Scrivo domani

Il sogno dell'albergo inondato dal fango, dove ci troviamo in attesa di celebrare il matrimonio sacro

Aprile 1999. Questa notte ho sognato che una inondazione di acqua e fango invadeva il residence, dove mi trovavo per un matrimonio, mentre le pareti cominciavano a crollare. Mi ritrovavo in mezzo a quest'acqua sporca, che saliva, protetta da una bolla d'aria e da una Voce, che mi indicava la via di fuga.

Avevo paura di imboccare quel corridoio, perchè già tutto sembrava compromesso, ma era l'unico spiraglio. Così, mi facevo forza e attraversavo il corridoio. Mentre passavo, vedevo filtrare la luce sotto la porta di alcune stanze, segno che dentro c'era ancora qualcuno vivo. Allora, davo una spallata alla porta e, afferrandoli con le mani, li tiravo fuori dai detriti e dal fango e li incitavo a seguirmi per la via di fuga, che mi veniva indicata dalla Voce. Ma, nel fare questo, ero terrorizzata, perchè sapevo, che ogni porta che buttavo giù, riversava altra acqua e fango sul corridoio, col rischio di compromettere la fuga. Ma la Voce mi incitava ad essere rapida e risoluta, perchè la bolla d'aria, che mi proteggeva, non sarebbe durata ancora a lungo.

Così, mi rendevo conto, che non stavo già più camminando con i miei piedi, cosa che sarebbe stata impossibile, date le condizioni del pavimento, divenuto impraticabile, ma che procedevo proprio dentro questa bolla d'aria, sfiorando appena la terra.

La maggior parte delle porte, che incontravo correndo lungo quel corridoio, erano già al buio, piene di detriti e fango, che avevano sepolto le persone che erano dentro e non potevo fare più nulla. Quelli che ero riuscita a salvare, era come se fossero entrati anche loro sulla scia d'aria della bolla, e, per questo, potevano correre via con me, in un corridoio sempre più piccolo.

Ci siamo, quindi, ritrovati all'uscita, che era la grande sala d'uscita dell'albergo. A quel punto, mi rendevo conto che, per continuare la fuga e metterci definitivamente in salvo, fuori dell'albergo, dovevamo superare lo sbarramento dei controllori, che facevano passare solo quelli in regola. Per continuare la marcia dobbiamo, perciò, indossare scomode scarpe da matrimonio. Se cedessimo alla tentazione di mettere scarpe più comode per la fuga, verremmo bloccati alle porte. Così, indossiamo eleganti scarpe da matrimonio, di pelle di serpente, e riusciamo a passare.

Mi ritrovo all'aperto, come in un giardino, di un albergo che affianca quello da cui siamo scappati. E' ancora tutto bagnato per il temporale, ma il cielo comincia a schiarirsi, come se da notte che era, si facesse aurora e poi mattino. Mi guardo intorno, come per vedere quanti, di quelli che erano dietro di me, sono riusciti a scampare all'inondazione. Ho la sensazione angosciante che non ci siano tutti, ne manca qualcuno. Ma, tra questi, forse qualcuno può ancora arrivare, e resto in attesa, mentre cominciamo a sederci ai tavolini, dove stanno per iniziare a servirci e a darci tutto quello che ci necessita, per ristorarci.

Al risveglio, noto che sono ancora alle prese con "l'inondazione" e "la tempesta". L'albergo mi appare subito come la casa terrena di Dio, il luogo ove "alberga" Dio. La bolla d'aria e la Voce, che mi parla, per indicarmi la via per salvarmi, è chiaramente la rappresentazione di questo collegamento, che si è stabilito in me con lo Spirito di Dio, che mi dà la forza e le indicazioni necessarie per mettermi in salvo dall'inondazione e trarre in salvo anche altri. L'inondazione di acqua e fango mi parla del fatto che l'anima (l'acqua) è stata profondamente corrotta e inquinata dall'elemento terra, cioè dagli aspetti materiali ed egoici della vita terrena, tanto da esserne privata delle proprietà fondamentali per veicolare lo Spirito, che dà la vita (l'acqua è privata delle proprietà per veicolare l'ossigeno).

Questo disastro riguarda l'anima (simboleggiata dall'acqua) di ognuno di noi, che è invasa dall'ego (simboleggiato dalla terra), che è materialismo e assenza di fede nella vita dello spirito. Riguarda la Chiesa (che è l'anima del mondo), nella quale dilaga lo spirito cosiddetto "secolare", ossia lo spirito terreno e materialista. E riguarda i sacramenti che, in tale devastazione, non possono più operare pienamente: “E non fece molti miracoli a causa della loro incredulità.” (Mt.13,58)

Questo fango (anime pervase dalla materia) invade, ormai, la casa terrena del popolo di Dio, che è, appunto, il luogo dove esso si trova in attesa di celebrare il matrimonio sacro, il ricongiungimento con Dio.

