Creato da: shagram il 23/01/2004

rotte incerte
   
suggestioni ed altri frammenti

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   Messaggio N° 19 03-06-2004 
 

Post N° 19

..Animali nottuni dal passo lieve e dalla figura di confine.
Profili, ombre...esplosioni che covano il loro stupore..
siamo tutto ed altro ancora, anche se nient'altro dalla negazione di quello che vorremmo e potremmo...
Immagina una distesa immensa seminata a grano la notte prima che i germogli vincano la resistenza delle zolle.
Ne senti il fremito? la fatica?...Eccoci! Eccomi!

 
Inviato da shagram @ 22:14
COMMENTI: 1
 
   Messaggio N° 17 26-02-2004 
 

Post N° 17

Possedere ed essere posseduti non è solo verbo della carne. E’ seme rappreso nel silenzio minerale dell’amplesso. È stalattite di carne che risuona nel cielo calcareo di grotte aperte su praterie di smeraldo accecante. E’ toccare la pelle di dio, respirarne l'alito, reggerne la vista..
E’ una rivelazione per iniziati dal costo indicibile, un filo teso sulla matrice dell'essere che scorre sulla tua pelle sudata. E’ racchiudersi in una bolla dove unico passo ed unico segno siano i nostri gesti lenti ed impazienti, febbrili e maestosi....
E’una ragnatela vista nell'improvviso di un'alba primaverile, eterea, quasi impalpabile, imperlata di rugiada ed illuminata da una lama di luce filtrata dalle chiome degli alberi...sospesa nel vuoto e cullata da ogni alito, eppure fortissima, potente, molto più delle vite che intrappola... guardarla è già desiderio di esserne catturato... e al diavolo il ragno!
O forse è proprio la coscienza del ragno a farmi desiderare di essere insetto nelle spire vischiose di quella geometria esoterica?
Ma quante cose ci sono nel tuo gesto amica mia mentre esali dal mio respiro come un’orazione, come icona divina? mentre scivoli con le dita sul mio sesso, toccandone le fibre vitali, palpitanti, sposandone la tensione, raccogliendola tra le labbra socchiuse..

 
Inviato da shagram @ 21:52
COMMENTI: 9
 
   Messaggio N° 16 25-02-2004 
 

Post N° 16

"E sarà innalzato come quello dell'unicorno il mio corno"
…non può avvicinarglisi il cacciatore a causa della sua forza straordinaria; ha un solo corno in mezzo alla testa. E allora come gli si dà la caccia? Espongono davanti ad esso una vergine immacolata, e l'animale balza nel seno della vergine, ed essa lo allatta, e lo conduce al palazzo del re...

 
Inviato da shagram @ 22:02
COMMENTI: 0
 
   Messaggio N° 15 25-02-2004 
 

Post N° 15

La brezza dell'alba ha segreti da dirti.
Non tornare a dormire.
Devi chiedere quello che davvero vuoi.
Non tornare a dormire.
C'e' gente che va avanti e indietro
attraverso le porte dove i due mondi si toccano.
La porta è tonda e aperta.
Non tornare a dormire.

(Jalal-ud-Din Rumi)

 
Inviato da shagram @ 22:00
COMMENTI: 0
 
   Messaggio N° 13 22-02-2004 
 

Post N° 13

Si dice che le partenze, quelle vere, non siano precedute da parole.
Si avvolgono solo di brume leggere accumulate nei giorni.
Nessuna certezza le regge, le giustifica, se non un desiderio morboso di sparire...
Di solito le uniche cose che si possono dire al riguardo e che un giorno..andò via di qui!
Non vi sono sguardi d'attesa, passi circolari attorno al ricordo e alla speranza, perchè il ritorno non fa parte del possibile...non è previsto...
Chiedere non serve a scoprirne le ragioni anche se si possono indovinare forti ed irremovibili come pilastri....anche se qualcuno, con occhi ciechi, ti dirà che è stata l'ultima beffa, o forse l'unica, alla sorte..
Un'insolenza gioiosa, un sorriso che trabocca dalle nuvole, un sentiero possibile che colora il grigiore del cielo come un'arcobaleno..

