Frammenti di...

Mentre i nostri geni al governo vorrebbero riportare indietro il Paese tornando al nucleare, e non sfruttando le energie rinnovabili e quelle naturali come sole ed idrogeno che avrebbero costi ben minori del nucleare (ma per loro ricavi inferiori), oltralpe si è consumato un preoccupante e grave incidente nucleare.

Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone.

Sebbene  l'agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) abbia parlato di «rischio debole per la popolazione», seguiti a ruota dalle autorità locali, queste ultime hanno preso misure cautelative che fanno trasparire la gravità dell'accaduito. 
Nei comuni di Bollèn e, Lapalud e Lamotte- du-Rhône sono stati vietati la presa d'acqua dai pozzi e l'impiego dell'acqua dei fiumi per irrigare i campi. Vietati anche la pesca, il consumo di pesce e i bagni nelle acque inquinate.

L'incidente è avvenuto durante un'operazione di pulizia di una cisterna nello stabilimento Socatri, azienda del gruppo Areva, in attività dal 1975. «È la prima volta che si verifica un incidente del genere — ha detto Gilles Salgas, responsabile della comunicazione della società Socatri —. Su una scala di incidenti nucleari che va da 0 a 7 dovrebbe essere classificato a livello 1».

Peccato che con il nucleare basti una volta, un incidente unico e migliaia di vite sono distrutte, come nel caso di Černobyl'...

Le dichiarazioni rassicuranti delle autorità non sono servite a evitare lo scoppio di polemiche. «È impossibile che una diffusione di uranio di tale entità non abbia conseguenze importanti sull'ambiente e forse anche sulla salute della popolazione» dicono dall'organizzazione ecologista «Sortir du Nucleaire». In questi mesi in Francia il nucleare è un tema caldo dopo l'annuncio del presidente Nicolas Sarkozy di voler aumentare il numero di centrali sul territorio nazionali (attualmente sono 53).