Bianconeri siamo noi
"Avvocato, oggi vince il migliore o la Juve?" - "Sono fortunato, spesso le due cose coincidono!"
"La squadra bianconera è un drago a sette teste, ne puoi tagliare sei dal suo collo, ma finisce che con l’unica rimasta ti divora. Sta scritto nel suo DNA" - Giovanni Trapattoni , il Giuanin Nazionale 14 trofei alla Juve da allenatore, nessuno come lui.
"Aspettatemi, non ci metterò molto" - Gilles Villeneuve alla sua famiglia prima di ogni Gran Premio
Una gara da circo per cominciare la stagione, un Gp comico per l'incredibile quantità di errori e di emozioni che si sono viste. In particolare, proprio dalla Ferrari. Si è visto proprio tutto: sorpassi, errori, penalità, incidenti, illusione, gioie e dolori, pure Dennis che ride (raro). La nuova era del dopo Todt si è aperta con il peggiore weekend immaginabile. Basti pensare che tra qualifica e gara, l'anno scorso non si era mai arrivati così in basso. Crollo che comincia dalle qualifiche: Kimi, tanto per cambiare, tradito da problemi tecnici, si accomoda in 16° posizione sulla griglia, Massa è solo quarto con un solo reale tentativo in Q3, perchè il secondo, misteriosamente, è stato bruciato via. Primo problema tecnico, pressione della benzina:vabbè, non succede quasi mai, un caso. Nessuno, giustamente, s'è allarmato più di tanto. In fondo, quale migliore possibilità di mostrare a tutti, con una grande rimonta, la reale forza della Ferrari? Succede però che Felipe alla prima curva non smentisce i suoi detrattori e manda in vacca le prime chance di podio, arrivando in fondo al gruppo. Kimi invece indovina uno scatto superlativo e se ne mangia addirittura otto, posizionandosi già in zona punti. Uno scatto da Campione del Mondo intenzionato a stupire con quella che non sarebbe la prima rimonta in carriera. Fatica da matti per superare Barrichello (che comunque ha più esperienza sulle spalle,di tutti) e la Honda (avessi detto), con un gran quantitativo di carburante ma con le gomme a mescola morbida. E con una Ferrari. Appena si libera di Rubinho, trova pista libera e sforna un grande ritmo di gara e questo è stato l'unico punto da salvare della Rossa in Australia, contando poi il notevole quantitativo di carburante che aveva imbarcato Kimi. Un ritmo di gara fortissimo, migliore di quello argentato made in Woking. Ma poco dopo, ecco che gli si presenta subito Kovalainen davanti, appena uscito dal suo primo dei due pit stop (a differenza del finnico, che optava per una sola fermata). Ci si mettono di mezzo anche le continue interruzioni della Safety Car, la seconda causata da uno scontro tra Massa (che stava facendo una discreta rimonta) e Coulthard all'esterno ormai sorpassato(sempre lui di mezzo). In quel momento Kimi stava imboccando la corsia dei box ma ad un tratto, richiamato, ne riesce. Dubbi sulla qualità di questa decisione, che all'inverso, porterà poi buoni frutti ad Alonso. Alla ripresa della gara, Raikkonen punta deciso Kovalainen già in rettilineo. Tre curve dopo, Kimi lo attacca all'interno ma si scorda di frenare: fuori pista e ciao ciao sogni di gloria. Errore che un Campione del Mondo ci potrebbe risparmiare. Errore che compromette quella che stava diventando una splendida e fruttuosa rimonta di Iceman. Nello stesso giro, vediamo la Rossa di Massa che è ferma: tombola, e sono 2. Speranze che risiedono solo in Kimi, quindi: arriva nei tubi di scarico di Glock e nella stessa curva maledetta del duello con Kovalainen, va in testacoda. Errore grosso, ancora. L'incidente dello stesso Glock e la conseguente safety car rimettono nuovamente in gara il Campione del Mondo, favorito da pit stop di altri che lo riportano in buona zona punti. Verrà nuovamente risorpassato da Kovalainen e addirittura Alonso. Il canto del cigno per quanto riguarda questa domenica. Il motore piano piano finisce la sua agonia, la rossa numero 1 è definitivamente ferma. Bingo. Non accadeva dal Gp di Silverstone del 1997 che due Ferrari si ritirassero insieme per problemi tecnici. Tanto per memoria storica, vinse Jacques Villeneuve su Williams e fu la vittoria numero 100 per lo storico marchio britannico. Un vero e proprio disastro rosso a Melbourne, non c'è che dire. Forse una giusta disfatta, perchè il morale nei test invernali sembrava troppo, ma troppo alto. Troppa esaltazione. Il presidente Montezemolo la bacchettata l'ha tirata qualche tempo fa, l'impressione è che forse non si sia recepita per bene. Tre problemi tecnici, errori dei piloti abbastanza evidenti. Con un Gp così convulso e stravolto, la vittoria in rimonta (senza problemi tecnici ed errori) ci sarebbe anche potuta stare, perchè la velocità c'è tutta. La vittoria è andata ad Hamilton, che ha corso senza avversari ed è stato l'unico pilota in grado di condurre una corsa, dal punto suo, regolare nello svolgimento. Niente errori, niente sfasamenti negli stint dovuti alle safety car che invece sono costati il secondo posto a Kovalainen, bruciato nel finale da uno straripante Alonso: grandissima prestazione dello spagnolo nonostante avesse tra le mani quel catorcio della Renault. La conferma che è uno dei pochissimi piloti ancora in circolazione in grado di fare la differenza, la dimostrazione che l'uomo può contare più della potenza della vettura. Lo si è visto nella lotta finale contro la ben più veloce (e di brutto) Mclaren di Kovalainen, contro cui ha lottato davvero digrignando i denti. Sarà la salvezza per Briatore, perchè altrimenti la scuderia Renault sarebbe veramente allo sbando. Non è una sopresa vedere invece la competitività di Rosberg, giovane rampante che in Brasile ci aveva lasciato con quel duello mozzafiato con Kubica. Nemmeno così tanto sorprendente la Toro Rosso con Bourdais e Vettel, perchè sembra, nonostante i ritiri di oggi, una felice prosecuzione dell'ottimo finale della scorsa stagione, con un gran lavoro dell'appena arrivato Giorgio Ascanelli. E ritorniamo alla Ferrari. Una figura da SuperAguri. Dovrà essere una scossa, però. Un riscatto immediato che dovrà arrivare già a Sepang, tra una settimana. Un circuito normale di F1, a differenza del semicittadino Melbourne, dove non escono mai fuori le vere gerarchie delle squadre, come a Montecarlo. Lì non si scherzerà più. Dopo stamane, ne abbiamo già viste un pò troppe di contrarietà.E lì sarà il caso di tirare somme e bilanci più attendibili. |
Tyrkyttää Kimi, Força Felipe, Forza Ferrari! I motori tornano a rombare, ed è stata un'attesa lunga, più che mai. Sopratutto dopo che l'ultima volta che gli abbiamo visti girare tutti insieme, è stata per un finale pazzesco, memorabile. Uno dei più intensi di sempre, ancora da brividi, lo sarà per sempre. Irremovibile. Ma è ora di andare avanti. Si ricomincia, pare un altro anno zero per tanti cambiamenti. Alonso, Todt, Dennis sul piede di partenza e nonostante la sua proverbiale arroganza che lo ha portato ad essere un pò troppo antipatico, spiace per il possibile vantaggio nell'azionariato da parte della Mercedes, nei confronti di uno storico team come la Mclaren, che ha scritto la storia di questo sport. Anche con "il garagista" Ron (il paragone con Moratti vale solo per la spystory, ma non per la carriera, comunque ricca di macchie, ma anche di pro). Si ricomincia, per coloro che hanno un pò di voglia di disintossicarsi dal pallone. Si ricomincia, per chi prova orgoglio (come me), nel puntare la sveglia alle 3 di notte per seguire, se possibile, pure le prove libere. Si ricomincia senza Jean Todt nelle antiche vesti, con il rampante Domenicali al suo trono. Si ricomincia con il numero 1 di Kimi e il numero 22 di Hamilton. Si ricomincia con un Kimi per nulla appagato dal primo titolo mondiale, alla ricerca già del secondo. Si ricomincia con la terza stagione di Felipe al volante della Rossa: ormai non ha quasi più scuse, dev'essere l'anno dell'esplosione definitiva dopo due anni per maturare, ora ci vuole un andamento Mondiale, visto che la Ferrari, c'è. Si ricomincia senza il tc: vedremo più spettacolo. Si ricomincia con Alonso che dovrà inizialmente soffrire, per poi godere di un passo migliore dopo aver sviluppato la sua Renault. Si ricomincia con una BMW a caccia della prima vittoria. Si ricomincia senza il vocione erremoscia di Giorgio Piola alla Rai: si sono fatti scappare unico dei pochi di buono che avevano, laddove spendono fior di quattrini per i vestiti della Clerici. Vabbè, ce ne faremo una ragione. Si ricomincia con una Ferrari che c'è, dopo un dominio nei test. Diciamolo sottovoce, che è meglio. In fondo, in Formula 1, mai dire mai e ancora nulla è iniziato. Però, sarebbe davvero affascinante un duello Kimi-Felipe per il titolo iridato. Una lotta esclusivamente tra ferraristi, come non era mai successo. Con un vettura sorella della F2002 o della F2004, ma diciamolo sempre sottovoce con le mani ai posti di combattimento (l'affidibilità gioca sempre quegli scherzetti..). Ricominciamo, ma speriamo con una battaglia giusta. Con la polemica, perchè ci sta e benone. Ma ci si limiti a quello. O sarà un dominio Ferrari, oppure un'accesissima lotta con la Mclaren, con intrusi d'eccezione, come Alonso che non starà lì a guardare, non è da lui. |
