Post n°1448 pubblicato il 13 Ottobre 2016 da Vince198
Nome non ha, amore non voglio chiamarlo questo che provo per te, non voglio che tu irrida al cuor mio com'altri a' miei canti, ma, guarda, se amore non è pur vero è che di tutto quanto al mondo vive nulla m'importa come di te, de' tuoi occhi de' tuoi occhi donde sì rado mi sorridi, della tua sorte che non m'affidi, del bene che mi vuoi e non dici, oh poco e povero, sia, ma nulla al mondo più caro m'è, e anch'esso, e anch'esso quel tuo bene nome non ha...
Rina Faccio, alias Sibilla Aleramo (Da "Il mio diario", 16 dicembre 1941)
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Il senso più percepibile che questi versi della poetessa di origine piemontese emanano, non è solo il contenuto di sofferenza della stessa verso un uomo - Julius Evola, notabile del periodo fascista -, anche il timore, le incertezze che esprime e che più accorate, umane non potrebbero essere, quanto e soprattutto un supremo desiderio di lei: sentirsi libera da legami tipici di una società troppo convenzionale, bacchettona, attenta a chi esce da certi canoni, pronta a mettere all’indice chi non canta in quel determinato coro. Lei, una delle tante che hanno avuto una vita travagliata ma che ha avuto il coraggio di esprimerlo, di gridarlo.. Una vita resa scivolosa da regole di bon ton eccessivamente restrittive che l’hanno resa parecchio complicata, amara.. Già che da sedicenne subì violenza e fu costretta dal padre a sposare un uomo verso cui non ebbe alcuna attrazione e da cui subì soprusi.. Questo suo desiderio di emancipazione, libertà s’era già notato ai tempi – 1916/17 – di quell’amore pazzesco, assurdo a tratti violento con il poeta genovese Dino Campana (che non ebbe molti riguardi verso lei riempiendola. in accessi d’ira, di botte e ancora botte), dopo circa una decina d’anni questo nuovo amore sembrò alla Aleramo volerle legare - more solito - “mani e piedi”.. Amore (..) cui si sottrasse con grande sofferenza: questi versi sono l’espressione di un sentimento profondo che non trova giusta corrispondenza proprio per quelle libertà individuali negate per lungo periodo alle donne. Anche lei oggi, come Evelina Cattermole Mancini e tante altre, sarebbe stata una donna felice, libera di gestire la sua vita secondo i propri desideri..
Dopo aver letto la tua spiegazione sotto la poesia, non posso certo dire che mi piace; la poesia si, ma la storia molto meno.
Dici che oggi sarebbe una donna felice ... lo credo anche io, ma lo credo solo nel caso avesse incontrato il vero Amore; l'unico che guarisce veramente ogni dolore.
Ho letto che hai avuto l'influenza, sono contenta che ti stia passando; riguardati, caro
Buona giornata Vince, una strencia :-))
La poesia a me piace proprio per quel - di lei - sentirsi persa in un sentimento non corrisposto o mal corrisposto. Secondo me la Aleramo è stata troppo colpevolizzata: è vissuta in un periodo in cui la società è stata eccessivamente maschilista e ha pagato a caro prezzo quel suo anelito di libertà individuale.
Certo che oggi avrebbe potuto essere felice alle condizioni da te scritte, ma al suo tempo non ebbe quelle opportunità senza essere "tacciata" in malo modo. Non so se mi sono spiegato..
(Da ieri sto benino, Norma: dopo 4 gg. di non sonno, negli ultimi due ho recuperato il sonno perso: meno male!)
Mandi piciule, une busadutte ^_________^
Oggi parli di una delle donne che hanno combattuto affinchè noi oggi avessimo quella che è la nostra condizione, la libertà e la liberazione dal giogo di padri e mariti...Non dobbiamo dimenticare mai queste grandi donne...Mi pare che avessimo già parlato di quanto mi abbia sempre attratto la sua storia travagliata con Dino Campana da cui scaturì quello splendido "Un viaggio chiamato amore"...lei fece molto bene a lui anche per la sua professione...Lui a lei un pò meno...
Buona serata Vince...mi raccomando riguardati che è iniziato il freddo :-) Un abbraccio affettuoso...
.. ehehehe .. Sono appena uscito da un periodo di influenza, Carmen! Sei giorni di gran fastidio però, negli ultimi due, ho recuperato sonno, forze e un pizzico di allegria.. Il resto nei prossimi giorni ^___*
La storia della Aleramo .. si, ne abbiamo fatto cenno: è una storia di dolore, di una donna che ha molto sofferto prepotenze di uomini con poco granu salis e tanto egoismo. A Campana un po' tendo a perdonare certe sue reazioni - con la Aleramo - non proprio conformi, solo perché il suo stato mentale stava chiaramente degradando.
