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terra di nessuno No Man's Land

 

 

« Da dove viene quella luce?riflessi di luce »

a giulia... a bruno a saverio a maria a nicola a caterina a giuseppe... Angeli e eroi del nostro tempo

Post n°289 pubblicato il 20 Novembre 2008 da Hiram.sc
 

“ Ti mando un’amica, una collega, ha bisogno di cure, ma il suo stato di salute e’ compromesso..trattala bene”.


La telefonata di Marco precede di poco il trillo del campanello, il lento salire le scale di una donna, un angelo dal volto cereo, la parrucca rossiccia, appoggiata in modo distratto sulla testa quasi calva, quasi fosse un cappello, che un soffio di vento ha spostato.


E’ appesantita, gonfia dei veleni che hanno sparato nel suo corpo, ma tutto in lei denota uno sforzo spontaneo a mantenere una normalita’ nel suo essere, a conservare la sua femminilita’ calda e dolcissima.

Sorride Giulia,

mentre mi stringe la mano e

conficca due occhi profondi nei miei,

mi trafigge il cuore,

ancor prima di pronunciare una parola,

racconta con lo sguardo, cattura con lo sguardo, mi fa barcollare con lo sguardo.
Mentre la faccio accomodare cerco di pensare alle parole da pronunciare per sapere quello che il mio lavoro richiede, per poter affrontare una terapia, cerco un modo che mi permetta di guardare dentro questo pozzo profondo, senza increspare la sua acqua e toglierne la limpidezza.
“ Ho il cancro”, non e’ un urlo,

un sussurro,

una voce incrinata, quella che mi raggiunge,

ho il cancro”,

me lo dice come se mi parlasse dell’afa, che oggi soffoca la citta’ o dell’ultimo libro, che ha letto. Mi parla non spostando mai gli occhi dai miei,

senza perdere la luce in quegli occhi,

senza cancellare il sorriso dalle labbra.


“ Ho il cancro, sto facendo la chemioterapia.

E’ la terza volta,

 che mi colpisce.

 La prima al seno, quando avevo ventidue anni. Poi e’tornato all’altro seno, ma non ho potuto curarmi bene, ero incinta, ho dovuto attendere…forse troppo. Rieccolo ora e’ arrivato al cervello e suppongono che abbia colpito anche le ossa. Mi sto curando, per questo mi vedi con la parrucca, i dolori alla testa mi fanno impazzire, ma sono fiduciosa.

Voglio vivere, ho un figlio di cinque anni, devo vivere.


So che con tutto quello, che assumo, curarmi per te e’ rischioso, fai quello che puoi, almeno le cure piu’ urgenti, poi, quando saro’ guarita mi sistemerai a dovere”.
Mi hai gelato Giulia, d’improvviso in questa stanza fa un freddo pazzesco, un vento gelido m’investe, stracciando il residuo di sorriso di circostanza, che ancora avevo dipinto sul viso.
Fa freddo e buio,


solo una luce,

 quella dei tuoi occhi sereni.


Ti vedo e ti rivedo nelle settimane successive, ma, piu’ che appuntamenti medici, i nostri sono incontri tra amiche, che hanno in comune il fatto di essere madri.

Ci sediamo in sala d’attesa e parliamo, ci diamo appuntamento per un caffe’ e per un pomeriggio al parco giochi con i pargoli…quando tutto sara’ finito.


Io so e tu sai

che questo non finira’, che andro’ da sola al parco, ma recitiamo da grandi attrici il nostro ruolo, lo facciamo per cercare di convincere l’altra, che tutto questo e’ solo un brutto sogno, che al risveglio ci riempiremo di un’alba stupenda.



Quando te ne vai, ogni volta che chiudi la porta, mi assale un paura folle di perderti, ricaccio indietro le lacrime,

che ora mi premono da dentro,

 ma spesso esondano, indiscrete, sfrenate, smodate, unica arma, che possiedo contro questo dolore.