Alè Inter. 100 di questi anni. No, non sono impazzito. Questo Centenario è soprattutto Nostro, più che loro. Proprio così. 100 anni di comiche in qualunque giorno, in qualsiasi ora, in qualsiasi dichiarazione, in qualsiasi dunque, in qualsiasi ovunque, in qualsiasi perché. Un Centenario Nostro più che mai, non solo per ogni loro lettera pronunciata che equivale ad un come mai, ma perché proprio loro, nella festa più importante di tutte, trovano l’unico espediente nelle ripicche verso Juve e Milan. 100 anni in Serie A. Un applauso. Uno solo. Clap. Credono di essere gli unici, sbagliano, come quando rivendicano l’onesta. Sbagliano, autogol (come Materazzi). Pure la Juventus riuscìì in questa che loro denominano come Impresa (Birra Moretti, blabla). Impresa di cui, nel 1997, non si filava nessuno. C’erano da omaggiare i Campioni del Mondo, d’Italia (e non Di Taglia) e d’Europa. Quello che voi non sarete mai. In fondo, l’unica volta che sono scesi in piazza era il 20 Maggio del 1998. Erano vestiti di Blancos, ancora non dormivano la notte pensano allo sfondamento di Ronnie e del ccalcio a 2 in area che eventualmente sarebbe stato da fischiare. Alla festa del Centenario, oltre a fischiare il videomessaggio di Platinì, poverini, rimandavano la riproposizione di quell’accaduto. Una più bella dell’altra. Malmoe, Lugano, Helsinborgs o come cavolo di scrive, Dinamo Kiev, Villarreal, Alaves, Feyenoord, Valencia, seggiolini in campo, motorini, petardi, Far West (anche Taribo) e mi fermo qui con l’elenco, prendiamo fiato. Ora Liverpool, nel giorno in quella che parecchi interologhi nel prepartita definiscono la “Partita del Secolo” nella storia interista. Quella che decreterà il futuro destino dei nostri eroi sudamericani. Tre settimane tra andata e ritorno. Tre settimane dopo 90 minuti e recupero di pessimo catenaccio. 90, sì e non veniteci a raccontare la favola della sacrosanta esplusione di Materazzi che in assenza di esperienza internazionale, già ammonito, entra con il solito stile da reparto Macelleria. Smoking bianco. L’inter già prima dell’espulsione si stava rinchiudendo nella propria area. E frignare istericamente per l’arbitraggio, come sempre, vale l’autogol. In area di rigore non si può parare, se non si è l’estremo difensore, caro Vieira. Tre settimane in cui ce le hanno fracassate in un modo e nell’altro, nel mentre dei rigori per tuffi carpiati fuori area. Ci hanno ricordato le pasticche di 40 anni fa (circa..abbiamo perso pure il conto), ci hanno ricordato la Grande Impresa.. quella contro il leggendario Salisburgo, spazzato via. Fanno i ganassa aspettando la partita, chiamano i cugini milanisti e i rivali juventini, già nascosti dalla paura (caghetta, dicono loro). Dicono che sarà, comunque vada, un successone e comunque sarà festa, con il perd.. ehm, nerazzurro nel cuore. Fernando Torres, oplà. Mentre Zenga chiede il fuorigioco non appena vede la palla in rete come un frequentatore assiduo del bar della Bovisa, per poi zittirsi al primo replay. Mentre lo Zio è stato appena accoltellato. Mentre Castagner ha già sputato le tossine al 10 del primo tempo, urlando come un ultrà senza motivo anche alle rimesse laterali. Succede che Cruz la spari a fondo campo solo davanti a Reina con Stankovic lì vicino pronto ad appoggiarla dentro senza nemmeno il bisogno di soffiare. Succede che il gran professionista Mondiale (quello che si faceva beccare dalle teste di maiale e che firmava tre contratti in un secondo) si rifiuta di entrare in campo. Succede che Vieira si dimostra l’ennesimo pacco dell’asse Inter-Juve, da alcuni definito più lento di un rimborso Irpef che in campo si è visto meno di Ronaldo col Milan. Succede che Burdisso imiti in pieno il suo consanguineo Matrix e che per il secondo anno consecutivo si faccia riconoscere in mondovisione, stavolta lamentandosi istericamente in perfetto stile con il Suo Mister. E poi, succede quel che da un vero Fenomeno non ti puoi mai aspettare. Il Grande Zlatan che ancora una volta stecca splendidamente un appuntamento con la Maiuscola, lui, che spara in Piazza Duomo e poi Piazza San Babila due palloni che pure Calloni avrebbe realizzato. Ma dov’è la novità? In fondo stiamo parlando del solito ritornello di un finto campione di cartone che si esalta nei rigori finti regalati contro l’Empoli che si nasconde sul più bello.Evvai con l’elenco: Juve-Real 2-0 in cui fallisce l’opportunità di portare la formazione di Capello sul 4-0 e ci fa soffrire fino alla fine, sparandola alta ad un cm da Casillas in ben due occasioni, in cui i telecronisti tv dissero:”Mammia mia Ibrahimovic.. ma che sta combinando?”; Juve-Liverpool andata e ritorno, gol sbagliato a porta vuota a Torino e la solita prestazione irritante da fantasma; in Milan-Juve dell’8 Maggio lui non c’è: troppo impegnato a scazzottarsi nel precedente Juve-Inter; la sfida con l’Arsenal lo vede strafischiato da tutto il Delle Alpi; in Inter-Valencia colpisce di testa a porta vuota (Canizares comico), centrando il legno e solito fantasma in quel di Valencia, dove l’unica cosa buona la regala quando non partecipa alla megarissa; in Juventus-Inter, per la prima volta da ex, si fa umiliare da Giorgione Chiellini. Arrivando quindi all’ennesimo capolavoro di oggi. Personalmente, non mi sono mai stato un vedovo di Zlatan che non è mai stato capace di incidere da nessuna parte in modo decisivo. Non veniteci a sbattere in faccia il Torneo Aziendale in cui ha realizzato fior di gol. Altrimenti io vanto un gol stupendo di Alex Del Piero quest’estate al Birra Moretti a Napoli. Giocatore che personalmente mi irritava già ai tempi della seconda stagione con la Juve, quando per vicissitudini contrattuali non s’impegnava minimamente e segnava ogni morte di papa, tra giochetti mai riusciti e liti. L’avrei ceduto, lo scrivevo anche allora. Non m’interessava a chi, anche se regalarlo all’Inter nella maniera liquidatoria che questa dirigenza ha attuato, non mi piaceva. Mai come oggi, comunque, sono contento di non essere mai stato un Vedovo di Zlatan ( e di Vieira). Chiuso l’inciso. E’ successo che durante la partita, pochi giri di lancette dopo il gol che più di due terzi dell’Italia ha accolto alla grande, il regista Popi popi Bonnici vada ad immortalare tifosi che disertano lo stadio e fischiano i propri Campioni di Latta. Gli stessi tifosi che una cinquantina di minuti prima erano per il “siamo sempre con voi”. Verranno inquadrati su Mediaset Premium ogni 30-40 secondi per tutta la mezz’ora finale. La Curva canta, il resto del pubblico fischia. Assieme a Moratti, ormai solo soletto, come sempre. Non pensava nemmeno a Moggi e alla banda di truffatori, talmente abbattuto. Almeno Moggi in finale di Champions, per ben 4 volte ci è arrivato, tu nemmeno i preliminari passi, caro Minimo Massimo.Ma almeno, al triplice fischio, tutto rimane nella civiltà assoluta, niente risse (eppure in tribuna c’era Cassano, guardacaso, tifoso interista), niente seggiolini in campo. Le hanno prese, punto. Niente Gervasoni, Bergonzi, Dondarini, Gussoni, Collina, Gava e compagnia cantante. Moratti non sa parlare norvegese, figuriamoci Oriali, non menzioniamo nemmeno Paperino Paolillo. Ma siccome le loro eliminazioni non sono mai normali, ecco la perla poco dopo le 23: in questi periodi è così bello bazzicare sulle private lombarde. Ed ecco che ti becchi Ravezzani che manda in onda la conferenza stampa di Mancini, che lascerà l’Inter. Ciuffetto lascia, dopo aver sbagliato per l’ennesima volta formazione e mentalità, dopo aver tenuto il vero Bomber a marcire in panca, un certo Crespo che una doppietta in finale l’ha saputa fare, a differenza del caro Ibra. Bellicapelli, l’erede di Helenio Herrera e blablabla, se ne va, annunciando che già i giocatori e la società sanno delle sue intenzioni. Stankovic, uno dei prediletti del Mancio, 2 minuti dopo alla domanda sul mister, cade dalle nuvole. Moratto, si legge dai quotidiani, si chiede perché non ne abbia parlato prima con lui. Mettono il becco fuori da Melegnano o Sesto San Giovanni e torna la cara, vecchia Inter, dove volano teste ogni 20-30 minuti ed è sempre bufera nel CDA. Grazie di esistere. Grazie Benitez, migliore allenatore attualmente al Mondo che parla meglio lui l’italiano rispetto a Materazzi e Mancini messi assieme, minimo. 100 di questi anni. |
