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dedicata alla mostra "Armonie"
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presentazione della mostra Armonie di luglio e settembre 2015.
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La Natività nei codici miniatiLe miniature sono affascinanti immagini, spesso di gusto popolare, che illustravano antichi codici manoscritti. Un manoscritto miniato è sempre arricchito da fitte decorazioni; nel Medioevo testi a carattere religioso come bibbie, vangeli, libri d'ore, salterii o antifonarii (questi ultimi contenenti le parti cantate della liturgia, in notazione neumatica) sono decorati con bordi (marginalia) o grandi capolettera contenenti illustrazioni relative a scene del Vangelo o immagini di santi. Le miniature medievali sono disegni minuziosi caratterizzati da colori vivaci, prevalentemente rosso e blu, e da parti in oro o argento. Nelle tre immagini succesive sono visibili tre miniature rappresentanti la Natività di Gesù; risalgono a diverse epoche, perciò si differenziano notevolmente anche per lo stile.
Questa è una miniatura tratta dall'Evangeliario del Tesoro del Duomo di Padova, realizzata nel 1170 dal Prete Isidoro. La rappresentazione della figura umana risente degli schemi bizantini: i panneggi sono marcati e schematici, i contorni del disegno sono accentuati da linee scure, i volti vengono rappresentati frontalmente e sono privi di espressività. Uno degli aspetti che considero interessanti nelle miniature è l'attenzione riservata alla rappresentazione dei dettagli degli abiti e delle acconciature; in quest'immagine l'abbigliamento di Maria è infatti quello tipico del XII secolo: manto ricamato, sopravveste con aurifigi (striscie decorative con oro e/o gemme) tunica e calcei. Per quanto riguarda i Re Magi, il primo indossa la clamide (un corto mantello puntato su una spalla) sopra la gonnella al ginocchio, mentre il secondo sfoggia un mantello portato sulla tunica talare, ornata con loros e aurifrigio. Tutti e tre i Magi indossano anassiridi e calcei, mentre il loro capo è coperto dalla mitra conica e cinto dalla corona. Nell'immagine sotto, ecco invece un manoscritto della fine del Trecento, opera di Don Silvestro dei Gherarducci, vissuto a Firenze nella seconda metà del secolo. Il decoro è realizzato a tempera e oro su pergamena e abbellisce l'antico spartito del "Puer natus est nobis", canto gregoriano. Qui i personaggi della Sacra Famiglia sono solide figure tridimensionali; i volumi ben definiti delle figure risentono del nuovo linguaggio carico di novità che si stava affermando a Firenze a cavallo dei due secoli. In contrasto con il possente realismo dei personaggi, il fondo oro suggerisce il carattere divino della scena, e le conferisce un sapore per certi versi ancora medievale. la scena è racchiusa all'interno dello spazio vuoto di un gigantesco capolettera; la musica è scritta seguendo la notazione quadrata. Nell'immagine successiva invece (Duomo di Siena, libreria Piccolomini), forme e colori ci suggeriscono che l'immagine appartiene ad un'altra epoca: l'autore è infatti Liberale da Verona, pittore che operò a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento. In questa "Adorazione dei Magi", infatti, la composizione è più mossa e i preziosi riccioli, insieme volute che la incorniciano, introducono l'opulenza del Cinquecento. Alcuni decori ricordano le perle, abbondantemente utilizzate per i gioielli (visibili nel ritratto di Eleonora da Toledo del Bronzino), per le acconciature raccolte ed elaborate delle nobildonne cinquecentesche (come quella della giovane dama ritratta alla fine del Quattrocento del Pollaiolo) o per decorare cuffie e sontuosi abiti in velluto. Anche i colori sono diversi dai precedenti (azzurri e rosa) e sia le spalle imbottite che il tessuto operato dell'abito che il personaggio collocato a sinistra indossa fanno pensare ai numerosi ritratti realizzati nel Cinquecento. Le immagini di questo post sono tratte dal web |
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