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L\'INCONSCIO


“L'inconscio è qualcosa che noi realmente non conosciamo, ma di cui siamo obbligati a prendere atto perché spinti da deduzioni irrefutabili.”

Sigmund Freud
 

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LA TERZA MORTIFICAZIONE

“Nell'Introduzione alla Psicoanalisi, scritta tra il 1915 e il 1917, Sigmund Freud dichiara di aver assestato "la terza mortificazione" al narcisismo dell'umanità. Copernico, afferma Freud, aveva inferto la prima, strappando la terra dal centro dell'universo, e Darwin la seconda, illustrando la discendenza dell'uomo da progenitori simili a scimmie. Enfatizzando l'importanza dei processi inconsci nella vita mentale, Freud ritiene di aver assestato la terza e più profonda mortificazione della serie.
Secondo lui le nostre caratteristiche più apprezzate - libero arbitrio, razionalità e senso di sé - non sono che mere illusioni, e noi tutti siamo i prodotti di forze psichiche inconsce e incontrollabili. Naturalmente, Freud incontrò una notevole opposizione.”

F. Talls,
Breve storia dell'Inconscio

 

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Contatto Simbolico

Post n°31 pubblicato il 01 Marzo 2009 da Blaze_Zen
 


“Questi a loro volta, hanno perduto a poco a poco le loro implicazioni simboliche: il tuono non è più la voce di una divinità irata, né il fulmine il suo dardo vendicatore. I fiumi non sono più dimore di spiriti, né gli alberi il principio vitale dell’uomo… Nessuna voce giunge più all’uomo da pietre, piante o animali, né l’uomo si rivolge ad essi sicuro di venire ascoltato. Il suo contatto con la natura è perduto, e con esso è venuta meno quella profonda energia emotiva che questo contatto simbolico sprigionava”.

Carl Gustav Jung



 
 
 

Su Tolkien e le Fiabe

Post n°30 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da Blaze_Zen
 

 

 

Le cose che secondo Tolkien offrono a bambini e adulti le fiabe sono Fantasy, Recovery, Escape, Consolation. Nella traduzione del 1976, Recovery è stato reso come "Ristoro" e in taluni casi come "Recupero". La parola vuol dire proprio questo, ma sta anche per "guarigione", "rinnovamento", "reintegro", "ripristino", "correzione".

Gianfranco de Turris, Introduzione a Il Medioevo e il Fantastico, di J.R.R. Tolkien

 
 
 

Impenetrabilità!

«Quando io uso una parola», disse Humpty Dumpty in tono alquanto sprezzante, «essa significa esattamente quello che decido io ... né più né meno
«Bisogna vedere», rispose Alice, «se lei può dare tanti significati diversi alle parole
«Bisogna vedere» replicò Humpty Dumpty, «chi è che comanda... è tutto qua


Lewis Carroll, Humpty Dumpty,

Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, 1871 

 



Lewis Carroll su Liber Liber
HTML version with Tenniel Illustrations
PDF a colori di Alice's Adventures in Wonderland

 
 
 

Non tocca a noi

Post n°28 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da Blaze_Zen
 



 

«Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo, il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo»

J.R.R.Tolkien, Gandalf



 
 
 

Una Definizione Intuitiva

Post n°27 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da Blaze_Zen
 

"Secondo una definizione intuitiva, l'inconscio è l'insieme di quegli aspetti della mente che non sono accessibili alla coscienza. In questo senso si può parlare di meccanismi inconsci, in quanto si suppone che esista una "fabbrica" dei pensieri e delle idee che noi non conosciamo. Ma si può parlare anche di idee inconsce e di fantasie inconsce. Si suppone che ci sia un mondo dietro lo specchio: da una parte il mondo che ci è accessibile, il mondo dei fenomeni che è percepito dalla nostra coscienza; dall'altra parte dello specchio una specie di doppio, in cui esistono altre idee, altri pensieri, altre immagini, altri ricordi " ( Giovanni Jervis )


 
 
 

Mindful: Consapevole

Foto di Blaze_Zen

 


Il binomio meditazione-psicoterapia sta creando un crescente interesse sia per chi è impegnato in un lavoro personale corporeo e/o interiore attraverso pratiche di meditazione o yoga, sia da parte di alcuni psicologi a causa dei rapporti e delle inequivocabili analogie tra la Mindfulness e la Psicoterapia Cognitiva (Segal, Williams & Teasdale, 2002)

Nel dare alcune precisazioni sul termine meditazione, cercheremo anche di chiarire il significato di 'mindfulness' e come questo sia attualmente utilizzato.
Il termine italiano "meditazione" viene comunemente usato come derivazione del verbo 'meditare su o circa'. Implica quindi un'attività mentale di profonda attenzione, in cui è implicita una relazione tra un soggetto e un oggetto: "Io, individuo medito circa qualche oggetto e perciò focalizzo la mia attenzione in modo conscio su qualcosa di prestabilito".
Ma questa attività mentale andrebbe piuttosto definita come 'concentrazione'. Inoltre, ci sembra che la maggior quantità di incomprensioni e fraintendimenti si concentri attorno alla parola "meditazione" che spesso, nel senso comune, si associa all'ottenimento di un risultato di particolari condizioni psicofisiche con cui essa, nel nostro caso, non ha nulla a che fare.