Non parliamo ancora di rinascita e andiamoci piano. Ci si gasa ed esalta troppo nelle volte, ci si abbatte tanto nelle sconfitte. Non c'è mai una via di mezzo. L'ottima vittoria di ieri, deve essere una ripresa importante per la squadra. Reazione giusta, immediata e di nuovo con quella umiltà e combattività che hanno contraddistinto la Juve in questa stagione. Le piccole squadre senza gruppo (l'Inter di Moratti),con allenatori davvero mediocri, dinanzi ad una sconfitta come quella contro i viola, si sarebbero disunite e il campionato andava a farsi friggere. Una Vittoria alla Fabio Capello, Juve più cinica che spettacolare in una partita molto nervosa e spezzettata, ove creare gioco è difficile. Si è pensato più a controllare per l'intero match la partita e tenerla in mano e così è stato fatto. Genoa che solo in due occasioni ha fatto venire qualche brivido: in queste azioni Buffon e Grygera si sono messi in luce, chi ancora una volta, chi per la loro prima volta graditissima. Una difesa perfetta, solida. Chiellini in forma Mondiale ha ridato di nuovo quella compattezza che era clamorosamente mancata nella puntata precedente, assieme a Legrottaglie che si sente più appoggiato ed esperto assieme al Giorgione. Bene anche Zebina, sarebbe benissimo se non si fosse fatto stupidamente (come suo solito) ammonire per delle inammissibili mancanze di concentrazione, che nell'economia di squadra pesano. Dulcis in fundo, il Grygera vero che desideravamo, lo Zdenek giusto sia in campo, che per nome. Al posto giusto. Prestazione sublime ed imperiosa, non solo per quel che ha saputo fare in attacco. Sventola voluta e cercata, assist dopo una cavalcata d'oro verso il ritorno al gol di Re David: come volevasi dimostrare, dategli una palla come si deve e non sgarra. Qudl che prima non era accaduto. Se non si ha voglia di farlo, diventa un giocatore inutile. Ieri lo si è visto anche partecipare di più alle azioni, lo si è visto anche recuperare la palla o spostarsi un pò sulla destra. Molto raro vedere Trezegol lottare, probabile segno di una squadra che ha ritrovato il carattere e gli stimoli, perchè se proprio lui, per antonomasia il meno combattivo di tutti corre il triplo del solito, vorrà dire che una svolta c'è stata. Non è un caso il fatto che la squadra ha preso in mano il match e i 3 punti già nel primo tempo, come raramente è successo quest'anno. Merito a Ranieri, quindi. Ha saputo trasmettere, in parte, di nuovo carattere alla squadra che torna a ruggire in una tana molto difficile da violare come Marassi ed ha schierato Grygera laddove deve vivere, come terzino e non centrale. Come volevasi auspicare, un allenatore deve avere il sacrosanto diritto di lavorare a tempo pieno e poter correggere i suoi errori. Ieri ha cominciato a farlo e gliene va reso il giusto merito. Adesso dovrà inventarsi qualche cosa di nuovo, tanto per cambiare, contro il Napoli. Proprio al momento buono per Ranieri, una buona occasione di dimostrare che non dovrà più cadere nel l'ormai passato tranello di snaturare uno o più giocatori nei ruoli. Tornando alla partita, benissimo il centrocampo con le due solite dighe Sissoko (che prende sempre più confidenza) e San Zanetti. Imprecazioni a raffica quando ha abbandonato il campo, come aveva fatto più d'una volta l'anno scorso in B: è il suo unico difetto, i troppi infortuni di questo ragazzo che gli hanno boicottato la carriera. Che torni presto. Ma nel frattempo, chissà che non ci possa essere lo spazio per il fratello di Tiago, che entrato per un quarto d'ora circa, non casualmente, ha coinciso con un baricentro della squadra che è salito ed ha sfornato più di due, tre occasioni da rete. In fondo, Ranieri accennava di avere finalmente un giocatore in più, riferendosi a Tiago. Chissà. Grande secondo tempo di Camoranesi, bene le quattro stagioni di Brazzo Salihamidizic come vice-Pavel. Un pò in ombra Del Piero, che però qualche perla l'ha regalata, come l'assist di tacco, da fuoriclasse e fenomeno vero, verso David. E' sembrato più in forma Vincenzo che appena entrato in campo nella sua decina di minuti finali, aggredisce Scarpi fin dal primo secondo di campo,rischiando di emulare la rapidità di Udine. 0-2, la ripresa giusta. Non è mai tardi per dimostrare di essere ancora Grandi. E' il momento di aprire un bel filotto di vittorie, con il nostro carattere, per arrivare nel migliore stato morale e fisico verso il 22 Marzo. Con i tifosi che devono spingere questa squadra, non insultarla. Crediamoci e saremo ripagati. Lasciateli lavorare, in pace. Buffon 7, Zebina 6, Chiellini 7,5, Legrottaglie 7, Grygera 8, Camoranesi 6,5, Sissoko 7, Zanetti 7, Salihamidzic 6,5, Trezeguet 7, Del Piero 6. Arbitro Morganti 6,5 QUI TUTTI I VIDEO DEL MATCH |
Per un momento, una pagina dedicata a chi per qualche minuto vuole cambiare argomento e interrompere il gioco del tiro al bersaglio verso Ranieri. L'eliminazione dalla Coppa del Milan, è una faccenda storica, ma che comunque riguarda e molto, pure la Juve. Si, ci riguarda eccome perchè sarà un concorrente agguerritissimo che vorrà raggiungerci in classifica. Un eliminazione sacrosanta, per i rossoneri che dal 2003 a ieri avevano sempre oltrepassato lo scoglio di accontentarsi di rientrare nel lotto delle 16 più forti d'Europa. Quest'anno, sono usciti venendo presi a pallate da un grande e giovane Arsenal, il contrario dell'ormai vecchio Milan, che da oggi comincerà ad essere parte del passato e non più presente o futuro. Il Milan ha chiuso un ciclo, magari altri ne cominceranno un altro. Giusto così, perchè quel che non è successo là all'andata e per più di 80 minuti ieri a San Siro, si è concretizzato nel giro degli ultimi giri d'orologio di un ciclo, che è stato costellato di vittorie meritate e fortunate. Dopo i tanti tiri in bocca a Kalac, dopo i buoni colpi di fortuna di cui il Milan ha sempre goduto in Europa (non si può negarlo), nel giro di poche frazioni di secondo, dal 20enne Fabregas è arrivato un gol che ha gelato tutti.Spezzacuore e spezzagambe. Una traiettoria beffarda, angolatissima e con quel grande pizzico di fortuna che ci vuole sempre, dopo che un Regista con la Maiuscola come Pirlo si è fatto letteralmente fregare la sfera, in una delle peggiori partite della sua grande carriera. Minuto 84. Un minuto che nella storia recente del Milan ha segnato un'altra fine di un'era europea. Il 18 maggio 1995, al Prater di Vienna fu la volta di un altro giovane d'oro, l'allora 19enne Patrick Kluivert. Ne passarono tanti per vedere nuovamente un grande Milan nell'Europa con le Orecchie. Destino del pallone ha voluto che l'agonia che aveva colpito da mesi a questa parte il Milan, ormai vecchio e involuto che da due anni prende una ventina di punti, minimo, dai Cartoni d'Italia. Il Milan era da tempo in riserva, non era in grado di dosarsi su due competizioni al massimo. O la Champions, o il campionato, questa rosa non permetteva di sdoppiarsi. Loro hanno scelto la Champions, regalando punti a raffica in campionato, ma restituendo il favore in Europa, con le galattiche prestazioni contro Bayern Monaco e Manchester United (ma va detto per onor di cronaca che i Devils fuori dalle mura amiche collezionarono solo umiliazioni), arrivando alla cinica vittoria con il Liverpool e a vincere in Giappone, con tutti i meriti e i complimenti, ma contro un Boca molto, ma molto modesto. Dicevano di snobbare il campionato, la realtà è che non ne erano più in grado di competerci a livelli scudetto perchè la rosa non consentiva di giocare in una corsa a tappe con le Coppe di mezzo, con una squadra oramai così involuta e limitata numericamente. La riserva oggi è finita. A differenza di 12 mesi fa allorchè fu battuto il Celtic, , con Seedorf assente,Pirlo e sopratutto Kaka, i due uomini in più del Milan, non sono esistiti, se non i loro fantasmi. Non hanno trascinato la squadra, con rispettivamente, le punizioni con il contagiri e le visioni di gioco o le cavalcate fulminanti.Troppo esagerato spremere e pretendere il tutto da Pato, che possiede sì i grandi colpi, ma è ancora troppo giovane e senza l'esperienza giusta per fare già da subito la differenza nelle partite così importanti, sopratutto se