Virus d'allevamento Si annidano nelle grandi fattorie di bestiame, dove mucche, maiali e polli vi Sono virus nuovi di zecca, che mischiano i genomi di diversi esseri viventi e saltano i recinti delle immense fattorie animali per appestare, per primi, l'allevatore e la sua famiglia; e poi imbarcarsi per il giro del mondo. La suina, l'aviaria e, prima ancora, la Sars hanno acceso gli animi e preoccupato le autorità, ma sono milioni gli agenti patogeni che nascono negli allevamenti intensivi e stanno mandando in tilt i sistemi di sorveglianza delle malattie. A lanciare l'allarme è, prima di tutto la Food and Agricolture Organization, che stima come la fame di carne degli umani sia destinata a raddoppiare entro il 2050, passando da 229 milioni di tonnellate consumate nel 2000 a 465 milioni nel 2050. E, commenta Hans-Gerhard Wagner del Dipartimento produzione e salute animale dell'Agenzia: "Gli allevamenti intensivi sono un vivaio di malattie emergenti". L'incubatore vero e proprio è il sovraffollamento di pochi, mastodontici allevamenti. Giacché quando si parla di allevamenti intensivi, oggi si parla di fabbriche di carne con centinaia di migliaia di maiali, vitelli o polli stipati in gabbie, nutriti e abbeverati con sistemi automatici, cresciuti a forza di antibiotici per prevenire le malattie e pompare il peso. Gli americani le definiscono Cafo (confined animal feeding operations): attività di allevamento di animali reclusi. Degli effetti di questa catena di montaggio si è occupata per oltre due anni la Pew Commission on Industrial Farm Animal Production, una commissione indipendente fondata dalla Pew Charitable Trust grazie a un finanziamento della John Hopkins Bloomberg School of Public Health. Nel suo report 'Putting meat on the table: industrial farm production in America', la commissione mette l'accento sul significato dell'industrializzazione degli allevamenti. Le vecchie fattorie disegnate sui libri per bambini si sono trasformate in gironi infernali straripanti di escrementi in cui soffocano decine di migliaia di animali con sistemi immunitari provati dal caldo e dal letame, che si scambiano patogeni a velocità vertiginosa. Il risultato? "Degli oltre 1.400 patogeni umani documentati, circa il 64 per cento è di origine animale", si legge nel rapporto della commissione. Che spiega: "La circolazione di virus è agevolata dalle condizioni di allevamento intensivo tipiche delle Cafo, dal sovraffollamento degli animali, dal frequente riutilizzo di acqua proveniente dai liquami, dal continuo afflusso di uccelli selvatici alle distese di liquame in cui vengono scaricati i virus influenzali aviari e dalla totale assenza di biosicurezza degli impianti". A questo si aggiunga l'uso sregolato di antibiotici che la stessa Pew Commission ha monitorato negli allevamenti. Somministrando farmaci, gli allevatori tentano di arginare la diffusione di batteri negli allevamenti, ma finiscono col favorire l'aumento di infezioni da agenti resistenti ai farmaci. Secondo la Pew Campaign on Human Health and Industrial Farming, il 70 per cento degli antibiotici impiegati negli Stati Uniti viene somministrato ad animali sani per contrastare gli effetti della scarsità di igiene e del sovraffollamento. E la resistenza causata dall'abuso di questi farmaci costa al sistema sanitario da 4 a 5 milioni di dollari l'anno. I Centers for Diseases Control (Cdc) stimano che ogni anno due milioni di persone contraggano un'infezione resistente agli antibiotici e 90 mila ne muoiano. Colpa in larga misura dell'uso scriteriato di questi farmaci negli allevamenti che, secondo un report congiunto di Fao, Organizzazione mondiale della sanità e World Organization for Animal Health, aumenta il rischio di infezioni, gravità delle malattie e fallimento dei trattamenti. È dimostrato, infatti, che i batteri sviluppano resistenza agli antibiotici quando vengono esposti per lungo tempo a basse dosi di farmaci, come accade nelle fattorie in cui l'antibatterico viene impiegato come stimolante della crescita. Alla fine degli anni '90 fu trovato nel corpo di uomini e polli lo stesso ceppo di un batterio, il Campylobacter, resistente a un'importante classe di antibiotici il cui uso fu poi bandito negli allevamenti. E alcuni studi suggeriscono che il temuto Stafilococco aureo resistente alla meticillina, che secondo i Centers for Disease Control uccide 18 mila americani all'anno, venga trasmesso all'uomo dai maiali.
