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DEDICA A UN'AMICA

Post n°14 pubblicato il 10 Dicembre 2011 da marinella95

Ti voglio bene
Ti voglio bene non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te.
Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso, ma per ciò che stai facendo di me.
Ti voglio bene perchè tu hai fatto più di quanto abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore,
e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice.

(dal web)

 

orsetto abbraccio

 
 
 

Un piccolo pensiero

Post n°13 pubblicato il 20 Settembre 2010 da brischy0

 

Una figlia. Uno sbalordimento. Una perfezione. La cosa più nuova al mondo. così piccola. Così piena di segreti. E ogni giorno porta nuove meraviglie: poichè ogni sorriso, ogni gesto è un incanto. Ogni cosa è inattesa. Il suo volto si illumina quando tu.. proprio tu, entri nella sua visuale. Le tue canzoni la deliziano, solo tu sei quella che la fa addormentare a carezze, allontanare le sue paure, portarla dalle lacrime al riso. E' così bella, così divertente, così vivace, così decisa. E ti ama con tutto il suo cuore. Chi ha avuto una figlia così cara, non ha fallito nella vita.

Pam Brown

 

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°11 pubblicato il 06 Marzo 2010 da marinella95

Egli separerò gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri

 

Dal Vangelo di Matteo (25,31-46)

"Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra ei capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in ereditù il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perchè ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna."


PER RIFLETTERE:

Quali gesti compie il Signore? "Separa". Va notato che qui "separazione" non è sinonimo di discernimento, ma di santità: egli ci "separa", ci "mette a parte" per sé, ci sceglie rendendoci partecipi della sua santità, anzi quella "separazione/santità" accresce la nostra responsabilità verso gli altri e in particolare verso i più deboli di questo mondo. La "separazione/santità" ci pone, allora, in un rapporto di profonda e autentica comunione con gli altri. La "separazione" come cammino di santità che ci pone in una relazione di comunione con gli altri esige conunque una "separazione", una presa di distanza da tutte le forme di mondanizzazione e di idolatria che disumanizzano le nostre relazioni. Perciò i giusti, mentre sono "separati", nel contempo sono avvicinati al Re-Pastore-Agnello, perchè nei confronti degli insigificanti agiscono così come agisce il Signore; e per questo collaborano alla costruzione del Regno di Dio in questo mondo. Gli altri, invecem che non hanno accolto gli insignificanti, anche se credenti, sono allontanati dal Signore, perciò hanno bisogno di purificare il loro modo disumano di relazionarsi con gli altri e di ricostruire la propria esistenza.


PER IL LAVORO PERSONALE:

E noi siamo chiamati a fare ciò che ha fatto Gesù: donarsi agli altri per essere in comunione col prossimo e con Dio:



Preghiamo:

Benedetto sei Tu, Gesù,
che ne deserto
tracci una strada
che noi possiamo seguire
per giungere alla fine
di questa Quaresima.
Noi ti rendiamo grazie
per i passi che compi con noi.
Tu non ci lasci mai soli,
soprattutto nelle difficoltà.
Liberaci dalle tentazioni
che ci fanno
sbagliare strada,
che ci allontanano
dal tuo amore
e dalle persone
che ci vogliono bene.
Amen.

 
 
 

Catechesi II e III media

Post n°10 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da marinella95

Quaresima: Tempo del Digiuno

 

Dal Libro del profeta Isaia (cap. 58)

"Perchè digiunare, se tu non lo vedi, mortificarci, se tu no lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai. Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui. Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso. E' forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica? Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto nel vestire uno che vedi nudo, senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne? 
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto. Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà. Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà; implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!".

 Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica, oltre l'astinenza del cibo, può comprendere altre forme, come la privazione di alcuni divertimenti, della televisione ... Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un qualcosa che deve rivelare un contenuto salvifico, è il segno del santo digiuno.
Il digiuno rituale della Quaresima:

  • è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull'esempio di Cristo, che disse: "Mio cibo è fare la volontà del Padre";
  • è segno della nostra volontà di espiazione: "Non digiuniamo per la Pasqua, nè per la croce, ma per i nostri peccati, ... " afferma san Giovanni Crisostomo;
  • è segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant'Agostino: "Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l'astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, ...".