sbarcato da nemmeno qualche mese in Europa. Nemmeno il Pelè 18enne avrebbe fatto qualche cosa tra andata e ritorno. Pato nei primi venti minuti di partita ha avuto una ghiottissima occasione, l'ha sciupata. Attimi di inesperienza e mancanza di freddezza che prima bisogna acquistare e guadagnare. Pato ieri era alla prima al Meazza, in Champions, in una partita tesissima, un vero e proprio dentro o fuori contro un colosso come l'Arsenal di Wenger, signor Allenatore. Il Milan, in quel di Londra, era stato graziato dai Gunners, che tiravano sempre in bocca a Kalac o che si mangiavano con Adebayor un gol già fatto allo scadere, in un dominio totale di gioco e pure di forma fisica. Eppure, nonostante quell'umiliazione, il risultato mascherà le grandi lacune. Simbolico il titolo della Gazza:"Milan, così si fa". E' finita nel modo più atroce per i tifosi rossoneri che speravano ancora, ma stavolta tutte le risorse proMilan, hanno chiuso i battenti. Troppo più forte l'Arsenal, ed è la classica chiusura triste di un Grandissimo Ciclo. Personalmente, ho sempre riconosciuto al Milan la loro grande statuta europea, anche in alcuni vecchi articoli. Non godo per l'eliminazione di Capitan Maldini, di Gattuso, di Kaka, di Seedorf, di Ancelotti e della grande componente tecnica rossonera, a cui va tutto il rispetto possibile e un piccolo ringraziamento per essere stata, in questi anni, l'unica italiana che arrivava fino in fondo in Coppa, perchè alla fine, gufando o tifando, sono sempre stati dei bei mercoledì di Coppa, innegabile, in cui ci ritrovavamo tutti, pro e contro. O almeno, questo è il mio pensiero personale, opinabilissimo. Sarà strano non vedere il Milan già dai quarti. Sono usciti dalla Coppa, prendendole sul campo, ma con la migliore condotta sportiva, assieme ai tifosi che invece di contestare hanno cantato e ricantato "Saremo sempre con voi", nonostante per la squadra sia il momento più duro da 5 anni a questa parte, nonostante il campionato stia andando a rotoli, nonostante la squadra ha perso gli ultimi tre derby della Madonnina, nonostante il calciomercato è stato molto fiacco, negli ultimi mesi e ancora, nonostante fossero in "pole, pole, pole per Ronaldinho". Godo dell'eliminazione per la figura di Galliani, indigeribile nei discorsi. Ostinato, testardo nonostante ci sia gran parte della sua tifoseria che storce il naso. Non ci si può continuare ad aggrappare alle statistiche, al passato e ai Ranking, snobbando il mercato. Indigeribile anche ai microfoni dei giornalisti. Bello ganzo e sorridente agli elogi di Pellegatti, abbandona la scena alla prima minima stuzzicata in cui non è in grado di rispondere per le rime, causa mancanza d'umiltà e autocritica. Anche ieri sera, ha osato affermare che il Milan è comunque Campione del Mondo e la stagione è stata influenzata dalla trasferta giapponese. Per 2 partite contro Urawa (chi???) e il Boca, già detto, modesto. Godo vedendo le facce dei Berlusconi al fischio finale, che non saranno ospiti che autoelogiarsi per 2 ore nel salotto delle sue marionette di Controcampo. Godo pensando a quei boriosi come Mauro Suma. Ingiusti rappresentanti di una grande squadra, che ora cambierà marcia. Purtroppo pare lo farò con il grande Marcello Lippi, cuore bianconero. Alla fine di un ciclo, proprio come fece la sua ultima Juve del 2003-2004. Lippi lasciò una Juve ormai bisognosa di essere rinnovata a pieno dopo l'eliminazione agli ottavi (e anche quella sera, un grandissimo tifo bianconero, esemplare), passò in Nazionale. Alla Juve arrivò un grande stratega rossonero, Fabio Capello. Al Milan sta arrivando, forse, un grande condottiero bianconero. E forse, se Donadoni dovesse fallire in azzurro, Carlo Ancelotti, meritatamente, arriverebbe alla Nazionale Azzurra. Complimenti alla Roma Andiamo per un attimo oltre alla rivalità. Personalmente non mi è mai piaciuto il paraocchismo. Stracomplimenti alla squadra di Spalletti, vincere al mitico Bernabeu, dominando in questo modo, è da pochi. Raramente si è visto il Real così spiazzato a casa sua.Quando vedo vittorie così dopo delle partite così avvincenti, mi fa comunque piacere per la squadra italiana, anche se non tifavo per lei. Un pò come il Milan l'anno scorso con il Manchester o con il Bayern in Germania. Ognuno poi la pensa come vuole, chiaro. In fondo, anche per gli juventini antiromanisti, c'è un piccolo lato postivo. In campionato, la Roma potrebbe perdere colpi. Eppoi, c'è da annotare il fatto del traditore Cannavaro, per la seconda volta consecutiva fuori agli ottavi di Coppa. Eppure aveva lasciato la Juve che affondava, proprio per giocarsi le ultime speranze in carriera per sollevare quella Coppa, che probabilmente non alzerà mai. C'è da dire, ad onor del vero, un'altra cosa. Questo non è un grande Real, quello di 5-6 anni fa che annoverava nella sua rosa fior di Palloni d'oro (bastonati dalla Juve di Lippi). Però, ridicolizzarlì così, nel tempio di Bernabeu, rappresenta sempre un'impresa storica. |
E' sacrosanto e tutti ne hanno il diritto di fare della sana critica e autocritica, come personalmente ritengo di aver fatto ieri e l'altroieri, analizzando gli errori che il nostro Mister ha fatto. Errori umani, che tutti fanno. Si fa critica, almeno per quanto mi riguarda, per cercare di evitare che si ripetano tali errori, per sperare di non doverli più annotare. Lo scrivo soffrendo per la Juve, con un cuore bianconero in mano. Bisogna dare la possibilità a Ranieri di poter riparare ai suoi errori. Meglio tardi che mai, in una polveriera come quella a cui stiamo assistendo. I tifosi, si legge, contestano il proprio allenatore, aprono petizioni sui forum, che sono diventati una delle più grandi sciagure del tifo juventino, che viene spaccato sempre in due per ogni questione (anche la scelta di un allenamento defaticante) e raramente in modo civile, sempre offendendo ed offendendosi con dispregevoli nomignoli (sei solo un Cobollista, un Moggiano, un Prezzolato, un Servo, troppo duro ricordarsi che siamo tutti uniti sotto le insegne della Juventus). Ultimo episodio, dicevo, le petizioni contro Ranieri, dopo un periodo di crisi che ogni allenatore del mondo ha avuto. Anche Trap, anche Capello, anche lo stesso Lippi. Per esempio, proprio il Grande e Unico Marcello, nella santa stagione 2001-2002, ebbe un suo bel periodo di 6 partite consecutive senza vittorie e più di una buona metà senza portare un gioco alla Juve, che poi arrivò negli ultimi mesi, assieme allo Scudetto del 5 Maggio. Provate a scrivere il contrario e alzi la mano che credeva ancora allo scudetto dopo quel brutto momento di crisi, in cui venivamo spazzati fuori dalla Champions al secondo girone di qualificazione. Ma il discorso che voglio fare, è un altro. Sacrosanta la sana critica, assurdo e disgustoso contestare e vantarsi di offendere e agire in modo così ingiusto e gratuito verso un serio professionista, quale è comunque Ranieri a stagione in corso, quando ancora nulla è finito. Per giunta, nel primo momento più difficile della stagione, dopo che, errori a parte, il lavoro compiuto è comunque molto buono e questo lo dicono i risultati. Non si abbandona la barca che affonda, ricordiamo spesso ai mercenari di Calciopoli.Bisogna sostenere sempre ed incitarli, i Nostri (allenatori e giocatori, si vuole intendere), non etichettandoli "Mediocri" (come minimo, non scendo nelle volgarità) e cercare pubblicità e finta gloria per infilare il proprio nome in un giornale o in una trasmissione, sputando nel piatto in cui si sta mangiando e agendo in un modo che chi trasuda di vero amore nella Juve, aborra. Come per esempio, proprio lo stesso Lippi che oggi ha invitato i tifosi juventini a credere in Ranieri. sarà diventato stupido anche lui, quindi? Mangiando gli allenatori strada facendo, si mandano continuamente all'aria i progetti e dal tunnel non se ne uscirà mai. Guardate i Cellino, i Zamparini. Ricordatevi di Moratti che cambia 4 allenatori a stagione, assieme alla solita barca di giocatori sudamericani e bidoni, presunti e non. I bilanci si tirano, nella storia della Juventus ( e non nell'Inter), a fine stagione, non a nemmeno due terzi di stagione, con ancora più di una decina di partite da disputare. Guardate anche il recente Real che cambia ogni due per tre, guardate il Milan di Ancelotti, che per anni ha scritto una striscia quasi leggendaria, comunque vada a finire con l'Arsenal. Bisogna costruire un gruppo, rafforzarlo. Non disunirlo e scombussolarlo alla prima crisi stagionale. Schierando un possibile terzo allenatore in due stagioni, si fa la stessa fine degli antenati appena citati. L'Avvocato, ma anche il Presidentissimo Boniperti, queste finte petizioni e queste offese, non le avrebbe mai avallate e le avrebbe distrutte con una fulminante battuta che avrebbe detto tutto, zittendo il coretto di coloro che parlano solo per partito preso. Non avrebbe mai interrotto il lavoro durante la stagione. E mai lo faceva. Lui era il primo a criticare, quando dovuto. Ma nei termini giusti. |