Eppure oltre un anno fa, la Pew Commission aveva previsto il focolaio messicano. "Alcuni ricercatori dell'Università dello Iowa che stanno studiando l'influenza aviaria erano seriamente preoccupati che il virus dei polli potesse penetrare in un grande allevamento di suini, mutare rapidamente e passare all'uomo", spiega Bob Martin, già direttore esecutivo della commissione. E il giornalista dell''Huffington Post', David Kirby, che ha girato due anni negli allevamenti americani per scrivere 'Animal Factory', saggio sulle Cafo che verrà pubblicato negli Stati Uniti all'inizio del 2010, racconta: "Gli allevamenti non sono ambienti ermeticamente chiusi e i patogeni possono entrare e uscire insieme a chi ci lavora o portati dalle mosche". Che i sistemi di gestioni degli animali e dei rifiuti degli allevamenti siano una bomba ecologica è una faccenda che gli allevatori conoscono bene. Tanto che lo statunitense National Pork Board, che riunisce i produttori di carni suine, ha chiesto ai suoi associati di prendere misure per scongiurare il contatto del virus aviario con quelli dell'influenza dei maiali. Ad esempio separando allevamenti avicoli da quelli suini, sigillando tutto per tenere alla larga i volatili ed evitare contaminazioni e trattando l'acqua, sia quella per abbeverare le bestie che quella per pulire le stalle. Nel mirino non ci sono le piccole fattorie tradizionali, così spesso accusate di eccessiva intimità ecologica tra uomini e bestie, ma le mastodontiche filiali dei colossi della carne che hanno aperto decine di succursali nel Sud del mondo per invaderne il mercato e avvantaggiarsi del basso costo del lavoro. È dallo stabilimento Granjas Carroll, sussidiaria del gigante americano Smithfield, allevamento di un milione di maiali situato nei pressi del piccolo agglomerato di La Gloria, nello Stato messicano di Veracruz, che sembra essere partita la pandemia di influenza suina. Una sola filiale della Smithfield produce più rifiuti degli abitanti di Manhattan; i suoi laghi di raccolta del letame possono coprire cento chilometri ed essere profondi nove metri e basta un'acquazzone per farli straripare e raggiungere i fiumi vicini. Nel 1997 l'Environmental Protection Agency aveva multato la Smithfield per 12,6 milioni di dollari per violazione delle norme federali sulla prevenzione dell'inquinamento delle acque e un paio d'anni fa, in Romania, la stessa Smithfield non lasciò entrare le autorità ispettive chiamate dagli abitanti del luogo che denunciavano il fetore di centinaia di carcasse di maiale lasciate a marcire. Ma il potenziale esplosivo del nuovo agrocapitalismo si era già visto in tempi di aviaria. A metterlo sotto la lente il sociologo Mike Davis, autore di 'A monster at our door'. Il mostro che bussa alla porta era la minaccia globale dell'influenza dei polli dovuta, secondo Davis, "a una concentrazione senza precedenti di polli, uomini e uccelli selvatici". Dietro la crescita continua del consumo di pollame c'è un altro colosso: la Tyson. "È il fordismo applicato al pollame", lo definisce Davis: "Più simile, con le sue filiali da un miliardo di polli, a una azienda petrolchimica che a una agricola". Il modello Tyson è stato adottato dalla Charoen Pokphand di Bangkok che con le sue smisurate distese di pollame crea le condizioni per la selezione di ceppi virali più aggressivi. Bisogna dunque cambiare rotta, raccomanda la Pew Commission. Bandendo l'uso di antibiotici quando non servono come terapia e garantendo agli animali una qualità di vita più decente, che non generi stress e malattie. Si deve inoltre potenziare la sorveglianza delle malattie che nascono negli allevamenti e considerare le fattorie al pari di ogni altra industria pretendendo un adeguato trattamento e smaltimento dei rifiuti. I commissari della Pew, invece, hanno denunciato più d'uno ostacolo alla loro inchiesta: "Così come il gigante dei polli Charoen Pokphand di Bangkok è riuscito a insabbiare le indagini sul suo coinvolgimento