Ha scritto versi bellissimi dedicati alla poetessa alessandrina, frutto di un sentimento che, almeno inizialmente, è certamente stato naturale, accettabile nelle sue effusioni più evidenti.
Sto ripercorrendo questa via, ricordando vicende tanto note quanto dolorose perché, oltre miei personali sentimenti in questo tema, c'è ancora in giro molto egoismo parecchio oppressivo verso tante donne e non vedo interventi adeguati in chi, in Italia, avrebbe questo precipuo compito. Da uomo dico che ci vorrebbe educazione in questa tematica, più protezione e tantissima severità, ma tanta tanta, contro chi si prende "licenze" a discapito delle donne. Ti abbraccio ^______^
Non la invidio, proprio no. L'incertezza che, a mio parere, traspare da quei versi, mi fa provare un senso di pena per quella che ritengo una vita assai disgraziata. Purtroppo questa sensazione dolorosa prevale, nella mia sensibilità, su ogni altra valutazione. Non riesco a vedere il bello nel dolore, per quanto esso possa essere immanente nell' esistenza degli esseri umani. La mia filosofia è: finché ci siamo, cerchiamo di godercela al massimo, tra una tranvata e l'altra che la vita ineluttabilmente ci riserva. Notte ^__________^
La tua filosofia, caro Valerio, è una filosofia che definisco più che corretta e .. sostanzialmente redditizia. Ma lei - la Aleramo, al tempo l'ha avuta ma non ha potuto soddisfarla per motivi che ho citato in questo tema. Ho solo riportato certa condizione femminile del tempo che sicuramente non fa piacere a chi ha imposto regole astruse, assurde di bon ton. Mandi biel, bune zornade ^_____^
Purtroppo la storia della Aleramo mi ricorda per molti versi parecchie storie contemporanee che appaiono nelle notizie di cronaca, soprattutto quella nera. E mi sorge spontanea una domanda, considerando il rapporto tra la Aleramo e Dino Campana: cosa spinge tuttora una donna a porsi scientemente in una simile condizione di sudditanza che potrà avere soltanto esiti nefasti, o quasi? Non c'è soltanto la società maschilista alla base di tale condizione, perciò. Buon fine settimana, Vince :-))
Oggi esistono molti "riflessi" simili a quella dolorosa situazione. Tuttavia considera che lei venne violentata a 16 anni e costretta dal padre a sposare quel "galantuomo".. Cosa incredibile! Scusa la crudezza, ma se avessi avuto una figlia in quella situazione, a quel "soggetto" glieli avrei staccati e fatti mangiare.. Sono buono e bravo, ma certe cose da maiali come quelle fanno venir fuori il lato più retrivo della mia personalità. Divento sul serio una bestia!
Se in una società maschilista come fu quella si imposero quelle regole di "bon ton", allora mi pare chiaro che la Aleramo, da ragazza, subì veri e propri traumi e che, in itinere, probabilmente cercò in qualche modo una via appagante. Via che, evidentemente, mai trovò. Insomma non fu, almeno per me, la classica z.... in cerca di esclusiva soddisfazione fisica. Ho letto molto della Aleramo che, pur atteggiandosi a femme fatàle, in realtà fu ben altro. Dopo di che posso anche avere avuto una visione sbagliata di questa storia, caro Valerio: nulla contro.