Insieme

Donaci, o Signore di imitarti
per sperimentare al vita del deserto.
Un deserto che ha una "Voce"
perchè abitato dal tuo santo Spirito.
Un deserto che ci dà nuova forza
per reagire alle insinuazioni del maligno.
Il potere, l'avere e il piacere
ci seducono e ci provano ogni giorno.
Ma alla luce della Pasqua di Cristo
la piena liberazione è promessa
facendoci più che vincitori.
Nella Chiesa, famiglia dei credenti,
continueremo a lasciarci afferrare solo da Lui,
il Signore dei signori.
E' in Gesù che l'uomo
diventa sempre più uomo. Amen 

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°9 pubblicato il 13 Febbraio 2010 da marinella95

Sulla tua parola getterò le reti ...


Dal vangelo di Luca (5,1-10)

Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e calate le reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me che sono un peccatore". Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere, d'ora in poi sarai pescatore di uomini".


Spunti per una riflessione personale ...

Gesù crede in Pietro, e gli lancia una sfida, quella di fidarsi anche se tutto sembra dire il contrario: "gettate le reti ... !" è un invito alla fiducia, è un incoraggiamento a non mollare e a credere nelle possibilità della vita e nelle proprie possibiità. Gesù vuole compiere un miracolo nel cuore stanco di Pietro e dei suoi compagni: vuole riempire di speranza e ottimismo la "rete" di vita dei primi discepoli. Ci crediamo anche noi in questo miracolo? E siamo disposti a prenderci carico gli uni gli altri di quello che ci succede? Solo in questa fiducia reciproca si scatena l'energia per non lasciarsi abbattere e per continuare nonstante i limiti e i fallimenti.


Preghiamo:

Grazie Signore dell'amicizia di gruppo.
Assieme noi camminiamo nella vita, assieme cerchiamo te che sei la fonte di ogni bene. Donaci una viva attenzione alle persone; aiutaci a non rifiutare nessuno, a vedere ciò che unisce, e a perdonare ciò che divide. Fà che il bisogno degli altri sia più urgente delle nostre necessità.
Solo così è bello stare assieme, e gli altri si accorgeranno che tu vivi con noi.
Amen.

 

PERCHE' RANA E SERPENTE NON GIOCANO MAI INSIEME

C'era una volta il figlio di una rana che saltellava tra i cespugli, quando intravide davanti a sé qualcuno che giaceva lungo il sentiero. Era lungo e sottile e la sua pelle brillava con tutti i colori dell'arcobaleno.
"Ciao", disse Ranocchio. "Cosa stai facendo qui sul sentiero?"
"Mi sto semplicemente riscaldando al sole", rispose il nuovo arrivato, srotolandosi.
"Mi chiamo Serpentino. E tu?".
"Io sono Ranocchio. Ti piacerebbe giocare con me?". Così Ranocchio e Serpentino giocarono tra i cespugli per tutta la mattina.
"Guarda cosa so fare", disse Ranocchio, facendo un salto in aria. "Se vuoi te lo insegno". Così insegnò a Serpentino come saltare e, insieme, saltellarono tra i cespugli.
"Ora guarda cosa so fare io", disse Serpentino, strisciando sulla pancia su per un albero. "Se vuoi te lo insegno". Così insegnò a Ranocchio come strisciare sulla pancia ed arrampicarsi sugli alberi.
Dopo un pò ebbero fame e decisero di andare a casa per il pranzo, ma si ripromisero di incontrarsi di nuovo il giorno seguente.
"Ti ringrazio per avermi insegnato a saltare", disse Serpentino. "E io ti ringrazio di avermi insegnato a strisciare su per gli alberi", gli rispose Ranocchio. Poi andarono a casa.
"Mamma, guarda cosa so fare!", gridò Ranocchio, strisciando sulla pancia.
"Dove hai imparato a fare questo?" gli chiese sua madre. "Me l'ha insegnato Serpentino", rispose. "Abbiamo giocato insieme tra i cespugli questa mattina. E' il mio nuovo amico". "Non lo sai che i Serpenti sono una famiglia cattiva?", gli chiese sua madre. "Nei denti hanno il veleno. Guai a te se giochi ancora con uno di loro. E non farti nemmeno vedere a strisciare sulla pancia, non sta bene".
Nel frattempo anche Serpentino era tornato a casa ed aveva cominciato a saltellare davanti alla madre.
"Chi ti ha insegnato a fare questo?", gli chiese lei. "Ranocchio" disse. "E' il mio nuovo amico". "Che stupidaggine", disse sua madre. "Lo sai che abbiamo da sempre cattivi rapporti con la famiglia Rana. La prossima volta che troverai Ranocchio, afferralo e mangialo in un boccone. E smettila di saltellare, non è nelle nostre abitudini".
Così il mattino seguente, quando Ranocchio incontrò Serpentino, se ne tenne lontano.
"Mi dispiace, ma oggi non posso strisciare con te", gli disse, facendo due salti indietro. Serpentino rimase a guardarlo in silenzio ricordando ciò che gli aveva detto sua madre. "Se si avvicina troppo, lo mangerò in un boccone", pensò.
Ma poi si ricordò di quanto si fossero divetiti insieme, di quanto fosse stato gentile Ranocchio ad insegnargli a saltare, così sospirò tristemente e strisciò via tra i cespugli. Da quel giorno in poi, Ranocchio e Serpentino non giocarono più assieme, ma riamsero seduti da soli al sole, ognuno pensando al suo giorno di amicizia.


