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Edvard Munch

Post n°1927 pubblicato il 02 Agosto 2024 da Vince198

 

Dati biografici.

Edvard Munch nasce il 12 dicembre 1863 a Loten, una cittadina vicino Christiania, nome con cui venne chiamata Oslo fino al 1925.

Nel 1879 si iscrive all'istituto tecnico, ma presto cambia indirizzo frequentando la Scuola reale di disegno, dove assiste alle lezioni dello scultore Julius Middelthun ed entra in contatto con un ambiente artistico per lui molto stimolante.

A metà  anni ottanta (del 19° secolo) entra a far parte della cerchia bohémienne di Christiania, visita l'Esposizione universale di Anversa e si reca a Parigi.

Nel 1889 è ancora nella capitale francese, nel fermento dell'Esposizione universale.

I soggiorni parigini portano l'artista a eliminare ogni residuo della influenza impressionista e pointillista (piccole pennellate a punti) a favore di un nuovo vocabolario teso a rappresentare gli stati d'animo e indirizzato sempre più verso una pittura di carattere simbolista.

Nel 1892 espone 55 opere a Christiania: suscita l'indignazione della critica ma colpisce Adeelsten Normann, pittore norvegese membro dell'Associazione degli artisti berlinesi che gli organizza una mostra a Berlino.

L'esposizione, sebbene venga chiusa solo dopo una settimana perché considerata scandalosa, ha una tale risonanza fra gli artisti tedeschi che Munch decide di trasferirsi a Berlino nel 1893.

Il periodo berlinese rappresenta un momento di grande fermento per Munch, che dipinge in questi anni opere come L'urlo. Vampiro, II bacio e la prima versione di Madonna.

Elabora opere importanti all'interno di una sequenza dedicata alle tematiche dettate da amore, paura, malinconia, vita e morte.

Parallelamente alla produzione pittorica Munch si dedica anche all'incisione e dal 1902 alla fotografia, quali ulteriori strumenti di indagine psicologica e introspettiva.

Afflitto da una fragile salute fisica e mentale, l'artista alterna a un'intensa attività pittorica ed espositiva frequenti ricoveri in ospedale,

Nonostante i riconoscimenti tributati in patria, Munch si rifugia in dimore solitarie lontane dalla città, A Ekely, nel 1916 acquista una tenuta e vi trascorrerà il resto della propria vita.

Con l’ascesa al potere del partito nazionalsocialista, nel 1937 oltre ottanta dipinti di Munch furono considerati "arte degenerata" e ritirati dai musei del Reich. La successiva occupazione nazista della Norvegia spinse l'artista a chiudersi ulteriormente nel suo isolamento. Munch muore il 23 gennaio del 1944, lasciando le proprie opere alla città di Oslo,

 

 Urlo di Munch



Urlo (1893, conservato nel museo nazionale di Oslo)

É probabilmente l’opera più conosciuta di Munch, opera che racchiude un significato molto particolare, per come di seguito riportato.

 

L'uomo da solo con la sua paura di fronte a una natura che non consola, ma che, anzi, amplifica il terrore: questo è il soggetto del dipinto, di cui esistono oltre cinquanta versioni.

È lo stesso pittore che racconta nei suoi diari la genesi di quella che si può considerare una delle sue opere più famose:

«Camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciai a sentirmi avvolto da un senso di malinconia. A un tratto il cielo si fece rosso sangue. Mi fermai, appoggiandomi alla staccionata, stanco morto, e fissai le nubi infiammate che gravavano, come sangue e spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla città. I miei amici continuarono a camminare, lo rimasi inchiodato in piedi, tremante per la paura e udii un grido forte e infinito trafiggere la natura».

La scelta dei colori accesi stesi con pennellate vigorose, la peculiarità della composizione caratterizzata dalla presenza della staccionata e dal taglio del margine inferiore, che elimina la cesura fra il mondo del dipinto e quello reale, diventano i mezzi attraverso i quali Munch rappresenta l'immagine del dolore universale causato dalla spaventosa presa di coscienza della perdita dell'armonia fra l'uomo e il paesaggio circostante.

La figura in primo piano, rimasta sola, sbarra gli occhi e si chiude le orecchie per non sentire l'urlo lancinante di chi è gettato nel mondo e ne sente con angoscia la pressione, nel proprio intimo, consapevole di non poter più trovare rifugio nella natura.

 

 
 
 
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Un blog di: Vince198
Data di creazione: 21/07/2006
 

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