Creato da fattodiniente il 01/06/2007

Gloriosa spazzatura

31 canzoni più qualcuna

 

 

« Incredible String Band, ...Queen, 'Somebody to Love' »

Eugenio Finardi, 'Musica Ribelle'

Post n°28 pubblicato il 18 Gennaio 2008 da fattodiniente

(ascoltala, ammesso che ce ne sia bisogno) 

Adoro questa canzone. A dir la verità, mi piace proprio Finardi, anche se per paradosso sono in tutto tre o quattro le canzoni sue che mi piacciono, e trovo il resto piuttosto insignificante e trascurabile.
È ovviamente una canzone legata al suo periodo, che ho vissuto in pieno, e anche questo me la rende cara. Non che abbia nostalgia di quest’aspetto degli anni ’70, che poi è il suo aspetto saliente direi, ma insomma le cose andavano e sono andate così. E naturalmente, non si può amare una canzone come questa senza condividerne in qualche modo il significato, visto che a renderla mirabile è la perfetta corrispondenza di contenuto musicale e significati che veicola: il testo, cioè, esprime, rende razionale, lo stato d’animo che la musica suscita; e la musica viene sempre prima, se è buona musica quantomeno.
Finardi insomma mi piace per lo stesso motivo per cui mi piacciono gli Who
, anche se con uno spessore musicale ed artistico ben diverso (e vorrei vedere). In effetti, se il disagio e il ribellismo italiano è cantato da Finardi, e quello inglese dagli Who, per noi italiani la figura da provincialotti è dietro l’angolo. Certo, se poi paragoniamo cosa sta dietro a tutto questo, le cose stanno in maniera del tutto opposta: gli anni di piombo e i loro conflitti, rendono al confronto gli inglesi un popolo di bambinetti che fanno i capricci… Ma è così che sono andate le cose.
Ricordo di aver assistito, era il ’77, ad un confronto tra Finardi e un gruppetto di autonomi, alla fine di un suo concerto. Non è che capissi bene il motivo del contendere: dubito che a chiederlo ora a quegli autonomi saprebbero spiegarlo loro stessi; me lo auguro almeno. Di sicuro, Finardi difendeva il suo diritto a far musica, e di voler essere pagato per questo, visto che le spese che doveva sostenere non erano certo indifferenti (“sto solo facendo il mio mestiere…”), difeso da Lucio Fabbri – quello che suona lo strepitoso violino di questo brano. Le cose ovviamente iniziarono a prendere una brutta piega, e quando volò il primo insulto (“muso da mona”), lanciato dal capo , fu il segnale che la discussione finiva lì, e i contendenti vennero separati prima che le cose degenerassero irrimedibilmente. Altri tempi. Poi, volendo, la canzone mantiene una sua certa attualità, e sarà anche questo a renderla affascinante - se questo è un aggettivo appropriato. Ma la cosa essenziale è che se è sopravvissuta a discussioni come quella cui ho assistito (e a quelle infinite che dovevo reggere io, che tutto sommato ero interessato prima di tutto alla musica), senza perdere niente del suo significato e della sua capacità di prenderti dentro, ecco la prova provata che di ottima canzone trattasi.
Oggi, possiamo dire, la questione intorno alla musica si è aggiornata coi temi delle lotte allo strapotere delle majors, del downloading gratuito (o pirateria musicale, a seconda dei punti di vista), e non direi che dietro non ci sia lo stesso assunto di trent’anni fa: la musica è un bene primario, e non dovrebbe essere occasione di speculazione economica da parte di chicchessia. Poi, è solo una questione di radicalità di posizioni, e casomai di mettersi d’accordo sui termini. Io sono restato, su questo tema almeno di sicuro, lo stesso moderato di allora: gran cosa il pragmatismo. Sono il primo a dire che pagare 20 euro per un cd inciso trenta e passa anni fa, sia un nonsenso; e pagarli per ascoltare una canzone che parla di ribellione al sistema, è una beffa. Non so quanti di quei 20 euro vadano a Finardi, e neanche mi interessa saperlo. Spero parecchi, ma temo il contrario, alla faccia di chi straparla di “danno per l’artista”. Certo, da questo punto di vista, le incongruenze non mancano: farsi la stessa domanda pagando le stesse cifre per un cd di Rino Gaetano che è morto, aiuta a capirle. Certe cose nella loro essenza non cambiano mai; magari cambia solo un po’ il contesto. Ed ecco che la musica ribelle non invecchia. Di Anne dalla faccia triste, che sognano di notte avventure che qualcun altro scrive, ce ne sono ancora, ed è pieno il mondo di gente che ritrova le parole delle canzoni ogni volta che va fuori. E la buona musica, le buone canzoni, restano un potente strumento di consapevolezza, a saperle ascoltare, e a capirle.
Io? Io, sono Marco, quello che di dischi fa la collezione, e conosce a memoria ogni nuova formazione, e che sogna di andare in California o alle porte del cosmo che stanno su in Germania. Oggi come allora, certo.

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

L'AUTORE

 

ULTIME VISITE AL BLOG

venere_privata.xundergroundsky1cacuccinicolautaraptorjankadjstrummerStrakergoldschiadridanilocolucciagiovannarepaciBeppeCassisecomario300341Roxy1410Donna72100dglcatricala
 

CAZZEGGIATORI ON LINE

hit counter

 
 

ULTIMI COMMENTI

 

AREA PERSONALE

 
Questo è un

 

I MIEI BLOG AMICI

FACEBOOK

 
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963