Pensaci ...

  • Secondo te, capita spesso quello che è successo a Serpentino e Ranocchio?
  • Quali sono i pregiudizi che senti più spesso?
  • E quelli che ti fanno soffrire di più?

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°8 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da marinella95

Famiglia, comunica la tua fede


 

Dal Vangelo di Luca (cap. 2)

Parti dunque con loro e tornò a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.


Preghiamo:

Dio, dal quale proviene ogni paternità in cielo e in terra, Padre, che sei Amore e Vita, fa che ogni famiglia umana sulla terra diventi, mediante il tuo Figlio, Gesù Cristo, "nato da Donna", e mediante lo Spirito Santo, sorgente di divina carità, un vero santuario della vita e dell'amore per le generazioni che sempre si rinnovano.

Fà che le giovani generazioni trovino nella famiglia un forte sostegno per la loro umanità e la loro crescita nella vertà e nell'amore.

Fà che l'amore, rafforzato dalla grazia del sacramento del matrimonio, si dimostri più forte di ogni debolezza e di ogni crisi, attraverso le quali, a volte, passano le nostre famiglie.

Fà infine, te lo chiediamo per intecessione della Sacra Famiglia di Nazareth, che la Chiesa in mezzo a tutte le nazioni della terra possa compiere fruttuosamente la sua missione nella famiglia e mediante la famiglia.

Amen.


(Giovanni Paolo II)


Canto: E sono solo un uomo

 
 
 

DALL'AGENDA DI... CARLO

Post n°7 pubblicato il 26 Gennaio 2010 da marinella95

" ...Mi sento invaso ancora dall'odorino della pizza che non ho mangiato! Ma la serata è stata da favola: ho rivisto per la decima volta Il Re Leone per far contenta Sara. E meno male che la smorfiosetta è stata buona, altrimenti chi li sentiva i vecchi al rientro! Chissà perchè iin famiglia uno non può fare i propri comodi ma deve dimostrare sempre Qualcosa".

 


Professione: baby sitter

La musichetta metallica del telefonino fa sobbalzare il gatto persiano prima ancora di Carlo.
"Ehi, Spizzico! Allora ti aspettiamo in pizzeria!"
"Magari. Stasera sono di guardi. I miei devono uscire e mi hanno precettato per badare a mia sorella".
Dall'altra parte del filo, la voce accenna una finta commozione:
"Non posso crederci! Hai una fortuna boia... Ma non potrebbero pagare una baby sitter?".
"No, perchè c'è già: il povero fesso che ti sta parlando. << In famiglia tutti devono fare la propria parte>>: parola di mio padre!".
"Mi sembra di conoscere questa storia! Anche a me la ripetono ogni volta che vogliono farmi fare qualcosa. Come vedi, i genitori sono tutti uguali... "
Un attimo di silenzio, poi:
"Sì, ma intanto la pizza io la salto e tu te la sbafi... "




Abbiamo bloccato Gianni e Adriana all'uscita della scuola. Sono compagni di banco in 3° media. Hanno risposto alle domande perchè l'argomento li interessa molto.

 


"Come vi trovate in famiglia?"


