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Una notte

Post n°91 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da formybz
 





Un rettangolo che sembra un vecchio modello di videoregistratore,
di quelli con la cassetta che era un mattoncino.
Un display celeste diviso in due parti: una, la maggiore, con delle collinette che si disegnano incessantemente e lungo tutto il percorso,
per ricominciare sempre da capo, da sinistra verso destra.
L'altro spazio, più piccolo, contiene due numeri, uno in alto, uno in basso.
Normalmente  quello in alto è più grande, quello sotto è minore.
Mi hanno ossessionata nella notte, fino a far caso che quando quello
di sotto supera il 100, lui sta per agitarsi, muoversi, strapparsi la mascherina.
Sono arrivata a convincermi che se quando il numero comincia a salire,
gli alzo un pochino la mano che gli stringo si calmerà.
Forse è solo una convinzione dovuta alla necessità di trovare un rimedio.
 
Dormire su una sedia è un'impresa.
Improvvisamente ti accorgi che il collo è solo un sottile sostegno
che soffre se deve reggere una testa assonnata
e la schiena non tollera appoggi duri e spigoli, posizioni curve prolungate, che la posizione orizzontale può essere un bisogno.
Alla fine, anche lo stare in piedi per ore a tenere una mano non è peggio.
 
Aspettavo l'alba come l'inizio della fine della solitudine e dei timori
che il buio della notte amplifica.
Arriva prima il temporale, alle 3.
Lampi che rischiarano il profilo di un monte che non conosco, la sagoma  di colline senza nome, il cemento di un parcheggio vuoto e illuminato più per la sicurezza delle auto che per la comodità dei pedoni.
Arriva la pioggia con ticchettii che non hanno suoni familiari e anima di vita propria le pozzanghere nere del parcheggio.
 
Aspetto l'alba sperando di vedere un cielo blu e persone che si occupino
di lui, perso nel letto.
L'orizzonte è di un grigio sporco, amalgamato al giallo delle luci
di strade e parcheggi.
Diventa più scuro e poi d'un altro tono di grigio e anche il raggio di sole,
che infine spunta, non crea nessun effetto particolarmente gradevole.
Semplicemente esce, bello perchè sole, anche sulle pozzanghere tra le poche  auto in sosta, ma il cielo non diventa blu.
 
Le notti non sono fatte per guardare display, che siano quelli di un indicatore di valori medici o quelli fermi per eterni sessanta secondi
e poi sessanta secondi e poi sempre così, di un cellulare che non fa scorrere via notte e paure.
E nemmeno sono fatte per guardare cieli che non diventano blu.
 
 
 
 
 
 
Notte senza dormire- in un ospedale-per un figlio

 
 
 
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Un blog di: formybz
Data di creazione: 05/07/2008
 

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