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Abba, "Mamma Mia"

Post n°45 pubblicato il 28 Dicembre 2008 da fattodiniente


(ascolta… e guarda)
(guarda)

Dici “ho acquistato i dischi degli Abba”, e ti guardano con un sorrisetto di comprensivo compatimento. Beh, posso capirlo. L’avessi detto venti o trenta anni fa, sarei stato il primo a non crederci. Non che siano grandi album, questo non lo discuto, ma tra le loro pieghe cose interessanti ce ne sono, belle canzonette a parte: temi popolari (banalizzati), come faceva Mike Oldfield, che infatti negli anni ’80 li ha copiati a piene mani; e poi silly songs in stile techno, come han poi fatto i B-52’s, con altro spessore certo, ma insomma.

Questo però non frega a nessuno, e tutto sommato non frega niente neanche a me, perché gli Abba non sono questo. Per quanto mi riguarda infatti gli Abba sono stati essenzialmente tre cose, in ordine di tempo:


1 (quando ero ragazzino): le gambe delle due ragazze; specialmente quelle di Agnetha, la bionda. Poi con l’età ho imparato ad apprezzare di più Frida, la mora. In ogni caso, due rimarchevoli fanciulle, niente da dire; il fatto che incidentalmente fossero sposate con gli altri due fresconi del gruppo era un motivo in più per sperarci (e in ogni caso sono tornato a preferire la bionda: sic transit gloria mundi);


2 (dai 16 anni in su): il peggio della musica pop;


3 (in età recente): il divertimento di canzoncine travolgenti, come Waterloo, Fernando, Mamma Mia, Gimme Gimme Gimme, SOS, e via discorrendo.


In realtà, la mia (ri)conversione agli Abba ha una data e un riferimento molto precisi: 1995, Priscilla, la regina del deserto. Non si finisce mai di imparare: quella volta capii come un gruppo pop di massimo successo mondiale potesse diventare con le sue stupide canzoncine una icona e una molla di tolleranza e libertà; non a caso, sono la regolare colonna sonora di ogni gay pride. E ovviamente, una bella occasione di autoironia, tanto più profonda e liberatoria, quanto più allegra e caciarona. Altro che disimpegno. E imparai a rispettarli.
Certo, ricordo che quando vidi per la prima volta
Il Signore degli Anelli, vedendo Hugo Weaving tutto serio e compreso nei panni di Elrond, scoppiai in una risata immaginando la faccia dei popoli della Terra di Mezzo se di punto in bianco avesse tirato fuori quelli ben più vistosi e kitsch di Tick, che senz’altro teneva a portata di mano in qualche angolo…
Per cui, se qualcuno ride perché ascolto gli Abba (son nove album, eh, mica bruscolini…), lo lascio ridere. Anzi rido anch’io, tanto per non lasciarlo solo, e perché con gli Abba
è così che si fa. E neanche sto a spiegare cosa si perde: dal suo punto di vista probabilmente niente, ma di sicuro è uno che
Priscilla non l’ha visto, e certe cose allora fa fatica a capirle…

 
 
 
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