Frammenti di...

Abbiamo perso tutti.
La caduta del governo Prodi è una sconfitta non limitata all'esecutivo, ai 102 fra ministri, vice ministri e sottosegretari, ma estesa a tutti coloro che, come me, avevano sperato in un governo migliore di quello precedente.
Ci eravamo illusi, prima del voto, e disillusi subito dopo, con quell'infinita lista di ministri che ci ha fatto subito capire di quale pasta fosse fatto il governo.

Ma ha perso anche l'opposizione che ha festeggiato a Palazzo Madama e per le strade, dentro stappando bottiglie di spumante, ingurgitando mortadella, ringraziando impropriamente il cielo, stelle e santi compresi; piccoli cortei dei fascisti di fiamma tricolore e della destra hanno scorrazzato per le strade, ed è spuntata pure qualche bandiera di Forza Italia, riesumata dopo il fallimento della creazione del fantomatico partito delle libertà.

Ha perso Prodi, che è andato avanti come un panzer, miope politicamente e malato di un'onnipotenza sorda, che lo ha portato a decretare inequivocabilmente la propria fine politica.
Ha perso il Partito Democratico, nato, negli intenti dei fondatori e dello stesso Prodi, per rafforzare il governo, ma finito per dargli il clpo di grazia, con l'uscita dal gruppo parlamentare dell'Ulivo dei diniani (Dini +2), oltre a Bordon e Manzione.
Ha perso la sinistra della coalizione, quella meglio nota con l'improprio ed odioso l'appellativo "radicale", quellla autoproclamatasi Sinistra Arcobaleno, nata moribonda e tuttora in agonia in assenza di un progetto serio e condiviso dai quattro partiti che la vorrebbero creare.

Ma, soprattutto, hanno perso gli italiani, che si ritrovano con le pezze al culo lacerate e senza nessuno in grado di rammendarle (sinistra attualmente inesistente, destra i cui leader si prendevano a paraculate fino a due giorni fa ora tentano di ricomporre i pezzi per fregare ancora gli italiani, centro in via di creazione?).

L'unica cosa certa?
Game Over Prodi.