Chiudi quella porta, ma il pensiero di te non mi abbandona mai.
Ti rivedo quando già l’autunno s’e’ portato via  i raggi del sole ed i ricordi lieti di un’estate passata tra le onde salmastre, ultima tua estate, ultima mia estate con te, la prima e l’ ultima.
Hai il pallore di un lenzuolo candido, adagiata inerte nel tuo letto d’ospedale, il corpo trafitto da mille tubicini, come una martire dei dipinti famosi, ti leggo negli occhi che hai dato tutto,

guerriera di luce,

per tenerti stretta questa vita, ma ora hai deposto le armi.
Calde scendono le lacrime dai miei occhi,

cerco di asciugarle con le mani, ma il petto e’ scosso da un terremoto inarrestabile, piango sul tuo lenzuolo bianco, sul tuo pigiama bianco, sul tuo viso bianco, che mi sorride e per paradosso mi consola, come fa una madre, che culla il suo bimbo.
Non ti ho piu’ rivisto, Giulia, non sono riuscita ad entrare nella camera ardente e neppure in chiesa al tuo funerale, me ne stavo fuori ristretta nel mio dolore, nascosta dagli occhiali neri, sorreggendomi a Marco, cercando nel cielo blu di quel pomeriggio d’autunno la tua luce, dolce cometa, che sei passata nel cielo della mia vita troppo in fretta.


T’imploro spesso di darmi il tuo coraggio, una piccola parte del tuo coraggio e conservo il numero del tuo telefonino nella mia rubrica. A volte mi prende il bisogno impellente di comporlo, di mandarti un messaggio, poi desisto, ma e’ li’ numeri in seguito, che comporro’ prima di rivederti:

 “ Sto arrivando Giulia,

andiamo a prenderci un caffe’ insieme”.

tratto da una pagina di diario ......."Baraka"

a giulia... a bruno a saverio a maria a nicola a caterina a giuseppe... e ai milioni di Angeli e eroi del nostro tempo.


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Commenti al Post:
Hiram.sc
Hiram.sc il 20/11/08 alle 23:30 via WEB
siamo noi gli inabili che pur avendo non diamo
 
 
Dovere_di_vivere
Dovere_di_vivere il 21/11/08 alle 12:58 via WEB
Si, spesso siamo noi. Cos'è tutta questa voglia di esprimere il meglio di noi su questo mezzo virtuale? Questa domanda mi rende fiducioso sul destino dell'umanità. E'difficile vivere da "sani" perchè non ci si rende (spesso) conto della caducità della nostra dimensione terrestre. Quando si ha consapevolezza e si vive coerentemente con essa allora siamo degli "abili". La virtù scaturisce dal costatare le nostre pecche e superale. Chi vale di più chi ama perchè amato, chi aprezza la vita perchè ammalato o chi pur non amato ama, chi pur sano apprezza la vita? Ciao :-)
 
   
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:18 via WEB
ci prepariamo all'ascolto.
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 20/11/08 alle 23:41 via WEB
OMAR KHAYYAM POETA PERSIANO DELL'XI SECOLO dal Rubaiyyat (quartine) ed.newton 1991 Voglio un carico di vino di rubino,e un libro di versi. M'occorre appena lo stretto necessario, e un pezzo di pane. Poi io e te seduti in un luogo deserto... Questa è una vita superiore al potere d'ogni sultano Non t'affliggere così vanamente, vivi contento, e nell'ingiusta via della tua sorte, vivi con giustizia. Giacchè in conclusione questo mondo è il nulla, pensa di essere il nulla, e libero vivi. Per quanto d'ogni lato io volga lo sguardo, scorre nel giardino un rivo di paradiso. La piana è divenuta un paradiso, non parlare d'inferno! Siedi qui in paradiso, assieme a un volto di paradiso
 
enrica1986
enrica1986 il 21/11/08 alle 00:01 via WEB
grazie del commento... mi tocchi nel profondo... spero che i colori che utilizzo siano all'altezza dei miei sogni... poi leggo il tuo post...e mi rendo conto di qunto spesso ci rattristiamo per cose così futili.. così mi fermo a riflettere... notte
 
