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GP GERMANIA, IL PUNTO DI VISTA PIRELLI

Post n°4196 pubblicato il 16 Luglio 2014 da metrlor
 

La Formula Uno è pronta per il Gran Premio di Germania, che ogni anno alterna i circuiti di Nurburgring e Hockenheim.
Quest’anno tocca al secondo, utilizzato l’ultima volta nel 2012. Hockenheim è un circuito con due anime: alla parte stretta e tortuosa dello stadio, molto tecnica, si alternano poi una serie di rettilinei veloci.

Su questa pista, Pirelli ha scelto di portare il P Zero Yellow soft ed il P Zero Red supersoft: combinazione utilizzata l’ultima volta in Austria. Proprio come in Austria e a Silverstone, le condizioni meteorologiche nell’ alta valle del Reno sono imprevedibili in questo periodo dell’anno, e si possono avere notevoli variazioni di temperatura.

Dopo il Gran Premio di Germania, le squadre andranno direttamente in Ungheria (dove sono stati scelti gli pneumatici soft e medium).

Paul Hembery, Direttore Motorsport Pirelli: “E’ un piacere tornare a Hockenheim dopo due anni, anche se questo aumenta il carico di lavoro per noi e per le squadre poichè gli unici dati concreti che abbiamo al momento risalgono, appunto, a due anni fa – quando le vetture e le gomme erano molto diverse. Quindi, le sessioni di prove libere del venerdì saranno estremamente importanti, in quanto le squadre cercheranno di assimilare quante più informazioni possibili.

Non abbiamo mai portato le supersoft ad Hockenheim, ma con i dati che abbiamo raccolto quest’anno pensiamo che sia la scelta giusta per rispondere alle caratteristiche del circuito tedesco, uno dei più veloci al mondo dopo la modifica del 2002.
Venerdì avremo un’idea più chiara di quanti pit-stop potremo aspettarci. La Germania ha sempre rappresentato il centro non solo della Formula Uno ma dell’industria automobilistica nel suo complesso, quindi non vediamo l’ora di mostrare i nostri prodotti ai tifosi tedeschi, che sono estremamente entusiasti e competenti.

Jean Alesi, consulente tecnico Pirelli: “Il nuovo Hockenheimring è un ottimo circuito. Ma era meraviglioso anche qualche anno fa: era epico, con alcuni rettilinei lunghissimi, fino ad arrivare al tortuoso Motodrom. Allora non c’era via di mezzo per la scelta del set-up. Ora, invece, con rettilinei più corti, è più facile trovare un compromesso – anche i sorpassi non sono troppo difficili.
La superficie del circuito è molto liscia; la chiave per una buona gestione degli pneumatici è salvaguardare le gomme posteriori: ci sono molte accelerazioni all’uscita di curve lente, quindi mantenere gli pneumatici posteriori in buone condizioni è cruciale per avere una prestazione competitiva. E non dimentichiamoci del meteo: in passato ad Hockenheim abbiamo visto sia pioggie torrenziali sia sole, il che introduce un elemento di impredivibilità per le qualifiche e per la gara.

Il circuito dal punto di vista degli pneumatici:

Trazione e frenata sono i due aspetti chiave di Hockenheim: gli pneumatici sono soggetti ad una decelerazione fino a 5g. Nella sezione lenta del circuito, dove ci sono molte accelerazioni all’uscita delle curve lente, i piloti devono cercare di evitare lo slittamento che riscalda la superficie dello pneumatico.

La P Zero Red supersoft è una gomma ‘low working range’, capace di assicurare massime prestazioni anche a basse temperature. La P Zero Yellow soft è una mescola ‘high working range’, perfetta per temperature più alte e condizioni di pista più faticose. A Hockenheim ci si può attendere un’ampia varietà di temperature: le prime previsioni indicano che ci sarà qualche scroscio d’acqua durante il fine settimana.

La sfida più grande a Hockenheim sarà quella di mantenere gli pneumatici nel loro working range ideale; aspetto fondamentale per generare grip su un circuito che, generalmente, non scarica molta energia sugli pneumatici, ad eccezione della curva 5, che è quasi un rettilineo, dove viene scaricata molta energia sul lato destro.

La strategia vincente nel 2012 era stata a due soste, con mescole soft e medium. Fernando Alonso, Ferrari, vinse la gara partendo dalla pole, perdendo la posizione di testa solo durante il pit stop.

 
 
 

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