S’ intitola “CEMENTO E NUVOLE” l’ultimo singolo della Sindrome di Kessler, band con sede a
Roma composta da Antonio Buomprisco alla voce e alla chitarra, Canio Giordano sempre alla
chitarra, alla voce e ai loops, Sancio al basso, Luca Mucciolo alla batteria. Nel 2015 esce il loro loro
primo album, nel frattempo la band partecipa a diversi contest e concorsi, che permetto loro di farsi
conoscere al grande pubblico, nonché dagli esperti del settore, ottenendo da entrambi numerosi
apprezzamenti. Ma il pubblico è in continua crescita, dato che, proprio in questi giorni, è in
promozione radio il loro nuovo singolo “CEMENTO E NUVOLE”, che porta lo stesso titolo del
loro secondo album. Lo stile a cui si rifà la band è un rock scarnificato, capace di erodere con un
sound aggressivo che, come una roccia, scaglia su di sé tutta la potenza e il grigiore pietrificato del
grunge. Ma questo non è l’unico genere perseguito da La Sindrome, che del rock, ha attraversato
ogni epoca e ogni contaminazione: dal classic rock dei Led Zeppelin, alla psichedelia dei Pink
Floyd, per non parlare di tutto il dark anni ‘80 di cui la band sembra aver assorbito ogni più debole
oscurità e da cui le nuvole del brano, sembrano non risparmiare nemmeno un’ombra. Ma le nuvole
non sono le uniche a ricoprire un orizzonte che diventa metafora di un’incertezza che non ci dà
tregua, impedendoci di contemplare un paesaggio oltre i nostri occhi; c’è di più: se tutte queste
nuvole avvolgo il mondo sopra di noi, ciò che poi calpestammo, non è altro che cemento. “La tua
ombra più nera del catrame, cemento e nuvole che fanno soffocare il mondo”. Immagini che, a
partire dal titolo della canzone, diventano palpabili, facendoci capire che siamo di fronte a una
band che non solo, non si accontenta di un suono qualunque, curandolo nei minimi dettagli, qui il
testo stesso di CEMENTO E NUVOLE è sviscerato da cima a fondo e una semplice sillaba, anzi,
una singola lettera alfabetica, viene a fare la differenza: “Un mondo facile da incontrare, un modo
agile per scappare”, proprio quell’ “N”- frapponendosi tra la “o” e la “d” di “modo”- crea
“magicamente”, nel verso precedente, la parola “mondo”e così, nell’aggrovigliarsi di suadenti riff
di chitarra, la voce accartocciata di Antonio, scarta invece ogni equivoco circa il nostro modo di
porci fronte al mondo, dove è il nostro rifuggire dall’affrontare le difficoltà – il tentativo di rendere
“il mondo facile” attraverso una scorciatoia (“il modo agile per scappare”), fanno sì che due
elementi naturali, quali il cemento e le nuvole, ci impediscano persino di respirare. Ecco allora che,
questo nostro vivere passivamente, cercando di “sopportare il mondo”, lasciandoci vivere tra
“sadiche ore di indifferenza”, ci dirige poi a non tollerare nemmeno il cemento che calpestiamo e,
soprattutto, le nuvole che ci sovrastano; anche loro, sembrano comprimerci in questa nostra
fastidiosa inettitudine, arrivando a far “soffocare il mondo”: non avvertiamo più alcun respiro di
libertà: il nostro libero agire ci è impedito: noi e nessun altro abbiamo lasciato che un mondo da
“sopportare” diventasse un mondo che ci lascia soltanto “soffocare”.
Sonia Bellin
IL NUOVO SINGOLO DE LA SINDROME DI KESSLER
IL NUOVO SINGOLO DE LA SINDROME DI KESSLERultima modifica: 2018-06-25T12:20:15+02:00da