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Post n°73 pubblicato il 14 Ottobre 2007 da fernet_e_cola
Il Chino sta per essere processato. Si apriranno infatti a giorni i processi per l'ex presidente peruviano Alberto Fujimori, estradato dal Cile, dove aveva riparato dopo che la Corte peruviana gli aveva rifiutato il permesso di partecipare alle elezione vinte da Alan Garcia. Fra le accuse principali, ci sono quelle di aver ordinato il massacro di Barrios Altos e dell'Università de "la Cantuta", di aver comandato la sterilizzazione forzata di un milione di donne indio e non ultimo la "violazione di domicilio" della casa di Vladimiro Montesinos, l'eminenza grigia della regime, l'Himmler peruviano. Questo reato all'apparenza di secondo piano consentì all'ex presidente di cancellare ogni prova dei ricatti che Montesinos insieme a lui avevano commesso contro moltissimi personaggi influenti del loro Paese. Infatti tutte le malversazioni e le loro angherie erano state filmate e stipate in un archivio di VHS, per usarle come deterrente nei ricatti. Una volta cambiato governo, però le prove sarebbero diventate sconvenienti. Per questo poco prima di riparare in Giappone, Fujimori aveva ordinato a dei suoi uomini di entrare nella casa di Montesinos e far sparire il tutto. Il Direttore |
Post n°72 pubblicato il 12 Ottobre 2007 da fernet_e_cola
Il mondo dei media si prende troppo spesso la briga di censurare vite e mitizzarne altre. Era il 11 giugno 1963, a bordo di una Austin Westminister, il venerabile Thich Quang Duc partì dalla pagoda An Quang, diretto al centro di Saigon. Quang Duc era quello che da noi viene definito un bonzo, un monaco buddista simile a quelli che sono scesi in piazza per manifestare contro il governo del Myanmar. Aveva abbandonato a sette anni la sua casa per diventare un monaco, per donare la sua vita a Buddha. Quel giorno l'incrocio fra Phan Đình Phùng street e Lê Văn Duyệt street doveva essere stato molto trafficato. Quang Doc arrivò a bordo della sua macchina, di un celeste quasi comico, ma in quello che fece, non ci fu niente di comico. ''Prima di chiudere i miei occhi e dirigermi verso la visione del Buddha, Io ho rispettosamente pregato il Presidente Ngo Dinh Diem di fare qualcosa per la gente del nostro Paese e di creare un'uguaglianza religiosa per mantenere per sempre la forza della nostra Patria. Adesso però invito i venerabili, i reverendi, i membri del Sangha e laici buddhisti ad organizzarsi in reciproca solidarietà per proteggere il buddismo, anche con i sacrifici.'' Questo era quello che si leggeva in una lettera del monaco, lasciata prima di compiere il suo gesto. Di lì a poco, dopo essersi cosparso di benzina, Quang Duc riunì le gambe e le mani in posizione di preghiera e si diede fuoco. I testimoni giurano che non mosse un muscolo, mentre la testa rasata diventava sempre più nera, la pelle ardeva e un odore di carne umana bruciata si levava su tutto il centro di Saigon. Il governo Statunitense messo alle strette da un gesto così esemplare fu di lì a breve costretto a delegittimare il suo protetto nel Vietnam del Sud. Una splendida poesia* ne racconta la storia Hanno detto che eri un drogato *(materiale appartenente al sito http://sottolalbero.blogspot.com/), per ''domino'' si dovrebbe intendere l'effetto domino. Il Direttore |
Post n°71 pubblicato il 11 Ottobre 2007 da fernet_e_cola
Haidar Abd al-Shafi aveva 88 anni, aveva pochi capelli bianchi e aveva l'aspetto che qualsiasi uomo del mondo ha a quell'età. Il 25 settembre se n'è andato. Nel 1936 aveva fondato la Mezzaluna Rossa palestinese e nel Gennaio del 1996 era stato il rappresentante più votato alle elezioni per l'assemblea legislativa del suo Paese. Un suo intervento alla conferenza di Madrid fu commovente per la fermezza e per la lucidità di analisi: «nel nome del popolo palestinese, noi vogliamo rivolgerci direttamente al popolo israeliano con il quale abbiamo avuto un prolungato scambio di sofferenze: lo invitiamo a condividere la speranza, invece. Noi desideriamo vivere fianco a fianco condividendo la terra e la promessa del futuro. Ma, condividere richiede due partner desiderosi di condividere come uguali. Mutualità e reciprocità devono rimpiazzare dominazione ed ostilità, perché si possa avere una genuina riconciliazione e convivenza nella legalità internazionale. La vostra sicurezza e la nostra sono mutualmente dipendenti, interconnesse come le paure e gli incubi dei nostri figli. Noi abbiamo visto di voi il peggio ed il meglio. Perché l'occupante non può nascondere nulla all'occupato, e noi siamo testimoni del prezzo che l'occupazione vi ha fatto pagare». La Palestina perde un grande uomo, ma anche un politico importante capace di cogliere oltre alle responsabilità israeliane anche i limiti della condotta della gente della sua terra. Le parole che dovranno ricordarlo ai nostri figli saranno riferite anch'esse alla sua terra, alla sua Palestina. Il Direttore |
