Creato da: rivedelfiume il 26/06/2006
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DE PROFUNDIS

Post n°41 pubblicato il 04 Febbraio 2007 da rivedelfiume

Il calcio era uno degli sport più appassionanti del mondo.
Era; chè da noi il rush down è stato inesorabile, uno stillicidio. Dalle plusvalenze ai diritti televisivi, dai passaporti falsi alle telefonate di Moggi & c., un teatrino che ha degradato l'ambiente al punto che abbiamo potuto vedere la scorsa estate. Ma quella era solo la punta dell'iceberg, nascosto alla vista da una improvvida vittoria ai Mondiali. Si è alzata una Coppa sulla tolda del Titanic.
Ma il calcio in sé non è il male. La domanda (retorica) che martella il cervello, in questo tragico fine settimana: abbiamo visto che le società (ed i politici) condannano, ma poi gli stipendi milionari, le campagne acquisti, le cessioni, il merchandising, ecc.ecc. chi li paga?
Chi investe parte (alcuni, buona) del proprio stipendio in abbonamenti, allo stadio, nelle tessere prepagate per il digitale terrestre? Chi compra a carissimo prezzo sciarpe, cappelli e magliette originali? Chi organizza i pullman per le trasferte?  Potrebbe mai il calcio smuovere tutto ciò che smuove senza la "materia prima" umana che gioisce, si incazza, soffre e si ammala nella miglior tradizione dei reality?
Poi, a conferma del fatto, che ad essere marcio è il sistema, ecco -dopo le grida di dolore- il ritorno alla normalità:

ROMA - Niente sospensione dei campionati per il Centro Sportivo Italiano, il Csi, tranne per quei Comitati che hanno gia' aderito all'invito della Figc, dopo la morte del poliziotto a Catania. Su tutti i campi sara' osservato comunque un minuto di silenzio. Il Csi, in una nota, ha portato solidarieta' ai familiari di Raciti e del dirigente calabrese ucciso la settimana scorsa dopo una partita di Terza Categoria. "Il fenomeno nasce pravalentemente da un malessere giovanile. Bisogna lavorare con adolescenti e giovani". (Agi)