 
Inviato da shagram @ 09:48
COMMENTI: 6
 
   Messaggio N° 12 18-02-2004 
 

Post N° 12

Eccomi amica mia, mio sole tenerissimo...
Eccolo il derviscio danzante...eccole le spoglie lastricate d'ombra..
Eccomi, coppa d'amore, traboccante flussi ambrati di sensualità e lussuria...
Alza gli occhi, ti prego, guarda quello che sono..
Sono una lacrima di piombo fuso che sradica foreste e scava vulcani nel ventre di questa trama tesa fra il sorgere ed il declino..
Sono quell'aquilone che guida il bimbo sul fianco della collina di gesso bianco...
e se mi senti respirare pesante, gonfio di foglie secche e nebbia polverosa...
guarda invece le mie dita incastonate d'azzurro e vento lontane da ogni confine..

 
Inviato da shagram @ 23:22
COMMENTI: 4
 
   Messaggio N° 11 17-02-2004 
 

Post N° 11

Una puntura d’insetto. Una sciocca, banale, irritante puntura d’insetto.
Il dolore urente e lo schiaffo istintivo.
L’ape spiaccicata tra la guancia e la mano.
Tutto normale, già successo, ma una sensazione strana, come di calore liquido, corre per il corpo e avvisa però che qualcosa non và.
L’uomo si siede, cerca di calmarsi, di dare ordine ai pensieri.
Tra un attimo andrà meglio, prova a dirsi, senza riuscire a crederci perché la lingua sta diventando di fuoco e lievita nella bocca, la gola formicola e le pareti sembrano gonfiarsi riducendo il flusso d’aria..
La moglie si accorge, gli corre accanto, gli chiede cosa succede…lui non riesce a rispondere, non può, i suoni non escono.
Socchiude gli occhi e le mostra tutta la fatica del respirare.
La donna corre in casa e chiama il 118 gridando la sua angoscia.
Quando l’ambulanza arriva sul posto l’uomo è cosciente ma respira come se l’aria fosse fatta di pietra e costasse fatica immane tirarla nei polmoni.
Il tempo di rendersi conto della situazione e la pietra diventa roccia…l’uomo ha smesso di respirare!
Si può solo tenere pervie più che si può le vie aeree, dargli ossigeno, attivare l'elisoccorso e controllare la situazione.
Dopo qualche minuto il rombo ritmico del motore che si avvicina, ed il fermento delle persone, avvisano dell’arrivo dell’equipe di soccorso avanzato.
Intanto anche il cuore ha smesso di battere..
Forza ragazzi, dai che forse riusciamo a tirarlo fuori!
Dai, ancora qualche secondo e si potrà fare più che solo massaggiare e ventilare, dai, dai dai…!!!
Il medico si avvicina correndo e chiedendo notizie…intanto vengono applicati gli elettrodi e, come penosa testimonianza dell'evidenza, il monitor mostra una linea….solo una linea…piatta.
Dai! da intubare, e un acceso venoso…in fretta.. preparare adrenalina.. forza ragazzi in fretta e bene!!!.. da quanto tempo è in arresto..?
