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Cosa sono le nuvole

Post n°1937 pubblicato il 24 Agosto 2024 da Vince198

 

 

Ho ascoltato oggi questo brano di Domenico Modugno e, come spesso m’accade, sono tornato indietro negli anni, tanto indietro: all’anno 1968!
I tempi del liceo, tempi in cui la musica leggera era focalizzata su altro genere interpretativo.

Lucio Battisti, ad esempio, in quel periodo cantò il suo primo brano: Per una lira.. («Per una lira vendo tutti i sogni miei..»).

Non ricordavo questo brano di Modugno, per lo meno non mi è tornato subito in mente, visto che la memoria ancor oggi mi assiste .. abbastanza bene.

Per un momento, il tempo dell’ascolto, lasciamo da parte le novità odierne, tutto quello che ruota intorno alla musica leggera, spettacoli di ogni genere e dedichiamo qualche minuto all’ascolto di questo brano del meraviglioso cantante pugliese di Polignano a Mare, splendida località del Tavoliere.

Brano composto dallo stesso Modugno e da Pier Paolo Pasolini, nasconde in sè richiami dell’Otello shakespiriano.

I … Rolling Stones hanno soprannominato Modugno “l’incantatore, l’anima del popolo..” e molto altro. Detto da quel celebre quartetto che, con il loro genere musicale navigarono e navigano in ben altri lidi, a me pare un bel riconoscimento.

«L’essenza della vita non sarà perduta se l’umanità sarà ancora capace di sorridere, affascinarsi, commuoversi, rubando qualcosa agli innumerevoli burattinai ladri di identità, diabolici dissimulatori della realtà

Così si espresse Giorgia Bruni, del Centro studi Pier Paolo Pasolini in quel di Casarsa (Pn).

Anche in questo caso non posso che concordare, per quel poco che vale il mio pensiero, con Giorgia Bruni.

...

Ecco il testo:

Che io possa esser dannato
Se non ti amo
E se così non fosse
Non capirei più niente
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così

Ah ma l’erba soavemente delicata
Di un profumo che da gli spasimi
Ah tu non fossi mai nata
Tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così

Il derubato che sorride
Ruba qualcosa al ladro
Ma il derubato che piange
Ruba qualcosa a se stesso
Perciò io vi dico
Finché sorriderò
Tu non sarai perduta

Ma queste son parole
E non ho mai sentito
Che un cuore, un cuore affranto
Si cura
L’unico e tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così



Che dire di altro? Sinceramente sono rimasto abbagliato non tanto dalla parte musicale quanto dalle parole: una bellezza travolgente, un modo di “poetare in musica” che non trovo in altri autori: tocca l’anima nelle sue profondità meno accessibili.

Un’esposizione, sicuramente uno stile d’altri tempi che pur sempre  tratta poeticamente e metaforicamente dell’amore e del significato della vita. Non è una critica verso i nostri tempi, quelli attuali, tuttavia la semplicità coniugata alla bellezza di questo brano, rende l’atmosfera satura di un’aria particolare che enfatizza e totalizza il sentimento dell’amore.

 
 
 
 
 

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