Creato da k.way il 13/11/2009

VAGHEIDEE

quell'andatura incerta che chiamano esperienza

 

Un posto dove ... {Epitaffio}

Post n°216 pubblicato il 03 Marzo 2012 da k.way
 

-

E' esistito un posto dove ...

Tratto da

 "Spegni i miei occhi: io ti vedrò lo stesso,
sigilla le mie orecchie: io potrò udirti,
e senza piedi camminare verso di te
e senza bocca tornare ad invocarti.
Spezza le mie braccia e io ti stringerò
con il mio cuore che si è fatto mano"
-
-
"Io mi unisco al silenzio
io mi sono unita al silenzio
e mi lascio fare
e mi lascio bere
e mi lascio dire"
  Tratto da -

"Cammino alle tue spalle. E non chiedo dove
il tuo cuore mi conduce. Ti seguo e come i fiori
sento l’orlo radente della tua veste …”

 

“Dopo stasera
come potrò più tornare a
quell’altra vita?”

  

  

    -

Tratto da “Invano cercheresti di evitare la mia voce
E di superare i muri dei miei elogi
Siamo cuciti dalla stessa stella
Che mi importa dei segni della notte
E della radice e dell’eco funebre che hanno nel mio petto
Ho questa tua voce per ogni difesa
Cosa sarebbe la vita se tu non fossi nata?
Una cometa senza mantello che muore di freddo
La mia felicità è guardarti solitaria sul divano del mondo

E questo bacio che gonfia la prua delle tue labbra
E questo sorriso  come un vessillo davanti alla tua vita
E questo segreto che conduce le maree del tuo petto
Addormentato all’ombra dei tuoi seni”

- Tratto da
“Anima mia
chiudi gli occhi
piano piano
e come s’affonda nell’acqua
immergiti nel sonno
nuda e vestita di bianco
il più bello dei sogni
ti accoglierà”

 

   
Tratto da -“Io so come correvi
e d’improvviso, ansimante,
attendesti rivolgendomi lo sguardo.
Sedevo accanto a te mentre dormivi;
la tua mano sinistra
giaceva come una rosa.”

 

 

 

-
Tratto da “Così felici ed emozionati. Come se
fossimo stati messi lì
proprio in quel momento.”

 

 

 

 


-
Tratto da -
-"Amo in te le cose lontane
amo in te l’impossibile
entro nei tuoi occhi come in un bosco
pieno di sole
e sudato affamato infuriato
ho la passione del cacciatore
per mordere nella tua carne”

 

 -Tratto da

“Nella sete ricevono bevanda e nel buio,
guarda, i loro occhi si rischiarano di luce.
Lascia che sprofondino uno nell’altra
per resistersi a vicenda.”

 

 

 

 

 

- 

-Tratto da
-“Per un po’ mi son lasciato immaginare che ero morto
e mi stava bene anche quello, almeno per un paio
di minuti, finchè non me ne sono ben reso conto: Morto.
Mentre me ne stavo lì sdraiato a occhi chiusi,
dopo essermi immaginato  come sarebbe stato
se non avessi davvero potuto più rialzarmi, ho pensato a te.
Ho aperto gli occhi e mi sono alzato subito
e son ritornato a esser contento.
E’ che te ne sono grato, capisci. E te lo volevo dire.”

-

 

-Tratto da

“Chi dirà ciò che ci accadde?
Tutto ricuperammo per cui sempre
il tempo era mancato. Io stranamente maturai
ogni slancio di mai vissuta gioventù,
e tu vivesti, Amata, sul mio cuore
non so quale impetuosa fanciullezza.”

 

 

 

-Tratto da
“In sogno o a primavera
ti ho incontrata,
e ora attraversiamo insieme il giorno d’autunno,
tu stringi la mia mano e piangi.”


-
“E quello
 che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.”
 Tratto da -
“Fammi un favore stamattina. Chiudi le tende e torna a letto.
Lascia perdere il caffè. Faremo finta
di essere in un paese straniero, innamorati.”

-
“Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia

è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni

ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità”

-

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-

-

E' esistito davvero quel posto?
O l'ho solo sognato?

(quel che è stato lo è
per sempre)

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* Scatti tratti da “La stanza
di Lorenzo Mattotti – Ed. Logos

Lorenzo Mattotti -

 

 

 

 

 

 

 

 

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L'amore ai tempi della blogosfera

Post n°215 pubblicato il 27 Febbraio 2012 da k.way
 

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E' un mito antico, quello di Filemone e Bauci, contenuto nelle Metamorfosi di Ovidio, la cui morale principe non fa tanto riferimento al sentimento amoroso in senso stretto, quanto ad una profonda, seppur rara, umanità. Eppure, credo che ciò che  ha reso "popolare" questa storia, è l'esemplare vicenda che lega i due sfortunati protagonisti, ovverosia l'esaltazione di un legame coniugale così solido e simbiotico da commuovere anche gli dei. Qui, solo uno stralcio della leggenda, che rende comunque il succo della narrazione.