Post n°914 pubblicato il 03 Marzo 2008 da juvefc1897
QUEL GOL DOLCEAMARO DI ZALAYETA E L'IMPOSSIBILITA' DI ESULTARE PER UN GOL CHE SAREBBE VALSO LO SCUDETTO Quel gol di Osvaldo al minuto novantatrè , va scritto con la maiuscola e con l'accento, perchè terrà una svolta per il futuro, nel bene e nel male. Coloro che tengono la pazienza di leggermi, ricorderanno ciò che scrissi nella vigilia di Reggina-Juventus, sull'onda non solo delle emozioni delle vittorie su Udinese e Roma. 9 punti possibili, 9 punti da recuperare per diventare grandi. I primi 3 sono andati via al vento per cause di forza maggiore, ma non solo per quelle. Parlo dell'ottimo Momo che ha sparato al cielo a porta vuota. Magari con un primo gol in quel frangente, la storia sarebbe potuta essere diversa. Ma viste le fortissime attenuanti, si può sorvolare. Quello di Momo fu un episodio (grosso, comunque), il Donda, un sistema che se viene negato, significa che ci sono gravi problemi mentali, senza alcuna offesa. Sono seguite le due partite meno covincenti della stagione della Juve: lo 0-0 scialbo, scarno, scarso, acido contro un Torino capace di diventare insidioso solo con una punizione, tra l'altro, pure inventata. Ma è tutt'altro discorso, per un attimo, accantoniamo dai discorsi questi arbitri maledetti che mascherano le nostre lacune ed errori. Gran parte del cervello dei nostri era ancora al Granillo, forse anche dopo il disastro calcistico di ieri. Una forza di volontà che in parte è stata assente. Assieme alle grandi colpe di Ranieri. Una settimana calcistica che ha ridimensionato la Juve. Dal sogno di una Grande, nuovamente Piccoli. Il passo è stato veramente veloce, ma sopratutto indigesto, che lascia grossa amarezza. 9 punti in queste tre partite buttati veramente alle ortiche. Con l'Inter che in questo periodo, tra impegni extraMelegnano ed infortuni, inevitabilmente avrebbe sofferto, come preannunciato, non per fare gli indovini. Mi lascia personalmente basito il fatto che se la Juve avesse fatto la Juve, cosa che avrebbe potuto fare a mani basse, ieri sera, al gol del Panterone nel posticipo del San Paolo avremmo potuto godere, tantissimo. Perchè sarebbe stato un gol che avrebbe portato la Juve a soli 4 punti dall'inter, al secondo posto, in piena lotta scudetto. L'Inter avrebbe sentito il fiato sul collo, con gli infortuni che stanno decimando i morattiani e i pensieri che dovrebbero correre su due fronti, uno di questi, il delicatissimo dentro o fuori contro i Reds, che per loro vale più di un passaggio ai quarti. La vittoria, netta, del Napoli che 24 ore fa ha umiliato nel gioco l'Inter (fosse finita 3-0, sarebbe stato più giusto), non fa altro che aprire l'ennesima fiera di rimpianti, per uno Scudetto che è stato buttato davvero al vento. L'ennesimo esame per ritornare davvero tra le Grandi, ci ha rifilato la bocciatura. Occasioni perse e non veniteci a parlare di benzina finita e scarsa condizione di forma. Stiamo parlando di una squadra che gioca solo di domenica da tutto l'anno, salvo qualche sporadica notte di Coppetta Italia e turni infrasettimanali di campionato, che tutti devono affrontare. Questo non-gioco, lo stesso che abbiamo visto anche a Catania, nella prima partita dell'anno 2008 e a cui non siamo riusciti a disabituarci, purtroppo, salvo la scampagnata contro il Livorno di Camolese, la mediocrità, con tutto il rispetto. Oltre agli errori arbitrali, puntuali come le tasse, anche i nostri punti buttati via in quantità industriali. Ripenso ai due rigori falliti da Alex a Roma, uno in movimento e uno dal dischetto da fermo. Ripenso alla partita buttata via a Firenze, a casa dei viola fiacchi dopo 120 minuti di Coppa Uefa il giovedì e una bella quantità di occasioni buttate, per chiudere con un rigore molto ingenuo regalato da Legrottaglie. Ripenso a Gargano che uccella tutta la difesa della Juve, dopo che il gol di Alex arrivò nemmeno 3 minuti prima, per poi prendere una traversa piena con David e il Capitano che la butta alle stelle a due passi dalla gloria e poter così gelare gli intenti di Bergonzi, come invece è stato a Cagliari. Ripenso ai due/terzi di partita completamente regalati al Parma che arriva fino al 2-0, ma avrebbe meritato anche qualcosa in più. Ripenso alla manca di concretezza in casa dei Campioni del Mondo che in casa perdono anche con l'Empoli. Eppoi, ripenso all'anno nuovo, l'anno che verrà. Ripenso alle straparole del Mister, che invece di riparare le lacune di una squadra che può solo migliorare, pensa a straparlare pubblicamente ai giornalisti più che alla sua squadra. Ripenso alle prestazioni pessime con Catania, Sampdoria, il fanalino di coda Cagliari dove ci devono pensare i 200 polmoni di Pavel. E quindi,ri-ripenso ancora a dove eravamo risorti e dove siamo ritornati, alla solita musica stonata, mai guarita. Ripenso a quei giocatori che vivono come i punti interrogativi e i capri espiatori, acquistati per marcire in panca nonostante qualche cosina potessero pur dare, quando invece gente con due ciabatte al posto dei piedi non rifiata anche quando proprio nemmeno il buon Dio del pallone li assiste più nel gioco del Calcio, per giunta, in un ruolo che non è il loro che lo stesso buon Dio del pallone gli ha assegnato . Ripenso all'insieme di questi, quelli e tanti, tanti errori che si sono propagati di partita in partita, ma sempre sorvolati e annichiliti con uno smile a 32 denti strabritish nel dopopartita, perchè il risultato, maturava in gran maggioranza per un carattere grande così e per le giocate dei singoli. Ripenso e mi richiedo, anche se non è il mio stile fare la zanzara nei fatti altrui, cosa diamine sia successo a Malta, in quel ritiro invernale. Laddove cominciò l'involuzione della squadra, invece che la crescita. Ripenso che queste lacune sarebbero state tappate se alla presa di grandi allenatori, che non avrebbero permesso una continuità così incredibile di passaggi sbagliati, gioco fantasma, imprecisione , primi tempi di attesa che vengono regalati agli avversari e lo ripeto ancora, la conseguenza di tutto questo in punti buttati via. Ripenso alla mancanza di responsabilità e autocritica del Mister. Ripenso ad una società che non tira fuori il minimo di orgoglio gobbo, che forse non sa nemmeno cosa sia e viene solo l'angoscia a riscrivere l'ennesimo tormentone disarmante nei confronti dell'amore dei tifosi e di 110 anni di storia. Ripenso che non me la sento di godere per lasconfitta umiliante dell'Inter al san Paolo, la prima dell'anno in cui non vengono aiutati dal solito fischietto, perchè è più grosso il rimpianto, e ancora, perchè quel gol di Zalayeta avrebbe dovuto farci gridare ed essere accolto come una rete Scudetto. E arrivo a pensare un'altra volta che tutto questo, al 3 Febbraio 2008, non può essere da Juventus. Che questo gol di Osvaldo possa rappresentare una sterzata definitiva a favore della Juve. Non sempre una sconfitta segna la fine. La Juve non può dimostrare di lottare solo per un brodino, come il semplice passaggio ai preliminari. P.S. NECESSARIO. Ci tengo a precisarlo. Nonostante le critiche siano pesanti, non per questo getto via le speranze, che sono le ultime a morire. Non muore nemmeno la fiducia nei confronti del Mio Mister, che di buon lavoro, ne ha fatto comunque e credo ancora che debba essere lui il condottiero di questa Juve, perchè a tratti, ha dimostrato di poter meritare questo onore e di essere un vero allenatore. Personalmente non amo e mai amerò i modelli di mangiallenatori di Cellino, Moratti e Zamparini e preferisco che i tecnici abbiano il tempo a disposizione di poter zittire e rispondere le critiche. |