Le parole si susseguono…sono le stesse che si sentono in questi casi…le si dice anche per pensare, per chiudersi in un cerchio conosciuto…spesso la risposta è inutile..ma la si offre lo stesso.
Fa parte del rito.
Poi improvvisamente, dalla folla assiepata intorno, senza bisogno di farsi spazio, senza bisogno di dare alle parole più autorità di quel sussurro…una donna si avvicina all’uomo disteso per terra, s’inginocchia e gli serra le caviglie con le mani.. il monitor si risveglia con quel suo suono di cicala isterica e metallica segnalando un ritmo regolare: la vita che spinge di nuovo nel petto.
Ma quasi nessuno si è accorto della donna.
Anzi, il medico, appena la nota, le urla di allontanarsi…lei si stacca, lascia la presa…il monitor ridiventa una linea continua….come quella che immaginiamo quando proviamo a pensare all’eternità.
La donna inginocchiata, rimasta immobile qualche secondo, si riprende, forse dalla reazione istintiva all’ordine urlato dal medico o forse perché ha costatato l’inutilità delle manovre, afferra di nuovo le caviglie…e la cicala isterica canta di nuovo la sua canzone…
Stavolta non si può fingere o ignorare…
Signora per favore…stacchi le mani solo un momento…per favore…
Linea piatta e ronzio fisso del monitor…
Adesso lo rifaccia. Afferri di nuvole caviglie…bip/bip-bip/bip-bip/bip…
Il medico si guarda intorno a cercare conferma…poi urla, quasi a cercare nel tono il coraggio per dire quello che deve dire, che quella donna sale sull’elicottero con loro e li accompagna in ospedale.
Le proteste dell’equipaggio e del pilota, già deboli, sono zittite da un disperato: mi assumo io la responsabilità…dai però, andiamo!
L’uomo sempre ventilato e con la donna aggrappata alle caviglie è sistemato su una barella e caricato nel ventre stretto dell’elicottero.
I rotori muovono le pale sempre più velocemente, alzando e vorticando aria già fredda, fino a sollevare la pancia del velivolo dal suolo…
Nessuno dice più del necessario.
Ci sono raggi di luce che trafiggono da parte a parte come un giavellotto…e non è per forza dolore quella sensazione straniante che senti…forse somiglia di più ad un’angoscia lieve ma non meno lacerante, come se il cielo si fosse aperto per mostrarti quello può esserci dietro e tu non puoi vedere…guardare forse, ma non vedere.
Sicuramente il tempo smusserà questa sensazione e lo sguardo che hai visto negli occhi che ti guardavano con la stessa inquietudine con cui tu li guardavi ridiventerà uno sguardo che ti chiede del tempo e della bellezza delle donne, di cosa sarebbe bello fare se si potesse…ridiventerà lo sguardo che conosci e forse gli sarai anche grato di questo…perché non si può guardare troppo a lungo il sole, vero? Si rischia di restare ciechi.