Gianni: I miei mi vogliono bene... Però, a volte, mi sento un pò allo stretto. Appena ho una scusa pronta scappo via, oppure rinfresco l'aria abituale riempiendo la casa con un sacco di amici.

Adriana: Io, invece, mi sento tremendamente sola! Di per sè mi troverei anche bene. Ma dopo tutto finisco per star male perchè i miei li vedo di sfuggita la sera quando rientrano stanchi morti. Ovviamente, spremuti come sono, non hanno tempo da passare con me.

 


"Avresti qualche consiglio da dare ai tuoi genitori?"

Gianni: Uno di sicuro. di fidarsi di più di me perchè sto crescendo e non sono più il bambino immaturo che loro credono ancora di vedere in me.

Adriana: Vorrei che passassero più tempo con me, per ascoltare i miei problemi e le difficoltà che incontro ogni giorno. Non posso risolvere tutto con la solita battuta: "Su via, hai solo delle storie... ".



"La famiglia siete anche voi. Cosa potreste fare per migliorare il clima in casa?"

Gianni: Basterebbe che fossi un pò più ordinato e mia madre la pianterebbe di urlare. E io, di conseguenza, sarei più contento. Ma devo riconoscere che potrei fare meglio e soprattutto passare più tempo con loro, invece di chiudermi in camera a guardare la televisione.

Adriana: Mi piacerebbe che ci capissimo di più. Lo so che non è facile perchè parliamo a volte due lingue diverse. Ma non vorrei essere nei panni dei genitori, vista la fatica che devono fare per entrare nei miei gusti e sogni.


 

Un pò di domande per noi:

  • Anche seconto te i genitori chiedono troppo ai figli?
  • Ti costa tanto giocare con i fratelli piccoli?
  • Cambieresti la tua famiglia con quella di un amico?

 

 

Provate a rispondere anche voi.

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°6 pubblicato il 23 Novembre 2009 da marinella95

Venerdì, 20 novembre 2009

 

La comunità...

Un gruppo di persone


Dal Vangelo di Marco (3,13-19)

Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne cosituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perchè avessero il potere di scacciare i demoni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèefhes, cioèfigli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananèo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Gesù passa la notte in preghiera, poi scende e ne crea dodici. Le finalità sono chiare: stare con lui, cioè fare esperienza di lui, per predicare il vangelo e per allontanare il Maligno. Tutto qui. Questa è la Chiesa: la comunità di quelli che stanno con lui, che predicano il vangelo, che allontanano il Maligno. Non chiedete altro alla chiesa, non aspettatevia ltro da lei, Ma la cosa straordinaria è quell'elenco su cui passiamo come se niente fosse. Quei dodici nomi scolpiti nella storia. Se non avessimo alle spalle duemila anni di catechismo sobbalzeremmo leggendo questo elenco! Dodici nomi che indicano dodici personalità opposte, inconciliabili. Gesù mette assieme pescatori e intellettuali, ultradizionalisti come Giacomo e Zeloti, cioè terroristi, come Simone, ebrei ortodossi a pubblicani... Che sfida! Di più: Gesù ha pregato tutta la notte per avere con lui un uomo come Giuda. Si sarà sbagliato? Eppure sotto la croce tutti fuggiranno: Gesù forse vuole dirci qualcosa di nuovo, di eclatante. Vedete, amici, se questa è la prima comunità, il modello a cui ispirarci, abbiamo di che riflettere. La chiesa non raccoglie i primi della classe, i giusti, i perfetti. La chiesa non è un club di gente con gli stessi interessi cultural-religiosi. No. La chiesa è il popolo radunato dal Signore, così diversi eppure uniti dallo stesso Cristo. Guardate le nostre comunità quanto sono diverse. Quale altra situazione potrebbe radunarci? Se ci mettessimo a discutere di come deve vestire un prete ci scanneremmo. Se dovessimo metterci d'accordo per animare una Messa, idem. E invece siamo insieme, uniti dalla stessa fede, uniti dallo stesso Cristo. Questa è la chiesa: il popolo radunato dalla Parola che cammina verso la pienezza del Regno. Tutto il resto, amici, è coreografia. La chiesa non è il popolo dei perfetti, ma dei riconciliati.
Hai pregato tutta la notte, Signore, per scegliere quei dodici, così simili a noi nella nostra fragilità, perchè nessuno pensasse alla Chiesa, al tuo sogno, come ad un club di bravi ragazzi, ma come ad un gruppo di persone che testimoniasse, malgrado la propria fragilità, di appartenere a te...