... c'è sui colli di Frigia una quercia. Vicina ad un tiglio cinta da un piccolo muro.
...
Non lontano di lì c'è uno stagno, una volta terra abitabile, ora acque frequentate da anatre tuffatrici (smergi) e da folaghe palustri; Giove vi giunse con sembianze umane e insieme col genitore venne il nipote di Atlante, privo d'ali (ai piedi) e portatore del caduceo (la sua bacchetta magica).
[Zeus assume sembianze umane. Hermes (Mercurio) figlio di Zeus (Giove), messaggero degli dèi. Il suo caduceo, era bastone con due serpenti attorcigliati in senso inverso, intorno ad una verga ornata d'ali. Il caduceo con due serpenti indica anche il potere di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi diversi, come l'acqua, il fuoco, la terra e l'aria.]
...
Si presentarono a mille case e cercando un posto per riposarsi, mille spranghe sbarrarono le porte. Una sola infine li accolse, piccola davvero, coperta di paglia e di canne palustri, ma lì, uniti sin dalla loro giovinezza, vivevano Bauci, una pia vecchietta, e Filemone, della stessa età, che in quella capanna erano invecchiati, alleviando la povertà con l'animo sereno di chi non si vergogna di sopportarla.
...
Quando dunque gli abitanti del cielo arrivarono alla piccola casa e varcarono col capo chino la bassa porta, il vecchio, accostata una panca, li invitò a ristorare le membra. Su questa la premurosa Bauci stese un rozzo telo e smosse la cenere tiepida nel focolare e riattizzò il fuoco del giorno precedente, l'alimentò con foglie e cortecce secche e lo spinse a levare fiamme con quel poco fiato che aveva e tirò giù dal solaio legna spaccata e secche ramaglie, le spezzettò e le pose sotto il piccolo paiolo di rame.
...
Dopo non molto, giungono dal focolare le vivande calde, si mesce un'altra volta il vino (certo non d'annata), poi, messo il tutto un poco in disparte, si fa posto alla frutta. Ed ecco noci, fichi secchi della Caria misti a datteri grinzosi, prugne, in ampi canestri mele odorose e uva spiccata da tralci vermigli. In mezzo era posto un candido favo.
Ma soprattutto s'aggiunsero le facce buone e una disposizione d'animo pronta e cordiale.
...

Vi era un'unica oca, custode del piccolo fondo: che i padroni si apprestavano a sacrificare in onore degli ospiti divini. [L'oca è l'emblema della fedeltà coniugale. Di lei si dice che dopo la morte dello "sposo" non si unisce più ad alcun altro. Questo volatile chiama inoltre i suoi compagni quando trova cibo; è l'immagine della pace e della concordia nella buona sorte; non vuole tenere la felicità tutta per sé ma è pronta a dividerla con altri.]
Ma quella, starnazzando, stanca i due vecchietti lenti per l'età, beffandoli di continuo, finché fu vista rifugiarsi proprio accanto agli dei, che proibiscono di ucciderla, dicendo: "Numi del cielo noi siamo e gli empi vicini avranno le punizioni che si meritano; a voi sarà dato di restare immuni da questo male; lasciate la vostra casa e seguite soltanto i nostri passi e venite in cima al monte!".
...
Distavano dalla vetta quanto un tiro di freccia: si volsero a guardare e vedono che tutte le altre case sono state sommerse dalla palude, tranne la loro dimora. Mentre guardano sbalorditi, piangendo la sorte dei loro vicini, quella vecchia capanna, piccola anche per i suoi padroni, si trasforma in un tempio: ai puntelli subentrano le colonne, vedono la paglia del tetto assumere riflessi d'oro, le porte si ornano di fregi e il suolo si riveste di marmo. Allora il figlio di Saturno dalla placida bocca mandò fuori queste parole: "Dite, o buon vecchio e tu, donna degna di un giusto marito che cosa desiderate?".
Dopo aver scambiato poche parole con Bauci, Filemone espone agli dèi la scelta comune: "Chiediamo di essere sacerdoti e custodire il vostro tempio, e poiché in dolce armonia abbiamo trascorso i nostri anni, vorremmo andarcene nello stesso istante, ch'io mai non veda la tomba di mia moglie e mai lei debba seppellirmi". Il desiderio fu esaudito: finché ebbero vita, custodirono il tempio.

Consunti dagli anni e dall'età, mentre stavano davanti alla sacra gradinata, narrando la storia del luogo, Bauci vide Filemone coprirsi di fronde, e il vecchio Filemone vide Bauci fare la stessa cosa. [La quercia e il tiglio acquistano il loro significato: il tiglio, pianta molto longeva, rappresenta la fecondità e quindi l'amore. La quercia invece è l'effige dell'immortalità e della durevolezza a causa della consistenza del suo legno.] E mentre sui due volti cresceva la cima, si rivolgevano scambievoli parole, finché fu loro possibile: "Addio amore mio" dissero insieme e insieme la corteccia come un velo coprì i loro volti facendoli scomparire. Ancor oggi gli abitanti della Frigia mostrano l'uno accanto all'altro quei tronchi nati dai loro corpi.