 
Inviato da shagram @ 23:32
COMMENTI: 3
 
   Messaggio N° 10 12-02-2004 
 

Post N° 10

...arriva come un sussulto, un ‘onda che porta nelle dita acqua e smarrimento, un sentiero aggrappato a fianchi lucidi di montagne di ghiaccio, una stanza senza finestre inondata dall’aria di una vertigine segreta.
Un luogo in cui a volte siedo senza averlo desiderato, una fortezza senza bastioni e ponti levatoi, un’offerta dipinta con sangue e saliva su muri di carne.
Siedo in essa come su un tappeto nel centro di una città fiammeggiante, circondato dalla notte e dai lampi dell’oscenità purissima del rogo, mentre la mente ed il ventre si penetrano fondendosi in una unione che non conosce orgasmo e gesti di possesso...(continua, forse...)

 
Inviato da shagram @ 02:47
COMMENTI: 3
 
   Messaggio N° 9 09-02-2004 
 

Post N° 9

- Notte.
Il tempo che preferisco.
Il mantello lacerato nel mezzo, come le labbra carnose del tuo sesso, in cui cado senza sapere e senza voler sapere.
Il tuo volto è qui, sospeso nella mia oscurità.
Dagli occhi un vento di scirocco solleva la mia terra e asciuga le foglie..anche la notte ti si adagia intorno, amica mia, modellandosi alle tue linee.
E poi l'incenso della tua pelle d'avorio, la flessione morbida del fianco, il tuo gesto che mi scivola addosso: tutto lontano, troppo, per il mio desiderio, ma sufficiente ad accellerare il flusso del sangue, a farlo battere sul tempo di un ritmo antico, arcano, come il cuore palpitante di un deserto immaginario.
Questa sonnolenza poi che mi rende più sensibile ai tuoi colori da Iside rinata. Vorrei cedere a questo torpore e dormire molto sotto il livello della tempesta, nel calore e nella musica delle tue carezze(..y un ruego en la boca/ y un ruego en el alma...)che nel mio sogno si assomigliano, si toccano, si ritraggono, vagano, mentre un’improvvisa leggerezza ramifica disordinatamente sotto la pelle germogliandomi nel cuore.
Mi risveglierò anche stavolta come vascello naufragato, intrappolato dal tessuto delle sue stesse vele, o cannibale felice che solleva le labbra umide degli umori del tuo ventre sorridendoti in attesa del tuo respiro?

 
Inviato da shagram @ 11:24
COMMENTI: 2
 
   Messaggio N° 7 04-02-2004 
 

Post N° 7

Si aspetta il vento per giorni e settimane, inutilmente.
Poi, con il sentore di un'illusione che si fà certezza, quella brezza lontana dall'apparenza lieve, un sospiro appena, arriva impetuosa ed improvvisa gonfiando la vele con il fragore di uno scoppio e lo stupore di una frustata.
Sorprende lo scafo, lo costringe a gemere come una creatura dormiente che debba stirare le membra prima di essere pronta alla nuova sollecitazione.
Dura poco però la sorpresa, l'animale che pulsa sotto la veste di legno si ricompone in fretta dal brivido che lo percorre in ogni tavola. Lo vedo infatti aprire le ali di tessuto e allungare la ghiglia per assecondare la spinta affondando la prua nell'acqua riemergendo vittorioso dall'abbraccio inebriante mentre piccole cascate segnano i lati del ponte come un sorriso glorioso.
Eccolo il brivido di nuovo fuoco, adesso è anche mio, germoglia come una disordinata felicità...i fianchi d'onda si aprono ai lati della prua smettendo una natura di cristallo per sciogliersi in schiuma e frammenti di colore trafitti dalla luce: trasparenze appese al cielo che si fanno aria e sale.
Se dovessi raccontare quello che vedo ora mentre il vento mi bacia la faccia e graffia le spalle, mentre la felicità sorge dal petto come risata infantile e grido altissimo, dovrei dire dei pesci purpurei che oscillano eterei, degli alberi contorti che danzano le note liquide delle correnti, di vortici d'aria che stanno sull'orizzonte come cattedrali luminose in equilibrio sull'abisso e... troppo altro, fermo in gola, per cui non ho fiato e parole sufficienti.
Si nasce dall'acqua una volta sola.
Si nasce alla vita continuamente.