Ma quale malessere giovanile, adolescenza, ribellione: la piantiamo di fare i sociologi da quattro soldi? I padroni del calcio, negli ultimi anni, hanno modificato il campionato in funzione dei diritti televisivi, hanno ottenuto dai politici che i loro debiti fossero "spalmati" per evitare la bancarotta (nessuna azienda avrebbe mai potuto godere di tali privilegi), per pagare stipendi scandalosamente spropositati si sono trovati a raschiare il fondo del barile, hanno fatto pagare agli italiani i decoder per il digitale terrestre, così nessuna casa sarebbe rimasta sprovvista -a pagamento- della razione settimanale di serie A e ora cadono tutti dalle nuvole. C'è gente come Mosca e Biscardi che sulle premesse che hanno scatenato la violenza di venerdi ci ha costruito una carriera. E poi ci sconvolgiamo? Non si è mai investito in altro sport che non sia il dio pallone, e nell'ambito del dio pallone quasi tutti i soldi sono gestiti dalla Lega Calcio, che lascia all'enorme panorama dei dilettanti solo briciole. Un ambiente marcio e corrotto, protetto dagli stessi che hanno sigillato città intere, militarizzato stadi, imposto check-point, e tutto per una partita di calcio.
Quegli stronzi che avrebbero dovuto pretendere dal prefetto che la partita non venisse giocata, dov'erano venerdi? Dell'alto rischio si sapeva già, e visto che la gente non si porta bombe carta da casa, evidentemente l'intelligence che monitora la tifoseria organizzata non ha funzionato per niente, e le condizioni di sicurezza minime erano inesistenti.
L’esperienza in tema di ordine pubblico insegna che le manifestazioni a rischio si vietano, mentre le partite sono immuni a divieti.
La questione è che NON si può morire per una partita di calcio.
Il poliziotto, il carabiniere, l'agente è li a fare il suo lavoro, e se è lì insieme a tanti altri suoi colleghi non lo è certo per eccesso di scrupoli, ma proprio perchè le partite sono a rischio, e si sa. E quando uno è impiegato allo stadio sa bene che gli ultras, certi ultras, in determinate condizioni perdono completamente il controllo.  E non c'entra il disagio giovanile, la disoccupazione o l'ignoranza. O meglio, c'entrano, ma in un contesto dove le tragedie sono state troppe, da quando si disputano i campionati.
Una cosa è certa: non si è trattata di esplosione di violenza improvvisa (avevo letto dei timori per questo incontro, non a caso era stato anticipato) ed evidentemente qualcosa nella macchina organizzativa di chi doveva garantire l'incolumità di chi ha pagato il biglietto e voleva solo ed esclusivamente guardare una partita, non ha funzionato.
Non si tratta di addossare colpe ai singoli agenti, ma i vertici, invece di appellarsi ai soliti epiteti che leggiamo ogni qualvolta accada un fatto simile, devono spiegarci come ha fatto un dispiegamento di forze del genere a perdere il controllo della piazza antistante lo stadio (come si è chiaramente visto dalle immagini di Sky Tg 24).
Un mistero.
Non a caso il primo comunicato diramato dalla questura di Catania affermava che “gli scontri non sarebbero scaturiti da contatti tra le due tifoserie”. Suona un pò da "disclaimer", come dire "se gli scontri partono da una fazione violenta, volta solo ad agitare le acque non è colpa nostra".  Ma 10 o 100 "teppistelli"  -sono rimasto sconvolto a sentire certi 15enni- non possono aver messo in ginocchio un reparto intero della squadra mobile. Si parla di 1500 agenti impegnati…..Questo, comunque, sia chiaro, non assolve nessuno, nè giustifica niente, visto che i singoli rispondono ad ordini; e se non compiono violenze ingiustificate, non possono essere colpevoli di una eventuale strategia fallimentare organizzata dai vertici. Ma non ho sentito nessuno azzardarsi a chiedere al questore delucidazioni sull'organizzazione dell'ordine pubblico.
Infine, la reazione dei politici: potranno pure introdurre telecamere, controllo satellitare, ergastoli, esercito, aviazione, schedatura per ogni singolo tifoso; ma forse arrivati a questo punto (e non ci manca davvero molto..) c'è da chiedersi: lo stato di guerra serve a qualcosa? Cambierà il calcio? Non cambierà il calcio, e non cambierà gli ultras. Anzi.
Disintossicazione. Educazione. Rispetto.
E’stato giusto, finalmente, fermarlo questo "campionato più bello del mondo", se necessario anche per sei mesi o un anno, visto che da campioni del mondo non stiamo facendo una figura migliore degli hooligans degli anni 80. Anzi.
E se le società di calcio fallissero, se si trovassero davvero con le pezze al culo, non è detto sarebbe un male. Anzi.

 
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zorbailpazzo
zorbailpazzo il 06/02/07 alle 15:07 via WEB
Sono un tifoso "moderato", anche se il calcio mi interessa. Andavo allo stadio, per divertirmi, per stare insieme... Questa cultura è il futuro, hai ragione. Nessuna soluzione nello stato di guerra. Ma giunti a questo punto, non è il caso di fermarsi e ricominciare tutto da capo? Buona vita...
(Rispondi)
 
fragolarossa1960
fragolarossa1960 il 08/02/07 alle 23:13 via WEB
Eccheccapperi ! da donna egoista...lo eliminerei completamente...il pallone... intorno a lui girano soldi da non poterli contare, troppi interessi, non lo elimineranno maiii !! però prova a pensare...niente calcio...più famiglia più tempo libero...più...più...più...Il "cacio"...io lo metterei sui maccheroni... ciaooo
(Rispondi)
 
rivedelfiume
rivedelfiume il 11/02/07 alle 11:40 via WEB
Zorba, sono d'accordo: Ma il problema è che occorrerebbe ripartire dal basso, se è vero che si rischia l'incolumità fisica pure nelle partite delle scuole calcio, che alcuni genitori vivono con l'intensità di una finale dei Mondiali. Come si puo' insultare malamente un bambino di 10 anni? Oggi spero che succeda del casino, guarda un po'.....
(Rispondi)
 
rivedelfiume
rivedelfiume il 11/02/07 alle 11:42 via WEB
Fragolina, più che egoista mi sembra una normale esigenza da donna sensata: sai com'è, personalmente detesto i fanatismi e gli eccessi se provocano danni, quindi..... :)
(Rispondi)
 
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