A causa di questa situazione, lo Spirito di Dio ci viene in aiuto dall'alto, avvolgendoci con una effusione piena e straordinaria, per donarci la possibilità di sfuggire alla distruzione. Ma dobbiamo essere rapidi e risoluti ad afferrare questo filo teso dal Cielo verso di noi, perchè il Suo aiuto non durerà a lungo. Affrettarsi a percorrere la scala dei sacramenti fino in fondo è l'unico modo che abbiamo per reintegrarci al vero popolo di Dio, al quale soltanto sarà inviata la salvezza potente dello Spirito Santo. Soltanto chi si è purificato a sufficienza con lo Spirito Santo veicolato dai sacramenti, sarà nelle condizioni interiori necessarie ad "afferrare" l'aiuto straordinario dello Spirito che Dio invierà al momento stabilito.

I controllori alle porte mi fanno pensare a severi accusatori, in cerca di irregolarità nei documenti, per potere approfittare del potere e farci del male. Ha a che fare con il potere di satana di accusare l'umanità di non avere rispettato il contratto di alleanza con Dio, del quale egli vuole approfittare, oggi, per distruggere, avversando anche la Misericordia di Dio, che chiama ancora anche chi è lontano. La Misericordia, infatti, chiama oggi tutti quelli che, per qualunque motivo ed in qualunque modo, sono rimasti lontano da Lui. Li chiama ad accettare, comunque, adesso, il dono del Suo Spirito, conservato nei sacramenti e inviato attraverso la liturgia nelle nostre anime. Egli chiama a riordinanare, in fretta, la nostra vita secondo le regole di una religione vera e vissuta concretamente, nello spirito di lealtà e sincerità verso Dio, confidando nel Suo aiuto per ogni cosa.

Solo la misericordia divina, infatti, può concepire di offrire ancora oggi al mondo questa possibilità di salvezza. Nello stesso tempo, poichè oltre che infinitamente buono, Dio è anche infinitamente giusto, Egli non potrà salvare chi non avrà voluto approfittare della "proroga" per rimettersi in regola con il patto di Alleanza, stipulato tra Lui e gli uomini. Per questo, lo Spirito Santo ci suggerisce che per continuare a camminare, dove si può, con i nostri piedi, dobbiamo indossare "eleganti scarpe da matrimonio, di pelle di serpente": è come dire che per poter superare l'inondazione distruttiva del materialismo nella nostra vita interiore e riuscire ancora ad avere diritto di partecipare al matrimonio sacro della nostra anima con Dio, è necessario "indossare i sacramenti“.

Mi rendo conto che, per quanto scomodo possa essere, oggi, per ciascuno di noi, riordinare la propria vita sacramentale e educarsi ad una preghiera di comunione con Dio, altrettanto ordinata e assidua, è necessario rispondere con l'obbedienza alla grazia, che Dio ci fa, di venirci incontro per avvertirci e portarci in salvo.

Infatti, il sogno indica e preannuncia che, non appena facciamo quello che lo Spirito di Dio suggerisce, ci ritroviamo fuori, in una dimensione diversa, in un passaggio intermedio, rispetto all'approdo finale, ma siamo già accolti e serviti in un luogo, dove regna chi si prenderà cura di ogni nostra necessità. Ciò ci riguarda come singoli e come famiglia di Dio, in due tappe che sono connesse e susseguenti, una esperienza privata prima ed una esperienza collettiva poi, poiché nella storia di Dio siamo sempre implicati come atomi prima e come intero corpo dopo.

Siamo, dunque, nel giardino antistante la porta del nuovo albergo, dove veniamo condotti, e coloro che ci servono sono i servitori di Colui che abita quell'albergo. Siamo già in grado di sentire la potenza e la cura amorevole con cui Egli ha stabilito di trattarci, la quale riempie il suo albergo e il giardino in cui siamo. Siamo scampati alla tempesta, che ancora infuria sull'albergo terreno di Dio ed aspettiamo che altri riescano a raggiungere quell'oasi intermedia di pace e di consolazione, all'aperto, nella quale già veniamo ristorati. E nella quale veniamo preparati ad accedere, per la porta presso cui sostiamo, nell'albergo, in cui vive e regna il nostro Signore e la Sua gioia di vita piena.

Mi pare che, attraverso ognuno di questi sogni, si stia sviluppando una descrizione di fatti concreti e di realtà spirituali, che gli uomini si trovano e si troveranno a vivere. Molte cose mi sono incomprensibili, ma mi si svela progressivamente come il momento sia davvero serio, e come sia necessario organizzarsi per tempo, per poter avere la certezza di uscirne incolumi. (dal Diario personale "Verso la Luce - La sublime rivoluzione")