 
Inviato da shagram @ 13:58
COMMENTI: 3
 
   Messaggio N° 6 01-02-2004 
 

Post N° 6

Il prato che vedo laggiù in fondo si muove scrutando i miei gesti.
Non posso vedere i loro volti, ma potrei disegnare ogni espressione, ogni sguardo.
Conosco la luce di quegli occhi anche se non l’ho mai vista da vicino.
Ci separa questa distanza interminabile che corre tra chi aspetta l’emozione, il colpo al cuore, e chi deve farsi magia.
Sono lì in basso seduti perché io volteggi nel loro petto, perché disegni il loro respiro, perché accenni una possibilità che và però solo intravista..
E per questo hanno lasciato alla cassa un pò del tempo che loro hanno venduto per comprare il mio, adesso.
Hanno pagato per l'emozione fredda che stasera ancora si svende con, innominabile, la sottile speranza che il mio volo si concluda nel tonfo eplosivo di rosso sangue...
Il tendone del circo quassù in alto chiude l’apice di troppi destini per poter essere sopportato da chi porta nelle linee delle mani un futuro che scorra lento e mesto come un fiume di pianura.
Le mani… le mie mani, afferrate all’asta del trapezio, strette all’elsa di questa arma tagliente che taglia aria e probabilità con la stessa freddezza.
Ed il tempo..già il tempo, quando la vita dipende dall’incrocio di ritmi incerti, da attimi trattenuti in volo tra due vuoti ed una sola certezza, il tempo assomiglia allo sguardo di un angelo…e quell’angelo sono io..
Peccato che io non creda agli angeli.
Ma un angelo a benguardare forse c'è, anche stasera.
Di fronte a me, all’altro capo di questa pista immaginaria, sull’altro trampolino, lei controlla l’oscillazione del trapezio che dovrà incrociare il mio…E’ un’operazione che non lascerei fare a nessun altro. Non potrei fidarmi di nessun altro.
Lei deve calcolare il momento in cui io lascerò la presa restando come sospeso ed immobile nell’aria, insensibile alla gravità, per fornirmi, quando il gorgo già mi afferra, l’appiglio estremo.
Perché la magia sia palpabile però gli estremi tra il rilascio e la nuova presa devono essere il più distanti possibile, un momento di più di quello che sembra possibile ed uno di meno di quanto sarebbe impossibile.
Sento la sua tensione, è un ponte su cui potrei camminare per raggiungerla e baciarla.. Dio mio come desidero il suo respiro le sue labbra e la sua saliva ogni volta che si arriva a questo punto...
Ecco, si comincia…adesso la musica sparirà in sincrono con il mio volo, magnificando il mio salto mortale, sublimando quel vorticare senza futuro…che improvvisamente viene trattenuto nell’unico presente possibile quando già le corde vocali in fondo alle gole spalancate avranno emesso il loro schioccare isterico, il loro gemito lacerante..
Stringo con forza l’asta del trapezio anche se non ho bisogno di verificarne la solidità…mi serve a prendere tempo…si perché c’è un momento che mi terrorizza in quel salto nel vuoto, un momento che ogni sera cerco di allontanare…
E non è timore del vuoto che vedo sotto di me o di quello che mi aspetta quando non avrò più niente sotto i piedi…oh no è un altro vuoto ben più terribile quello che mi spaventa.
È la visione di tutto quello che mi sovrasta, di tutto quello che voi chiamereste alto.
Quando mi capita di alzare la testa, o durante l’esercizio di cogliere la sommità del tendone, un gorgo nero infinito mi inghiotte e allora devo immaginare o sperare di trovare subito di nuovo un basso, il vuoto familiare alla cui fine ci sono i volti congelati e le bocche socchiuse da cui colano gemiti quasi visibili, per sentire ancora il sangue pulsare e ritrovare la calma di cui ho bisogno per afferrare al volo la certezza solida del trapezio che mi aspetta alla fine di ognuno di questi viaggi.

 
Inviato da shagram @ 21:49
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   Messaggio N° 5 30-01-2004 
 

Post N° 5

C'è un limite a quello che si può ascoltare, a quello che il cervello, il cuore, l'idea d'uomo riesce a sopportare.
Ci sono momenti in cui il fragore ammutolisce, in cui il silenzio diviene esplosione lacerante...
Oggi ho toccato questo limite...
Forse qualcuno già conosce questo fatto, forse molti riescono ad inserirlo in un'equilibrio che mi è ancora estraneo, e di certo esistono altri orrori che spogliano la nostra povera carne, che straziano la poca pietà che ci rimane..
questo è però il mio limite:
un uomo che si offre ad un cannibale per essere fatto a pezzi e mangiato....!
Non voglio giudicare, non voglio rischiare di capire....caso mai posso solo aggiungere il paradosso all'assurdo, sperando che quel disgraziato sia stato assassinato, che il tradimento l'abbia colto alle spalle con la ferocia che gli è propria..
perchè se così non fosse non potrei fare altro che arrendermi a questo urlo che mi scuote, a questo vuoto terribile..
Se così non fosse non avrei altra difesa che smettere di ascoltare e di parlare..