-

Con un triplo salto carpiato, mi fischia nella testa un'altra scena - tutt'altro contesto, tutt'altro periodo, altro di tutto - in cui è magistralmente rappresentato un sentimento di coppia che va oltre il sentimento stesso ... si tratta di un racconto scritto da Raymond Carver (autore che mi conquistò sin dalla prima lettura), compreso nella raccolta dall'omonimo titolo "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" (anche se, nel caso, è consigliabile leggere "Principianti", raccolta non 'sporcata' dall'editor). Anche qui, riporto solo il fulcro del racconto,  ossia i dialoghi che rendono  il valore ed il senso della riflessione.

...
Aveva la parola il mio amico Mel Mcginnis. Lui è un cardiologo e qualche volta questo gliene dà il diritto.
...
Mel disse: «Vi volevo raccontare una cosa. Cioè, volevo dimostrarvi quello che penso. Vedete, è una cosa successa qualche mese fa, ma va avanti ancora adesso, e ci dovrebbe far vergognare quando parliamo come se sapessimo di cosa parliamo quando parliamo d'amore».
...
Mel intanto faceva fare alla bottiglia il giro del tavolo.
«Quella sera ero di guardia io», riprese Mel. «Era maggio, o forse giugno. Terri e io ci eravamo appena seduti a tavola, la sera, quando mi hanno chiamato dall'ospedale. Era successa questa cosa sull'interstatale. Un ragazzotto ubriaco con il furgoncino del padre aveva sfondato la roulotte dove c'erano questi due vecchietti. Erano sui settantacinque. Il ragazzo - diciotto, diciannove anni - è arrivato in ospedale bell'e morto. Il volante gli aveva sfondato lo sterno. I vecchietti, invece, erano vivi, capite? A malapena, voglio dire. Però avevano di tutto: fratture multiple, ferite interne, emorragie, contusioni, lacerazioni, insomma il quadro completo, e per di più avevano entrambi una bella commozione cerebrale. Erano ridotti proprio male, credetemi. E poi l'età era già un due a zero contro. A occhio e croce, direi che lei era ridotta peggio di lui. Oltretutto, aveva anche la milza spappolata. Tutt'e due le rotule fratturate. Però s'erano allacciati le cinture di sicurezza e, Dio solo sa come, la cosa li aveva salvati, almeno per il momento».
...
«Allacciatevele, le cinture di sicurezza. A parte gli scherzi, insomma quei vecchietti erano ridotti proprio a pezzi. Per quando sono arrivati in ospedale il ragazzotto era andato, come ho detto.
L'hanno messo in un angolo sopra una barella. Io ho dato un'occhiata alla coppia di anziani e ho detto all'infermiera del pronto soccorso di chiamare subito un ortopedico, un neurologo e un paio di chirurghi».
Prese un sorso dal proprio bicchiere. «Cercherò di farla breve», disse. «Insomma, li portiamo tutti e due su in sala operatoria e ci lavoriamo sopra come matti tutta la notte. Avevano una riserva incredibile, quei due. Ogni tanto capita. Insomma, abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare e verso il mattino gli davamo un cinquanta per cento di probabilità di cavarsela, magari alla donna un po' di meno. Comunque, eccoli lì, al mattino, ancora vivi. Così, va bene, li trasferiamo nell'unità di terapia intensiva, e lì tutti e due si sono messi sotto a guarire per due settimane, riuscendo a riguadagnare un punto dietro l'altro su tutti gli indici. Perciò alla fine li trasferiamo in una stanza tutta loro».
...
«Passavo a trovarli tutti i giorni, qualche volta anche due volte al giorno se ero da quelle parti per qualche altra visita. Bendati e ingessati da capo a piedi, tutti e due. Potete immaginarveli, l'avrete vista al cinema la scena, no? Be', erano esattamente così, come in un film. Due buchetti per gli occhi, per le narici e uno per la bocca. E lei oltretutto aveva anche tutte e due le gambe in trazione. Be', il marito è rimasto depresso per un sacco di tempo.
Anche quando lo informammo che la moglie se la sarebbe cavata, continuò a rimanere depresso. Mica per l'incidente. Cioè, l'incidente era una cosa, ma non era tutto. Mi avvicinavo al buco che aveva per la bocca, sapete, e lui mi diceva no, non era solo per via dell'incidente, ma perché non riusciva a vederla attraverso i buchetti per gli occhi. Ha detto che era quello che lo faceva sentire così giù. Ma ci pensate? Ve lo giuro, quello si stava facendo venire il crepacuore solo perché non poteva girare quell'accidenti di testa e vedere quell'accidenti di moglie».
Mel fece il giro del tavolo con gli occhi e poi scosse la testa per quello che stava per dire.
«Voglio dire, quel vecchio coglione stava morendo solo perché non riusciva a vedere quella cazzo di moglie!»
Guardammo tutti Mel. «Capite quello che voglio dire?», chiese.
...
Sentivo il cuore che mi batteva. Sentivo il battito del cuore di ognuno. Sentivo il rumore umano che facevamo tutti, lì seduti, senza muoverci, nemmeno quando la stanza diventò tutta buia.