Insieme:

Grazie, Signore,
di averci preparato la gioia dell'amicizia.
Grazie, Signore, se anche amici, ci hai fatto diversi.
Fà, o Signore,
che ognuno prenda il proprio talento e non lo sotterri,
ma lo metta al servizio degli altri.
Grazie, Signore, per gli amici,
per tutte le cose belle che hanno e che fanno,
per tutte le volte che non mi fanno sentire solo.
Se qualcuno deve soffrire, Cristo, sostienilo!
Spirito di Vita, illuminalo!
Che la nostra amicizia ci porti sempre verso di te,
Signore,
in uno stesso amore.
Noi ci sforziamo di vivere assieme, o Signore.
E come potrebbe essere altrimenti,
se siamo tutti fratelli!



 
 
 

Catechismo II e III media

Post n°5 pubblicato il 14 Novembre 2009 da marinella95

RIFLESSIONE PERSONALE
     Come posso fare a guardare oltre il dito?
     Ne sono capace?
     Quando riesco a superare il dito sono capace di guardare la luna nel profondo?


BI - BIP!BI - BIP!

EHI UN MESSAGGIO. HAI VISTO LA TIPA DELLA 3° C CHE E' ARRIVATA STAMATTINA? STRABELLA...


LO SGUARDO SUGLI ALTRI

Ciao,
     io sono Mino. Il mio nome è Giacomo. Da piccolo mi chiamavano Giacomino e da qui Mino. Un giorno a scuola un compagno mi ha chiesto se Mino è un diminutivo di minorato. Allora la prof lo ha fatto sospendere. Mi è spaiciuto per lui e per sua mamma. Io non mi sono offeso; è vero: sono minorato. Ringrazio il cielo che muovo le mani e che riesco a studiare: i medici dicono che è un miracolo se sono ancora vivo, dopo quell'incidente che ho fatto.
     Da tre anni non posso più correre, non gioco né a calcio né a basket. E' uguale. Faccio altre cose. Studio di più, leggo, navigo in internet. Parlo con gli amici. Ho detto amici, non amiche. Le ragazze sono... come dire? Cioè non ti vengono tanto a trovare. Qualcuna è sempre in casa a studiare; altre, come Stefania o Francesca, quando escono vanno al pub perchè s'incontrano coi loro ragazzi. L'unica che veniva a trovarmi o mi telefonava era Annalisa... Ora che si è ritirata da scuola non ha più bisogno dei compiti, quindi è sparita... La cosa che mi intristisce di più è quando qualcuno si sente in dovere di darmi qualche cosa, per farmi la carità quasi.
      Io ho bisogno di poco. E mi sento pronto a dare tanto, tantissimo...
      C'è chi pensa che io non possa arrivare dove arrivano tutti, che io non possa dare qualcosa a qualcuno. Provo imbarazzo quando faccio qualcosa di bello e mi sento il commento: "Eh, però! Hai visto che bravo sei stato". Come dire: "Guarda che cosa è riuscito a fare nonostante sia handicappato!"
     Ho capito che la gente non guarda solo al regalo, ma anche all'incarto. Si preoccupa dell'immagine. Capisco che il mio incarto, la mia immagine non è granché. un sedicenne in carrozzella non fa auditel.
      Mi piace tanto un poster, che ho appeso in camera mia: è il manifesto di un concilio dei giovani svolto in America 30 anni fa. c'è una mano, con un dito e la luna; una frase dice: "Quando il dito indica la luna, l'imbecille guarda il dito". Avete capito che cosa significa? Per certe persone, stupide, non importa quello che fai o quello che dici... Ma importa chi tu sei e quanto vali.
       Io non mi lamento di quello che sono; ringrazio Dio che ci sono; mi sforzo di essere un dono più che posso per qualcuno.
        Se con questa chiacchierata vi ho indicato la luna... Non guardate il dito e nemmeno alle ruote della mia poltrona.


Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra

Dal Vangelo di Giovanni (8,1-11)
Gesù si avviò allora verso il monte delgi Ulivi. All'alba tornò nel tempio, e tutto il popolo andò da lui; ed egli, sedutosi, li istruiva.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, gli dissero: "Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?" Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo. Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: "Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?" Ella rispose: "Nessuno, Signore". E Gesù le disse: "Neppure io ti condanno; và e non peccare più".


