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Il Debito del Terzo Mondo

Post n°50 pubblicato il 06 Giugno 2007 da Piero_Calzona
 

Il debito del terzo mondo è una delle realtà più difficili del nostro tempo che impoverisce sempre di più i paesi poveri. Comprendere i meccanismi del progressivo indebitamento dei paesi del Sud del mondo è il primo necessario passo per riuscire a modificare radicalmente la logica e il funzionamento dei rapporti economici internazionali. 

La maggior parte dei paesi poveri si erano indebitati per colpa delle superpotenze che durante la Guerra fredda li avevano usati come pedine, e anche perché il mondo sviluppato continuava a concedere prestiti a dittature e a regimi corrotti, nonostante fossero le popolazioni di quei paesi a doverne pagare il costo. L’Occidente continuava a prestare denaro ai paesi in via di sviluppo a condizione che questi li utilizzassero per acquistare armi o attrezzature militari. Per gli affaristi di Wall Street e gli avvoltoi che volteggiavano sopra i paesi indebitati, il debito è solo una merce come tante, da comprare e da vendere, senza preoccuparsi dei danni che provoca.

Anche gli Stati Uniti hanno un debito che ammonta a tremila miliardi di dollari, dieci volte quello dell’Africa. Gli Stati Uniti potranno essere anche il Paese più indebitato del mondo, ma sono riusciti a onorare il loro debito, almeno fino a oggi.

In Africa, in Asia e America Latina, invece, i paesi più poveri non ce la fanno. Perché per servire il debito devono pagare un prezzo altissimo e inaccettabile, un prezzo pagato in modo particolare dai cittadini più poveri e malati. Il Botswana, dove il 40 % degli adulti è sieropositivo, dovrebbe restituire una cifra superiore a quella che spende in assistenza medica, e il Niger, il paese con la più alta mortalità infantile al mondo, spende per il debito più di quanto investa in assistenza sanitaria. Paesi che non possono finanziare politiche sanitarie, di istruzione o di prima assistenza per le proprie popolazioni sono costrette a impiegare le loro scarse risorse ( e a volte gli stessi aiuti che sono loro concessi) per ripagare i debiti contratti in passato da regimi autoritari scomparsi da un pezzo. I bambini in Africa muoiono ogni giorno perché i loro governi spendono più denaro per servire il debito di quanto ne spendono nella sanità e nell’educazione.

Nella storia recente, l’epoca più “generosa” nella concessioni dei prestiti è stata quella della guerra fredda. Un turbinio di denaro e influenze politiche tra Cina, Unione Sovietica e Stati Uniti, una danza attorno allo spettro del comunismo ha caratterizzato l’epoca delle due ideologie politiche ed economiche e dei tre schieramenti – il blocco capitalista guidato dagli Stati Uniti, e i blocchi socialisti della Cina e dell’Unione Sovietica – ognuno dei quali ricercava l’alleanza con il maggior numero possibile di paesi. Un’epoca in cui i prestiti ai paesi e alle regioni erano direttamente alla loro presunta influenza geopolitica o alla loro fedeltà ideologica, e in cui i crediti venivano usati come mezzo per assicurarsi influenti alleanze e stabilità politica.

Per ironia della sorte, i presiti concessi durante la Guerra fredda in nome della sicurezza e della pace servivano invece a favorire nuovi conflitti e nuova instabilità, e, nel tentativo di assicurare la sicurezza nazionale, le potenze internazionali giocavano un ruolo significativo nel porre le basi di una futura instabilità e mancanza di sicurezza, essenzialmente determinata da due ragioni principali. Innanzitutto , dalla sfrenata politica del prestito, che determinò la crescita del debito del Terzo mondo, che raggiunse livelli di gran lunga superiori a quanto molti di quei paesi erano realisticamente in grado di rifondere, dando il via alla crisi in cui si dibatte ancora oggi il mondo in via di sviluppo; in secondo luogo, dal foraggiamento finanziario di regimi tirannici e corrotti, che investivano i denari presi in prestito senza tenere in considerazione i bisogni della maggioranza della popolazione, e il cui retaggio è stato l’aumento dei livelli di povertà interna di conflitto, di sfiducia e di guerre civili.

 
 
 
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