Post n°69 pubblicato il 27 Settembre 2007 da fernet_e_cola
La nostra redazione è legata a Mastrogiacomo da una grande stima e da un'enorme ammirazione. Quando abbiamo visto sulla Home page di repubblica.it che aveva intervistato Hugo Chavez ci siamo sfregati le mani, abbiamo cliccato sull'articolo e ci siamo messi, impazienti, a leggere. Letto una volta! Letto due volte! Ci piaceva più che il classico Omero Ciai, ma qualcosa non andava, poi ci siamo accorti. Era la classica intervista che legittima la visione del giornale sul personaggio. Non gli si chiedono numeri, non si cerca di conoscere nuovi aspetti della politica bolivariana o del cosidetto socialismo del XXI secolo, ma è la solita, sempre la solita intervista. Argomenti triti e ritriti, cose risentite mille volte. Si insiste sul folklore, sul fatto che è un personaggio di cui diffidare troppo militare, troppo poco politico. Gli si chiede del golpe del 2002 (5 anni fa!), addirittura un accenno al 1992. Ma niente di niente sui nuovi programmi. Si chiede della nuova costituzione che permetterebbe la rielezione, ma non si chiedono altri aspetti di questa! Non può e non è solo questa l'innovazione, ma delle altre non ci interessa perché non dipingono il Presidente come un buffone! Ci dispiace Mastrogiacomo, ma stavolta ci hai deluso! Il Direttore
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Post n°68 pubblicato il 22 Settembre 2007 da fernet_e_cola
Dovranno rimettere lo spumante nel frigo a Miami. Gli esuli cubani che dagli Usa aspettano la morte di Fidel saranno rimasti molto delusi nel vedere la faccia del Lider Maximo di nuovo in tv. Certo ormai ha abbandonato la divisa, per una più comoda tuta che ricorda tanto una degenza ospedaliera, ma Fidel Castro sembra davvero stare bene o almeno stare meglio. Come lui stesso ha ricordato, "è vero morirò" ma non si può dire quando. I destabilizzatori, gli agenti Cia e tutti i vari Posada Carrilles dovranno aspettare ancora un po' per festeggiare. Bentornato Comandante! |
Post n°67 pubblicato il 19 Settembre 2007 da fernet_e_cola
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Post n°66 pubblicato il 12 Settembre 2007 da fernet_e_cola
Trentaquattro anni fa, una delle persone più spietate che il nostro secolo abbia conosciuto, si insediava come presidente di uno stato latinoamericano che ancora porta le cicatrici delle sue angherie. Le porta nella memoria e nella costituzione. In ricordo di chi, quel giorno perse la vita combattento valorosamente contro i militari e contro le ingerenze di Washington, AlterTg vuole porre una simbolica corona di fiori, davanti alla Moneda. |
Post n°65 pubblicato il 07 Settembre 2007 da fernet_e_cola
Se oggi il più importante quotidiano italiano può dirsi ancora un po' meno serio e se i suoi lettori possono dirsi un po' meno orgogliosi di aver speso quell'euro, noi di AlterTg crediamo che io merito sia proprio di Omero Ciai. Il diritto di cronaca è sacrosanto, ma anche il senso di responsabilità del cronista è un diritto dei lettori e un dovere del giornalista. Quando si parla di zone periferiche come può essere l'America Latina per noi italiani, il giornalista diventa spesso l'unico occhi che ci possa raccontare la realtà. Ma perché quest'occhio si sofferma solo a dipingere il presidente Chavez come un buffone o indagare negli anfratti della vita privata della "famiglia reale" cubana? La guerra che dilania la Colombia non è forse più utile e importante da conoscere per il lettore italiano? E quella di Haiti? La repressione nel Messico di Oaxaca? La costituente in Bolivia? e la lista potrebbe continuare a lungo. Ma forse per l'italiano è meglio sapere cosa dicono le nuore di Fidel Castro. Vero OMERO CIAI? Il Direttore |
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