***   ***   ***

Questa è letteratura. Piacevole o meno, di valore o no [de gustibus...], ma indubbiamente rappresentativa di un sentimento espresso alla massima potenza, tanto, appunto, da far quasi pensare che sia, e possa essere, solo fantasia da scrittori e aedi. Sono invece convinto, so per certo, che non c'è bisogno di attingere e di scomodare romanzieri, scrittori e artisti in genere per trovare, nella vita di ciascuno di noi, esempi concreti di unioni esemplari, anche più forti di qualsiasi rappresentazione epica o romanzata. Ritrovo un legame e un affiatamento inossidabile e commovente in persone a me care, e son convinto che ciascuno conosce o ricorda coppie il cui amore non è, o non è stato, inferiore a quelli descritti nei versi qui sopra riportati.

O non è stato. Passato, appunto. Perché, non per fare del facile moralismo o della demagogia - terreno scivoloso questo, molto, lo so - ma ho seri dubbi che ancora si possano trovare esempi di tal levatura, coerenza e fedeltà (intesa nel senso più ampio del termine), duraturi nel tempo oltre ogni resistenza, ostacolo, egoismo e tentazione. Mi viene in mente proprio ora la definizione di "amore liquido" coniato da Bauman - che sull'aggettivo 'liquido' ci ha fatto una fortuna - ma qui la discussione si dilungherebbe troppo. Insomma, forse con una certa vena di pessimismo, ho la netta impressione che, certe storie, siamo e saremo sempre più costretti, volendole raccontare o sentire, a tenerci bene in mente dove le abbiamo lette. Ovvero scavare nella memoria di vite passate. Spero di sbagliarmi, ovviamente, ma ...

Lo so, è un argomento forse banale e leggero, forse, considerazioni di poco conto, ma ho letto di Filemone e Bauci e mi è venuto di metterli qua. Così, tanto per ricominciare a scrivere qualcosa. Forse.

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CircoStanze

Post n°214 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da k.way
 

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Circostanze

_____ circo

               Privato
               Piccolo
               
Improvvisato
              
Quotidiano
              
Che ciascuno tira su ogni mattina
              
Per rimediare come può
              
Qualche applauso o molti fischi
              
Biglietti omaggio
               Entrata libera
               Homo ridens in gabbia
               
Spettacolo unico
              
Nato il ...... Scomparso il ......

____ stanze

               Pubbliche
               Pareti spesse forti fragilissime
               Muri maestri pessimi docenti
               Plafoni sempre troppo bassi
               Per appenderci sogni

              
Troppo linde o troppo luride
              
Spogliate
              
Della funzione di ospitare
               Dar calore ragione giustizia

               Salvare
               Chiuse al pensiero
               Aperte all'inferno

              
Allora lì a recludere
               Figuranti e comparse
               O i
l bravo attore
              
Che si vanta della sua arte immensa
              
Di non saper recitare

CircoStanze

               Che piovono
              
A macchiare abiti
              
Sempre fuori moda
              
Fuori tempo
              
Fuori noi
              
A dare spettacolo
              
A favore di spettAttori applaudenti
              
Ognuno col suo tendone
              
In dotazione permanente
              
Fornito all'entrata di questo piccolo
              
Teatro immaginario
              
Dal nome breve
              
Come il tempo
              
Di una sola battuta

Che non puoi ripetere.

 

Venghino siòri, venghino!

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The end

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{LC}

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... a musica finita

Post n°213 pubblicato il 31 Gennaio 2012 da k.way
 

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Ballava anche a musica finita

lui arrivò nella piazza
con un pullman carico
di musicanti, e disse:eccomi

lei arrivò nella piazza
con due libri e
una matita, e disse:
dove sono gli altri?

lui tirò fuori tutti
gli strumenti, li accordò
uno per uno e poi,
nel tempo che teneva l’eco
della tromba suonava la chitarra
poi la guardò, e vide che ballava
anche a musica finita

lei iniziò a scrivere prima di come
era stato bello essere montagna, cosi
vicino al cielo
poi di come era importante aver capito
del mare i respiri che conserva, degli altri
poi lo guardò, e vide che s’era fatto lago
anche se incerto, nei confini
ora piccoli, ora grandi.

lui cantò una nota, lei tracciò un cerchio
quando i confini furono esatti
seppero tutto quello che c’era da sapere.

