Post n°1325 pubblicato il
05 Giugno 2015 da
Vince198
Secondo il professor Alessandro Rosina, docente associato di demografia alla facoltà di Economia all’Università Cattolica di Milano, l’aspettativa di vita di 79 anni per gli uomini e 84 per le donne ha spostato in avanti le lancette delle fasi della vita. Si è così bambini fino ai 15 anni (mentre fino agli anni ’60/’70 lo si era fino ad 11), giovani dai 16 ai 24 anni, ma giovani adulti (fascia d’età prima inesistente, dato che a 25 anni si era considerati adulti e lo si restava fino ai 60, età in cui cominciava la vecchiaia) dai 25 ai 34 anni.
Adulti. Oggi si diventa adulti a 35 anni e lo si resta fino a 54 (si passa poi ai “tardo adulti”, ai “giovani anziani” dai 65 ai 74 anni, “anziani” dai 75 agli 84 ed infine “grandi anziani” dagli 85 in poi). Responsabile di ciò sarebbe anche la mancanza di lavoro, che non permette ai giovani di uscire di casa e diventare effettivamente adulti indipendenti, come invece accadeva in passato.
FANCIULLI DI 52 ANNI. Da un’altra ricerca realizzata su 2.200 persone dall’Istituto di statistica e dal ministero del Lavoro britannici e pubblicata sul Daily mail, emergono però dati diversi. Secondo gli intervistati under 25, la fine della giovinezza arriva a 32 anni, mentre l’inizio della vecchiaia è fissato a 54 anni. Lo scenario cambia per gli over 25, secondo i quali la giovinezza finisce a 41 anni, mentre l’età matura comincia a 59. Gli ultra ottantenni invece fissano la fine della fanciullezza a 52 anni e l’inizio della maturità a 68.
(Focus - Giugno 2015)
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Francamente non avevo mai pensato a tutti questi distinguo, alcuni dei quali trovo molto sensati: mi riferisco ai dati iniziali che fanno risaltare una certa differenza fra chi entra giovane nel mondo del lavoro e chi no. Tuttavia credo che non è tanto una definizione fisica dell’età giovanile, di quella di mezzo e della tarda età che può incidere sulla vitalità - soprattutto psichica - di una persona.
Quello che conta è la lucidità mentale, capacità di analisi, sintesi etc. che fanno risaltare e brillare di luce propria qualsiasi persona. Oggi noto, ahimè, che spesso l’età è un optional nelle situazioni precedentemente riferite.
Hermann Hesse, in suo libro intitolato per l’appunto “Le stagioni della vita” - scritto in tarda età, affermò..
«Per la maggior parte delle persone arriva un periodo in cui le cose cambiano, in cui essi vivono maggiormente per gli altri, non certo per virtù, ma proprio come atto spontaneo e naturale. Per i più, è effetto della famiglia. Si pensa meno a se stessi e ai propri desideri, quando si hanno figli. Altri perdono l’egoismo per amor di una carica, per amor di politica, per l’arte o per la scienza. La gioventù vuole giocare, l’età adulta lavorare.
Nessuno si sposa per avere figli, ma quando li ha, essi lo trasformano, e alla fine egli riconosce che tutto in fondo è stato per loro.»
Amici carissimi, che ne pensate?
Colgo nel frattempo l’occasione per augurare a voi tutti e ai vostri cari un .. delizioso fine settimana!
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