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Post n°1928 pubblicato il 03 Agosto 2024 da Vince198
« Un atto coerente isolato è la più grande incoerenza.» È ovvio che non tutto quello che viene imposto, a mio modo di vedere, è accettabile. Non mi riferisco alla forma, quanto alla sostanza. Mi sono altresì chiesto quanto è importante, nel mondo dei sentimenti, quella parola, la coerenza. In questo caso siamo in un ambito in cui, per certi versi, diventa scivoloso, incerto, un ambito in cui far passi falsi non è per nulla complicato – tutt’altro - con conseguenze inimmaginabili. Questo è uno dei più grandi bisogni dell’essere umano; in particolare ciò che l’esperienza ci ha insegnato e ciò che la contingenza richiede. Ebbene, è pur vero che non sempre è facile riuscire in questo gioco di equilibri spesso precari e che tale conflitto finisce spesso per creare vero disagio, quando non conseguenze più dolorose. Sta di fatto che bisogna sempre provare, a mente serena, cercare la soluzione più corretta, positiva o meno dolorosa. Potremmo definire, in solido, il rapporto che sussiste fra l’esperienza e la coscienza. Questa convergenza rappresenta il risultato di ogni cosa vissuta e di quanto appreso da essa per poter agire in coerenza con la personale scala di valori, i sentimenti e i desideri. Sempre grato a chiunque vorrà esprimere un pensiero in questo tema. |
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Penso che la coerenza sia ovviamente un comportamento sempre fedele al proprio pensiero, modus vivendi, basato su personali convinzioni spesso difficilmente removibili e che, pur con aperture al dialogo, ciascuno di noi difende perchè è intimamente convinto che quella intrapresa sia la strada giusta.
É difficile avere un quadro completo in questo ambito: ho notato una certa difficoltà (ad es. in me è accaduto in alcune particolari circostanze) quando ci si rende conto di dover cambiare determinate cose, atteggiamenti, comportamenti, significa concretamente agire sulla propria vita e sulla propria realtà, trasformandola in una realtà che risponda, con coerenza, a propri valori, quelli messi in discussione che andrebbero nuovamente plasmati.
In definitiva alla propria visione interiore. C'è chi è propenso a farlo, a mettere in gioco propri principi quando si accorge che i medesimi hanno bisogno di essere rimodulati. C'è chi, al contrario, come si usa dire "si chiude a riccio", non si sposta di un millimetro dalle proprie convinzioni per diversi motivi, fra cui immagino prevalga la "paura dell'ignoto".
L'evoluzione personale si sa non ha limiti, però credo sia importante sapere che il punto di partenza è esattamente dentro noi stessi. Da lì si scende in quel dedalo di vie che si incontrano nel percorso della propria vita e scegliere quelle che sono più conformi ai propri pensieri. Cosa ovviamente per nulla semplice.
Ancora grazie, Simona, ti auguro una serena notte ^____^
Impegni personali non mi permettono di andare oltre il limite predetto, limite che a me sembra molto ragionevole. Naturalmente non sono sempre gli stessi i miei interlocutori, ogni tanto qualcuno si aggiunge, qualcun altro se ne va: la media rimane quella predetta.
Sul mio tema non hai niente da commentare? Ovviamente è una tua facoltà, tuttavia mi sembra alquanto interessante: oltretutto riguarda chiunque!
Grazie, buon appetito.
Nel mondo dei sentimenti, poi, credo tu ben sappia che quella correlazione è ancor più complicata proprio per la peculiarità del sentimento amoroso che non solo non trova una definizione esauriente, quanto i suoi percorsi non sempre sono prevedibili, direi molto poco. Il tutto è un incontro di reciproci intendimenti che può trovare o meno la giusta armonia.
Mi viene da dire che tutto questo è una specie di rebus, casi in cui il "puzzle" coincide perfettamente, altri in cui "le differenze e gli angoli" non si rapportano correttamente.
Grazie a te per il commento del tutto gradito! A ben rileggersi, ti auguro una buona serata ^____^
Fatta rapida colazione, vengo qui a risponderti ben volentieri. E' da un bel pò che non ci si .. legge. Beh .. si può tranquillamente riprendere quel filo senza troppi tentennamenti, vero?
Il tuo commento è più che condivisibile, specie quando ci si rende conto che pensare è un esercizio salutare, realizzare i propri pensieri, desideri correlati con la realtà spesso è ben altra cosa. Coerenza vorrebbe che non si andasse oltre quello che realmente si è in grado di fare, tuttavia il virgolettato di Carl Rogers va sempre tenuto presente per non dover dopo assaporare certa delusione.
La vita ci riserva eventi che non possiamo conoscere in anticipo, molti no, per questo conviene mantenere un profilo "basso" fra esperienza e coscienza di quello che si può fare o meno. La coerenza non è sinonimo di rigidità, ottusità. E' semmai dignità, corrispondenza tra le parole e le azioni. Non è per nulla semplice, però a questo si deve mirare a mio avviso.
Grazie per il commento, un abbraccio a te e a ben rileggersi ^___^