[Lino Di Gianni]
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Sebastien Muller - Compères I

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E noi, qui, per un sorso di vita.

O magari un sorriso,
sotto due laghi,
in cui vorremmo
annegare.

Due laghi,
custodi
di un cuore
che non volle
mollare.
-

Victor Bezrukov - Your curl

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Chi stranu e cumplicatu sintimentu * [Che strano e complicato sentimento]
gnonnu ti l'aia diri li mo peni *  [un giorno dovrò dirti delle mie pene]
cu sapi si si in gradu di capiri *  [chissà se sei in grado di capire]
no sacciu comu mai ti uogghiu beni * [non so come mai ti voglio bene]
Messmuka issmi khalifa * [Come ti chiami mi chiamo Khalifa]
adrussu 'allurata al 'arabiata * [studio la lingua araba]
likulli schain uactin ua azan * [per ogni cosa c'è un tempo e una chiamata]
Likulli helm muthabir amal * [tutto è sogno tranne l'attesa annunziata]

Franco Battiato - Veni l'Autunnu

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Due laghi

Post n°212 pubblicato il 21 Gennaio 2012 da k.way
 

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Vi sono fiumi carsici che scorrono muti nelle anime di talune persone.
La loro acqua è pura. Ma non sempre vi si può attingere.
E' raro scorgerli. Nessun fragore nessun precipizio nel loro fluire.
Nel buio dei giorni e nella distrazione del mondo,
fanno ciò che sanno, che devono -
Uniscono.
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Questo fa un fiume, unisce, origine con origine.
Ricongiunge ciò che in realtà è uno. Un fiume traghetta se stesso
verso la sua dipartita, sapendo che solo così potrà rinascere in eterno.
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Perchè non c'è un inizio, non una fine, l'acqua mutandosi è sempre acqua,
e l'oceano sta sulla vetta del mondo, e la sorgente di montagna è immersa negli abissi,
così il Tempo si diverte ad invertire i nomi,  la Natura gioca a nascondere il quadro.
-Nikolay Sobolev - About silente

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E la mano concava, che di quel limpido fiume cattura
un sorso liquido di cielo per abbeverarsene,
non sa di dissetare sua madre, e la fanciulla che fu.
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Come la memoria, i fiumi ricevono e trasportano quel che nelle loro acque cade,
sia bellezza, siano detriti, sia - spesso - il Nulla, sino a disperderne le forme nel tempo.
Ma conservano gelosi, nel fondo, le impronte di chi in loro si è immerso,
con passi leggeri di danza, a formare mappe per destini girovaghi.
-
Vi sono piccoli fiumi carsici celati sotto la pelle dei giorni,
vi sono incontricalamita che rivelano impronte,
 vi sono origini alla ricerca di sè stesse.
Memorie che scorrono in profondità.
Correnti agitate ed incessanti
che non inseguono altro che la quiete.
La quiete.
La quiete.
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E l'acqua che muta, senza mutare mai.
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Ed i giorni muti, che quel che dovevano dire ...
-
E noi, qui, per un sorso di vita.
-
O magari un sorriso,
sotto due laghi,
in cui vorremmo
annegare.
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{LC}

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Ramona G - In the autumn forest

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Odio

Post n°211 pubblicato il 15 Gennaio 2012 da k.way
 

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"Sembra a volte che il destino di una persona sia legato fatalmente al suo stesso nome."
Dalla nota al testo de "Questo è il bosco" e altre poesie, di Eunice Odio.
Un "libretto" di poco più di trenta pagine. Pochi grammi, che incendiano la mente.

-

Julie De Waroquier - Her fateIo vorrei essere bambina
per accoppiare le nubi a distanza
(alte claudicanti della forma),
per giungere all’allegria delle piccole cose
e domandare,
come chi non lo conosce,
il colore delle foglie.
Com’era?
...
Essere la bambina
che cadeva d’improvviso
dentro un treno con angeli,
che arrivavano così, in vacanza,
a correre brevemente tra le uve,
o attraverso notturni
fuggiti da altre notti
di geometrie più alte.

-

 

Egon Kronschnabel - Green

Questo è il bosco
e qui, per un momento,
il mio cuore spia...
Vanno e vengono
i discendenti degli alberi
-nascosti animali geometrici.
Si chiudono nelle proprie materie concave,
tempie aeree, lontani fantasmi con ali sommerse.
...