nella diffusione dell'influenza aviaria in tutta l'Asia, è probabile che l'epidemiologia della febbre suina sbatta contro le barriere corporative dell'industria del maiale". Così, mentre tutte le autorità sanitarie affermano che a salvarci dai nuovi virus potrebbero essere solo i monitoraggi e i controlli sui grandi allevamenti, 'Nature' qualche settimana fa denunciava come "la sorveglianza delle malattie trasmesse all'uomo dagli animali sia rimasta al Diciannovesimo secolo". Non solo, il sistema di monitoraggio europeo per l'influenza suina è stato addirittura smantellato e, rivela 'Nature': "Il già misero finanziamento annuale di 139 mila euro era scaduto in marzo, giusto un mese prima che scoppiasse il primo caso di contagio messicano". Daniela Condorelli (24 agosto 2009) |
18 buoni motivi per non mangiare la carne 1. PERCHE' gli animali non sono cose da mangiare ma esseri senzienti con la nostra stessa capacità di soffrire, di amare la vita e di avere terrore della morte. (Se gli animali non fossero in grado di soffrire o non avessero paura della morte non fuggirebbero terrorizzati davanti al predatore). 2. PERCHE' la carne non è un alimento adatto all'essere umano strutturato anatomicamente per nutrirsi di frutta, semi e vegetali come i primati alla cui specie apparteniamo. (Se l'uomo fosse un animale onnivoro avrebbe gli attributi adatti ad inseguire e dilaniare la preda, oltre che l'apparato digerente tipico degli animali che mangiano la carne). 3. PERCHE' la carne, alimento cadaverico, contiene putrescina, istamina, ammoniaca, oltre ai molti medicinali somministrati agli animali come sulfamidici, antibiotici, cortisoni, ecc. che entrano nel metabolismo di chi mangia la carne causando un gran numero di malattie anche tumorali. (Se fosse necessario per l'uomo mangiare la carne non si spiegherebbe l'ottima salute e la longevità di tutte le persone vegetariane). 4. PERCHE' la carne, elemento estraneo per il nostro organismo, abbassa le difese immunitarie lasciandoci inermi di fronte a qualsiasi infezione batterica o virale. Ad ogni pasto a base di carne il nostro organismo ha un dispendio di energia pari a 5 Km di corsa. 5. PERCHE' un'alimentazione sbagliata abbrevia la vita di un individuo: è come far viaggiare a gasolio un'automobile progettata per essere alimentata a benzina. (Se l'essere umano si alimentasse secondo la sua natura vivrebbe, come le altre specie animali, 7 volte il tempo del suo sviluppo, cioè circa 130 anni, età raggiunta solo dalle popolazioni vegetariane). 6. PERCHE' gli allevamenti intensivi inquinano il suolo, le falde acquifere, l'aria, oltre ad essere causa principale di disboscamento: un hamburger costa 5 mq di foresta amazzonica. (Un manzo consuma derrate alimentari quanto 12 persone e beve 3200 litri di acqua per ogni Kg di carne). 7. PERCHE' i campi di concentramento e di sterminio non possono essere condannati e maledetti solo se le vittime sono esseri umani e giustificati e benedetti se invece i condannati sono gli animali. (La lunga sofferenza degli animali negli innaturali allevamenti e l'agonia dei trasporti si concludono negli orrori dei mattatoi da dove esce il cibo maledetto). 8. PERCHE' la carne scatena nell'uomo l'istinto dell'aggressività e della violenza, della sopraffazione del più debole, oltre l'angoscia, l'inquietudine, l'instabilità psichica. (Finché l'uomo si alimenterà come gli animali feroci non può che avere la natura degli animali predatori). 9. PERCHE' mangiare carne è un'azione crudele: allo stesso modo di una razza che sentendosi superiore allevasse noi e i nostri figli a scopo alimentare. (Se all'uomo non importa la sofferenza degli animali perché dovrebbe importare agli Angeli la sofferenza degli uomini?) 10. PERCHE' l'alimentazione carnea incide in modo più pesante e dispendioso sulle finanze individuali, familiari e collettive. (Con il costo di un Kg di carne si può acquistare un quantitativo di sostanze vegetali 10 volte superiore).