Ci può stare tutta la gratitudine e la stima di questo Mondo per una persona seria, come il Mister Ranieri. Ma oggi, 2 Febbraio 2008, per la prima volta, il desiderio e poco nascondibile nonostante la stima per la persona non sia variata, era quello di vedere le panchine ad allenatori invertiti. Prestazione davvero orribile della Juve, senza forse, la peggiore di tutta la stagione. Ranieri nel Pallone, squadra senza qualità ma anche senza il solito carattere e la voglia. Prima vera sconfitta della Juventus in campionato, dopo le tre farsa con Udinese, Napoli e Reggina. Disastro ferroviario, si salvano solo tre uomini: il primo è Momo Sissoko, ennesima prestazione pienamente sufficiente e non solo per la bella prodezza con cui ha illuso tutti. Secondo è Gigi Buffon, che ha limitato pure stavolta le reti subite, nonostante la condizione fisica sia quella lì. Terzo: Mauro Camoranesi, nonostante l’abbiamo visto nettamente più brillante ed in spolvero, aveva realizzato (aveva..) un gol che avrebbe ridotto la lotta Coppa Campioni solo ai viola e al Milan dei soliti rigori inesistenti e calci d’angoli irregolari non visti dai soliti guardalinee. Tutto il resto, è stata veramente noia. O meglio, vero infarto o fantasma, che deriva dal suo abc. Ranieri è l’imputato principale di questo capitombolo. Ci aveva dichiarato in conferenza stampa che Stendardo non avrebbe potuto schierarlo: non ancora compatibile nell’assetto della difesa. Oltre a chiederci che cosa l’abbiamo preso a fare se non per impiegarlo in extremis (e bene) contro l’Inter, qualcuno, se non proprio il Mister, ci dovrebbe spiegare quale sia la compatitibilità dello sciagurato Grygera come centrale, che è ancora più tragico del Boumsong versione cadetteria. Legrottaglie si è ritrovato da solo a comandare il circo della difesa e poco avrebbe potuto combinare. Molinaro, nel giorno peggiore, ha cominciato ad indovinare il suo primo cross in carriera, dal quale è nato il gol del Camo. Avessimo vinto, giuro che gliene avrei reso onore con un voto e mezzo in più, come da tempo sognavo di fare la notte. Avessimo vinto sarebbe significato anche che Molinaro non avesse disimparato a difendere, come purtroppo non è successo oggi. Già detto altre volte, non c’è un’alternativa. E meno male che siamo la Juventus. O meglio, dovremmo essere, se non erro. Su Zebina stendiamo un velo pietoso. Ringraziamo San Gigi se i gol subiti sono stati solo 3. Questa difesa oggi è stata completamente uccellata, scioccata, non ci ha capito una vera e propria, emerita mazza. Solo una particolarità che la dice tutta: Gigi, dopo il terzo gol subito, era come minimo furibondo e si sarebbe mangiato vivo i suoi difensori. Cosa non da Gigi, perché davanti agli errori è sempre stato tra i primi a rincuorare i compagni, da grande uomo. Esempio vivente: Italia-Usa 1-1, l’autogol di Zaccardo. Prandelli, migliore allenatore italiano attualmente sulla piazza, per colpire,inserisce due punte fresche e giovani, Papa Waigo (già in gol l’anno scorso in Cesena-Juve) ed Osvaldo, portando l’assetto avanzato a 3 punte, contro la sprovveduta difesa bianconera. Squadra a trazione anteriore e..Tac, il capitombolo juventino è servito! Centrocampo in cui Zanetti va in bambola, si salva Sissoko come già detto, solita inutile e irritante prestazione di Palladino e di conseguenza, altro serio rimprovero a Ranieri: perché insistere su questo giocatore, privo di personalità, in questo ruolo che non gli si addice? Perché non dare una minima chance al fratello di Tiago tentando di variare il modulo ed impiegarlo, una volta tanto, come trequartista e dare quel minimo di qualità alla manovra della Juve, che ad oggi, non è pervenuta? Perché togliere Camoranesi, uno che ti sta salvando e non dico cosa, per inserire un terzo intenditore, come Nocerino (che poi non ha nemmeno giocato bene e nemmeno nel suo ruolo)? Ci può stare il cambio di Del Piero, assolutamente impercettibile, per la grinta e la corsa di Iaquinta. Ingiudicabile Trezeguet, che non può fare assolutamente nulla se non viene mai servito un minimo pallone alle prime punte, i cecchini come lui che vivono in area di rigore. 2-3. Nel finale, invano, tutti speravamo di riassistere ad un replay di quasi 13 anni fa, invece il risultato si ribalta e ci tocca l’umiliazione di vedere i tifosi viola esultare a casa nostra. Una casa che sta diventando tabù, pensando che tra le mure amiche nel 2008 è arrivata solo la vittoria contro la Roma. Fu una settimana della rinascita che mascherò un periodo di crisi che molti ancora non ebbero il coraggio di annotare, a parte quel disgraziato che vi sta scrivendo. Ovvero, quelle due vittorie contro Udinese e Roma che sorridevano a Ranieri, capace di riparare agli errori grossi da Catania in poi. Nonostante, sarebbe ingiusto negarlo, i campioni hanno pesato molto su quelle due partite, ma Ranieri, fu comunque bravo. Perché nonostante la stima per la persona, ribadita un’altra volta, è innegabile che dal ritiro di Malta e la grande esaltazione per l’ottimo lavoro fatto fino a quell’ora, la Juventus è in caduta libera, a parte quelle due succulenti parentesi. Non lo dico io, ma i fatti, purtroppo. Ranieri nelle dichiarazioni post-partita di oggi, non ha dimostrato umiltà, non prendendosi nessuna responsabilità ed etichettando quasi come un caso, questo capitombolo. In realtà la bomba era già innescata da tempo, si trattava di evitare di farla esplodere, il Mister non ce l’ha fatta. Ora occorre una vera e propria svegliata, altrimenti si rischia l’ennesima rifondazione. Questo cazzotto o ceffone, chiamatelo come volete, può ridimensionare la squadra, vista da un’altra ottica, non sempre spietatamente critica, per partito preso. La squadra dovrà rialzarsi subito, rimboccarsi le maniche e stare unita. Lavorando con un’umiltà, quella che piano piano si rischia di perdere. Senza crocifiggere nessuno, senza processi, senza ghigliottine, senza sentenze anticipate, senza motorini che volano dal secondo anello, senza striscioni “non so più come insultarvi, senza i cori “Fuori i gioielli, andate a lavorare”. Gli interisti sono su altre frequenze. Mettersi a fare polemiche esagerate, destabilizzerebbe solo l’ambiente in un momento difficile e il rischio è quello che tutto quel che di buono è stato costruito prima, vada a farsi benedire. Forza ragazzi, sempre. Buffon 7, Zebina 4,5, Grygera 4=, Legrottaglie 5, Molinaro 4,5, Camoranesi 6, Sissoko 6,5, Zanetti 5, Palladino 4,5, Nocerino 5, Del Piero 5, Trezeguet sv, Iaquinta sv. Arbitro Farina 7: incredibile, ma vero. |
Un brodino, un passo indietro rispetto al carattere mostrato contro Udinese e Roma e al buon gioco (poi vanificato in toto) a Reggio Calabria. Forse chi ha assistito al derby in televisione, si sarebbe divertito di più facendo zapping su Sanremo e il Pippone Nazionale ne sarà stato felice. 180 minuti di derby, tra andata e ritorno, molto noiosi e non degni di un grande ritorno per un Derby dopo 4 anni di latitanza. Il Derby della Mole (il più vecchio e prestigioso d'Italia), come un Gp di Montecarlo in F1: monotono e per aspettarsi qualche clamore, bisogna attendere una sbandata. Come al 91° minuto del 30 Settembre 2007, con il colpo di testa di Dellafiore trasformato in una straordinaria coordinazione di Re David, che nella storia rimarrà comunque, indipendentemente dallo 0-0 di ieri sera. Partita vivibile solo per il pathos e la sofferenza che trasmette ai tifosi, ma solo per quello. Reti inviolate, risultato ad occhiali e un brutto passo indietro della Juve, che visto il clima Sanremese, non ha cambiato la musica delle altre precedenti note stonate che si sarebbero potute addolcire. La nostra Chiave di Sol, Ranieri, ci ha messo del suo per arrivare a questo punticino che per lo sviluppo del match, è sacrosanto. Ha schierato male la sua orchestra, con un centrocampo completamente stravolto. Palladino sulla destra è ancora un fallimento, troppi errori, troppe imprecisioni che non ci si può permettere. Sbagliato spostare e snaturare il Camo al centro e lasciare Sissoko solo ad interdire, schierandosi quindi più basso, ma dando comunque molta sostanza ed efficacia, recuperando a raffica i palloni. Una partita contro un avversario così mediocre e scarso, non solo per qualità, si sarebbe potuta impostare meglio, inserendo quel minimo di qualità e ragionamento nella manovra, che ieri ci è mancata. Anche il fratellastro sbiadito di Tiago (ma anche di San Cristiano), sarebbe stato utile alla causa, ma ormai, non scherziamo, per carità, a prenderlo minimamente in considerazione. Piuttosto, meglio snaturare Camoranesi al centro e schierare, fallendo un'altra volta, Palladino, che oltre a segnare un bel gol in netto fuorigioco e simulare, non ha saputo fare. Avversario scarso il Toro, proprio così: basti pensare che Gigi Buffon non ha mai fatto una parata e l'unico brivido sulla schiena è arrivato dalla punizione di Rosina, l'unico uomo che nel macellaio granata è capace di giocare la palla anche in verticale. Contro