 

-Alexander Bergström photo
Però adesso, che cosa devo essere?
Se mi sono nati questi occhi così grandi
e questi chiari desideri di sbieco.
...
se mi dolse moltissimo dire
per raggiungere nuovamente la parola
che fuggiva,
saetta scappata dalla mia carne,
e mi ha addolorato molto amare a tratti,
impenitente e sola
e parlare di cose incompiute,
tinte cose di bimbi,
di candore dissimulato,
o di semplici api
aggiogate a tristi rosari.
-
-

 
Egon Kronschnabel - TransparentQuesto è il bosco distante
e qui, in una forma di sete
lascio il mio cuore a riposare,
a retrocedere,
un pensiero di foglie che fu mio.
-
Questo è il bosco
e qui il mio cuore, denudandosi,
è solo un rumore,
un’allegria che deviò dentro me
e incessantemente si perse
e non si può trovare
e nemmeno può assomigliare a se stessa.

-

 -Juriy Ronzhin - If
Come potrò essere ora,
bambina in tumulto,
forma mutevole e pura,
o semplicemente, bambina alla leggera,
divergente in colori
e adatta per l’addio
in ogni momento.
-
[Vorrei essere bambina]

 
Katia Chausheva - Long gone dayQui il mio cuore
-questo è il bosco-
riposa celebrando la sua morte.
Se ne va,
andrà presto in cammino,
come un domani,
come un tempo,
come se “andarsene sempre”
fosse il suo pronome.
 
Se ne va oggi,
se ne andò ieri,
sempre andrà in cammino

Andiamo, àlzati,

è ora di partire.
Dove andiamo, compagno, senza nulla al sole?
Andiamo alla sacra forma
che più non dorme;

-

-Julie De Waroquier - Roots
Ho freddo. Abbiamo.
Non dovevamo uscire per essere scrutati,

per avere qualcosa di nostro,
e strappati
e divisi
come albero che siamo
che ci sogna.
Camminiamo.
Entriamo
per non uscire mai più:
per compiere il nostro obbligo di palpitare,
di singhiozzare,
di morire in sola compagnia
dell’ultima delle nostre ossa
che udì chiamare la terra.
-
[Questo è il bosco]

-

* * *
Raccontami
come sono lì cose di consumo:
libri,
rose,
tinitinnii di rondini.

Riassumimi ora che tremo
benignamente
dietro una rondine,
ora che mi propongo pubblicamente
per nudo di farfalla
-
o sto come le rose
disordinando l’aria.

-
[Ricevimento di un amico]

  Eurice Odio
Come quando nell’infanzia
sognavo che un sogno mi doleva,
ricordo il ragazzo che amavo:
una sera attraversavamo il mio corpo
con allegria d’arpe appena colte

Poi vogliono che io non ascolti,
che non salti la bambina,
(la bimba fa un salto di lampada che s’apre,
da nord a sud percorre un giglio).
Che nessuno la veda!
-
[A Natalia, la bimba del pittore Granell]


Eurice Odio

Eunice Odio, nata a San José nel 1919 e morta in estrema solitudine a Città del Messico nel 1974.

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La foglia

Post n°210 pubblicato il 09 Gennaio 2012 da k.way
 

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Vana tristezza, quella che accompagna il cadere della foglia dal ramo.
Come se davvero morisse. Come se a vivere rimanesse unicamente l’albero.
Quale privilegio – ingannevole - della persistenza visibile,
sulla Essenza impalpabile delle cose.
Mentre …
-
La foglia è l'albero.
Ed il suo tronco e tutti i rami e tutti i frutti.
E le sue radici e la terra in cui affondano.
E tutta la terra della Terra. Ed i vulcani ed i deserti.
E le acque del globo. Tutte le creature viventi.
L'acqua in attesa tra le nubi. Ed il vento che le muove,
ed il cielo che fa da sfondo.
Ed i pianeti e le stelle presenti lassù.
E ogni cosa che E' - ancora oltre.
E nel profondo di ogni Uomo.

-

-
Questo è una foglia,
quando non la mano
ma un intimo sapere si inchina
a raccoglierla.
E ne sente la linfa che scorre
nelle vene dell'Universo
e delle cose mute.
Poichè la Vita non ha mai fine.
Pur se il taglio sanguina,
ed il filo si spezza.
Come la foglia,
che abbandona l'albero, per esplorare
ciò che le era impedito.
E prende il colore di quel che conosce:
del Tempo.

E rinasce altro,
quel che da sempre era.
Ma ancora non sapeva.

 

 

{LC}

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Stratigrafia dell'amore

Post n°209 pubblicato il 03 Gennaio 2012 da k.way
 

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STRATIGRAFIA DELL'AMORE

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Calpestiamo costantemente,
inconsapevolmente,
strati infiniti di frantumi
insanguinati,
tra i quali si confondono
i nostri miseri brandelli di cuore.
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Sedime di ciò che, da sempre,
genera l'amore,
incrostazioni di dolore
che marchiano l'umana esistenza,
nel suo incedere vano
verso la felicità.