1 1. PERCHE' solo con l'alimentazione vegetariana è possibile sfamare tutta la popolazione mondiale e scongiurare tensioni internazionali che nascono da gravi crisi alimentari. (I terreni coltivati a prodotti vegetali anziché a pascolo producono un quantitativo alimentare 15-20 volte superiore). 12. PERCHE' rifiutando la carne ci si dispone a vivere secondo la legge dell'amore universale enunciata dai grandi Iniziati e dai grandi uomini di spirito e di pensiero di ogni tempo e paese che hanno esteso il concetto di "prossimo" e il comando "non" dall'uomo ad ogni essere vivente. fare ad altri ciò che non vorresti ti fosse fatto 13. PERCHE' gli animali più forti, più resistenti alle fatiche, più longevi, più prolifici, più miti, sono vegetariani: l'elefante, il toro, il rinoceronte, il bufalo, il cavallo, il bue, ecc.. (La loro forza sconfessa la teoria che sono le proteine della carne a dar vigore: da dove le prenderebbero questi animali per formare le loro possenti masse muscolari?) 14. PERCHE' l'alimentazione vegetariana dispone l'essere umano alla mitezza, alla serenità, alla conciliazione, alla tolleranza, al benessere psicofisico, quindi alla pace. (L'uomo è ciò che mangia. Se si nutre di violenza e di morte non può che subire, secondo la legge della causa-effetto, violenza e morte). 15. PERCHE' con l'alimentazione vegetariana l'uomo ritorna al piano originale di Dio per l'uomo prima del Peccato, secondo il comando di Genesi 1.29: "Ecco, Io vi dò..." ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo (Se Dio avesse autorizzato l'uomo a mangiare la carne trascurando la sofferenza delle vittime sarebbe stato un dio ingiusto e crudele, dal momento che l'uomo può benissimo sostentarsi senza spargimento di sangue). 16. PERCHE' la realizzazione del Regno di Dio passa necessariamente attraverso la pace instaurata tra gli esseri umani e tra questi e tutte le creature. (Se l'uomo arrivasse ad abolire ogni violenza tra i suoi simili ma continuasse a torturare gli animali, a sfruttarli, a massacrarli nei mattatoi, la terra continuerebbe ad essere un inferno per gli animali e l'inferno e il paradiso non possono convivere nello stesso luogo. Finché l'uomo avrà una coscienza in grado di giustificare la mattazione non è pronto a realizzare il Regno di Dio). 17. PERCHE' l'indifferenza verso il dolore degli animali ed il conseguente disprezzo della loro vita abitua l'uomo a convivere con l'idea della violenza e della sopraffazione del più debole rendendolo insensibile e crudele anche nei confronti del suo stesso simile. (Se fossi tu ad essere torturato o mutilato da qualcuno che non esita anche ad ucciderti per non rinunciare ad un suo piacere, certo non accetteresti di buon grado la legge del più forte). 18. PERCHE' se si accetta come regola di vita la legge del pesce grosso che mangia quello più piccolo allora occorre anche accettare il sopruso dei prepotenti, le ingiustizie dei disonesti, la violenza dei criminali, l'oppressione degli invasori. (Solo dal rispetto del sacro valore della vita e della capacità di condividere l'altrui sofferenza può nascere una nuova coscienza umana in grado di realizzare un mondo migliore). da Franco Libero Manco, "Biocentrismo", edizioni Nuova Impronta |
IL SEITAN STORIA E CARATTERISTICHE: Ingrediente base dei piatti più tradizionali della cucina giapponese,dove viene chiamato Kofu, è stato inventato secoli fa dai monaci buddisti cinesi, che estrassero dal grano un concentrato di proteine, il glutine, inventando così un nuovo cibo. Il seitan può essere cucinato in tantissimi modi, la preparazione delle ricette e' molto simile a quelle della carne, (stufato, grigliato, macinato, arrostito ecc...) con però il vantaggio di essere molto più veloci, poiché il seitan è un alimento già cotto. Una porzione di seitan contiene il 18 % delle proteine e solo l' 1,5 % di grassi. Il suo apporto proteico e calorico (circa 120 calorie per 100g) e' simile alla carne,senza però i grassi saturi e colesterolo di quest'ultima. Il seitan è altamente digeribile e quindi adatto a bambini ed anziani, essendo ricavato dal glutine è pero' sconsigliato per chi ha problemi di celiachia o di intolleranza. |
Intolleranze,allergie e malattie da latte e latticini
La competenza e l’autorevolezza di Lorenzo Acerra per quanto riguarda gli studi di medicina naturale sono indiscusse e questo libro ne è una prova: unico nel suo genere, "Il mal di latte" rappresenta una guida essenziale per tutte quelle persone che soffrono di intolleranze e allergie al latte.
fonte : www.promiseland.it |
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il 12/12/2009 alle 19:33
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