Però, ricordando quello che mi raccontò mia nonna Maria Adelaide, una "ragazza del '99", gli uomini all'epoca praticamente "spadroneggiarono" a loro piacimento, pur ammettendo lei stessa che "donnine allegre" ci siano sicuramente state. Oggi le cose sono cambiate ma, come certo tu sai per la professione che eserciti da tantissimo tempo, se guardiamo bene, esistono ancora certe odiose prevaricazioni dure a morire. La cronaca "nera" ce lo ricorda quasi tutti i giorni. E non credo debba insegnarti nemmeno una virgola in queste faccende che definisco non solo schifose e degradanti per l'uomo, ma che, se potessi farlo, agirei per le vie legislative in modo veramente "forte" a fronte di simili casi di odiosa prevaricazione maschile. "Capisci a mme" .. ^_____^
Quella della Aleramo, presumo.. "sentirsi libera da legami tipici di una società troppo convenzionale, bacchettona, attenta a chi esce da certi canoni, pronta a mettere all’indice chi non canta in quel determinato coro." Una società al tempo molto maschilista, in cui la voce della donna è stata costantemente inascoltata, ignorata. Se ti par poco che un amore possa avere simili preconcetti.. Al tempo le cose furono in questi termini ^___^
Donne di notevole talento, che a causa della ristretta mentalità che vigeva all'epoca, sono state costrette a reprimere tutti i loro sogni e desideri. Oggi le donna abbiamo più libertà, ma c'è anche tanto meno poesia e romanticismo. E' buffo che non esista mai una via di mezzo che appiana le cose. Ciao Vince
Convengo conr la prima parte del tuo commento, Laura. Sul fatto che oggi ci sia meno poesia non saprei dirti: dipende da tanti fattori, fra i quali l'età, l'educazione ricevuta, le frequentazioni, il proprio carattere.. Tutto sommato penso che la sincerità e il rispetto siano alla base di un rapporto, dopo di che.. Dio solo sa quel che può venirne fuori.. ^______^
Ciao Vince, sono contenta di leggere anche qui che ti sei ripreso :-)))) Il sole purtroppo anche qui oggi latita, però ti porto un pensiero luminoso!!!! Di quelli a forma di raggio ^__________^
Una streeeeeeencia :-))))
Ho sentito di questa dolorosa faccenda, Lucrezia: certi provvedimenti, emanati per tempo, non risolvono tutto, però danno sollievo, evitano ulteriori danni nei danni ^___^
Dici che oggi sarebbe una donna felice ... lo credo anche io, ma lo credo solo nel caso avesse incontrato il vero Amore; l'unico che guarisce veramente ogni dolore.
Ho letto che hai avuto l'influenza, sono contenta che ti stia passando; riguardati, caro
Buona giornata Vince, una strencia :-))
Certo che oggi avrebbe potuto essere felice alle condizioni da te scritte, ma al suo tempo non ebbe quelle opportunità senza essere "tacciata" in malo modo. Non so se mi sono spiegato.. (Da ieri sto benino, Norma: dopo 4 gg. di non sonno, negli ultimi due ho recuperato il sonno perso: meno male!)
Mandi piciule, une busadutte ^_________^
La storia della Aleramo .. si, ne abbiamo fatto cenno: è una storia di dolore, di una donna che ha molto sofferto prepotenze di uomini con poco granu salis e tanto egoismo. A Campana un po' tendo a perdonare certe sue reazioni - con la Aleramo - non proprio conformi, solo perché il suo stato mentale stava chiaramente degradando.
Ha scritto versi bellissimi dedicati alla poetessa alessandrina, frutto di un sentimento che, almeno inizialmente, è certamente stato naturale, accettabile nelle sue effusioni più evidenti.
Sto ripercorrendo questa via, ricordando vicende tanto note quanto dolorose perché, oltre miei personali sentimenti in questo tema, c'è ancora in giro molto egoismo parecchio oppressivo verso tante donne e non vedo interventi adeguati in chi, in Italia, avrebbe questo precipuo compito. Da uomo dico che ci vorrebbe educazione in questa tematica, più protezione e tantissima severità, ma tanta tanta, contro chi si prende "licenze" a discapito delle donne. Ti abbraccio ^______^
Se in una società maschilista come fu quella si imposero quelle regole di "bon ton", allora mi pare chiaro che la Aleramo, da ragazza, subì veri e propri traumi e che, in itinere, probabilmente cercò in qualche modo una via appagante. Via che, evidentemente, mai trovò. Insomma non fu, almeno per me, la classica z.... in cerca di esclusiva soddisfazione fisica. Ho letto molto della Aleramo che, pur atteggiandosi a femme fatàle, in realtà fu ben altro. Dopo di che posso anche avere avuto una visione sbagliata di questa storia, caro Valerio: nulla contro.
Però, ricordando quello che mi raccontò mia nonna Maria Adelaide, una "ragazza del '99", gli uomini all'epoca praticamente "spadroneggiarono" a loro piacimento, pur ammettendo lei stessa che "donnine allegre" ci siano sicuramente state. Oggi le cose sono cambiate ma, come certo tu sai per la professione che eserciti da tantissimo tempo, se guardiamo bene, esistono ancora certe odiose prevaricazioni dure a morire. La cronaca "nera" ce lo ricorda quasi tutti i giorni. E non credo debba insegnarti nemmeno una virgola in queste faccende che definisco non solo schifose e degradanti per l'uomo, ma che, se potessi farlo, agirei per le vie legislative in modo veramente "forte" a fronte di simili casi di odiosa prevaricazione maschile. "Capisci a mme" .. ^_____^
Una streeeeeeencia :-))))