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{LC}

 
 
 

Inizio con sorriso

Post n°208 pubblicato il 01 Gennaio 2012 da k.way
 

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Il capo

E' dirigente di una grande industria,

ha passato i sessant'anni, ogni mattina

si alza alle sei, estate e inverno, alle

sette è già in fabbrica dove rimane

fino alle otto di sera e oltre. Anche

la domenica va a lavorare, pur se lo

stabilimento e gli uffici sono deserti;

ma un'ora più tardi, ciò che egli

considera quasi un vizio.

E' per eccellenza un uomo serio,

ride raramente, non ride mai.

D'estate si concede, ma non sempre,

una settimana di vacanza nella villa

sul lago. Non conosce debolezze di

alcun genere, non fuma, non prende

caffè, non beve alcolici, non legge

romanzi. Non tollera debolezze neppure

negli altri. Si crede importante. E'

importante. E' importantissimo. Dice

cose importanti. Ha amici importanti.

Fa solo telefonate importanti. Anche i

suoi scherzi in famiglia sono molto

importanti. Si crede indispensabile. E'

indispensabile. I funerali seguiranno

domani alle ore 14.30, partendo

dall'abitazione dell'estinto.

[Dino Buzzati - da "Le notti difficili"]

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MMXII

Post n°207 pubblicato il 30 Dicembre 2011 da k.way
 

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Immedesimazioni possibili:
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Nel simpatico omino: la vita va avanti, inutile disperarsi per qualcosa che non può tornare, io ho sempre dimostrato affetto ed attenzione, ho fatto tutto il possibile, anche - e soprattutto - per quel che non si è visto, ma ... insomma, a volte - spesso - va così. Ora non posso farmi altro male (quel che c'è basterà per molto tempo), devo guardare avanti!
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Nel giocattolo: eppure ero convinto che non mi abbandonasse mai, che non fossi solo un giocattolo...  che poi mica non funzionavo più ... è che avrei voluto dire e fare milioni di altre cose, ma capivo anche che sarebbe stato inutile, oramai. E poi, ero anche molto triste. Vabbè, così è talvolta la vita. Oggi dono, domani scarto. Avanti il prossimo.
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In entrambi: io.

***
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Che ciascuno trovi la forza
per difendere
le proprie speranze.


[… e che le vivide gioie
inattese
resistano, almeno una volta
al singhiozzo delle stagioni.]

 

*

Bonan novjaron

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Gocce divine

Post n°206 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da k.way
 

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Se esiste un dio, credo che cammini a piedi scalzi in prati verdeggianti (o celesti?), e sorrida, magari anche un po' perplesso, nel vedere come viene dipinto nell'immaginario umano dei suoi fedeli, che spesso spendono l'intera loro esistenza alla ricerca di quel divino che, succede, gli riserva, a fronte di comprensibili speranze, profonde delusioni, seppur vissute nella pienezza della fede.

C'è qualcosa di sacro in ogni luogo ed in ogni istante della nostra vita, e saperlo cogliere è leggere e sentire quello spirito universale che, al di là di ogni credo, avvolge l'esistenza nella sua precarietà, donando sprazzi di paradiso a coloro che sanno vedere oltre lo sguardo. D'altro canto, il dolore umano, che tutti accomuna, non ha religione. 

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Claudio Naboni - Please ... Give Me A Hand

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E' possibile che un semplice ruscello d'acqua, nel breve suo scorrere, racconti dell'Infinito e di ciascuno di noi ... e chissà che, almeno una volta, un dio perso e solo, fermatosi ad ascoltarlo, non v'abbia confuso le sue lacrime.

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Male è l'assenza

Post n°205 pubblicato il 20 Dicembre 2011 da k.way
 
Tag: Assenza, LC, Male

-Denis Grzetic photo
Male non sempre è qualcosa che è

Un incidente, un'offesa, un mal di denti, ...

Male, talvolta - e ti senti come solo al mondo -
è qualcosa che non è

Che non c'è

Come spiegarmi?

Come quando ti prende quello stato misto
tra infinita gioia ed una prudente tristezza.

Percepisci l'immenso possibile e
tutto il peso della sua assenza.

Ti volti, di scatto, come se ...


Ma lei non c'è
.

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{LC}

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Pensiero rubato

Post n°204 pubblicato il 18 Dicembre 2011 da k.way
 

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<<Esistono persone che camminano al di là del nostro corpo fisico, quasi fuori dalla portata dei sensi, è lì che si compie quel piccolo miracolo, come quando impari a scorgere l'antica luce nei contorni dei boschi ... Degli alberi, delle piante, dapprima sai scorgerla solo tra vette inesplorate dove le foreste danzano tra loro, poi con determinazione, volontá, cura, rispetto e atteggiamento orientato all'amore puoi scorgerla nei contorni del tuo rododendro ...
Così ci sono persone le cui linee di energia emanano pensieri prima delle loro parole, anzi lo scritto e perfino il loro arrivo ... Quando ci siAmo liberati dell'idea che l'anima compagna sia una entità capace di portarci felicità ... Bensì di rendere possibile l'esperienza della felicità ...
Ecco, così intendo quelle persone che non stanno dappertutto, quelle la cui energia aumenta la velocità delle coincidenze... quasi fossero comprese nel tuo nome.
>>

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Virginia Gálvez - Desayuno en el jardin

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Da un pensiero "rubato" ad una persona cara.
Mi scuserà.
Spero.