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:20 via WEB
fermarsi per riflettere..... si ogni tanto fa bene... fermarsi, per poi ripartire con nuovo entusiasmo e tanta gioia nel cuore. Grazie a te, notte
 
raven.sas
raven.sas il 21/11/08 alle 02:21 via WEB
Si, tanti anni fa ho avuto un'amica divorata dal cancro..Lo sapevamo tutt'e due che non sarebbe mai uscita da la, ma fingevamo che tutto sarebbe andato bene, che sarebbe tornata a casa...dai suoi bambini...SI finge per continuare a sperare........notte
PS: ti chiedo una cosa che non ho mai chiesto, passa dal mio blog per favore, ho messo una domanda alla quale mi farebbe piacere riceve risposte...grazie....
Simona
 
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:38 via WEB
La forza che difende il cuore dalle ferite è la stessa che gli impedisce di dilatarsi alla sua massima grandezza. Kahlil Gibran "A Treasury of Kahlil Gibran"
 
ofregon
ofregon il 21/11/08 alle 16:55 via WEB
Fratello.....il mondo è pieno di piccoli grandi eroi....un eroe è colui che affronta la vita a muso duro giorno dopo giorno....Un abbraccio Fra'....^^joe^^
 
 
Dj_2008
Dj_2008 il 21/11/08 alle 22:16 via WEB
Ciao Joe...mi fai ricordare una canzone di Pierangelo Bertoli! Ciao :-)
 
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:17 via WEB
La vita è sempre, quaLE CHE SIANO LE CONDIZIONI IN CUI SI VIVE, un fatto positivo, un valore cui NON SI PUò E NON SI DEVE RINUNCIARE.
 
lunarossa111126
lunarossa111126 il 21/11/08 alle 21:54 via WEB
... che dire?... Preferisco il silenzio... è un post che si commenta da sè...
 
Dj_2008
Dj_2008 il 21/11/08 alle 22:20 via WEB
Cedo il passo a mi fratello er filosofo. Nun è cosa per me! Ciao e buona serata! :-)
 
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:39 via WEB
RESPIRO DI VITA Vorrei che andaste incontro al sole e al vento con la pelle, più che con il vestito, perchè il respiro della vita è nella luce solare e la mano della vita è nel vento Kahlil Gibran "Il profeta"
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:13 via WEB
"La mia indignazione è provocata dal disordine del mondo inteso come disordine della ragione." Vittorio Sgarbi un testo per approfondire Il Bene e il bello. La fragile condizione umana Vittorio Sgarbi. In questo piccolo, prezioso libro Vittorio Sgarbi compie una straordinaria incursione nei concetti del bene e della bellezza, traendo spunto dalla grande tradizione dell'Occidente cristiano in materia di sanità e malattia. La cristianità dell'assistenza nasce proprio dall'esigenza, dal dovere morale di curare il malato come farebbe Dio, se Dio potesse farlo veramente. Ma sembra talora che Dio non possa stendere la sua mano, ed è allora che l'assistenza interviene ricreando le condizioni di possibilità di quel miracolo che Dio non può fare. Per quanto riguarda l'architettura, l'autore afferma che l'idea dell'architetto è un'idea filosofica, al servizio di una funzione. L'architettura non può esistere se non in rapporto alle esigenze reali dell'esistenza umana. Ma non basta che tutto funzioni: occorre anche che una cosa sia bella, che risponda a un'esigenza interiore. Di qui il fallimento del razionalismo architettonico. Bene e bellezza sono in sostanza legati l'uno all'altra: da questa certezza discende un elogio della solidarietà umana, del fare, dell'agire. Il testo contiene anche alcuni pensieri sparsi dell'autore sulla condizione umana, sul senso della vita, sui cambiamenti prodotti dal passare del tempo, sul significato da dare alla malattia e alla morte, sul lavoro, sul potere e la solitudine, sui sentimenti e l'amicizia. Si respira in queste pagine un'aria di libertà, la libertà di chi sa che la vita deve essere giocata fino in fondo ma di volta in volta, sulla base di singole decisioni. Ed è questo un modo per non far passare mai il tempo, per essere sempre se stessi, come a vent'anni, conservando miracolosamente l'ingenuità e la purezza dell'adolescenza.
 
