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Mamma & Prof.

Il flusso di coscienza di una mamma alle prese con la vita di tutti i giorni. Casa, scuola, famiglia, ideali, viaggi e pensieri: ecco cosa potete trovare.

Messaggi del 21/01/2016

Cercare un titolo mi mette in imbarazzo

Post n°1722 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da artemisia_gent

 Cercare un titolo per il mio flusso di coscienza mi pare poco opportuno, non so inscatolare le mie emozioni.

Comunque...

Oggi ho iniziato il corso di formazione... il relatore era anche bravo, ma era solo un venditore di utopie, lui vorrebbe veramente cambiare la scuola, peccato che.... rimangono solo parole vuote.

Mi scontro ogni giorno con la dura realtà della scuola. Molti colleghi non vogliono lavorare in gruppo, non vogliono nessuno in classe perchè prevale la paura di essere giudicati sulle potenzialità di un lavoro di gruppo. Molti docenti non aprono un libro dal momento che sono passati di ruolo. Di per contro ci sono tante persone fantastiche che si ammazzano ogni giorno e sono pronte a mettersi in discussione. Peccato che poi l'idea generale che ne esce è la prima. Ci hanno spiegato che la legge 107 vorrebbe far emergere le alte competenze dei secondi in modo che i primi vengano messi in ombra, ma sarà possibile? Basta ascoltare le esperienze dei miei colleghi potenziatori. Veramente variegate, troppe distanti anni luce da quello che dovrebbero fare.

Ho incontrato i miei colleghi rimasti all'ITC e mi hanno raccontato che i potenziatori sono stati reclusi in biblioteca, che non possono neanche stare in sala professori e sono ovviamente al nulla. Ogni volta che sento questi "racconti dell'oltretomba" capisco perchè sono stata invitata caldamente ad andarmene. Dopo tutti quegli anni come avrebbero potuto convincermi che il mio posto era in biblioteca? Li avrei mandati a quel paese. Avrei fatto un casino. E più mi raccontano questo e più voglio rimanere dove sono, lì sono una risorsa, sono apprezzata, sono parte di una famiglia. A nessuno verrebbe in mente di rinchiudermi in biblioteca. Mi dispiace per i fantastici colleghi che ho lasciato, ma io valgo, io sono una risorsa e sto bene in quella scuola. Non mi importa cosa insegno, posso insegnare tutto, quello che mi importa è insegnare, non stare chiusa a far passare il tempo, nascosta, in modo che nessuno mi veda. Posso insegnare Storia dell'arte come Italiano, non  mi importa. Invece ci sono persone che si rinchiudono nella loro disciplina e non ne vogliono sapere. Non so cosa ne sarà di me il prossimo anno e nemmeno negli anni a venire, ma spero di diventare come la mia tutor, per me è sempre stata un modello, un mito, una persona da cui imparare. Alla SSIS avevo avuto un tutor che non mi aveva fatto fare niente, incapace di rapportarsi a me, eppure quell'esperienza gli è valsa un posto all'università, io sono servita a lei e non viceversa. In questa esperienza invece mi hanno affiancato ad una persona eccellente e valida da cui posso imparare e non lo nascondo, non vedo l'ora di essere io la tutor... un giorno, di qualcuno.

 

 
 
 

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