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Post n°203 pubblicato il 18 Dicembre 2011 da k.way
 

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<<l’arte di scriver storie sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci si accorge che quel che si sapeva è proprio nulla>>

I. Calvino – Il cavaliere inesistente

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Maggie Taylor image

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Affanno invano

Post n°202 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da k.way
 

 

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Affanno invanoImage of Michal Macku
.

Affanno come inganno

Ossigeno esaurito

Cuore chiama danno

E ancor non sei partito

 

Non sei allenato alla staffetta

A quel cambio maledetto

A levar nome alla maglietta

A quella raffica sul petto

 

Quella frazione micidiale

Tra partenza e falso arrivo
Dove il passo poggia male

Punti solo a uscirne vivo


Col testimone tra le mani
T’arriva il suono da lontano
Del silenzio atroce di domani
La sua bocca muta
                e il tuo urlo
                       invano.

 

{LC}

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Il peso del nulla

Post n°201 pubblicato il 13 Dicembre 2011 da k.way
 

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Da

Da

 

 

 

 

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Da

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Bruno Munari – da “I pieghevoli” 

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Già!

 

… e non si tratta solo di “adattabilità” fisica – più indicata per gli inchini, disinteressati o meno.
E’ questione di apertura ed accettazione. Assecondare il movimento senza esserne travolti.

[Ovvero, intelligentemente, prevenirlo, dove si prevede possa arrecare danno. Nel caso, spostarsi, modificarsi, interrogarsi, sradicarsi, non fossilizzarsi].

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E s s e r e   movimento.
[Che non significa annullare, rinnegare o tradire se stessi. Significa partecipare, catturare l’aria, esplorare. Preservando persona e personalità].

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Infatti la formula è (sarebbe) proprio quella, leggerezza e flessibilità.

Ad un tornado, si sa, sopravvive certo una canna di bambù

piuttosto che un grande albero.

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M A

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noi siamo miseri uomini, spesso più pesanti della nostra stessa vita,

poichè ci illudiamo che piombarci al suolo,

zavorrarci nella fatuità delle cose [posseduti da ciò che si crede di possedere]

ci preservi dalle sventure.

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In realtà, ci  neghiamo il volo.

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E sappiamo solo gridare, e piangere,

quando le valanghe, impietose,

ci sommergono.

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Quante cose non si fanno essendo rigidi.

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[etica e giustizia sono altra cosa …]
[… che già qualcuno se le stira a piacimento!]

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6 - 28

Post n°200 pubblicato il 09 Dicembre 2011 da k.way
 

 

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 Grafopensieri {LC}

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Post n°199 pubblicato il 08 Dicembre 2011 da k.way
 

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Amar perdona
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In questa età sospesa
come un fragile ponte fra due mari,
in questa età indulgente
e ricca come un bosco
che sente ogni voce e la chiude nel suo intrico,
dove ogni fiamma può accendersi
ma si può spegnere a un soffio della mente,
in questa età che nulla può ingannare,
io posso amarti come un ragazzo confuso
nelle sue inquiete incertezze, e come un vecchio
che in te si volta e ti legge guardandoti,
e amarti come un uomo
che fa di tutti i petali caduti
un solo fiore nuovo per offrirtelo.
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Luciano Luisi

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Scrigno fatale

Post n°198 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da k.way
 

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Scrigno fatale

-Stephane Anthonioz - L'Equation d'Une Mélancolie
Sono convinto di essere
una persona semplice
se per semplice si intende
chi dalla vita non si attende
altro
                   che vivere.

Ma Penso.

Smoderata_mente penso.

Pen(s)osamente penso.

 

E pensare è fatale
più di una burrasca
- per la zattera di un naufrago -
in mezzo al mare.

 

Così profondo
fiero affondo
per la greve levità
di cui non oso disfarmi.

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{LC}

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Post n°197 pubblicato il 04 Dicembre 2011 da k.way
 

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-Christophe Dessaigne - Ghost Of Perdition
IN FIN DEI CONTI
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Dov'è finito ciò che accadde
e che fine ha fatto tanta gente?
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Via via che passa il tempo
ci facciamo più sconosciuti.
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Degli amori non è rimasto
nemmeno un segno tra gli alberi.
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E gli amici se ne vanno sempre.
Sono viaggiatori sui binari.
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Anche se uno esiste per gli altri
(senza di loro è inesistente),
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conta soltanto la solitudine
per dirle tutto e fare i conti.

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José Emilio Pacheco
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Notte agitata di sogni. Devo togliermeli dal cuore.
[
James Joyce]

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