nel 1663, scoprì in bassa Sassonia i resti ossei di una creatura con in testa un solo corno. La notizia venne poi clamorosamente smentita da Tommaso Bartolinus di Copenhagen, che rivelò l’esistenza del narvalo, animale simile alla balena con una zanna sola come quella dell’unicorno, che certamente poteva aver tratto in inganno più persone. Ma la leggenda continua.
Originariamente pubblicato sul numero 2 de LA ZONA MORTA, aprile 1990
Corretto e ampliato per il sito LA ZONA MORTA, febbraio 2007
26/2/07, Davide Longoni |
WORMHOLES, LE SCORCIATOIE DELL'UNIVERSO Fino
a qualche tempo fa era una prerogativa solo dei film di fantascienza: stiamo parlando della distorsione spazio-temporale, che permetterebbe di raggiungere velocemente luoghi dell’universo lontano miliardi di anni luce tra loro. Oggi, la teoria della scorciatoia in mezzo al cosmo, sembra avere una valenza scientifica. Secondo gli studi dello scienziato
francese Thibault Damour e di quello tedesco Sergey Solodukhin, alcuni buchi neri, in realtà non sarebbero tali, ma si tratterebbe di wormholes, cioè cunicoli attraverso lo spazio e il tempo. I buchi neri sono oggetti che
possiedono una forza di gravità talmente intensa che niente, nemmeno la luce, può sfuggire al di là di un confine che si chiama in gergo “orizzonte degli eventi”. Gli wormholes dal canto loro, sono in sostanza un fenomeno fisico già conosciuto con il nome di Ponte di Einstein-Rosen, dove condizioni particolari della materia deformano lo spazio-tempo e creano una sorta di cunicolo che collega due punti dell’universo distanti tra loro, come se il cosmo stesso si deformasse piegandosi come un foglio di carta. Quindi qualsiasi oggetto entrasse in questa scorciatoia potrebbe spostarsi tra due luoghi ben distinti nello spazio in un tempo molto inferiore a quello che la luce impiegherebbe attraverso lo spazio normale. Secondo alcune ipotesi (già, perché
siamo nel campo delle ipotesi per ora), i wormholes verrebbero prodotti da materia esotica (particelle subatomiche, per dirla breve), mentre altre teorie postulano che anche la materia normale potrebbe portare alla loro formazione. Damour e Solodukhin sostengono che
sia molto facile scambiare tra loro wormholes e buchi neri: la materia vicino ad un cunicolo spazio-temporale infatti, si comporta come quella che si trova in prossimità di un buco nero ed entrambi distorcono lo spazio intorno. Un metodo per distinguere i due
fenomeni consiste nello studio di particolari particelle che solo i buchi neri producono, la cosiddetta radiazione di Hawking, che però è talmente debole da essere difficile da evidenziare. Al momento quindi, prima di poter
viaggiare a zonzo nelle zone più remote del cosmo a velocità inimmaginabili, o addirittura in universi paralleli, bisognerà attendere il momento di identificare con sicurezza un wormhole: il rischio altrimenti sarebbe quello di finire disintegrati da un buco nero. |
|
IL MATRIMONIO IN GIAPPONE
Il sorprendente impatto con una terra esotica e affascinante,
http://www.sposimarche.it/sito/ancona/curiosita.asp#MATRIMONIO%20POLINESIANO |
|
Inviato da: chiaracarboni90
il 22/09/2011 alle 12:25
Inviato da: Giles2004
il 31/12/2007 alle 14:29
Inviato da: Giles2004
il 25/12/2007 alle 11:35
Inviato da: Giles2004
il 24/12/2007 alle 08:36
Inviato da: maredolce72
il 18/11/2007 alle 09:59