un avversario così, un pizzico di grintà e cuore in più, ma anche di gioco avrebbero consegnato quattro belle perette da raccogliere in fondo al sacco, considerando pure gli incidenti di Natali e Diana, due uomini importanti per i granata. E magari, con un Trezegol rapinoso e cecchino in più. Alex è stato pericoloso solo su calcio di punizione, laddove Sereni è stato capace di un vero e proprio miracolo, non di più, perchè comunque non ci si può aspettare che sia sempre il nostro Capitano a risolvere la questione. Vincenzone, era evidente, ha pagato molto il suo critico stato di forma e non è riuscito ad incidere, nonostante abbia lottato come sempre. Però va detto che con un centrocampo così mal schierato che non crea gioco, le punte possono fare poco o niente. In difesa invece monumentale la prestazione di Chiellini, che però dovrà saltare la Fiorentina: l'opportunità per l'esordio in campionato per Stendardo, con la maglia della Juve. Benino Legrottaglie e Zebina, diverso, ahinoi, il discorso su Molinaro. Bravo ragazzo,generoso e volenteroso e tutto quel che si può dire, ma la sua imprecisione nei passaggi e nei cross (ne avesse azzeccato uno da inizio stagione..) comincia ad essere irritante, perchè le azioni perse in malomodo cominciano ad essere un pò troppe, così come i gol e i possibili punti in più in classifica.Il problema è che mancano le alternative. Noi lo aspettiamo sempre, però, dicendola francamente: che due palle. Pavel, prima di cascare nella trappola di Comotto, aveva giocato una validissima partita, in particolare nel primo tempo. Poi però, l'ennesima marachella di cui tratterò nella pagella di Rizzoli. Nota finale: contro Comotto, il cadavere Recoba, Dellafiore e compagnia bella, va bene che è un derby, ma devi vincere. Buffon ng, Zebina 6+, Chiellini 7,5 , Legrottaglie 6,5, Molinaro 5, Palladino 5, Camoranesi 5, Nocerino 5,5, Sissoko 6,5, Nedved 5 (dovuto all'episodio su Comotto), Iaquinta 5,5 , Del Piero 5,5. Arbitro Rizzoli 7: forse il migliore arbitraggio della stagione, tenendo conto della pressione che aveva addosso. Giusto non dare il rigore a Nedved al pronti e via, giusto l'annullamento del gol di Palladino e giusto ammonirlo per simulazione. Giusta la condotta di gara, nel complesso, dove non regala nulla quasi a nessuno e non fischia quasi mai invano. Riesce a tastare e tenere in mano il polso del match. A mio parere, sbaglia solo in due occasioni: nella punizione di Rosina, che non c'era, perchè l'intervento di Chiellini non è volontario. E poi, nella rissa finale tra Comotto e Nedved. Furia Ceca combina una grossa ingenuità proprio davanti a Rizzoli e non è la prima della sua carrierà, quindi sacrosanta l'esplusione. Ma pure Comotto avrebbe dovuto fare la stessa fine, perchè ha pesantemente provocato il ceco e si lascia andare in una vera e propria sceneggiata da checchina dopo l'irruenza di Pavel. |
articolo che ho scritto a http://www.juvenews.net/r.php?id=5158 Questo,
1° Giornata: Juve-Livorno 5-1 |
"Per come la penso io, c’è un pizzico di sudditanza psicologica, di tutti, perché hanno paura a parlare male in questo momento dell’Inter, perché poi se avessero il coraggio e la lealtà di dire quello che vedono, sarebbe molto più facile. E, invece, loro negano e negare l’evidenza penso che sia un po’ difficile. Non voglio attaccare l’Inter, perché l’Inter società penso che non c’entra niente, poi i giocatori sono bravi e vincono in campo. Però, qualcosa sotto penso che ci sia. Qualcosa sotto nel senso che hanno dei piccoli aiutini. Quello, purtroppo, c’è sempre stato, fa parte del calcio, come la Juve tanto tempo fa, adesso c’è l’Inter. Io non penso che l’Inter abbia fatto quello che ha fatto la Juve. Purtroppo, sono uscite tutte le intercettazioni e abbiamo capito la verità, quello che c’era dietro. Io non penso che l’Inter abbia fatto la stessa cosa, anche perché loro vincono sul campo, poi gli arbitri possono sbagliare perché non è semplice gestire 90 minuti e non sbagliare almeno una volta. Però, sbagliare sempre allo stesso modo e sempre dalla stessa parte, un po’ ti fa pensare. Questo è quello che volevo dire, non che rubano le partite o l’aiutano. Mi dispiace perché tu ti alleni tutta la settimana e poi sai che tanto loro, o perché sono forti o perché succede qualcosa, vincono sempre.” |
Marco Tardelli, come sicuramente saprete, mercoledì sera ha commentato per la Rai Juve-Inter. Tardelli,ovvero, ex discusso e mai troppo rimpianto del CDA e bandiera della Juve,ma anche allenatore e giocatore dell'inter, di lui ci ricordiamo sopratutto le sei pappine prese sia dal Milan, sia dal Parma in Coppa Italia. Da opinionista della Domenica Sportiva e in interviste rilasciate ai giornali, appariva un lato continuamente critico nei confronti dell'attuale dirigenza. Un vero e proprio dente avvelenato, fino ad arrivare anche a velenose accuse vere e proprie verso Alessio Secco per le sue telefonate con Moggi, verso Bettega suo excompagno da giocatore, verso Jean Claude Blanc sulla gestione del suo diesse. Dissapori mai nascosti tra le due parti, lo abbiamo capito tutti e da qui, non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Quello che in questo articolo teniamo a portare all'attenzione, è la sua telecronaca della partita di mercoledì, tra la Juve e l'Inter, assieme a Marco Civoli. Telecronaca che chi vi scrive ha avuto modo di riascoltare integralmente grazie alle registrazioni da effettuate, come quasi sempre per ogni partita. I commenti dell'urlo mondiale del Bernabeu, sono sembrati tutt'altro che antjuventini e in molti diremmo: che strano, visto il suo andazzo recente. Anzi, in più occasioni, è venuto alla luce e alle orecchie dei telespettori del sostegno verso i colori bianconeri. Tanti sono stati i "purtroppo" per rimarcare le note sulla prestazione bianconera, espressione che ad un certo punto, accorgendosi dell'eventuale frittata, ha dovuto correggere in:"Purtroppo.. per la Juve e gli juventini, non certo per gli interisti". Ai due gol di Alex e Iaquinta, si è strozzato due volte il "Gol!" in gola, tentando di non farsi notare. Cosa che non ha fatto ai primi due gol dell'Inter: sul primo di Balotelli tiene un tono funerario e parla di errore della difesa, sul rigore nel mezzo delle spiegazioni di Civoli (bello fremente, invece..) arriva uno dei "purtroppo.." di cui abbiamo fatto riferimento in precedenza. Al terzo gol dell'inter esclama:"Mammia mia che gol.." ma senza particolare entusiasmo. Sottolineerà poi durante la partita la bella prestazione della Juventus. Ad ogni azione di Madama partono gli "Eccolo!" che dovrebbero preannunciare i gol, che finiscono nelle braccia di Toldo, come nel caso di Nedved. Espressioni che usava anche negli EuropeiU21 della scorsa estate, come gli spettatori più attenti possono riconoscere, assieme a quelli scaramantici che faranno notare come questi "Eccolo!" o gli "mmm.. che palla!" portano una buona dose di scarogna letale, tanto da far tendere 2/3 dei telespettatori a frugare in quei posti laddove non splende mai il sole. Al cartellino rosso di Camoranesi, ecco un bel "Noooo..". Ultimi secondi, punizione bianconera, "Il Capitano ci prova!", parte Ale:"No..". Questa è stata la sintesi del Tardelli microfonato di ieri sera. E noi, a quale Tardelli vogliamo rendere conto? Ad un cuore bianconero o solo ad un altro opinionista che campa sulle critiche alla Juventus? Forse, in questo momento sarebbe più facile pensare ad uno juventino che ha il dente avvelenato con i dirigenti, ma che nella squadra e nella maglia, crede lo stesso. Certo che però è un bel rompicapo capire quale sia il vero Schizzo pensiero. Chi vivrà, vedrà e capirà. |