Per riflettere...

La prima esortazione del Signore è: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". Gesù non dice una sola parola che possa significare attenuazione della colpa della donna, ma neanche la condanna. Gesù non giudica la donna. Ma con queste sue parole egli giudica l'antica legge, la supera e manifesta la via dell'amore di Dio, che infrange la religione dell'obbedienza. L'adultera nel suo peccato ci rappresentava tutti. Noi tutti siamo peccatori come lei. Né migliori né peggiori. E l'accusa di Gesù non fu rivolta solo alla donna, ma a tutti i presenti.


Preghiamo (dal Salmo 54)


O Dio, per il tuo nome, salvami,
per la tua potenza rendimi giustizia.
O Dio, ascolta la mia preghiera,
porgi l'orecchio alle parole della mia bocca;
poichè sono insorti contro di me gli arroganti
e i prepotenti insidiano la mia vita,
davanti a sè non pongono Dio.
Ecco, Dio è il mio aiuto,
il Signore mi sostiene.
Fa ricadere il male sui miei nemici,
nella tua fedeltà disperdili.
Di tutto cuore ti offrirò un sacrificio,
Signore, loderò il tuo nome perchè è buono;
da ogni angoscia mi hai liberato
e il mio occhio ha sfidato i miei nemici.

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°4 pubblicato il 10 Novembre 2009 da marinella95

COME CI VEDE DIO?

Una storiella per riflettere...

Manuel e Stefano un pomeriggio all'ingresso dell'oratorio. Manuel è appollaiato sul motorino, Stefano è appena arrivato con un pallone da basket.
Stefano:
Ehi ciao Manuel, come va?
Manuel: Sì, tutto regolare.
Stefano: Senti ma, a scuola tutto bene? Mi dicevi che avevi litigato con quello là... come si chiama?
Manuel: Chi? Roberto?... Sì è un rompiscatole. Mi dice che vuole aiutarmi in matematica, ma non mi serve il suo aiuto. E' quella pazza della prof che ce l'ha con me!
Stefano: Lascia perdere. Ti va di fare due tiri a canestro?
Manuel: Naaa, sto aspettando una tipa.
Stefano: Ma dai... non ci crede nessuno. Vieni a giocare un pò.
Manuel: Oh ma non rompere! Lo sanno tutti che non sono capace di giocare a basket.
Stefano: Va bene. Solo un ultima cosa e poi ti lascio in pace. Stasera vieni a catechismo?
Manuel: Boh, penso di sì ...
Stefano: Ti ricordi che bisogna rispondere alla domanda "Cosa pensa Dio di me?"
Manuel: Ah davvero, non lo sapevo. Non ascolto quello che dice l'educatrice. Io sto lì per la Fede.
Stefano: Dai è una domanda interessante, tu cosa diresti?
Manuel: Io? Ma che ne so ... mi sa che Dio non dice cose belle su di me. Non faccio mai "il bravo", me lo dicono tutti. Ma poi me ne frego... se sono così, non ci posso fare niente.
Stefano: Sarà ... Anche io faccio fatica a rispondere perchè non so in base a cosa giudica Dio, però ci sarà pure qualcosa di buono in ognuno...

Dal Vangelo di Luca (7,36-50)
  
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
   A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra se. "Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice". Gesù allora gli disse: "Simone, ho una cosa da dirti". Ed egli: "Maestro, dì pure". "Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?". Simone rispose: "Suppongo quello a cui ha condonato di più". Gli disse Gesù: "Hai giudicato bene". E volgendosi verso la donna, disse a Simone: "Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poichè ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco." Poi disse a lei: "Ti sono perdonati i tuoi peccati". Allora i commensali cominciarono a dire tra sè: "Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?". Ma egli disse alla donna: "La tua fede ti ha salvata; và in pace!".

Insieme

Signore, tu mi scuti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore; già la conosci tutta.
Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri:
Gloria ...

Canto Lo sguardo di Dio


Lo sguardo degli altri

Vorrei provare ad essere un'altra persona
per vedere me stesso
come mi vedono gli altri.

Vorrei sapere qual'è l'impressione che prova chi
non sa per nulla
quello che faccio e che sono,
quando cammino
pensando ai fatti miei,
quando sorrido
per chiedere qualcosa.