 
lunarossa111126
lunarossa111126 il 21/11/08 alle 23:26 via WEB
Il "Bene" ed il "Bene" sono legati indissolubilmente dalla notte del tempo... la vita è un gioco... d'azzardo...ma se davvero così fosse non ci sarebbe spazio per il libero arbitrio... Forse invece è un gioco simile a quello degli scacchi?... Vince chi sa prevedere il più possibile le mosse dell' "avversario"... chi sa fare le scelte "giuste"... ma cos'è giusto e cos'è sbagliato? Ogni giorno, ogni momento della nostra vita è un bivio di fronte al quale scegliere la direzione per noi in quel momento giusta... Qual è la verità? Esiste una Verità assoluta?
 
   
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:52 via WEB
gli scacchi sono per i demoni che ordiscono trappole e ti attendono al varco, sono disposti a sacrificare cavalli fanti e torri pur di giungere a realizzare il loro fine. La vita è . non serve vincere non serve perdere, perchè il premio non è eterno, la vita è emozione è gioia è dolore è amicizia è il cielo la luna le stelle il prato, il buio e la luce...sei tu ed io è un filo d'erba è un tuono, un sasso un aereoplano, un arcobaleno un pesce....il bivio è una scelta, La scelta è quel processo mentale di pensiero implicato nel giudizio del valore di diverse opzioni a disposizione che si conclude con la selezione di di una di esse ai fini della conseguente azione. Semplici esempi possono essere la scelta di comportarsi personalmente da buono o da cattivo, o la decisione in merito alla strada da prendere per fare un viaggio. ... ogni attimo scegli, sei sempre tu a decidere...perchè l'architetto dell'universo ci vuole liberi...il problema è a monte...bisogna liberarsi dal pensare che ci siamo buono o cattivo, giusto o sbagliato....scegli e vivi...e se sbagli amati e se allunghi riposa e poi riparti...e se non ti senti di continuare ricorda puoi anche prendere una scorciatoia...certo non è una strada tracciata, non è sicura, non ha un nome...ma è pur sempre una via per raggiungere la tua meta.
 
   
Hiram.sc
Hiram.sc il 22/11/08 alle 00:02 via WEB
Qual è la verità? Esiste una Verità assoluta? mi dai una domanda di riserva??? La verità. La verità assoluta.... a cosa ti serve scoprire la verità? per ubbidire ad essa... come un algoritmo di un microchip, vuoi non vivere...la verità è il mistero che ti spinge a percorrere la tua vita ad occhi aperti a piedi scalzi ed orecchie pronte a sentire, la verità gioca a nascondino e quando ti sembra di aver compreso essa svanisce..per rimetterti in gioco...la verità si scopre vivendo il mondo sapendo che non siamo del mondo, ma nel mondo.
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:25 via WEB
vedere il malata non come una persona che ha esaurito ciò che poteva dare al mondo. Gli ospedali sono pieni di persone assolutamente inutili a sè e agli altri, ma il fatto stesso che noi possiamo provare un sentimento , un affetto, questo ci dà il senso dell'umanità, ....facendoci intendere cos'è lo spirito.La vita è. La morte non è.
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:30 via WEB
LA SANITA' E' UNA CONDIZIONE NORMALE, CHE NON AVVERTI. LA MALATTIA NON LA PUOI SCEGLIERE: TI ACCADE, E' UNA VIOLENZA CHE TU SUBISCISENZA POTER FARE NULLA.
 
Hiram.sc
Hiram.sc il 21/11/08 alle 23:40 via WEB
SOFFERENZA Il tuo dolore è lo spezzarsi del guscio che racchiude la tua capacità di comprendere. E se potessi mantenere il cuore sospeso in costante stupore ai quotidiani miracoli della vita, il dolore non ti sembrerebbe meno meraviglioso della gioia; e accetteresti le stagioni del tuo cuore, come hai sempre accettato le stagioni che passano sui tuoi campi. Kahlil Gibran "Il Profeta"
 
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