Poesie Per Resistere
opere di resistenza musicale e poetica non umana
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Messaggi del 18/01/2017
Post n°342 pubblicato il 18 Gennaio 2017 da DJ_Ponhzi
La Bestia del Gévaudan - Poetry Slam
Il vento glaciale spazza le pianure d'Occitania . Nel cuore della foresta in una natura austera, nelle pianure ghiacciate si aggira una bestia dai canini affilati...
Vorrei raccontarvi quello scritto nell’urlo della bestia
La follia grida ma una scintilla di ragione resta
Mondo in fiamme sulle lancette d’un tempo dannato
“Bestia del Gévaudan” è il nome che mi fu dato
La verità è che nulla mi tocca la fortuna m’ha lasciato
Sotto un cielo plumbeo corro verso un Dio abbandonato
Odo i profeti del nulla sullo sfondo il canto dei lupi
Seguo il mio istinto foresta nera uomini ciechi destini muti
So che faccio paura sul mio pelo sbavo sui lividi
M’invidiano per i brividi che mi danno sentieri ripidi
Mi temono per ciò che mai uomo riesce a prendere
Nella crudeltà essere per quello che si appare essere
Incasso la mancanza d’un padre dei baci d’una madre
D’essermi ustionato le ferite sul fuoco delle strade
Incasso le incomprensioni le delusioni il non lasciare traccia
Forse l’esser perla di luce nell’oceano d’acqua marcia
Incasso una vita a correr sul ciglio d’una rupe
Tra minuti a valere solo per la paura che s’incute
Incasso le vipere i serpi i demoni le corone di rovi
Ed il cervello vostro dove si nascondon mostri
Son Bestia! Come spiegarti se non sai afferrare
Mostrarti gli occhi rossi se non li sai guardare
Prendi il mare d’inverno e gettaci la polvere
Avrai solo la mia storia scritta in parole povere
E venne il giorno al volgere del secolo dei lumi
Mi diedero la caccia, circondato , i cieli eran cupi
Mi spensi sotto i colpi in una macabra danza
Mi spararono per non sparare alla loro ignoranza
Venne il giorno in cui una pallottola porto via
Un mondo di poesia dentro mille sbarre di pazzia
Di speranze di magia di tremare per un tuono
D’un sole atteso dentro le stanze d’un nuovo giorno
Fui “bestia” dissero perché mancavan le parole
Perché le mani che portavan carità eran vuote
Li lascio nell’era degli orologi senza tempo
Al Dio numero per l’umanità che ha perso
post scriptum Ora sentilo il mio grido controvento alle vele Nato contromano é il chiarore delle sere Corro sempre gambe spezzate buchi nel petto Mi temono di più ora che mi fecero spettro Azzanno bandiere con su scritti i vostri orgogli Effige d'un mondo andato ammarato tra gli scogli Figlio del sangue versato riflesso d'un cielo scarlatto In prima linea tra i reietti sbrano al primo sbalzo Sono nella bandiera che sventola senza vento Nell oceano d'idee che nasce da un fruscello Nel NO dei servi nel pomeriggio di Liboni Su un deserto senz'acqua ricoperto di fiori Sentile le notti rigate dal mostro sono ululato Raccontare ai fantasmi come mordere il fato Anarchia sulle punte aguzze del tempo Abbatto stati chiese i muri possenti d'ogni castello Solco le primavere son nel canto degli schiavi Nuovo battito nel cuore d' uomini stanchi Nei gridi spenti nel sudore di chi sconta pene Roccia al centro della storia e le sue bufere
Dj Pohnzi
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