La mia paura
è che a vedere me come sono
io potrei rimanere deluso.
La mia paura
è che a vedere come sono
io potrei rimanere deluso, rimanere deluso ...

(Come mi vedono gli altri, di Luigi Tenco)

 
 
 

Catechesi II, III media

Post n°3 pubblicato il 09 Ottobre 2009 da marinella95

C'è di più ... perchè c'è Gesù

 

Dal vangelo di Marco (4,18-22)

Mentre passava lungo il mare di Galilea, egli vide Simone e Andrea, fratello di Simone, che gettavano la rete in mare, perchè erano pescatori. Gesù disse loro. "Seguitemi, e io farò di voi dei pescatori di uomini". Essi, ladciate subito le reti, lo seguirono. Poi, andando un pò oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni, suo fratello, che anch'essi in barca rassettavano le reti; e subito li chiamò; ed essi, lasciato Zebedeo, loro padre, nella barca con gli operai, se ne andarono dietro a lui.

 

ERANO DUE SASSOLINI AZZURRI

Due sassolini, grossi sì o no come una castagna, giacevano sul greto di un torrente. Stavano in mezzo a migliaia di altri sassi, grossi e piccoli, eppure si distinguevano da tutti gli altri. Perchè erano di un intenso colore azzurro. Quando un raggio di soli li accarezzava, brillavano come due frammenti di cielo caduti nell'acqua. Loro due sapevano benissimo di essere i più bei sassi del torrente e se ne vantavano dal mattino alla sera. Guardavano con commiserazione gli altri sassi che erano grigi, bianchi, striati, rossicci, chiazzati. "Noi siamo i figli del cielo", strillavano, quando qualche sasso plebeo si avvicinava troppo. "State a debita distanza! Noi abbiamo il sangue blu. Non abbiamo niente a che fare con voi!". Erano insomma due sassi boriosi e insopportabili. Passavano le giornate a pensare che cosa sarebbero diventati, non appena qualcuno li avrebbe scoperti. "Finiremo certamente incastonati in qualche collana insieme ad altre pietre preziose come noi". "Sul dito bianco e sottile di qualche dama". "Sulla corona della regina d'Olanda". "Sulla spilla della cravatta del principe di Galles". "Ci aspetta una gran vita ...". "Alberghi di lusso, crociere, balli, feste, ricevimenti...". "Andremo fino a Katmandu... ". Un bel mattino, mentre i raggi del sole giocavano con le trine di spuma dei sassi più grandi, una mano d'uomo entrò nell'acqua e raccolse i due sassolini azzurri. "Evviva!" gridarono i due all'unisono. "Si parte!". Finirono in una scatola di cartone insieme ad altri sassi colorati. "Ci rimarremo ben poco!", dissero, sicuri della loro indiscussa bellezza. La cosa durò più del previsto. I due sassolini furono sballottati qua e là, cambiarono spesso scatola, furono spesso soppesati e palpati da mani ruvide. Rimasero ultimi nella scatola. Poi una mano li prese e li schiacciò di malagrazia contro il muro in mezzo ad altri sassolini, in un letto di cemento tremendamente appiccicoso. "Ehi! Fai piano! Siamo preziosi, noi", gridavano i sassolini azzurri. Ma due sonore martellate li fecero affondare ancora di più, dentro il cemento. Piansero, supplicarono, minacciarono. Non ci fu niente da fare. I due sassolini azzurri si ritrovarono inchiodati al muro. L'amarezza e la delusine li riempivano di riflessi viola. "Razza di imbecilli, asini e incopetenti! Non hanno capito la nostra importanza!". Il tempo ricominciò a scorrere, lentamente. I due sassolini azzurri erano sempre più arrabbiati e non pensavano che ad una cosa: fuggire. Ma non era facile eludere la morsa del cemento, che era inflessibile e incorruttibile. I due sassolini non si persero di coraggio. Fecero amicizia con un filo d'acqua che ogni tanto scorreva su di loro. Quando furono sicuri della lealtà dell'acqua, le chiesero il favore che le stava tanto a cuore. "Infiltrati sotto di noi, per piacere. E staccaci da questo maledeto muro". L'acqua non se lo fece ripetere due volte. Era la sua passione infiltrarsi nei muri e si divertiva molto ad allargare crepe e sbriciolare cemento. Fece del suo meglio e dopo qualche mese i sassolini già ballavano un pò nella loro nicchia di cemento. Finalmente, una notte umida e fredda, Tac! Tac! : i due sassolini caddero per terra. "Siamo liberi!". E mentre erano sul pavimento lanciarono un'occhiata verso quella che era stata la loro prigione. "Oooh!". La luce della luna che entrava da una grande finestra illuminava uno splendido mosaico. Migliaia di sassolini colorati e dorati formavano la figura di Nostro Signore. Era il più bel Gesù che i due sassolini avessero mai visto. Ma il volto... il dolce volto del Signore, in effetti, aveva qualcosa di strano. Sembrava quello di un cieco. Ai suoi occhi mancavano le pupille!
"Oh, no!". I due sassolini azzurri compresero. Loro erano le pupille di Gesù. Chissà come stavano bene, come brillavano, come erano ammirati, lassù. Rimpiansero amaramente la loro decisione. Quanto erano stati insensati! Al mattino, un sacrestano distratto inciampò nei due sassolini e, poichè nell'ombra e nella polvere tutti i sassi sono uguali, li raccolse e, brontolando, li buttò nel bidone della spazzatura.

