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DA MOLTO NON SE NE PARLA PIU', MA LA "RIFORMA GELMINI", IN REALTA' E' PASSATA. NON HA PIU' SENSO RICHIAMARE UNA RACCOLTA DI FIRME (COME AL MIO POST #160, IN CUI NE RICHIAMAVO UNO DI  elena.c.q.d) . PERO', INVITO TUTTI COLORO CHE HANNO FIGLI, TUTTI QUELLI CHE SOGNANO UN MONDO MIGLIORE, TUTTI QUELLI CHE SANNO ANCORA PENSARE CON LA PROPRIA TESTA, A NON ABBASSARE LA GUARDIA E AD ESSERE PRONTI AD ANDARE IN PIAZZA PER SALVARE LA SCUOLA ITALIANA E, CON ESSA, IL NOSTRO FUTURO.
mgf70

 

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CREDO SIA IMPORTANTE...

Inviato da andrea7770 il 26/05/08 @ 08:41 via WEB
MESSAGGIO IMPORTANTE Gli operatori delle ambulanze hanno segnalato che molto sovente, in occasione di incidenti stradali, i feriti hanno con loro un telefono portatile. Tuttavia, in occasione di interventi, non si sa chi contattare tra la lista interminabile dei numeri della rubrica. Gli operatori delle ambulanze hanno lanciato l'idea che ciascuno metta, nella lista dei suoi contatti, la persona da contattare in caso d'urgenza sotto uno pseudonimo predefinito. Lo pseudonimo internazionale conosciuto è ICE (=In Case of Emergency). E' sotto questo nome che bisognerebbe segnare il numero della persona da contattare utilizzabile dagli operatori delle ambulanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primi soccorritori. In caso vi fossero più persone da contattare si può utilizzare ICE1, ICE2, ICE3, etc. Facile da fare, non costa niente e può essere molto utile. Se pensate che sia una buona idea, fate circolare il messaggio di modo che questo comportamento rientri nei comportamenti abituali.
 

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Messaggi del 08/04/2015

SUL MASSACRO DELLA DIAZ E DINTORNI...

Post n°938 pubblicato il 08 Aprile 2015 da mgf70
 

[da: La Repubblica.it]

G8 Genova, Corte Strasburgo condanna l'Italia: "Alla Diaz fu tortura, ma colpevoli impuniti"

 

Ricordo bene il 22 luglio 2001: ero in vacanza con la famiglia, in Puglia, con mio figlio di quasi 2 anni che giocava accanto a me, sotto l'ombrellone. Essendo totalmente staccato dal mondo, senza tv né tantomeno internet (non come oggi, che puoi trovare una zona wi-fi free, anche su un'isola deserta), il mio unico tramite con esso erano i buoni e cari, vecchi giornali cartacei, che un povero immigrato vendeva, camminando lungo la spiaggia.

Già nei giorni precedenti, nelle mie letture mattutine, quel famigerato G8 del 2001, m'era sembrata un'abile e infame orchestrazione, per provare a stroncare il dissenso extraparlamentare, di quei movimenti (più o meno) spontanei, che sono il necessario corollario di ogni vera democrezia. Ma, non pensavo che dopo l'uccisione di Carlo Giuliani, gli occulti registi di quella tragedia, avrebbero osato tanto: dalla parte opposta del paese, semplicemente leggendo un paio di giornali, m'ero fatto l'idea che qualcuno avesse cercato il morto, ma non tra i manifestanti, quanto tra i giovani ed inesperti agenti, messi a presidio di una cittadella del potere, molto provocatoriamente blindata: nel tempo, mi si è rafforzata l'idea, che la morte di quel povero ventitreenne, abbia impedito delle repressive leggi speciali ed abbia salvato la nostra ancor fragile democrazia...

Allora non pensai, che avrebbero osato tanto; ma la morte del giovane sbagliato, aveva loro scombussolato i piani. Oggi, dopo tante letture sull'argomento, penso (se questo Stato concede ancora la libertà di avere un proprio pensiero), che quell'assalto a dei manifestanti inerti, della Diaz e di Bolzaneto, probabilmente doveva rappresentare un cosiddetto piano B. Ma, qualcuno, tra i registi di quell'infamia di Stato, probabilmente aveva sbagliato i suoi conti: non si era più negli anni '70 (si vede che i registi occulti erano un po' vecchi...) e i brigadisti di quegli anni, erano più che altro degli idioti che usavano i pc, per i loro verbali di processi popolari, che erano solo uno sparuto gruppo di assassini di professorini senza scorta.

Allora pensai, che Carlo Giuliani e tutti quei ragazzi, quegli uomini, quei non-più-giovani, che allora furono brutalmente pestati, fossero i martiri che avevano salvato la Democrazia di questo paese: non reagendo al pestaggio, fecero fallire quel maledetto tentativo, di destabilizzare l'ordinamento democratico italiano.