 
Inviato da shagram @ 13:42
COMMENTI: 1
 
   Messaggio N° 4 29-01-2004 
 

Post N° 4

E' un porto lontano questo.
I miei passi sono frustate laceranti nel silenzio colorato solo dal ritmo che culla le barche, sospese sull'assenza, con carezze leggere...
Non mi basta bagnarmi la pelle, vorrei poterne tracimare di questo bruciore salato,
di questo fuoco che spinge le costole,
di tutte queste parole cieche che mi percorrono in sentieri circolari...
E non vorrei danzare adesso.
No, vorrei essere danza adesso.
Vortice d'aria bruciante che sfiorando le caviglie si avvolga alle tue cosce fino a sollevarti le gonne aggrappandomi alle stille di mercurio del tuo sesso.
ti penso sorridente mentre scivolo rapace nel sorriso dei tuoi glutei e nella seta dolcissima di miele e fieno umido del tuo fiore brunito...

 
Inviato da shagram @ 23:29
COMMENTI: 0
 
   Messaggio N° 3 27-01-2004 
 

Post N° 3

Cos'è questa curva incerta?
Questa luce che addenta angoli di vetro,
come fosse un riflesso veloce
di intenzioni sospese e di orme profonde?
E' una sorta di silenzio ,
una traccia,
un'arco di suoni trattenuti da una grazia segreta e mostruosa.
La stessa che a volte , come fosse cenere, protegge le parole dei bambini.
Ma sono solo pensieri d'inverno questi , mentre la neve, piccoli cristalli di assoluto, diventa acqua e cerchio di sabbia che separa e chiude questa danza.

 
Inviato da shagram @ 02:03
COMMENTI: 0
 
   Messaggio N° 2 25-01-2004 
 

Post N° 2

Ascolto e sono suoni di processioni, voci in fila, vele fattesi cenere nell'attesa di un orizzonte.
Aspetto la tua mano amica mia ed il riso che scioglie il ghiaccio del mio ventre.
Ti attendo,e lo sai, come un'onda che infranga la sua ostinazione sull'idea vuota della roccia, che ne raccolga la mancanza, nello spazio occupato dalla forma, che venga a circondarmi, a contenermi...fremendo intorno, per dissolversi subito nella nuova forma d'acqua...che già s'impenna, subito rimodellata in una nuova matrice..
Ti aspetto come idea di gioia, velata appena da un silenzioso tremore che scorre come una nube bianca.
Unica ombra fuggente su questi abissi celesti di liquida apparenza infissi tra terra e cielo.

 
Inviato da shagram @ 00:30
COMMENTI: 3
 
   Messaggio N° 1 23-01-2004 
 

Post N° 1

Questo diario è appena nato, lo traccerò a piccoli passi recintando la mia aspirazione al vuoto.
Si, perchè vi sono ragioni altissime che portano serrati nei denti silenzi indicibili...e forse è per questo che ogni partenza veste la solennità delle sue bugie con nebbie leggere.
Il porto è un seno delicato in quest'ora che indugia prima di farsi notte..le luci stordicono l'aria facendola tremolare ed avvolgendola in spirali senza centro...respiro quest'aria salmastra che mi lascia sul palato profumi di altri passi e gesti fermi a mezz'aria in attesa di farsi ricordo...
E' tempo sospeso quello che precede il distacco
e sciogliere gli ormeggi è gesto ripetuto infinite volte, anche se perlopiù immaginato: gesto intimo che sceglie se stesso...

 
Inviato da shagram @ 23:25
COMMENTI: 1
 
 
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  - Le parole spesso sostengono solo se stesse...
-Terribile passeggiare d'inverno: tutte quelle donne nude vestite fino alla gola
- Inebriante essere artefice e sovrano del proprio destino..
bisogna solo riuscire a scordare di esserne anche la vittima privilegiata.
- L'apparenza inganna...soprattutto se stessa, ma a volte riesce anche a
deludersi.
 
 
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