 

Preghiamo:

Signore, sei tu che mi hai fatto, Tu mi hai creato, mi hai pensato e amato da sempre. So che ho un posto nel tuo Progetto d'amore: un posto mio, che nessun altro potrà occupare. E so che solo lì realizzerò la mia vita, solo vivendo ciò per cui mi hai creato. Per questo, oggi ti prego: guidami a scoprire quel che tu hai pensato per me, dammi il coraggio per sceglierlo, insegnami a viverlo con fedeltà.
Amen.

 
 
 

Lettera

Post n°2 pubblicato il 10 Giugno 2009 da marinella95

Questa è la lettera mi è stata consegnata oggi dalla prof Favaro (italiano, storia, geografia e tutor della classe II media sez C della scuola don Zeno Saltini di Oreno fraz di Vimercate MB)

 

Vimodrone, 9/6/09

Cara Marinella,

siamo giunti alla fine del percorso fatto insieme per due anni.
Sono stati anni intensi, belli, a volte faticosi, nei quali ho imparato a conoscere te e i tuoi compagni e ad affezionarmi a voi.
Ho svolto con rigore e passione il mio lavoro e mi auguro di lasciare a te e agli altri, con il mio ricordo, l'impronta della serietà e del senso di responsabilità, ma anche l'allegria e il divertimento nello svolgere il proprio dovere e l'assoluto piacere per il sapere e la conoscenza.
Mi dispiace di avere perso la pazienza, qualche volta: ti garantisco che non ho mai smarrito il senso profondo del mio lavoro.
Sono stata molto contenta, tu e i tuoi compagni mi avete dato molte soddisfazioni, mi avete riempito d'orgoglio e di affetto: ve ne sono grata.
Grazie anche alla tua famiglia, che mi ha consentito di svolgere serenamente il mio compito.
La vita mi ha portato a fare delle scelte, di cui sono felice. Mi rimane, però, un velo di tristezza perchè non mi è possibile concludere questo ciclo di studi con te. So che, pur dispiacendoti, sarai solidale.
Ricorda che hai tutti i numeri per fare bene nella vita e per riuscire, non dimenticando mai che per ottenere dei risultati occorrono costanza, serietà, impegno e fatica: so che non mi deluderai.
Ti auguro di cuore ogni bene, ricordami e fammi avere tue notizie.
Un abbraccio

prof. Favaro

 
 
 

14 ANNI

Post n°1 pubblicato il 31 Maggio 2009 da brischy

 

buon compleanno

 

Tanti auguri

14 anni non vengono sempre

14 anni ti diranno che è una bella età

14 anni per te saranno difficili

14 anni non sei una bimba e non sei una donna

14 anni tanti sogni ancora nel cassetto

14 anni ma tu cosa ti aspetti?

14 anni e una vita ancora da conoscere

14 anni e tante battaglie ancora da fare

14 anni tanti cuori da spezzare

14 anni tanti cuori da far innamorare

14 anni e una libertà da conquistare

tanti auguri bimba mia

non crescere in fretta

che la tua età è bella


Un bacione la tua mamma

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: marinella95
Data di creazione: 08/03/2009
 

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