C'è un'arma di cui i tifosi bianconeri, in gran parte, potranno usufruirne dopo la serata dell'eliminazione. Potranno dire, era solo Coppa Italia, o meglio, Tim Cup, trofeo del padrone, a noi non interessava assolutamente. E' un'arma che se la usassi io, corrisponderebbe ad una grossa bugia ed allora sarebbe anche inutile che io scriva. Un'arma solita da ingegnere del lunedì, come avrebbe detto Enzo Ferrari in ambito di Formula 1.Ci tenevo a batterli ieri sera e molto. Mi riserva molta amarezza una sconfitta del genere, oltre che da juventino, da milanese. Personalmente sentivo molto questi 180 minuti di Coppa Italia, forse come non mi capitava dalla sfida al Milan di Sacchi del 1990, poi vinta con un gol di Roberto Galia in un San Siro in bianconero che macchiò di una sconfitta la formazione di Sacchi, pretenziosa di arrivare al grande slam nei suoi anni di massimo splendore. Stavolta la squadra di gregari non ha saputo ripetere l'impresa, ci abbiamo tutti creduto per una buona mezz'ora, è stato bello, ma appunto, è stato e non sarà. Solita Magia anti inter del Capitano e crapone di Vincenzone, dopo che Stendardo aveva sfiorato l'hurrà al primo colpo. Un Comunale esaurito in ogni seggiolino, tutti a crederci e a spingere fino alla fine, anche oltre al 90°, mantenendo un livello di civiltà, senza falò di seggiolini, bombe molotov verso il pullman dei propri beniamini, senza motorini distrutti. Cantare, cantare, cantare, ma comunque fieri di essere stati lì perchè il tifoso dev'esserci più nelle sconfitte, non solo quando si alza al cielo una Coppa e fieri di averlo fatto anche dopo 300 km circa di autostrada,sotto un cielo nero e scuro che minacciava l'acquazzone da un momento all'altro. Sarà sempre Coppa Italia, però non nascondo la mia delusione dopo una qualificazione gettata al vento dalla Juve, sia all'andata, sia al ritorno. L'amore per questi colori non cambia in base al trofeo in lizza, almeno da parte mia.Ero incavolato nero anche dopo quello 0-3 del '96-'97, che non ricorda ormai quasi nessuno per via del periodo in cui si sollevava una Coppa e un riconoscimento al giorno e si disputavano tutte le finali possibili. Sono fatto così, che ci volete fare. Anche se poi magari questa delusione la mia Juve, la nostra Juve saprà farcela dimenticare, prima o poi. 2-2 a san Siro, due gol regalati ai nerazzurri dal nostro reparto difensivo, anche in vantaggio numerico (9 contro 11 sull'1-0). 2-3 ieri sera , due gol e mezzo, diciamo così, regalati ancora da noi, più l'errore di Nedved: il primo scivolone è del solito Birindelli che farebbe bene, ma troppo bene, ma davvero bene ad appendere gli scarpini al chiodo, perchè sta cominciando anche a far innervosire e a far perdere la pazienza a più d'una persona. Basterebbe dire che è stato umiliato da un ragazzino del '90, Balotelli (molto bravo, forse ancora più impressionante di Pato nel suo esordio come personalità e va detto, ma solo a livello tecnico, non disciplinare). Il 2-2 arriva da un rigore netto, ma troppo netto, ma davvero netto, per una netta parata del Brazzo in area di rigore che si oppone al tiro in porta, molto evitabile e ci saremmo potuti risparmiare volentieri il decimo gol di Cruz inferto alla nostra porta. Il 2-3 è un grande lavoro di Balotelli, ok. Però, caro Nicola Legrottaglie, non puoi lasciarlo libero di aggirarti in piena area di rigore con l'unico tuo aiuto in saponetta Belardi (non un pallone che sia uno trattenuto dal vice-Gigi, incredibile). Quella rete ha spezzato le gambe, psicologicamente. La classica legge insindacabile del calcio: gol sbagliato (quello di Pavel solo davanti a Toldo formato vecchi tempi), gol subito. Regola che si è confermata. Poche speranze e pochi tentativi da qui al triplice fischio. Evvai con il ritorno del Camo, salutato da un impressionante boato. Repentino, veloce, intrigante, in campo. Prova a darci una speranza, illumina la notte, poi ci andiamo vicini con un'azione spettacolo chiusa da Re David, ma Toldo dimostra la sua vera pasta. Se solo in questo lasso di tempo fossimo riusciti a centrare il 3-3 e il sig. Camoranesi non fosse cascato nel lato troppo argentino del suo fantastico ed inimitabile carattere, la storia sarebbe potuta cambiare, ma con i se, ahinoi, non si va da nessuna parte.A proposito di Camo: andrebbe multato e ripresp per essere entrato da dietro, come un killer. Ma questa nuova Juventus, fragilissima di carattere e di competenze, non lo farà mai, per paura di perdere un giocatore così importante per lo scacchiere, perchè non è capace di punirlo e farlo maturare, come i loro predecessori erano in grado di fare. E' stata comunque una Juve capace di lottare con tutto l'orgoglio rimasto fino alla fine, va detto, anche se ci sono stati assalti migliori e più pericolosi rispetto al secondo tempo di ieri, da minima sufficienza, nel complesso generale. Certo, dico che con i se e con i ma non si può fare nulla, ma con i dati di fatto, invece sì: perchè ieri sera, oltre ai nostri, ennesimi regali in difesa, anche la direzione arbitrale della gara da parte del signor Saccani (quello dei tre rigori negati contro la Samp..) si può definire da incitamento alla violenza. No, non sono un pazzo a dirlo, perchè in una partita di calcio, in teoria, non si può prendere per ben 3 volte a cazzotti il tuo diretto avversario riducendogli un occhio nero, caro SuperMario Balotelli; perchè in una partita di calcio non puoi entrare volenterosamente da dietro e in seguito toccare il pallone con il braccio, caro Pelè; perchè in una partita di calcio non si può entrare volontiariamente a gamba tesa su Molinaro (rischiando di bucargli la tibia, ma chissenefrega, no?), caro Vieira. I pulcini che sognano di prendersi la scena calcistica, in futuro, sapranno quindi che questo tipo di comportamento è consentito.Imparate, gente. Finisce così, 2-3 e un fairplay decisamente esagerato da parte di Ranieri, che va bene il fatto che rispetti il suo stile di persona per bene e oxfordiana, però essere educati e disponibili non vuol dire non commentare degli scempi così clamorosi ed evidenti. Atteggiamento sulle linee di questa attuale dirigenza (vedi Farsopoli, piedi in testa da chiunque e mai una parola di conforto ai tifosi..), atteggiamento che il mister Ranieri nei suoi primi mesi non aveva, ne è esempio lampante quel "Vaff.." nei confronti di Farina dopo l'espulsione della Furia Ceca in Juve-Genoa. Sta un pò cambiando, il mister? Boh, chi lo sa, di certo non è il migliore periodo della sua esperienza juventina, nonostante stia tenendo comunque un validissimo cammino. Note positive della serata, comunque ci sono: Camoranesi, sciocchezzuole a parte, stava disputando una partita con grandi ritmi e sembrava già ritrovato: sicuramente con lui, scongiuri di rito annessi, possiamo ingranare una marcia in più. E' arrivato il momento di catapultare testa, cuore, piedi e pancia completamente nel campionato, ora deve cominciare una grande rincorsa a chi ci sta davanti. Senza arbitraggi a senso unico ed errori nostrani in difesa, l'Inter sarebbe stata eliminata. Forza Juve, sempre. Belardi 4,5 , Birindelli 4, Legrottaglie 5, Stendardo 6,5 (buonissima la sua prima in bianconero, dopo essere arrivato neanche l'altroieri e dopo mezzo allenamento), Molinaro 5, Brazzo 5, Nocerino 6+, Zanetti 7, Nedved 5, Del Piero 7, Iaquinta 7, Camoranesi 4, Trezeguet 6, Palladino 6. Saccani voto 2: a mio parere è stato il peggiore arbitraggio juventino in questa stagione, perchè vedere tale violenza e cattiveria e non punirla, nonostante tagli ed occhi neri, è demenza allo stato puro ed è peggio di sviste su fuorigiochi e rigori non dati o meno. |
PER SEMPRE CAMPIONI
12 OTTOBRE 2003: GRAZIE RUBENS, GRAZIE SCHUMI!
IL GRANDE URLO 21 ANNI DOPO, 8 OTTOBRE 2000:GRAZIE SCHUMI!
UNA FRASE,UNA STORIA
Repertorio dell'Avvocato
-"Avvocato, che vinca la Juve o che vinca il migliore? - Sono fortunato, spesso le due cose coincidono"
-"Mi emoziono anche quando vedo la lettera "J" in un titolo di giornale"
- Michel Platini "l' abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras"
- Su Micheal Schumacher:"Il migliore.Quando si ha in squadra uno come quello,se non si vince è colpa loro".Riferendosi al team Ferrari.
- Ancora su Schumi:"Schumacher è come Pelè, come Fangio, e se Del Piero è Pinturicchio, Schumacher è Andy Warhol".
- Dopo il 5 maggio 2002 "Dopo i due missili di Seedorf a San Siro non ci credevo più.Ma quando ha parlato Sensi.."
- Quando l'Avvocato ricevette in visita Gorbachov,la prima cosa che gli disse fu "venga,la porto a vedere la Juventus"
-Prima di Juve-Ajax del 22 maggio 1996(Juve campione d'Europa):"Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi,noi,saremmo i piemontesi tosti"
-Dopo Juve-Milan 1-0 e Roma-Lecce 2-3:"Mi aspetto sempre di tutto dalla giornata.La divina provvidenza non ha limiti".
- Giovanni Buscetta "ha detto di essere ossessivamente un tifoso della juventus?Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi"
-Su Boniperti "Bei tempi quando lo buttavo giù dal letto all'alba. Ora devo svegliarlo alle 4 del pomeriggio!"
- "Sivori è un vizio",
- Franco Zeffirelli "è un grande regista ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire"
- Boniek "il bello di notte"
-Didier Deschamps: "Sembra un maresciallo di Napoleone."
- Serena "bravo dalla cintola in su"
- Del Piero " Mi ricordava Pinturicchio, adesso è Godot"
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