Si sa che la meditazione comprende una varietà di tecniche e di approcci, propri di ogni tradizione religiosa, le quali però convergono su alcune caratteristiche essenziali che consentono una nitida distinzione rispetto a ciò che la meditazione in senso proprio, si potrebbe forse dire tradizionale, non è. Non è, pertanto, una condizione di trance, con indebolimento o scomparsa della consapevolezza. Non è una condizione mistica, intesa come involontario presentarsi di immagini e visioni di significato "religioso". Non è, soprattutto, una tecnica di rilassamento, e neppure un metodo il cui lo scopo sia il raggiungimento di uno stato di "benessere" fisico o mentale anche se, a volte, questo può esserne un effetto collaterale.

Appare evidente che non è agevole rendere a parole qualcosa che si riferisce innanzitutto ad un'esperienza particolare. Proprio per tale motivo, la parola mindfulness spesso non viene tradotta, anzi si preferisce un nome vuoto di significati immediati, da riempire gradualmente e successivamente con l'esperienza diretta. Inoltre, le traduzioni più immediate, ossia "attenzione", "avvedutezza", "attenzione sollecita", "presenza mentale" rischiano di far scattare una serie di associazioni semantiche svianti o ambigue e possono diventare un ostacolo prima di dare al lettore il tempo di capire il senso che vogliamo dare che, in ultima analisi, è proprio di consapevolezza.
Tuttavia, va precisato che nella tradizione in lingua pali il termine sati (consapevolezza) fu utilizzato originariamente dal Buddha in un suo discorso. Esso si riferisce ad una attenzione consapevole al respiro, ai movimenti lenti del corpo e a tutto ciò che la mente può sperimentare nel presente. Proprio in questo senso, il termine occidentale più vicino al concetto di sati è quello di 'mindfulness' che, in Inglese, non è per niente associato a connotazioni religiose o spirituali. Il suo significato reale è racchiuso nella seguente definizione, attualmente ampiamente condivisa: 'Mindfulness' è 'realmente' portare consapevolezza ad ogni situazione, ogni circostanza, ogni stato mentale, in un modo non giudicante. 'Mindfulness' è 'presenza mentale'. Non è stare in un particolare stato mentale, ma significa praticare la consapevolezza di qualsiasi stato mentale.

La 'pratica di consapevolezza'

Abbiamo tutti la capacità di essere consapevoli, ma il nostro 'essere presenti' è spesso transitorio perché siamo soliti distrarci o siamo protesi verso qualche obiettivo o siamo in competizione con qualcosa d'altro.
Meditare non significa allontanarsi dal mondo e perdersi nelle proprie fantasie, piuttosto si tratta di rallentare, creare una sospensione-tregua in ciò che siamo abituati a fare, in termini di comportamenti, pensieri, emozioni. Questa condizione rappresenta una delle basi per esercitare la consapevolezza.
La meditazione non è necessariamente un'esperienza piacevole: ci si confronta piuttosto in fretta con la realtà della mente che continuamente giudica, mormora, fa progetti o fantasie. Solitamente la mente si trova in uno stato di reattività e inconsciamente tendiamo a stabilire identificazioni con i nostri stati mentali.
Per potersi educare alla consapevolezza è necessario un particolare atteggiamento mentale definito di 'nuda attenzione', che significa concentrare l'attenzione, momento per momento, esattamente su ciò che si sta sperimentando, separando le proprie reazioni dagli eventi puramente sensoriali. Così, nella pratica della meditazione, si impara ad essere consapevoli di quello che sorge dentro di noi, dei nostri intenti, di altre sensazioni fisiche, dei pensieri, delle emozioni. Possiamo provare delle esperienze piacevoli, ma impariamo anche ad incontrare gli stati negativi come la disillusione, il dolore, la noia, la desolazione che si prova nella meditazione. Inoltre, attraverso l'esercizio continuativo della così detta 'pratica di consapevolezza', derivata dalla vipassana buddhista, si può sviluppare nel tempo una condizione mentale in grado di sostenere esperienze percettive e stati diversi, proprio perché essa include sia il sorgere, sia il cessare dei fenomeni.



Tratto da: A.I.M.

 
 
 

Futuro

Post n°25 pubblicato il 12 Febbraio 2009 da Blaze_Zen
 

«Il messaggio che invio, e credo anche più importante di quello scientifico, è di affrontare la vita con totale disinteresse alla propria persona, e con la massima attenzione verso il mondo che ci circonda, sia quello inanimato che quello dei viventi. Questo, ritengo, è stato il mio unico merito.»
«Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.»
«Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita.»


 
 
 

Insegnamento e Ricerca

Post n°24 pubblicato il 03 Febbraio 2009 da Blaze_Zen
 
Foto di Blaze_Zen

«Il concetto che insegnamento e ricerca sono due cose indissolubili di solito non piace al mondo politico, che spesso preferirebbe un'università modellata su un superliceo, con un'istruzione indipendente dalla ricerca e capace di produrre laureati pronti per il lavoro. Ma un paese moderno deve restare agganciato alla ricerca internazionale, e per fare questo deve formare persone e stanziare finanziamenti adeguati».

Luciano Maiani - Idee per diventare fisico

 
 
 

Le cose difficili

Post n°23 pubblicato il 29 Gennaio 2009 da Blaze_Zen
 

Bambini,
imparate a fare le cose difficili
parlare al sordo
mostrare la rosa al cieco
liberare gli schiavi che si credono liberi.

Gianni Rodari

 
 
 

Nulla mai

Post n°22 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da Blaze_Zen
 

«Niente è mai veramente perduto, o può essere perduto,
Nessuna nascita, forma, identità, nessun oggetto del mondo.
Nessuna vita, nessuna forza, nessuna cosa visibile;
L'apparenza non deve ostacolare, né l'ambito mutato
confonderti il cervello.»
 
Walt Whitman

 

 
 
 

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