La domanda che dovrebbe sorgere spontanea è: "Perché, fù fatto tutto questo?". Probabilmente, non lo sapremo mai, ma si può ipotizzare che fosse un tentativo, per imbrigliare il dissenso e soffocare ogni eventuale protesta.

C'è da ricordare, che l'allora premier Berlusconi, ricordava bene il suo precedente fallimento. Dal suo primo governo, fù sì costretto a lasciare, per un avviso di garanzia e per la defezione del suo alleato più importante (la Lega Nord), ma a metterlo in discussione furono i sindacati (cui, poi, assieme alla magistratura, ha sempre dato battaglia) e, soprattutto, la protesta popolare nelle piazze.

Si può anestetizzare il popolo, con le tv e un po' di benessere, ma non si può sopprimere l'istinto al bisogno di giustizia, insito nell'animo umano.

Quindi, a distanza d'anni (ben quattordici!), oggi la Corte Europea per i Diritti Umani, restituisce un po' di giustizia, a quei martiri e ridà un senso all'essere parte di un'Europa, che non è solo quella delle banche, ma anche quella di una morale e di un senso civico, superiore a quello di taluni politicanti nazionali.

Plaudo a quanto sancito da Strasburgo, ma mi chiedo se Renzi oggi non sia l'alter ego di quei registi di allora, che in un modo più moderno e soft, provenendo "ufficialmente" da sinistra, cerchi di smontare ogni possibile forma di dissenso.

Mi auguro che l'anima democratica italiana, sappia reagire ancora. Ma, soprattutto, mi auguro che non vi sia più bisogno di altri martiri e non si debba assistere a nessun'altra macelleria messicana, come fù definita allora, quella maledetta irruzione.

Un'ultima nota: io credo ancora in questo Stato, perché tra politici, giudici, semplici funzionari e (soprattutto) agenti, in tanti sono morti per questo. Quando penso a dei poliziotti, non penso ancora a quelli della Diaz, o a quelli dei casi Cucchi, Aldrovandi, ecc... Per fortuna, se penso al corpo di polizia di questo paese, penso ancora alle scorte di Moro e di Falcone, a tutti coloro che rappresentano la nostra protezione.

Per la dignità di chi rappresentano e quella dell'intero paese, spero che gli esponenti dei sindacati di polizia, comincino ad insorgere contro chi li ha strumentalizzati, quali pedine del potere, piuttosto che sparare a zero su questa sentenza.

 
 
 
 
 

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(1989) SENTO IL ROMBO DEI BUS

Non più amici, né donne, o altro, intorno a me. Alle mie parole, solo il silenzio risponde. Lontano, sento il rombo dei bus: pur colmi di gente, a me paion vuoti. Condannato così, a restar in balìa di me stesso, nevrosi e stanchezza...           Inverno e non me ne accorgo, se non dal passo pesante: lo stesso di chi ha perso una partita; identico a quello sulla ghiaia di un cimitero.                                              E, così, non riesco più a sorridere, ad esorcizzare le mie fobìe: spezzati sono i miei ricordi (giammai felici).                                                                                                 Questo mondo di rumori cittadini, è ben distante dai miei pensieri e, mi fa sentire ancor più distante; non ho scampo, dalla mia mente, né dal mio destino...
 

L'ULTIMO SPETTACOLO (S.VECCHIONI)

...non lasciamoci "stancare" dalla prima parte: dà un senso alla (meravigliosa) seconda...

 

R E V I S I O N E

OGGI DI' 5 D'APRILE DELL'ANNO DOMINI 2012, HO DECISO DI PROCEDERE AD UNA PRIMA REALE REVISIONE DEL TEMPLATE DEL MIO BLOG, RIPRISTINANDO, CANCELLANDO, SPOSTANDO, CIO' CHE NON HA PIU' RAGIONE DI RESTARE, CIO' CHE NON ERA PIU' FRUIBILE, CIO' CHE HA PERDUTO DI ATTUALITA' IMMEDIATA: ogni tanto, occorre far pulizia !

SPERO, NESSUNO SE NE ABBIA A RISENTIRE...

 

COL TEMPO SAI (VERS. BATTIATO)

 

(1992) LA FRATTURA

Un attimo, una stupida incomprensione, un attrito ridicolo e ogni motivo di serenità è già finito: non sembra svanita la passione; ma, appare perduta ogni volontà di comprendersi. Non più la voglia di starsi accanto, ma la tentazione d’offendersi, che diviene un muto schivarsi, tra le pareti domestiche…Anche da momenti banali, stupidi, può morire un rapporto.

A che serve, far l’amore con passione, con la voglia dell’altro, se poi ne subiamo il fastidio, nelle cose di tutti i giorni? Poi, si finisce di farlo per noia, o (peggio), per quella forma di “dovere”, insita nei comportamenti consolidati... Così, si finisce per sconfessare il proprio desiderio, arrivando a fare (o farsi) male, pur di annullarne l’identità, con la cosa bella, che conoscevamo.

 

 
 

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